Raffaele Armenise

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Esame di un quadro nello studio di un pittore

Raffaele Armenise (Bari, 20 marzo 1852Malgrate, 14 gennaio 1925) è stato un pittore e incisore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si trasferì dalla città natale a Napoli nel 1869 ed ivi frequentò l'Istituto di Belle Arti, dove fu allievo di Domenico Morelli, Filippo Palizzi e Federico Maldarelli.

Si dedicò alla pittura di genere in costume ed i suoi dipinti ad olio rappresentarono soprattutto scene di vita popolare. Fu anche autore di incisioni su rame, litografie e disegni a penna di estrema finezza, spesso realizzati come illustrazione di libri e riviste dell'epoca.

Nel 1875 riuscì ad inaugurare un suo studio a Capodimonte e rapidamente divenne un pittore famoso con quadri come: il Maresciallo d’Ancre, l’Usurario ebreo, il Vaticano, Lo scotto troppo caro, La prova del veleno e I libertini.

Decorò, assieme al collega Giuseppe Aprea[1], il teatro Petruzzelli di Bari, di cui si occupò di affrescare la cupola; lavori che, tuttavia, andarono perduti nell'incendio del 26 ottobre 1991.

Villa Armenise, Malgrate

Dopo essersi sposato, nel 1881 il pittore si trasferì a Milano dove grazie alla grande fortuna ricavata dalle sue opere si fece costruire una monumentale villa, in provincia di Lecco sul lago di Como, a Malgrate, conosciuta anche come villa Ciribelli.

Negli anni successivi si dedicò alla decorazione della villa Bernasconi, oggi chiamata villa Argentina (Mendrisio), vinse una medaglia d’oro assegnatagli del ministero della Pubblica Istruzione per l’opera “Un ricco battesimo”.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Madonna con bambino benedicente (Madonna delle rose). Anno: 1881-1890 - Tecnica: Olio su tela - Dimensioni: 70x50x2 cm

Uno dei lavori più conosciuti dell'Armenise è sicuramente "La Madonna col bambino benedicente" (o Madonna delle rose) del 1890 circa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paola Pietrini, La Bella, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 62, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004. URL consultato l'8 gennaio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Teatro Petruzzelli

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