Villa La Decina

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Villa La Decina
Villa La Decina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
Coordinate40°52′14.82″N 14°11′17.08″E / 40.870782°N 14.188077°E40.870782; 14.188077
Informazioni generali
CondizioniIn uso

Villa La Decina è una delle più rilevanti ville storiche di Napoli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La struttura, trae la propria denominazione, dalla quercia soprannominata "decina" o "regina", che era presente nel suo vasto giardino, o meglio, boschetto. Venne costruita nella prima metà del XVIII secolo e rappresenta, assieme all'Eremo dei Camaldoli e all'antico nucleo colonico dei marchesi Verusio, l'unica testimonianza riconducibile a questo periodo, dell'intera zona.

Nell'Ottocento, la riscontriamo proprietà del pittore Camillo Guerra e, tutt'oggi, appartiene all'omonima famiglia. L'artista, le diede un'originale impronta eclettica, risalente al primo Novecento, tutt'oggi ben visibile.

La struttura[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio, progettato da Dante Tassotti, si presenta con un forte aspetto rurale, a struttura doppia e con torre caratterizzata da archetti pensili, soluzione d'angolo con balcone e portale catalano. Al suo fianco, l'altro corpo di fabbrica, è contraddistinto da archi ellittici con sovrastante porticato. La struttura è stata costruita perlopiù in tufo, poiché vi si riscontrano anche alcune parti in piperno. Oggi la vasta struttura è in stato di abbandono.

La struttura è tutelata direttamente dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Napoli e Provincia, con la seguente motivazione:

"Trattasi di antico edificio, la cui veste attuale, pur conservando caratteri tradizionali, rappresenta un significativo riferimento per l'architettura napoletana degli inizi del secolo XX e per l'evoluzione culturale della produzione architettonica dell'autore (Ing. Camillo Guerra). Parte integrante dell'edificio è l'adiacente piccolo parco, caratterizzato dalla presenza di alberi di alto fusto, fra le essenze tipiche della zona".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Yvonne Carbonaro, Tascabili Economici Newton, Newton e Compton Ed. 1999 Roma, ISBN 88-8289-179-8

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