Elia Naurizio
Elia Naurizio (Trento, 4 febbraio 1589 – Trento, 8 novembre 1657) è stato un pittore italiano. Membro più celebre della famiglia Naurizio, realizzò numerose opere per le chiese trentine.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Ursula di Schwaz e Paolo Naurizio, autore di diverse tele di carattere sacro per le chiese trentine durante il principato di Ludovico Madruzzo. Dal 17 gennaio 1610 e fino al 1655 il suo nome compare nelle matricole dei soci della Confraternita alemanna degli zappatori, che per secoli ebbe un ruolo centrale nella vita dei tedeschi presenti in città. Vista la sua presenza a Croviana nel 1613, gli sono state attribuite alcune opere nella chiesa di San Giorgio.
La sua attività è attestata a partire dal 1623 a Innsbruck alla corte dell'arciduca Leopoldo V d'Austria.[1] A partire dal 1628-29 torna a Trento, quando disegnò la figura di san Vigilio per l'incisore Wolfgang Kilian, come apertura dell'opera che la Compagnia di Gesù dedicò a Carlo Emanuele Madruzzo. Recentemente gli è stata attribuita anche la paternità del ciclo di affreschi raffigurante le Storie della vita di Maria, nella cappella di Santa Maria a Castel Caldes.[2] La sua prima opera trentina datata e firmata risale al 1630: si tratta della Madonna con Bambino e santi, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Calavino.[1] Nella sua opera più celebre, realizzata per il duomo di Trento nel 1633, è raffigurata la Congregazione generale del Concilio di Trento in S. Maria Maggiore, ora al Museo diocesano tridentino.
Nel 1634 a Trento dipinse la pala d'altare di Santa Caterina nella chiesa del convento di San Bernardino e un affresco della Beata Vergine sul muro dell'oratorio di Sant'Anna.[3] Nel 1640-42 dipinse la pala d'altare e cappelle laterali della cappella del SS Rosario della chiesa dei domenicani. Nel 1643 dipinse quadri all'interno del presbiterio della chiesa parrocchiale di Banale e nel 1649 la pala d'altare nella chiesa di Tavodo.[3] Nel 1650 dipinse le pale d'altare nelle chiese di San Lorenzo a Folgaria e San Bartolomeo a Villazzano.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Madonna con Bambino e santi, 1630, olio su tela, 284 x 185 cm, chiesa di Santa Maria Assunta a Calavino[4]
- Battaglia di Lepanto, metà del Seicento, olio su tela, 470,5 x 330,5 cm, navata meridionale della chiesa di Santa Maria Assunta a Cavalese (attribuita da Ezio Chini). In alto la Vergine con il Bambino regge la corona del Rosario, alla quale è appesa la bianca croce dei Cavalieri di Malta. In basso viene rievocata la battaglia di Lepanto, con in primo piano due galere che attaccano altrettante imbarcazioni ottomane[5]
- San Lorenzo in gloria con angeli e santi, 1650, olio su tela, 316 x 173 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa di San Lorenzo a Folgaria. In alto è raffigurato san Lorenzo in gloria con degli angeli che reggono la graticola, simbolo del suo martirio; in basso i santi Barnaba, Pantaleone, Sette dormienti di Efeso (in centro), Acacio di Bisanzio e Udalrico di Augusta[6]
- Madonna con Bambino e santi Giovannino, Vigilio, Bartolomeo e Rocco, 1650, olio su tela, 208 x 116 cm, pala dell'altare maggiore della chiesa cimiteriale di San Bartolomeo a Trento[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b NAURIZIO, Elia, su Treccani.it - Dizionario Biografico. URL consultato il 24 settembre 2016.
- ^ R. Colbacchini, 1998
- ^ a b S. Weber, 1977, pp. 250-252
- ^ Naurizio E. (1630), Madonna con Gesù Bambino e santi, su BeWeB. URL consultato il 6 giugno 2024.
- ^ E. Chini, 2015, pp. 12-14
- ^ Naurizio E. (1650), S. Lorenzo in gloria con angeli e santi, su BeWeB. URL consultato il 6 giugno 2024.
- ^ Naurizio E. (1650), Madonna col Bambino e santi, su BeWeB. URL consultato il 6 giugno 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Franca Barbacovi, Sulle tracce di Elia Naurizio e Giovanni Armanni: storie di famiglia e di committenza del Seicento trentino, in «Studi trentini. Arte», 95/2, 2016 (pp. 251-287). (online)
- Enrico Castelnuovo (a cura di), Il Duomo di Trento. Pitture, arredi e monumenti. Volume secondo, Trento, TEMI, 1993.
- Domizio Cattoi & Domenica Primerano (a cura di), Arte e persuasione. La strategia delle immagini dopo il Concilio di Trento, Trento, TEMI, 2014.
- Ezio Chini, Arte a Cavalese fra Quattrocento e Settecento. Nuovi studi, in «Atti Accademia Roveretana degli Agiati», 265, 2015 (pp. 7-42). (online)
- Raffaella Colbacchini, La cappella di Santa Maria nel castello di Caldés: un inedito ciclo di affreschi di Elia Naurizio, in «Studi trentini di scienze storiche. Sezione seconda», 75-77, 1996-1998 (pp.93-116). (online)
- Nicolò Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento, Dolomia, 1988 [1982].
- Simone Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, Trento, Monauni, 1977 [1933].
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Elia Naurizio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Naurìzio, Elia, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Lorenza Liandru, NAURIZIO, Elia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 78, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
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