Antonio Giovanni Lanzirotti

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Antonio Giovanni Lanzirotti (Napoli, 9 maggio 18301921) è stato uno scultore italiano.[1]

La schiava, Musée des Beaux-Arts Jules Chéret, Nizza

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studiò a Palermo fino al 1848, quando aderì alla rivoluzione siciliana del 1848 militando sotto il generale Ignazio Ribotti. Fallita l'insurrezione, fu imprigionato a Castel Sant'Elmo a Napoli, dove durante la prigionia fu prima condannato a morte e successivamente graziato. Fu esiliato dal Regno delle Due Sicilie e si recò a Torino, dove per un anno prestò servizio come granatiere[1].

Successivamente, si trasferì a Parigi per lavorare sotto Joseph Michel Ange Pollet. La sua prima opera fu L'educazione di Bacco, esposta all'Esposizione universale del 1855 a Parigi.

Nel 1860 aderì al movimento garibaldino, fu fatto prigioniero a Capo Corso, incarcerato per due mesi a Gaeta, poi rientrò a Parigi. Lì completò: Amore punito, La danza, il mausoleo del conte Tyzhieviez, Una bagnante, che espose al Salon, Il piacere, La Follia e molti busti e ritratti, compresi quelli di Cassagnac, di M. Girardin, del dottor Armand Trousseau, dello scrittore Pierre Beaumarchais, del re Umberto I.

Nel 1863 tornò a Torino, dove il re Vittorio Emanuele II commissionò le statue del Conte Verde e del Duca Vittorio Amedeo I. Altre sue opere furono le statue La pensierosa, trovata a Londra, e La schiava, venduta al museo di Nizza.

Lanzirotti fece parte di molte accademie, fu insignito della Croce dei Cavalieri dei Santi Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine della Corona d'Italia e dell'Ordine di Isabella la Cattolica[2].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b LANZIROTTI, Antonio Giovanni in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 20 novembre 2020.
  2. ^ Angelo De Gubernatis e Ugo Matini, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Tipi dei successori Le Monnier, 1889, p. 255. URL consultato il 20 novembre 2020.

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