San Pietro a Patierno

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San Pietro a Patierno
Stemma ufficiale
Stemma ufficiale
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Campania
Città Napoli
CircoscrizioneMunicipalità VII
Data istituzione2 gennaio 1926
Codice postale80144
Superficie5,45 km²
Abitanti17 324 ab.
Densità3 178,72 ab./km²
Nome abitantisanpietrini
Patronosan Pietro Apostolo
Giorno festivo19 settembre di san Gennaro (patrono del comune di Napoli), 29 giugno di san Pietro apostolo (celebrato nel quartiere)
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Coordinate: 40°53′05″N 14°17′32″E / 40.884722°N 14.292222°E40.884722; 14.292222

San Pietro a Patierno è un quartiere dell'area nordorientale di Napoli. Confina a ovest coi quartieri di Secondigliano e San Carlo all'Arena, a sud col quartiere Poggioreale, a est e a nord col comune di Casoria ed a nord-ovest col comune di Casavatore.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Confina a ovest coi quartieri di Secondigliano e San Carlo all'Arena, a sud col quartiere Poggioreale, a est e a nord col comune di Casoria ed a nord-ovest col comune di Casavatore.

Pur essendo uno dei quartieri più estesi della città, ha una densità abitativa bassa rispetto alla media comunale e metropolitana dovuta al fatto che gran parte del suo territorio è occupato dall'Aeroporto di Capodichino, dall'aeroporto militare Ugo Niutta e dalla NATO.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma del Comune di San Pietro a Patierno fino al 1926

Casale demaniale in epoca angioina, il cui nome si trovava nelle mappe catastali come San Petrus ad Paternum e in italiano anche come San Pietro a Paternio, dall'abolizione del sistema feudale avvenuta per volere di Gioacchino Murat. Dopo l'unità d'Italia e fino al 1926 è stato comune autonomo, quando venne fuso con il comune di Napoli, di cui oggi costituisce la municipalità numero 7 assieme a Miano e Secondigliano (prima ancora rappresentava la circoscrizione numero 16). L'amministrazione del comune era affidata ad un Sindaco e alla giunta comunale composta da 4 assessori, due effettivi e due supplenti. Sia il sindaco che gli assessori venivano nominati dal Consiglio Comunale composto da 15 membri eletti tra gli aventi diritto al voto. Le entrate del Comune di San Pietro a Patierno consistevano soprattutto imposte e tasse sui prodotti della terra, in particolare grano e vino e sul bestiame. I decreti del 15 novembre 1925, 3 giugno 1926 e 30 ottobre 1927 diedero il via alla definitiva inclusione del comune di San Pietro a Patierno insieme a quelli di Secondigliano, Chiaiano, Soccavo, Pianura, Nisida, Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio all'interno del più grande comune di Napoli.

Elenco dei sindaci fino al 1925[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso gli atti dello stato civile è possibile redigere l'elenco dei sindaci del Comune dal periodo murattiano fino alla fusione nel Comune di Napoli:

  • 1809 Orazio Cancello
  • 1810 Francesco Guarino
  • 1813 Salvatore Desiderio
  • 1815 Felice Guarino
  • 1822 Cosimo Guarino
  • 1828 Luigi De Rosa
  • 1840 Pietro Guarino
  • 1854 Luigi Guarino
  • 1858 Giuseppe Marotta
  • 1860 Raffaele Iodice
  • 1864 Carlo Marotta
  • 1866 Cav. Giovanni Cassitto
  • 1869 Salvatore Liccardo
  • 1870 Domenico Maria Galasso
  • 1873 Nicola Mancuso (Regio Delegato Straordinario)
  • 1874 Felice Liccardo
  • 1879 Prof. Vincenzo Guarino
  • 1882 Raffaele Borrelli
  • 1885 Cav. Raffaele Barone Pasca
  • 1886 Cav. Luigi Cassitto
  • 1895 Prof. Vincenzo Guarino
  • 1901 Avv. Pietro De Martino
  • 1903 Prof.Vincenzo Guarino
  • 1910 Pietro Guarino
  • 1914 Luigi Cassitto
  • 1917 Filippo Calabria
  • 1921 Cav. Raffaele Barba

Costruzione dell'aeroporto[modifica | modifica wikitesto]

Il vecchio Campo di Marte creato da Murat nel 1816, chiamato poi Piazza d'Armi, iniziò ad essere usato per i primi esperimenti di volo. Il terreno pianeggiante, di 44 ettari, a forma di rombo e posto a 72 metri sul livello del mare si prestava perfettamente ad essere utilizzato per gli aerei che stavano muovendo i primi passi. Il 5 maggio 1910 tre aviatori stranieri e un italiano si esibirono sul vecchio Campo di Marte. Manifestazioni aeree sportive si susseguirono fino al 1913. Lo scoppio della guerra pose fine alle gare sportive, sostituite da esperimenti militari. L'aeroporto visse una svolta a seguito di un bombardamento da parte di un dirigibile austriaco nella notte tra il 10 e l'11 marzo 1918. Il bilancio finale fu di 16 morti. All'evento seguì un'interpellanza parlamentare sulla mancata difesa della città e i provvedimenti di potenziamento dell'aeroporto. Accanto all'ingresso, situato all'epoca in via Nuovo Tempio, vennero costruiti due hangar, di cui uno capace di ospitare un piccolo dirigibile. Il 19 giugno 1921 l'aeroporto venne intitolato al capitano Ugo Niutta morto nel 1916. Al termine della guerra la regia aeronautica prese possesso dell'aeroporto provvedendo ad un primo ampliamento della pista. Con il regio decreto 444 del 1º marzo 1925 si procedette all'esproprio di alcuni terreni. Venne aperto un nuovo ingresso da piazza Capodichino. Sul finire degli anni trenta e agli inizi degli anni quaranta si procedette allo sviluppo della pista lungo una nuova direttrice. Nel 1948 gli alleati procedettero ad un nuovo ampliamento della pista portandola alla lunghezza di 2100 m. Nel 1950 per poter aprire l'aeroporto a linee aeree commerciali e civili la pista fu ancora allungata arrivando a 2150 m. A partire da quella data l'aeroporto di Capodichino funzionerà solo per il traffico civile e avrà inizio un continuo sviluppo dello scalo, culminato nel 1995 con la privatizzazione ed un piano di investimenti, per un valore di 145 milioni di euro. Lo stesso anno aprirà il Terminal 2 per voli charter e nel 2000 Carlo d'Inghilterra inaugura la nuova sala partenze. Ad agosto 2015 il Terminal 2 è stato smantellato, fino alla sua definitiva demolizione avvenuta a settembre 2015. Al suo posto verrà costruita la stazione Capodichino Aeroporto della Linea 1 della metropolitana.

Commercio e riciclaggio della scarpa[modifica | modifica wikitesto]

Le strade del quartiere brulicavano di "bancarielli" intorno ai quali i calzolai davano nuova vita a scarpe usate, vendute poi nei mercati cittadini e della provincia. Il lavoro veniva svolto in varie fasi, si iniziava dallo smembrare la vecchia scarpa per ottenerne principalmente tomaia e suola, successivamente la tomaia veniva sistemata su di una forma in ferro detta piastra e attaccata ad una suoletta definita "chiantella". La terza fase consisteva nella pulitura strofinando carta vetrata e poi passando colla di farina per sistemare il pelo della tomaia. Con la suolatura si procedeva ad attaccare la suola, anch'essa preventivamente lavorata. Si creava quindi il tacco con pezzi di suole di scarto, si limava il tutto e poi si passava all'attintatura dapprima con anellina sciolta in acqua e poi con la tintura vera e propria. Infine la scarpa veniva abbellita con cera d'api e spazzolata per essere pronta alla vendita.

Bombardamento del 4 aprile 1943[modifica | modifica wikitesto]

Un tragico evento che colpì il quartiere avvenne il 4 aprile 1943, quando un bombardamento da parte degli alleati nel quartiere causò la morte di decine di persone e molti danni. In memoria di questa tragedia, il quartiere ha intitolato al 4 aprile un viale e un largo.

Scosso anche dal terremoto del 1980, il quartiere si sostiene prevalentemente con il commercio all'ingrosso di calzature.

Religione e culto[modifica | modifica wikitesto]

La comunità di San Pietro a Patierno festeggia il 29 giugno il suo santo patrono, san Pietro Apostolo.

Il santuario eucaristico dedicato a san Pietro ha origini molto antiche, che risalgono al IX-X secolo. La popolazione, oltre alla devozione al santo, vive un'intensa vita cristiana, nelle due parrocchie del territorio.

Trasporti e viabilità[modifica | modifica wikitesto]

Viabilità ciclabile[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013 è stato presentato da ANEA (Agenzia Napoletana Energia e Ambiente) il progetto per lo sviluppo di itinerari ciclabili in tutti i quartieri del comune di Napoli. Nello specifico, per il quartiere di San Pietro a Patierno, sarebbero interessate ben 17 strade per una spesa stimata intorno ai 339.000€[1]

Autobus[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere è raggiungibile tramite gli autobus ANM che lo collegano direttamente con il centro cittadino:

  • 182 via Paternum-piazza Carlo III-piazza Cavour-piazza Museo-piazza Dante.
  • 184 via delle Galassie (via de Pinedo)-piazza Carlo III-piazza Cavour-piazza Museo-piazza Dante-via Sant'Anna dei Lombardi.
  • 682 (scolastica) via Paternum-piazza Carlo III.
  • 684 (scolastica) via delle Galassie (via de Pinedo)-piazza Carlo III-piazza Cavour-piazza Museo.

Oltre a:

  • Tram 1 Porto (via Cristoforo Colombo)-Emiciclo di Poggioreale (Cimitero).
  • 169 Piazza Nazionale-Emiciclo di Poggioreale (Cimitero)-via delle Ginestre (Casalnuovo).
  • 180 Piazzale Tecchio (stazione di Napoli Campi Flegrei)-Secondigliano-Piscinola (stazione metro linea 1) su piazza Giuseppe di Vittorio.
  • C90 (festivi solo mattina) per via Nicola Miraglia e via Cassano (Secondigliano).
  • N5 (notturno giornaliero dalle ore 24.00 alle ore 04.30) Parcheggio Brin-Piscinola (stazione metro linea 1) su piazza Giuseppe di Vittorio.
  • 469 (notturno dal lunedì al venerdì ore 23.35) Parcheggio Brin-Tavernanova su via Stadera.

Stazioni ferroviarie[modifica | modifica wikitesto]

È in costruzione la stazione Capodichino-Di Vittorio a servizio dei quartieri San Pietro a Patierno, San Carlo all'Arena e Secondigliano.[2]

San Pietro a Patierno può usufuire delle seguenti stazioni nei dintorni:

  • Fs Casoria-Afragola in piazza Dante a Casoria
  • Vesuviana Botteghelle a circa 1 km da via Stadera
  • Vesuviana Poggioreale a circa 1 km da via Stadera
  • Vesuviana Centro Direzionale a circa 2 km da via Stadera
  • Vesuviana Volla in Arpino via Lufrano a circa 2,5 km da via Stadera
  • Fs Napoli centrale a circa 3 km da piazza Giuseppe di Vittorio
  • Metro Fs 2 Napoli p.za Garibaldi a circa 3 km da piazza Giuseppe di Vittorio
  • Metro Fs 2 Napoli Gianturco a circa 2 km da via Stadera
  • Metro Na 1 Piscinola a circa 3 km da piazza Giuseppe di Vittorio

Nel piano "100 stazioni" redatto dal Comune di Napoli nel 2003 fu presentato un progetto denominato "T23" la quale prevedeva la costruzione di due fermate della linea 10 (collegamento tra Afragola AV e rete metropolitana di Napoli attraverso la stazione Capodichino-Di Vittorio) nel quartiere di San Pietro a Patierno, ai confini con i comuni di Casavatore e Casoria.[3] Dopo anni passati nel dimenticatoio, il progetto è stato ripreso nel 2017 dalla Regione Campania sfruttando le risorse previste dal "Patto per lo sviluppo economico della regione Campania" per il quale al momento risulta finanziato lo studio di fattibilità e progettazione preliminare da presentare entro il 2022.[4]

Nel 2015 il quartiere è stato incluso nel progetto denominato "Porta Nord" a cura della società Last Project S.r.l., la quale prevedeva una stazione e linea monorotaia nella parte bassa del quartiere. Il progetto inoltre prevedeva la riqualificazione degli spazi circostanti la stazione.[5] Al 2022 non risultano ulteriori sviluppi al riguardo.

Aeroporto[modifica | modifica wikitesto]

Su gran parte del territorio di San Pietro a Patierno, che "divide" la parte alta da quella bassa, c'è l'Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino.

Solidarietà sociale[modifica | modifica wikitesto]

San Pietro a Patierno non si è ancora ben integrata con la città per due motivi fondamentali: da un lato l'identità storica del centro, i cui abitanti hanno continuato a vivere in maniera estranea rispetto alla città nel suo complesso; dall'altro, le politiche del Comune di Napoli, a volte distanti dalle problematiche delle periferie. I dati relativi alla dispersione scolastica sono abbastanza elevati soprattutto nella zona della ricostruzione post-terremoto, nonostante la presenza di quattro scuole elementari. La disoccupazione sfiora punte del 50% per quanto riguarda i giovani, mentre la maggior parte di lavoratori sono impiegati negli enti pubblici. Col concorso istituzionale, si è cercato di rispondere ai problemi mediante due laboratori di educativa territoriale “Calimera” e “Robinson” coordinati dal gruppo “A rezza” che si occupa della formazione degli operatori. Al programma partecipano anche molte associazioni di terzo settore quali il “Centro Idea Caritas”, la “Bussola” e il “Grillo parlante”[6].

Monumenti d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La vecchia società dell'A.C. San Pietro disputò molti campionati di Eccellenza e Promozione, per poi fallire. Attualmente l'ASD San Pietro Napoli milita nel campionato di prima categoria girone C 2023/2024

Tennis[modifica | modifica wikitesto]

L'Associazione Sportiva "Tennis San Pietro", a via Dietro la Croce, è un circolo sportivo che accoglie bambini, giovani e adulti con corsi di tennis per principianti e per le attività agonistiche, organizzati da ottimi maestri. Il sabato pomeriggio c'è il corso per bambini dai 4 ai 7 anni. La struttura è dotata di un campo coperto + 2 scoperti. È anche sede di tornei Open, di 4ª e 3ª categoria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Presentazione ANEA (PDF), su anea.eu.
  2. ^ Sbloccati cantieri su rete EAV (PDF), su eavsrl.it.
  3. ^ Piano 100 stazioni, su comune.napoli.it.
  4. ^ Scheda Patto per lo sviluppo economico della regione Campania (PDF), su governo.it.
  5. ^ Porta Nord, su portanord.it.
  6. ^ Pellecchia F. (2003) Viaggio nelle periferie: San Pietro a Patierno, “Volinforma: rivista bimestrale di cultura ed informazione per Napoli Città Sociale, Napoli, X, pp. 17-20.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Esposito, S.Pietro a Patierno, antico casale napoletano, Napoli, Centro studi l'idea, 1979.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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