Carabus olympiae
Carabus olympiae | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Coleopteroidea |
Ordine | Coleoptera |
Sottordine | Adephaga |
Famiglia | Carabidae |
Sottofamiglia | Carabinae |
Tribù | Carabini |
Sottotribù | Carabina |
Genere | Carabus |
Specie | C. olympiae |
Nomenclatura binomiale | |
Carabus olympiae Sella, 1855 | |
Sinonimi | |
Carabus (Chrysocarabus) olympiae | |
Nomi comuni | |
Boja d'or (in piemontese)[2] |
Carabus olympiae (Sella, 1855) è un raro coleottero carabide, endemico della Valsessera in Piemonte.[3][4]
L'epiteto specifico è un omaggio dell'entomologo Eugenio Sella alla cugina Olimpia, che nel 1854 raccolse un esemplare di questo coleottero, poi descritto come una nuova specie.[5]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Gli esemplari adulti misurano tra i 3 e i 4 cm di lunghezza e sono caratteristici per la livrea verde smeraldo che presenta riflessi iridescenti e bluastri, a volte con sfumature tendenti al rosso.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Gli adulti sono attivi tra giugno e settembre e trascorrono il lungo inverno alpino in ibernazione.[5]
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Si nutrono di piccoli invertebrati, in particolare di chiocciole dei generi Helix e Arianta e di limacce dei generi Arion e Limax.[6]
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]La deposizione delle uova avviene ad inizio estate. Le larve impiegano circa 6 settimane per raggiungere il terzo stadio, prima di impuparsi e trascorrere l'inverno allo stadio pupale.[5]
Distribuzione e habitat
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La specie è endemica delle Alpi Biellesi e, in particolare, della Valsessera.
Esso è inoltre presente in Francia[1], dove alcuni esemplari allevati a partire dal ceppo originario sono stati rilasciati in natura.
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la sua scoperta la specie fu oggetto di una intensa raccolta da parte dei collezionisti che ne ridusse la consistenza fino a farla considerare estinta. Alcuni entomologi avevano però nel frattempo allevato l'animale in cattività reintroducendolo poi in alcune località dell'arco alpino; inoltre, nel secondo dopoguerra, il carabide è stato ritrovato in altre stazioni della Valsessera.[4] La sua raccolta è oggi stata totalmente vietata ma la specie è tuttora considerata vulnerabile; la principale minaccia alla sua conservazione sono possibili trasformazioni degli habitat.
Parte del suo areale ricade all'interno dell'Oasi Zegna.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) World Conservation Monitoring Centre 1996, Carabus olympiae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ L'Alta Valsessera, su docbi.it, DocBi - Centro Studi Biellesi. URL consultato il 16 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2012).
- ^ Carabus (Chrysocarabus) olympiae Sella, 1855, in Carabidae of the world. URL consultato il 16 maggio 2014.
- ^ a b Negro M. e Tomasinelli F, Carabus olympiae, in Piemonte Parchi, n. 186, 2009.
- ^ a b c Carabus olympiae (Olimpia’s ground beetle), in Natural History Museum, London. URL consultato il 16 maggio 2014.
- ^ Carabus olympiae (DOC) [collegamento interrotto], in Coleoptera, Ministero dell'Ambiente. URL consultato il 4 febbraio 2014.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carabus olympiae
Wikispecies contiene informazioni su Carabus olympiae
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Foto di Carabus olympiae forum.naturaefoto.it
- Carabid beetle (Carabus olympiae) ARKive