Utente:Stella/Contenuti attuali voce Siracusa

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Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

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Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

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Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antica Siracusa[modifica | modifica wikitesto]

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Epoca medievale[modifica | modifica wikitesto]

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Epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Il busto del giovane imperatore di Spagna Carlo V che influì molto sulla storia aretusea: trasformò Ortigia in un'isola, mutandola nella piazzaforte del Regno siciliano
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Siracusa in epoca moderna.

Dopo il disastroso terremoto del 1693 la città dovette essere in gran parte ricostruita, il che fu fatto adottando lo stile Barocco.

Con il Trattato di Utrecht, nel 1713, la Spagna rinunciò alla Sicilia, che passò ai Savoia, i quali dovettero cederla pochi anni dopo all'Austria per via del Trattato dell'Aia. Siracusa fu la piazzaforte finale dell'austriaca Casa d'Asburgo.[1]

«Aveva un peso decisivo […] in questa situazione Siracusa che già in una relazione piemontese del 1712 era giudicata come la migliore piazzaforte di Sicilia»

Nel 1734 ebbe inizio il periodo borbonico. Nel 1798 approdò al porto della città l'ammiraglio britannico Orazio Nelson, diretto in Egitto per affrontare Napoleone Bonaparte. I siracusani riempirono di provviste le sue navi, e Nelson, riconoscente, dopo che sconfisse Napoleone fece ritorno a Siracusa, dove ricevette la cittadinanza onoraria.[N 1]

Negli anni del Grand Tour, prima forma di turismo, Siracusa giocò un importante ruolo nelle opere letterarie e visive dei viaggiatori europei.[3]

Gli ultimi decenni borbonici furono per la città di estrema sofferenza: nel 1837 scoppiò un'epidemia di colera, nel frattempo dei rivoluzionari siracusani, nominato Emanuele Francica Pancali sindaco della città, si ribellarono al governo del re Ferdinando II di Borbone, il quale, come conseguenza di ciò, punì Siracusa togliendole anche il titolo di capoluogo dell'omonima provincia, facente parte del Regno delle Due Sicilie, e lo assegnò a Noto.

Durante il 1848, anno conosciuto come primavera dei popoli, a causa dei moti rivoluzionari scoppiati in tutta Europa, e la proclamazione del Regno di Sicilia indipendente dal governo borbonico, la città aretusea chiese al nuovo governo siciliano, con a capo Ruggero Settimo, di poter riacquistare il titolo di capoluogo; titolo che fu riconferito ma per breve tempo, poiché i Borbone repressero quasi subito le ribellioni siciliane e ristabilirono lo status sociale che vigeva prima del '48.

La svolta definitiva avvenne con i moti per la nascita del Regno d'Italia: Siracusa si consegnò ai Garibaldini il 28 luglio del 1860.[4] Il potere dei sovrani borbonici venne annullato e la città dal 1865 tornò ad essere stabilmente capoluogo della propria provincia.

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Siracusa in epoca contemporanea.

Nella guerra coloniale italiana e nel regime fascista di Benito Mussolini Siracusa divenne un punto focale, essendo la sua posizione geografica predisposta alla rotta tra l'Italia e l'Africa.[5] Il re Vittorio Emanuele III risiedette in città diverse volte, fino al 1942.

Lo sbarco delle truppe inglesi presso la spiaggia aretusea di Fontane Bianche (luglio 1943)

Durante la seconda guerra mondiale Siracusa subì numerosi bombardamenti. Al largo della città, nel 1941, avvenne l'affondamento del transatlantico Conte Rosso, che causò un gravissimo numero di vittime.[6]

Siracusani prigionieri di guerra durante la conquista della città da parte degli Alleati nel luglio del 1943

La città venne occupata dagli Alleati tra la notte del 9 luglio e il giorno del 10 luglio 1943, tramite l'operazione Ladbroke. In un primo momento essa fu sede dell'AMGOT, il governo militare alleato.[7] Il 3 settembre 1943 si firmò segretamente, nei pressi di Cassibile, l'armistizio tra l'Italia e gli Alleati. In seguito venne costruito il Syracuse War Cemetery per i caduti inglesi.[8] Finita la guerra, la città conobbe un periodo di ricostruzione e nuove speranze.

Il 1953 fu un anno importante per Siracusa, poiché avvenne al suo interno la lacrimazione di un'effigie mariana (raffigurante il Cuore Immacolato di Maria), evento che la chiesa ha in seguito dichiarato miracoloso.[N 2]

Nel 1954 giunse in città, ufficialmente in vacanza, Winston Churchill (vi era già stato una prima volta nel 1917, di passaggio, quando da Vienna era diretto a Malta). Il primo ministro inglese nei suoi racconti ricorderà la permanenza a Siracusa come «la vacanza più deliziosa della sua vita da viaggiatore».[10]

Tra la fine degli anni '50 e la fine degli anni '70 nacque e si sviluppò, nel lato periferico nord della città, il polo petrolchimico siracusano, che venne annoverato tra i più vasti poli petrolchimici d'Europa.[11] Ciò non fu senza ripercussioni sociali: per quanto riguarda i territori di Siracusa, l'industria interessò la baia di Santa Panagia, la contrada Targia e il borgo di Priolo Gargallo, che divenendo un centro industriale, chiese ed ottenne l'indipendenza da Siracusa nel 1979.[12] Le industrie collegate al petrolchimico giunsero a lambire l'entrata nord della città. Oltre ad una ricchezza economica circoscritta, il polo portò al deturpamento e all'inquinamento dell'ambiente circostante.[13]

Nel 1990 un violento terremoto, detto di Santa Lucia, poiché accadde il 13 dicembre, provocò ingenti danni alla città e parecchie polemiche per il silenzio istituzionale che ne seguì.[14]

Il 5 e 6 novembre del 1994 papa Giovanni Paolo II venne in città per inaugurare il santuario della Madonna delle Lacrime e per l'occasione tenne un discorso alla cittadinanza, esortandola a reagire dinnanzi all'emarginazione socio-economica che rischiava di escluderla dalla vita della nazione.[15]

Nel 2005 Siracusa fu inserita dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità, congiuntamente alle necropoli rupestri di Pantalica, che da essa distano solo poche decine di chilometri. Un altro evento significativo per la città si verificò nel 2009, quando al Castello Maniace venne organizzato il forum del G8 per l'ambiente, dal quale scaturì la carta di Siracusa sulla biodiversità.[16]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Siracusa.
Lo stemma di Siracusa scolpito sulla facciata del palazzo del Senato cittadino

Anticamente la città aveva i propri simboli di riconoscimento nelle emissioni monetali. Il suo più noto e antico emblema era il volto di Aretusa circondato da delfini, che la rese celebre nel Mediterraneo. Essa inoltre fu la prima città di Sicilia a incidere sulle monete la figura della Triscele, contribuendo in maniera decisiva alla sua diffusione come simbolo principale dell'isola.[17]

Siracusa rappresenta anche uno dei primi luoghi geografici ad aver adottato la figura dell'aquila: essa, a partire dal periodo ellenistico, la incideva sul metallo, mostrandola nell'atto di afferrare un fascio di fulmini. E proprio questo animale - con gli artigli sempre serrati sulla folgore, originario segno di Zeus - venne ripreso durante il medioevo per divenire l'unico simbolo della città, inciso sulla sua arma già durante il trono degli Svevi.[18]

La bandiera con lo stemma comunale

In seguito, nel XV secolo, una fortezza andò a sostituire del tutto l'aquila,[19] fino a quando, nel XVII secolo, i più longevi simboli della città vennero uniti e formarono quello che è lo stemma di Siracusa: un'aquila turrita (con castello torricellato) cinta da corona.[19]

«Di verde all'aquila al naturale, al volo abbassato e con l'ala sinistra chiusa, cimata di corona regia, caricata nel petto di un castello d'oro, torricellato, afferrante con gli artigli d'oro i fulmini di Giove dello stesso. Sotto lo scudo una lista d'azzurro con la scritta S.P.Q.S.»

L'attuale stemma è stato concesso l'8 dicembre del 1942 e viene citato nel terzo articolo dello statuto comunale. Il motto posto sotto lo scudo di colore verde, su di una lista di colore azzurro, reca la scritta S.P.Q.S, in lingua latina, «Senatus PopulusQue Syracusanus», tradotto: «Il Senato e il Popolo Siracusano».[20]

Mentre la sopracitata figura di Aretusa attorniata da delfini odiernamente viene adoperata insieme alla biga (che come la quadriga era un altro noto simbolo della città antica), alla Vittoria alata e al leone (figura che faceva la sua comparsa nel contesto bellico contro Cartagine) per rappresentare lo stemma del libero consorzio comunale di Siracusa (ex-provincia).[21][22]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

 Bene protetto dall'UNESCO
Siracusa e la Necropoli Rupestre di Pantalica
 Patrimonio dell'umanità
TipoArchitettonico
CriterioC (ii) (iii) (iv) (vi)
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal2005
Scheda UNESCO(EN) Syracuse and the Rocky Necropolis of Pantalica
(FR) Scheda

Siracusa è tra le principali città d'arte in Italia. Colma di pregevoli monumenti e luoghi d'interesse, deve le sue innumerevoli testimonianze architettoniche e culturali a una storia altrettanto ricca e antica.

«L'evidente stratificazione culturale, architettonica e artistica nel complesso di Siracusa/Pantalica è un'eccezionale testimonianza della storia e della diversità culturale della regione di Siracusa in oltre tre millenni dal periodo Greco al Barocco.»

L'Unesco annovera Siracusa tra i patrimoni dell'umanità utilizzando quattro criteri, tra i quali l'eccezionale importanza universale degli eventi che qui si verificarono (VI criterio) e la straordinaria diversità culturale concentrata in un unicum spazio (II criterio).

L'area individuata dall'Organizzazione culturale delle Nazioni Unite comprende la salvaguardia e protezione dei monumenti che si trovano presso il primo nucleo storico di Siracusa: l'isola di Ortigia; presso il secondo più antico quartiere della città: l'Acradina; il vasto parco archeologico della Neapolis; Tiche, con le fortificazioni d'epoca dionisiana e l'area di Scala Greca; l'altopiano dell'Epipoli e il castello Eurialo edificato sulla sua cima.[23]

Siracusa abbraccia nel suo insieme un patrimonio architettonico-culturale di oltre duemilacinquecento anni, custodendo nei suoi musei reperti archeologici di un'antichità ancora maggiore rispetto alla sua fondazione greca.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Culti e templi dell'antica Siracusa e Chiese di Siracusa.

Le prime testimonianze architettoniche religiose sono databili all'epoca preistorica,[24] mentre la cultualità degli antichi Greci fece sì che in città sorgessero imponenti aree votive, come l'ara di Ierone (la più grande in assoluto del suo tempo), e numerosi templi, dei quali il più significativo e ben conservato è il tempio di Atena (convertitosi in chiesa con l'avvento del cristianesimo).

Il tempio più vetusto di Siracusa è rappresentato dalla casa eretta per il dio del sole Apollo. Risalente al VI secolo a.C., esso è anche il più antico tempio siciliano in stile dorico consacrato a tale divinità. Per la dea lunare Artemide invece, considerata dagli antichi Siracusani nativa della loro isola, venne eretto l'Artemision, accanto all'edificio della dea della sapienza.

Sempre nel VI secolo a.C. sorse nelle campagne che fronteggiano il mare, tra l'isola di Ortigia e la penisola della Maddalena, il tempio per Zeus Olimpico, chiamato dai siracusani «i ru colonne» (le due colonne); esso è una delle tangibili testimonianze che ricordano il legame tra l'antica Siracusa e la sede dei sacri agoni olimpici. In questa zona si sostiene si trovino anche i resti di un edificio costruito per la ninfa Ciane, essendo molto vicini all'omonimo fiume.

Nella strada che un tempo conduceva alla sub-colonia di Eloro - e per questo chiamata via Elorina -, poco prima dell'uscita sud della città, sorge il complesso monumentale conosciuto con il nome di ginnasio romano di Siracusa, all'interno del quale si possono osservare i resti di un tempio, di incerta dedica (forse divinità egiziane) che Cicerone descrisse nelle sue cronache.

La polis era inoltre famosa per essere la sede principale di diffusione del culto siciliano per le divinità ctonie Demetra e Kore, alle quali era dedicata una vasta area votiva rinvenuta nei pressi di Piazza della Vittoria. Sempre alla Madre terra e a sua figlia erano dedicate altre aree votive sparse per la città. Numerosi altri resti di templi consacrati agli Olimpi e alle divinità minori, con rilevanza per il luogo geografico, si trovano distribuiti per tutto il suolo urbano ed extra-urbano.

I luoghi di culto della religione cristiana costituiscono la maggior parte del patrimonio artistico-religioso siracusano. Molteplici le strutture dal richiamo storico, alcune rappresentate persino da anfratti naturali, come le grotte adibite per il rito liturgico.[N 3]

Il Duomo di Siracusa, ex-tempio di Atena

L'ex-tempio greco divenuto la cattedrale della Natività di Maria Santissima, meglio noto semplicemente come Duomo di Siracusa (che dà il nome all'omonima principale piazza), va annoverato tra le più arcaiche e notabili strutture architettoniche sorte con il primo cristianesimo e modellatesi lentamente nel corso del tempo.

La cripta di San Marciano in una fotografia d'epoca

La tradizione afferma che il secondo edificio cattolico più antico di Siracusa dopo il Duomo è dato dalla chiesa di San Giovannello (consacrata a San Giovanni Battista), costruita nel quartiere della Giudecca. Millenaria è anche la chiesa di San Giovanni alle catacombe, che durante la dominazione islamica pare abbia sostituito la cattedrale assumendone il ruolo. L'edificio è privo del soffitto, andato distrutto a causa delle calamità naturali che lo coinvolsero, e rappresenta la porta d'ingresso per una delle più ampie catacombe siracusane (nella loro totalità esse sono, insieme a quelle di Roma, le più vaste al mondo), quella di San Giovanni. Sempre sotto la chiesa in questione sorge la cripta che si presume ospitasse le reliquie del protovescovo Marciano.

Risalenti all'epoca dei Normanni sono invece la chiesa di San Nicolò ai Cordari (che a sua volta sovrasta un edificio di età paleocristiana), la chiesa di San Martino e la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, la cui adiacente rotonda, come suggerisce il nome della chiesa, venne edificata nel Seicento con l'intento di farla divenire il sepolcro della Santa patrona della città (le cui spoglie mortali sono però rimaste a Venezia, dopo che vennero sottratte a Siracusa dai Bizantini). La chiesa di Santa Lucia alla Badia è l'altra importante struttura dedicata sempre alla Santa patrona.

Di particolare interesse sono anche le chiese appartenute ai Cavalieri di Malta:[N 4] la loro prima chiesa fu quella di San Sebastianello (San Sebastiano è il compatrono dei siracusani), mentre in seguito si trasferirono nella chiesa dei Santi Biagio e Leonardo; del primo edificio, eretto in epoca bizantina, rimane visitabile la cripta posta accanto al tempio preistorico,[27] mentre del secondo, che risale al 1500, si può osservare solo il prospetto esterno, che si affaccia sulla piazza dei Cavalieri di Malta.[28]

La basilica santuario Madonna delle Lacrime

Tra le edificazioni del XX secolo spiccano il Pantheon di Siracusa, al cui interno si trovano le spoglie dei caduti della prima guerra mondiale, e il santuario della Madonna delle Lacrime, sorto per ricordare l'evento mariano miracoloso del 1953: il santuario, dalla forma piramidale, è la chiesa più alta della città, visibile da notevole distanza.

In città trovano sede anche strutture di altre religioni. Il monumento più notevole è il miqweh, risalente all'epoca bizantina, descritto spesso come il più grande e antico bagno rituale ebraico d'Europa.[29] Siracusa ospita inoltre un cimitero acattolico (sito all'interno della villa Landolina) nel quale si trovano le spoglie del noto poeta tedesco August von Platen e quelle di alcuni caduti statunitensi del primo conflitto mondiale.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Le architetture di Siracusa mostrano quasi sempre facciate bianche (tendenti al beige o al giallo-oro), poiché esse sono state erette con la pietra bianca degli Iblei, detta pietra giuggiulena (pietra torrone) per la sua modellabilità.[30] Per tale motivo Siracusa viene spesso appellata anche come «la città bianca».[31]

La maggior parte dei numerosi e antichi palazzi nobiliari si trova sull'isola di Ortigia, poiché in epoca medievale e rinascimentale la città era esclusivamente racchiusa al suo interno, mentre la Siracusa di più recente edificazione ospita gli edifici di carattere amministrativo e governativo, ad esempio il plesso ospedaliero e il tribunale di giustizia. Tra le prime costruzioni civili dell'età post classica si annoverano la trecentesca sede della Camera Reginale e il trecentesco palazzo Mergulese-Montalto, in stile gotico chiaramontano. In città permangono altre architetture medievali, soprattutto del periodo aragonese-catalano: esempi ne sono il palazzo Bellomo e gli elementi sopravvissuti del palazzo Zapata-Gargallo, appartenuto alle omonime prestigiose famiglie (un loro discendente fu il fondatore dell'originario borgo di Priolo Gargallo, Tommaso). Tuttavia è dopo il terremoto seicentesco, e quindi con la conseguente ricostruzione, che fa la sua comparsa lo stile predominante di Siracusa: il barocco siciliano. La città ha dato i natali ad uno dei principali esponenti di questo stile: l'architetto Rosario Gagliardi.

Nelle immagini le ricercate rifiniture del palazzo della Camera di Commercio (in alto) e del palazzo Impellizzeri in basso)

Il palazzo del Vermexio, sede del governo comunale, rimane uno dei maggiori esempi dell'arte barocca applicata ad un edificio amministrativo.[32] L'evoluzione definitiva del barocco fu il rococò; Siracusa ne mostra chiaramente gli elaborati segni: palazzi come il Beneventano del Bosco, l'Impellizzeri,[33] il Borgia del Casale (proprietà del ramo siracusano dell'influente famiglia dei Borgia) vennero edificati adottando li suddetto stile ornamentale.

L'edificio che ospita la curia siracusana è il palazzo Arcivescovile; al suo interno sono visibili vari secoli di mutazioni architettoniche: dall'edificazione sveva a quella settecentesca e ottocentesca. Risalgono direttamente all'800 e riflettono gli stili liberty e neoclassico (singolarmente o alle volte entrambi) i palazzi intitolati: della Sovrintendenza ai Beni Culturali, dell'Orologio (così chiamato per via del grande orologio meccanico che sovrasta la sua sommità), dell'Antico mercato, della Camera di Commercio

Ottocentesco è anche il palazzo del teatro comunale di Siracusa, costruito affinché «la terra di Epicarmo avesse un teatro adatto» ad ospitare la vita artistica della popolazione.[34] Un decennio dopo venne inaugurato il palazzo della stazione ferroviaria e a seguito di ciò vi fu l'inaugurazione dell'edificio per la stazione marittima (odierna sede della Capitaneria di Porto).[35]

In foto: Palazzo delle Poste affacciato sul porticciolo di Ortigia

Nella prima metà del Novecento vennero realizzati il palazzo dell'hotel Des Etrangers, del Grand Hotel (entrambi tra i più antichi hotel siracusani)[36] e il palazzo delle Poste (odiernamente convertito anch'esso in struttura ricettiva).

Le principali e storiche ville della città sono essenzialmente tre: Politi, Landolina e Reimann. La Villa Politi sorge sopra le latomie siracusane (nata come Grand Hotel Villa Politi) e venne edificata nel XIX secolo dalla nobile austriaca Maria Theresa Laudien, moglie del siracusano Raffaello Politi, la quale con il suo operato le fece conferire la nomea di «salotto internazionale»[37] (tra le tante personalità ospitò anche i principi del Piemonte e Churchill).

La Villa Landolina, sita nel quartiere della Neapolis, è anch'essa una dimora del XIX secolo. Porta il nome della famiglia Landolina, il cui più illustre membro fu l'archeologo e naturalista Saverio Landolina (fu egli che scoprì la nota Venere siracusana e che difese la colonia spontanea dei papiri aretusei).[38] Accanto ad essa, dentro il suo terreno, è stato costruito il museo archeologico regionale Paolo Orsi. Un grande parco alberato e tombe dei caduti di altre nazioni completano la sua complessa area.[39]

Villa Reimann invece, conosciuta anzitutto per il suo particolare ed esteso giardino (copre 35.000 m² di suolo urbano[40]), che è detto «Giardino delle Esperidi»,[41] sorge a pochi passi dalla necropoli della tomba di Archimede e prende il nome dalla nobile infiermiera danese Christian Reimann, che trasferondosi a Siracusa acquistò l'immobile nel 1933. Per volere della stessa nobil donna, la Villa odiernamente è divenuta proprietà del comune. La Reimann, in un carteggio con all'epoca ministero dei beni culturali, così la descriveva:

«...una delle più suggestive di Siracusa, da cui si affaccia ai piedi della collina che dolcemente degrada, interrotto dal verde dei giardini e degli orti, il cerchio ceruleo del porto, chiuso dalla mite linea dei colli e lontano dall'azzurro mare Ionio.[40]»

Meritevole di attenzione è anche la Villa Bonanno (nota pure come castello per via del suo aspetto imponente), ormai in stato di abbandono, la quale sorge a Tremilia, periferia di Siracusa. Inizialmente fu un inglese, Gould Francesco Leckie, che nel 1700 ottenne la concessione dell'antico terreno ecclesiastico (nel VI secolo aveva ospitato il convento San Pietro de Bajais e dal 1104 il monastero benedettino del vescovo Ruggero, donatogli dal conte Tancredi d'Altavilla). Leckie vi costruì un mulino e una chiesa, in seguito i baroni siracusani Bonanno gli subentrarono ed eressero l'edificio chiamato castello.[42]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

La città di Siracusa ha fin dalle sue origini dedicato molto spazio alle architetture con scopi militari. Al principio sorse il castello Eurialo (ubicato nell'odierna frazione di Belvedere), voluto dal tiranno Dionisio il Grande come perno difensivo e punto di congiunzione delle sue lunghe mura, alzate contro gli assalti dei Cartaginesi e di altri popoli dalle intenzioni bellicose (Siracusa in quel periodo aveva appena respinto l'offensiva di Atene, sentiva quindi la necessità di aumentare le proprie difese per far fronte ad altre guerre). In seguito vi mise mano anche Archimede, arricchendo il castello di insidie per i nemici della pentapoli.[43] Si tratta dell'opera militare che quando millenni dopo fu veduta dal Kaiser tedesco, Guglielmo II di Germania, venne presa ad esempio per la guerra di tunnel e trincee combattuta dalla sua nazione.[44]

Una delle sale interne del castello Maniace (si notino i sistemi voltati gotici) e uno dei suoi profili che affacciano sul mare

Nella prima metà del Duecento sorse il castello Maniace, in stile gotico, progettato da Federico II di Svevia su di un forte precedente, a sua volta realizzato dal generale bizantino Giorgio Maniace; a lui Federico intitolò la propria costruzione.[45] Questo castello, considerato come una delle più rappresentative architetture federiciane,[46] rivestì un importante ruolo nella vita militare della città medievale: adibito a prigione e usato per contrastare le incursioni piratesche. Ma quando giungevano i sovrani era in grado di divenire anche un'elegante sede di corte.[46]

Con l'avanzare dei secoli del primo millennio dopo Cristo, Siracusa venne sempre più fortificata. Nel Cinquecento, sotto il dominio degli spagnoli, venne distrutta la gran parte dei monumenti greco-romani (alcuni già compromessi dai molteplici terremoti) per riutilizzarne la pietra, costruendo così poderosi bastioni e muraglie, che mutarono definitivamente l'aspetto della città.[47]

Essendo un punto nevralgico per il controllo sulla Sicilia, la difesa di Siracusa era tenuta in grande considerazione dai vari conquistatori. Perderla avrebbe comportato serie conseguenze. Fu per tale motivo che quando la città di Messina si ribellò alla Spagna, i monarchi iberici fecero pagare a Siracusa lo scotto di quella ribellione (anche se i siracusani pare si fossero limitati a inneggiamenti anti-spagnoli[48]), imponendole un'eccessiva vita militare: nel 1676 venne costruito il baluardo a punta di diamante e nel 1683, sulle direttive dell'architetto Carlos de Grunembergh,[49] venne distrutto l'istmo artificiale che da tempo univa l'isola di Ortigia alla terraferma; entrarono in funzione i quattro ponti levatoi, che una volta alzati isolarono del tutto i siracusani.[50] Al castello Maniace s'insediò un governatore militare e i cittadini dovettero a lungo mantenere a proprie spese e nelle proprie case i soldati spagnoli.[47][51]

Le fortificazioni della città e il regime militaresco nel Seicento e Settecento raggiunsero un livello tale che la Siracusa di quel periodo è stata definita «una caserma abitata da civili»,[47] ma anche la «piazzaforte d'Europa»,[52] pensata per risultare inespugnabile.[53] Al riguardo ne dà una chiara descrizione un noto viaggiatore britannico del XIX secolo, Henry Clark Barlow, che annota quante e quali strutture belliche fosse necessario attraversare prima di entrane nella città, che chiudeva le proprie porte al tramonto,[54] lasciando fuori chi non riusciva a varcarle in tempo:

«Le fortificazioni dal lato terra sono molto possenti, si passa su ponti levatoi attraverso camminamenti fiancheggiati da formidabili batterie e comandati da bocche di fuoco, dirette verso la porta di ingresso; e quando si crede che le fortificazioni siano finite si scopre che occorre attraversare altri fossati, altri camminamenti, altre batterie; e quando si spera di essere giunti ai cancelli, c'è ancora mezzo miglio di trincee in prospettiva e ponti e fossati e batterie; e quando si è oltrepassati i cancelli, la città è ancora lontana, con un ponte e mura da oltrepassare.»

Il carcere borbonico visto dal suo cortile interno

Bisognerà attendere la fine dell'Ottocento per lo smantellamento completo delle possenti architetture militari: di esse sono rimaste in piedi, ben visibili, il forte Vigilena (prima chiamato forte della Gradiglia) e il forte San Giovannello (ex forte della Ferraria). Va inquadrato nell'ottica militare anche il palazzo che ha ospitato il carcere ai tempi dei Borbone: la sua costruzione fu sollecitata dalle sempre più crescenti ribellioni dei siracusani nei confronti della monarchia napoletana.[56] I Borbone quindi, non essendoci più spazio nel carcere che sorgeva dietro Piazza del Duomo, fecero edificare nel 1853 questa nuova struttura. Il palazzo è odiernamente in attesa di restauro.[56]

Il forte di San Giovanello alla fine del Lungomare di Levante

Nel 1735 venne edificata la caserma del Genio militare, in seguito intitolata al patriota siracusano Gaetano Abela. La caserma Abela è sita all'interno dell'area del castello Maniace: fino al 2001 fu sede del reggimento di Fanteria e del Genio guastatori, per poi diventare la dimora universitaria per la facoltà di architettura.[57]

Con l'espandersi della città si è ampliata anche l'architettura militare. Nel decennio che precedette la seconda guerra mondiale sorse a Siracusa l'idroscalo (odiernamente sede del 34º Gruppo Radar dell'Aeronautica Militare), seguito dalla costruzione della batteria Lamba Doria, che occupa 48.000 m² nella parte meridionale della Penisola della Maddalena, da numerosi bunker, disseminati un po' ovunque, e dall'edificio sotterraneo per il deposito di carburante della Regia Aeronautica di Siracusa.[58]

Sempre al secondo conflitto mondiale è legata la presenza della batteria di Capo Santa Panagia, incorporata nella vasta area della base della Marina militare siracusana e da essa tutelata come bene archeologico bellico. Inoltre, d'interesse storico-bellico è divenuto l'ipogeo di Piazza Duomo, poiché questo lungo tunnel (che dal sito della cattedrale spunta al Foro Italiaco, presso la Marina) è stato uno dei principali rifugi della popolazione durante i bombardamenti dell'ultimo conflitto.[59]

Altro elemento architettonico militare predominante di Siracusa sono le torri: l'area comunale che annovera molte (retaggio di un passato bellico incentrato sull'avvistamento e la difesa del territorio); ben 10 le principali: torre di Ognina, torre Cuba, torre Milocca, torre Tonda, torre Landolina, torre Teatro Greco, torre Pizzuta, torre Targia, torre Bosco Minniti, torre Modica.

Menzione a parte merita la costruzione simbolo della frazione di Belvedere: chiamato u Semafuru (il Semaforo), è una costruzione militare del XIX secolo composta da una torretta merlata sulla cui cima sorgeva fino al 1955 un'antenna luminosa che tramite alfabeto Morse comunicava con le navi sottostanti: in transito e in avvicinamento ai porti di Augusta e Siracusa.[60]

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento ai Caduti italiani d'Africa

Il comune di Siracusa ospita nella piazza dei Cappuccini (accanto all'omonimo convento e all'omonima latomia) il monumento ai Caduti italiani d'Africa, risalente al periodo fascista ma assemblato solo decenni dopo il crollo del regime. Il monumento vuole commemorare i soldati morti sul continente africano durante la guerra coloniale. È composto da sei alte statue bronzee e da bassorilievi che raffigurano scene di battaglie, mentre i nomi dei luoghi dove si combatté sono stati incisi sulle pareti della costruzione. Al suo interno una cappella dedicata al legionario e al suo esterno è stata apposta in seguito una targa che ricorda anche le vittime dell'affondamento del transatlantico Conte Rosso, avvenuto poco distante dal luogo in cui è ubicato il monumento. Inoltre il 30 ottobre 1999 la Sezione Provinciale di Siracusa dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia ha posto una lapide commemorativa nel monumento ai caduti d’Africa a ricordo del Ten. Col. Giovanni Alberto Bechi Luserna eroe della seconda guerra mondiale.

La città possiede inoltre tre storici fari, punti di riferimento per la navigazione marittima: il faro del castello Maniace, che di colore verde (così come verde è la sua luce) domina il promontorio della costruzione federiciana; il faro di Massolivieri, di colore rosso e costruito sopra un'antica abitazione rurale, funge da guida per segnalare la presenza del promontorio della Penisola della Maddanela; il faro di Capo Murro di Porco, il quale estende la sua luce bianca sul capo che gli dà il nome ed è il faro siracusano più famoso, oltre a rappresentare uno dei più importanti segnali luminosi della Sicilia orientale: esso appare anche nelle riprese di una pellicola televisiva intitolata L'isola dei segreti - Korè. Il demanio ha fatto rientrare il faro in questione tra le prime nove strutture del suo genere in Italia cedute in affitto per essere trasformate in caratteristici alberghi, pur continuando a svolgere la loro funzione di segnalatori marittimi.[61]

La fontana di piazza Archimede: Artemide (Diana), Alfeo e Aretusa

Sviluppandosi in parte su un'isola ed essendo da un lato attraversata da fiumi e canali, Siracusa ha nel corso della sua longeva storia edificato svariati ponti; il comune collega Ortigia al resto della città tramite due ponti, il più monumentale dei quali è chiamato Ponte Umbertino: dal sovrano Umberto I, che regnava quando esso venne costruito.[62] Mentre la sua entrata sud è caratterizzata da un ponte che permette di superare i letti del Ciane e dell'Anapo; quest'ultimo fiume prima era sormontato da un altro ponte fatto di pietra, nel quale si combatté la battaglia contro gli inglesi il 10 luglio 1943. Inoltre un ulteriore importante ponte collega la strada costiera che dall'area di Fontane Bianche giunge a quella di Cassibile, superando così la foce di uno dei maggiori fiumi iblei.

Il punto in cui sgorga la fonte Aretusa, con la struttura architettonica che la circonda, è uno dei luoghi più visitati di Siracusa: nei secoli ha mutato molte volte il proprio aspetto, venendo circondata da grosse fortificazioni, accogliendo nelle sue acque i papireti e divenendo persino il lavatoio delle siracusane nei tempi post-classici. Oltre a ciò, sull'isola sono concentrate diverse opere scultoree: su tutte spicca la novecentesca fontana di Diana, la quale mostra gli elementi principali della leggenda del dio oceanico Alfeo, della ninfa Aretusa e della sua protettrice, Artemide (la Diana dei Romani).

Rientra altresì nel patrimonio architettonico di Siracusa l'antica tonnara di Santa Panagia, dalle origini medievali (la sua fondazione risale al 1100), che con alterne vicende è rimasta attiva fino agli anni '50 del XX secolo.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Scavi archeologici di Siracusa.
Il teatro greco
L'anfiteatro romano

Lungo tutto il percorso della regione siracusana si possono osservare rilevanti testimonianze archeologiche. Oltre alle già citate aree dei templi sacri, la città possiede uno dei più estesi ambienti archeologici del Mediterraneo, racchiuso in un parco che porta il nome del quartiere in cui sorge: il parco archeologico della Neapolis. Esso copre 240.000 m² di superficie urbana e custodisce al suo interno alcune delle più imponenti testimonianze della Siracusa greco-romana:

  • Il teatro greco, che serviva per lo svago della popolazione, ma anche per le assemblee politiche (qui svetta solitario l'ultimo dei mulini di Galerme).
  • La grotta del Ninfeo, dove sgorga l'acqua dell'Anapo e dove un tempo si preparavano gli attori prima di scendere nel teatro.
  • L'anfiteatro romano; in quello aretuseo si mettevano in scena persino gli spettacoli acquatici, oltre alle lotte tra gladiatori.
  • L'Orecchio di Dionisio, così chiamata per la prima volta da Caravaggio durante la sua permanenza a Siracusa. Si pensa fosse una prigione greca.
La tomba di Archimede

Sempre all'interno del parco archeologico sorgono una serie di interessanti complessi tombali: la Via dei Sepolcri (dove si tributava ai defunti il culto degli Eroi), i sarcofagi romani siti nei pressi dell'anfiteatro e la necropoli Grotticelli, il cui tratto più importante è dato dalla tomba di Archimede, detta presunta poiché il periodo e il luogo dello scavo in realtà non coincidono con ciò che si racconta sull'uccisione e sulla sepoltura del famoso matematico: egli infatti, secondo Cicerone, fu sepolto a sud di Siracusa: forse nei pressi del fiume Ciane, ma la perdita della tomba originaria (contrassegnata dalla figura di una sfera e di un cilindro) e la tradizione formatasi nei secoli hanno consacrato questo sito come simbolica tomba del più noto tra gli antichi siracusani.

Le necropoli sono l'elemento strutturale più presente nei siti archeologici aretusei: l'area geografica è famosa per la peculiarità sicula di scavare i propri sepolcri dandogli le fattezze di un alveare: Pantalica è l'esempio maggiore di ciò, ma anche a Siracusa si rinviene nelle pareti calcaree questa millenaria usanza.[63] Essa ha dodici gruppi di necropoli che vanno dall'VIII sec. a.C. all'epoca bizantina; per citare alcune delle più grandi e antiche (oltre alla su menzionata Groticelli): a sud-ovest della città si trova la necropoli del Fusco, al centro quella dell'Ospedale civile e di Santa Panagia, mentre a nord vi è il largo perimetro della necropoli della Targia.

Altri siti significativi sono dati dal Foro siracusano (antica agorà della pentapoli in seguito divenuto forum) e dai monumenti che compongono il Ginnasio romano.

Tra i resti delle più antiche civiltà si segnalano: a nord i siti archeologici di Stentinello e della penisola di Tapsos, mentre a sud Ognina, la quale oltre a mostrare i segni di arcaici contatti con gli abitanti di Malta, conserva i resti architettonici delle successive epoche storiche.

La pineta del Gelsomineto (spiaggia della Marchesa) nella frazione di Cassibile

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Grazie alla sua conformazione geografica, il comune è in grado di abbracciare aree naturali diversificate tra loro: dalle pianure fluviali alle spiagge marittime, agli itinerari speleologici. Per salvaguardare questi ambienti sono state istituite delle aree naturali protette: la riserva naturale Fiume Ciane e Saline di Siracusa (ZPS e SIC), l'area naturale marina protetta del Plemmirio (AMP e ASPIM), la riserva naturale integrale Grotta Monello (R.N.I. e SIC).

I siti verdi più ampi del suolo urbano si trovano inglobati nelle latomie; le principali sono: la latomia dei Capuccini, del Casale, del Paradiso, di Santa Venere (le ultime due si elevano all'interno del parco archeologico della Neapolis). Rilevanti anche i giardini delle sopracitate ville storiche e i parchi comunali, fra i quali i più estesi sono: il parco delle sculture (che fiancheggia la costa nord), il parco Paolo Giovanni II della Balza di Acradina (all'interno del quale si possono osservare i resti di necropoli sicule, greche, romane e bizantine), il parco Robinson di Bosco Minniti, i giardini pubblici di Largo 2 giugno, i Villini (serie di giardini recintati ubicati di fronte il Pantheon e all'interno del Foro Siracusano).

Uno dei numerosi sbocchi a mare della Fanusa (Siracusa sud)

Fuori dal centro urbano, nella pianura alluvionale dei Pantanelli, gli alvei dei fiumi Anapo, Ciane e quello del canale Mammaiabica possono essere in parte visitati anche in canoa o in barca.

Sull'area terrestre del Ciane è inoltre presente un sentiero ciclopedonale lungo circa dodici chilometri; secondo ad esso per lunghezza è il sentiero della pista ciclabile Rossana Maiorca (che si sviluppa all'interno della città e giunge nella sua area periferica, costeggiando il mare sul lato nord e toccando diverse aree rupestri).

In quanto città costiera, rimane il mare il maggiore elemento distintivo di Siracusa: sulle coste urbane si incontrano numerosi solarium, costruiti per permettere alla popolazione di usufruire delle ampie coste rocciose. Sulla parte del territorio periferico si trovano invece le spiagge sabbiose. Un altro aspetto interessante dal patrimonio naturalistico siracusano è il carsismo, che permette escursioni terrestri (come i percorsi naturalistici delle latomie) ed escursioni marine e sottomarine.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Antropizzazione del territorio siracusano.
(EN)

«Although the biggest city in the world was Pataliputra (Patna) on the Ganges, Syracuse was the largest in Europe.»

(IT)

«Sebbene la più grande città nel mondo fosse Pataliputra (Patna) sul Gange, Siracusa fu la maggiore in Europa.»

Nella sua millenaria storia Siracusa ha attraversato periodi di grande popolamento e periodi di forte spopolamento. In età greca si ebbe la massima espansione della città. Gli storici si dividono nell'attribuire una cifra esatta sul numero di abitanti dell'antica metropoli: si va da una cifra che va tra i 50 000 e i 100 000 abitanti [64] agli oltre 1 000 000[65]. In ogni caso la storiografia si dice certa nell'affermare che Siracusa rappresentò per l'epoca la maggiore città europea[66] e che la sola altra realtà geografica a poterle tenere testa a livello demografico fu Atene.[67]

Dominazioni, guerre e carestie mutarono l'aspetto di Siracusa, riducendola nel medioevo ad appena 15 000 abitanti. Il suo centro abitato si concentrò nella sola isola di Ortigia.[68]

Una forte crescita demografica avvenne dal secondo dopoguerra mondiale in avanti. Odiernamente il comune conta una popolazione di oltre 120 000 abitanti.

  • Abitanti censiti[69]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Alla data del 1º gennaio 2019 a Siracusa risultano residenti 6 138 cittadini stranieri, pari al 5,1% della popolazione totale.[70] La comunità più numerosa proviene dallo Sri Lanka con 1 323 cittadini; seguono le comunità del Marocco 795 cittadini, della Romania 584 cittadini, e della Polonia 412 cittadini.[70]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Placca onorifica (Iside?) con alfabeto siracusano, rinvenuta nel porto della città. Periodo ellenistico

Nell'antichità, grazie all'attivo movimento culturale e commerciale, la parlata siracusana rappresentava una delle "lingue franche" del mondo greco-mediterraneo. Il linguaggio degli antichi Siracusani, che si rinviene nelle opere di scrittori siti anche a grande distanza dall'isola di Sicilia, è stato definito: dialetto greco-siracusano.[N 5][73][74]

«Il greco diventa una vera e propria lingua internazionale e comune a tutta la parte orientale del bacino del Mediterraneo, dall'Asia Minore alla Siria, alla Mesopotamia, all'Egitto, un ampio Commonwealth ellenizzato.»

In seguito la parlata del luogo si arricchì di nuove influenze giunte dall'esterno; specialmente dalla lingua latina (a sua volta influenzata comunque dalla lingua greca antica[75]).

Intorno al XIII secolo con la cosiddetta Scuola Siciliana gli isolani unificarono il proprio linguaggio, trasmettendo poi i loro schemi contenutistici e fonetici ai Toscani, ponendo dunque il primo tassello per la nascita della lingua italiana.[76] Gioverà in tale contesto tenere presente che il maggiore esponente di questa scuola linguistica fu un abitante dell'area siracusana: Giacomo da Lentini.[77]

(Dialetto siracusano)

«...pi’ tutti quanti ’i Sarausani, a tocchi ri campanedda cumannata,
ri ogni parti ’a genti curri lesta... i purtaturi uniti su’ pronti
ripitennu cu’ vuci assai sincera: a carricari ’dda Santuzza rara.
Sarausani, Viva santa Lucia!»

(IT)

«...per tutti quanti i Siracusani, a tocchi di campanella comandata
da ogni parte la gente corre alla svelta.... i portatori uniti sono pronti
ripetendo con voce molto sincera: caricandosi quella Santa speciale.
Siracusani, Viva Santa Lucia!»

In base ai moderni studi effettuati sulla lingua siciliana, il dialetto siracusano, pur con le sue precise peculiarità (ad esempio nella parlata dei siracusani la lettera D diventa di norma una R),[78] rientra nelle seguenti due categorie:

Religione[modifica | modifica wikitesto]

(LA)

«Ecclesia Syracusana prima Divi Petri filia et prima post antiochenam Cristo dicata»

(IT)

«Chiesa siracusana prima figlia di San Pietro e seconda dedicata a Cristo dopo Antiochia»

Parte dell'inicisione latina che dichiara l'ex-tempio di Atena l'edificio occidentale più antico consacrato a Cristo
L'apostolo Paolo predica la nuova fede nelle latomie di Siracusa (opera di Francesco Paolo Priolo, XIX secolo)

Nonostante l'antica Siracusa rappresentasse uno dei luoghi più significativi per il culto delle divinità greche - va ricordato che la città si proclamava dinnanzi al mondo antico come la terra natale di Artemide e faceva dei suoi abitanti i prescelti della cotnia Demetra, oltre ad avere accolto per secoli tra le sue mura alcuni dei sacerdoti più potenti di Olimpia, come gli Iamidi -, il mutamento del credo religioso qui giunse molto presto: grazie al suo scalo marittimo, di primaria importanza per le vie di comunicazione dell'impero romano, essa fu meta iniziale degli evangelizzatori cristiani.[79]

La tradizione siracusana (il cui più antico documento al riguardo risale all'epoca bizantina[80]) ha ineffetti tramandato la venuta del suo primo vescovo, Maciano (o Marziano), già nell'anno 39 (appena sei anni dopo la crocifissione di Gesù), mandato dal principe degli apostoli, Pietro, quando egli si trovava ancora ad Antiochia, con il fine di portare il messaggio cristiano alla popolazione di Siracusa, convertendola, così come venne in seguito registrato nel Martirologio Romano.[81] Per questo motivo i siracusani ritennero la loro prima chiesa (sorta all'interno delle colonne del tempio greco) la più antica d'Occidente.

La città compare inoltre nel Nuovo Testamento come primo luogo di approdo italico dell'apostolo delle genti, Paolo (l'autore delle lettere ai Corinzi), che rimase a Siracusa per tre giorni nell'anno 61 (ripartendo dal porto aretuseo).

Fin dai suoi albori, l'istituzione della Chiesa siracusana venne contesa dalle autorità ecclesiastiche orientali e occidentali, poiché all'epoca del suo sviluppo la città faceva ormai parte dell'impero bizantino e in nome di ciò il patriarcato di Costantinopoli desiderava decidere lui il vescovo di Siracusa, ma la stessa cosa la richiedevano anche i papi della chiesa latina (alla quale al principio era legata la comunità cristiana siracusana), tutto ciò considerando che in tali frangenti la chiesa di Siracusa divenne autocefala (il suo vescovo non riconosceva alcun capo religioso sopra di lui).[82] Fu papa Niccolò I, nel settembre dell'860, a richiedere espressamente all'imperatore Michele III che fosse concesso a Roma, e non a Bisanzio, il diritto di consacrare il capo religioso di Siracusa, per non tradire un'antica usanza che risaliva direttamente agli apostoli (appello che l'imperatore ignorò).[N 6]

L'arcidiocesi di Siracusa era a quei tempi la più importante sede cristiana della Sicilia, la sua area metropolitana comprendeva tutta l'isola, inclusa Malta, ed era responsabile dell'intera area cristiano-bizantina dell'Italia meridionale.[83] Uno dei suoi vescovi, Gregorio Asbesta, fu l'artefice dello strappo di Fozio: preludio al Grande scisma, ovvero alla separazione tra la chiesa latina e quella greca. L'arcidiocesi siracusana si schierò a favore del culto delle immagini sacre durante la guerra delle icone.

Ma l'inserimento della dominazione islamica sulla città mutò del tutto il contesto egemonico nel quale essa si muoveva: il suo ultimo vescovo dell'età antica fu Sofronio, il quale venne deportato dagli Arabi a Palermo insieme al resto dei siracusani e al monaco Teodosio; autore della cronaca sulla cattura. Quando infine giunsero i Normanni a scacciare il dominio dell'islam su Siracusa, il contesto religioso ne uscì molto ridimensionato: l'arcivescovo siracusano non fu più il metropolita di Sicilia e nacquero le varie divisioni geografico-ecclesiastiche dell'isola.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Festa di Santa Lucia a Siracusa.
I Berretti Verdi portano a spalla la statua di Santa Lucia il giorno della processione

La festività siracusana popolare più nota a livello nazionale e internazionale è la festa di Santa Lucia, la quale comincia il 13 dicembre, giorno in cui si svolge la processione con la statua della Santa per le vie della città: la statua, fabbricata nel 1500, viene portata a spalla da numerosi devoti, che prendono il nome di Berretti Verdi; per via del colore del berretto che li contraddistingue tra la folla.[84] Le donne invece vengono dette Portatrici e si incaricano di portare in processione le teche contenenti le reliquie della Santa patrona; una mantellina verde allacciata al collo è il loro simbolo di riconoscimento.[84]

La festività termina sette giorni dopo, con l'Ottava di Santa Lucia, quando il simulacro d'argento viene riposto all'interno del Duomo. Negli ultimi tempi, per l'occasione giunge dalla Svezia una giovane donna, scelta nel proprio paese d'origine e vestita di bianco per rappresentare Lucia da Siracusa, partecipando alla processione insieme alla popolazione locale.[85] Tale tradizione sveva, nata nel 1927, è alla base del gemellaggio tra Siracusa e Stoccolma.[86]

La festività per Santa Lucia si ripete nella prima domenica del mese di maggio, tale celebrazione prende il nome di Santa Lucia delle quaglie: in tale occasione viene celebrato l'evento miracoloso accaduto nel maggio del 1646, quando una colomba (che è anche l'animale simbolo dello Spirito Santo) entrò nella chiesa siracusana consacrata alla Santa in questione, annunciando la fine della carestia che aveva messo in ginocchio la città, poiché dopo la singolare visita del volatile giunse finalmente nel porto aretuseo una nave carica di grano.[87] La festa si svolge con i vestiti dell'epoca.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche e librerie[modifica | modifica wikitesto]

La più antica biblioteca siracusana, sita nell'arcivescovado. Intitolata al suo fondatore Giovanni Battista Alagona

La città dispone di diverse biblioteche, tra queste la più antica risale al 1780, denominata biblioteca arcivescovile alagoniana, istituita dal vescovo Gian Battista Alagona, ospita un patrimonio cartaceo di 60.000 libri. La maggiore è rappresentata dalla biblioteca comunale della città, istituita nel 1867, ospita circa 70.000 volumi.[88]

Tra le librerie aretusse, inoltre, la Casa del libro Rosario Mascali è stata riconosciuta, per la prima volta in Sicilia, come «un bene dal valore culturale», annoverandosi tra le librerie storiche d'Italia (al suo interno si sono avvicendati scrittori siciliani del calibro di Quasimodo, Sciascia, Vittorini).[89]

Ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2015 Siracusa è stata selezionata dal progetto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per divenire la prima città d'Italia ad assumere il titolo di città intelligente (smart city) 2.0. Precedentemente, nel 2012, essa aveva già partecipato al progetto statunitense dell'IBM Smarter Cities Challenge, venendo selezionata insieme ad altre 32 città nel mondo.[90]

Scuole, università, accademie[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Siracusa possiede 150 scuole che adempiono all'obbligo d'istruzione (dalle scuole materne alle scuole superiori).[91] Tra i suoi indirizzi superiori più peculiari, in quanto città marinara, si cita il Nautico (uno dei sette in Sicilia e dei circa quaranta in Italia[92]), fondato nel 1944 e intitolato al patriota Alessandro Rizza (già ex-Gaetano Arezzo della Targia), che ha firmato l'accordo (gestito dalla Scuola Allievi Operai dell’Arsenale Militare Marittimo) - il primo in Italia nel suo genere - di alternanza scuola-lavoro con la Marina Militare.[93] Essendo inoltre una città a forte vocazione turistica, l'istruzione cittadina dedica molto spazio alla formazione nel settore dei servizi turistici: il capoluogo conta tre istituti di questo genere (che andandosi a sommare agli altri tre del libero consorzio comunale compongono una delle maggiori concentrazioni di scuole turistiche dell'isola).[94]

La sede universitaria aretusea, prossima alla punta di Ortigia (adiacente al castel Maniace)

Il capoluogo, pur potendosi annoverare tra i centri urbani siciliani più antichi, e odiernamente anche tra quelli più popolosi, non dispone di un suo ateneo (a causa di ragioni storiche originatesi nel medioevo[N 7]), ma esso può comunque vantare due importanti e curiosi primati legati proprio alla storia universitaria: da Siracusa, infatti, proviene il decreto che sancì la nascita della più antica università statale d'Europa, ovvero l'università degli Studi di Napoli Federico II, voluta dall'imperatore Federico II di Svevia nel 1224, quando con la sua corte risiedeva tra le mura di Siracusa;[96] inoltre, sempre da questa città proviene il più antico laureato della Sicilia: il siracusano Antonio Mantello, che ottenne la laurea in diritto civile nella vicina università degli Studi di Catania il 19 novembre del 1449.[97]

Solamente nel 1996 è stata inaugurata nella città aretusea la sede decentrata della facoltà di architettura dell'università catanese.[98] Nel 2010, invece, si era dato l'avvio all'istituzione di un quarto polo pubblico universitario per la Sicilia formato da Siracusa, Ragusa ed Enna,[99] ma il progetto è stato alla fine accantonato a causa del diniego dell'area ennese,[100] tuttavia nella città aretusea è continuata a perdurare l'idea di far nascere un proprio ateneo.[101] Dal 2013 al 2016 ha avuto sede il corso di laurea in infermieristica, derivato dall'università di Messina,[102] mentre sono attive le sedi decentrate delle università telematiche Pegaso e Niccolò Cusano.

In ambito teologico l'istituto superiore di scienze religiose San Metodio, fondato nel 1977 e dedicato al siracusano che divenne patriarca di Costaninopoli, permette di conseguire la laurea in scienze religiose. Oltre a ciò vi trovano sede l'accademia di belle arti Rosario Gagliardi (dedicata all'architetto siracusano del barocco), l'accademia di naturopatia Anea[103] e l'academy of english (centro esami Cambridge ed ente monitorato del centro DITALS dell'università per stranieri di Siena).[104]

Il Mediterranean Center for Arts and Sciences (MCAS) dell'Arcadia University (la cui sede madre privata si trova in Pennsylvania) è invece un corso per studenti americani che risiedono a Siracusa;[105] esso ha contribuito alla nascita del Sicily Center for International Education (SCIE): fondato nel 2015 in Ortigia, esso si rivolge agli studenti stranieri offrendo loro la possibilità di conoscere la cultura italiana tramite corsi di studi estivi e relazione con gli altri istituti nazionali e internazionali che operano in zona.[106] Sempre agli studenti stranieri è dedicata anche la The Italian Academy (Italian Language and Culture Centre); nata nel 1984 nell'area delle catacombe di San Giovanni e dell'omonima basilica che le sovrasta.[107]

Siracusa possiede inoltre una scuola di specializzazione in Beni Archeologici che, fondata nel 1925, rappresenta un unicum nel suo genere sia in Sicilia che nell'Italia meridionale. La sua direzione in principio venne affidata all'archeologo Paolo Orsi; ha la durata di due anni accademici.[108]

La città è anche la sede originaria dell'istituto di psicoterapia della Gestalt HCC Italy (Gestalt Human Communication Center Italy): fondato nel 1979, ha incominciato da questo territorio la sua storia universitaria nella penisola italiana.[109]

Fondazioni e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Attori dell'INDA sulla scena del teatro greco di Siracusa insieme al loro regista

La fondazione ONLUS dell'INDA (acronimo di Istituto Nazionale del Dramma Antico), nota anche come accademia d’arte del dramma antico, è stata costituita a Siracusa nel 1914. Rappresenta una delle più longeve e rinomate scuole di teatro per l'arte drammitica. Grazie ad essa dopo 2.400 anni il teatro greco della città è tornato ad ospitare le tragedie e le commedie scritte per la prima volta nell'antichità, oltre a farsi promotrice di attività artistico-culturali varie e portare i propri spettacoli e i propri attori in giro per l'Italia e per l'estero (si cita ad esempio l'INDA al teatro Grande di Pompei[110] e al festival culturale di Atene[111]).

La città è anche un importante punto di riferimento a livello globale per lo studio delle scienze criminali e del diritto penale, per via della presenza del Siracusa International Institute (fino al 2017 conosciuto come ISISC - Istituto Superiore Internazionale di Scienze Criminali); fondazione ONLUS sorta nel 1972 che, tra le altre cose, possiede lo status consultivo speciale presso le Nazioni Unite. Tra le azioni mirabili dell'istituto vi è il convegno in cui gli esperti scrissero a Siracusa il primo testo della convenzione contro la tortura, adottato da tutti i paesi membri dell’ONU. Il Siracusa International Institute, la cui missione è la protezione dei diritti umani, la lotta alla criminalità organizzata transnazionale e l'affermazione dello stato di diritto, organizza da sempre corsi internazionali di alta formazione in campo penalistico, porta avanti programmi assistenza tecnica all'estero e sviluppa svariati progetti di ricerca, prevalentemente in materia di contrasto alla criminalità organizzata.

Nella sede del Siracusa International Institute (situata sull'isola di Ortigia e dedicata al suo fondatore e Presidente, il Professor M. Cherif Bassiouni) si trova inoltre l'OPCO (acronimo di Osservatorio Permanente sulla Criminalità Organizzata): organo del consiglio della presidenza della regione siciliana e degli enti locali territoriali.[112] Il Siracusa International Institute ospita inoltre un fondo librario di 24.000 volumi incentrati sulla criminologia e i diritti umani provenienti da svariate nazioni.[113]

L'ente siracusano si occupa anche della cura e restauro dei papiri del Regno dell'antico Egitto a El Cairo (in foto uno dei papiri in lingua greca esposti al museo papirologico aretuseo)

Avendo la città un rapporto particolareggiato con la pianta del papiro (Siracusa rappresenta l'unica città in Europa nella quale essa sia riuscita a prosperare naturalmente), l'istituto italiano per la Civiltà Egizia (I.I.C.E.) l'ha scelta come sua sede principale (trasferendosi qui da Torino, dove ebbe i natali come associazione culturale nel 1986);[114] alla presa di tale decisione ha influito la presenza consolidata a Siracusa dell'istituto internazionale del papiro, il quale si occupa dal 1987 dello studio e del restauro degli antichi papiri egiziani: esso è gemellato con la Bibliotheca Alexandrina, ha diretto il «Laboratorio di Restauro dei Papiri» nel museo egizio del Cairo, ha partecipato a campagne di scavo nella terra dei faraoni e conduce a Siracusa egittologi provenienti da tutto il mondo per confrontarsi durante convegni e seminari.[115][116]

Nel 1984 per valorizzare l'architettura barocca è sorto in città il centro internazionale di studi sul barocco (CISB), il quale è stato uno dei soggetti che ha maggiormente contribuito all’inserimento delle città tardo barocche del Val di Noto nella lista UNESCO.[117] Siracusa è inoltre la sede del primo Hub (fulcro, centro) siciliano: The Hub Siracusa (denominato anche The Hub Sicilia),[118] facente parte dell'Euro-South Hub.[119]

La città è culturalmente attiva anche nell'ambito della pacificazione socio-politica, tramite l'AIEP (Associazione Internazionale per l’Educazione alla Pace), presieduta dal priolese Bruno Fucili (tredici volte candidato al premio Nobel),[120] il quale organizza nel comune aretuseo, da oltre vent'anni, il convegno internazionale su l’Educazione alla Pace. Grazie a queste iniziative Siracusa è stata proclamata, dal 1995, «città per la pace e per i diritti umani».[121] Tra gli avvenimenti memorabili di questi convegni aretusei si ricorda la venuta nel 1999 del campione pacifista Muhammad Alì, che firmò in città i documenti per un trattato di pace nel Burundi, nel quale imperversava la guerra civile.[122]

Oltre a ciò in città si riuniscono con continuità giovani medici provenienti da tutto il Mediterraneo con il fine di specializzarsi, usufruendo della Euro Mediterranean Rehabilitation Summer School (E.M.R.S.S.), gestita dall'associazione siracusana che si occupa di medicina fisica e riabilitativa.[123]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Vetrine con vasi, coppe e crateri della Sicilia antica (museo archeologico regionale Paolo Orsi)
L'Annunciazione di Antonello da Messina (pannello espositivo presso il museo d'arte di palazzo Bellomo)

Il museo Archeologico Regionale Paolo Orsi rappresenta uno dei più importanti musei archeologici d'Europa.[124] Il museo del Papiro si occupa di preservare e curare la rara pianta del papiro, attivando collaborazioni con luoghi significativi per questa pianta come la città de Il Cairo.[125] La Galleria Regionale, detta museo Bellomo, espone i reperti d'epoca medioevale e moderna della città. Il museo dell'INDA organizza esposizioni temporanee dedicate alla storia delle rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa. Il museo Aretuseo dei Pupi mostra l'arte dell'Opera dei Pupi Siciliani, dichiarata dall'Unesco Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità. Il museo del Cinema rappresenta nel suo genere il terzo museo più grande d'Italia[126]. Il Tecnoparco Archimede, in una superficie espositiva di 1700 m², espone le repliche di macchine da guerra utilizzate nel III secolo a.C. e autentici strumenti tecnologici ideati dal genio di Archimede[127]. Il museo del Mare Sirmuma espone la storia marinara di Siracusa[128]. L'Acquario Tropicale di Siracusa, situato all'interno della Fonte Aretusa, è dedicato alla vita marina del Mediterraneo e alla fauna dei Tropici. Nel sito del castello Eurialo è stato allestito un Antiquarium al cui interno sono custodisi preziosi reperti della vita militare della costruzione dionisiana e dunque del suo prosieguo durante i secoli successivi (fino a quando il castello venne utilizzato).

Stampa e media[modifica | modifica wikitesto]

Periodici ed edizioni quotidiane: Gli storici giornali di Siracusa sono: Libertà, Aretuseo, Giornale di Siracusa, e le edizioni siracusane del Giornale di Sicilia, La Sicilia e la Gazzetta del Sud.

Con la diffusione della rete molti giornali, dapprima solo cartacei, sono in linea: -Siracusa2000.com, -Siracusanews.it, -Siracusatimes.it, -Livesicilia.it, -Giornalesiracusa.com.

Le emittenti televisive che hanno sede a Siracusa sono di caratura locale e coprono il territorio provinciale: -Tele Tris, -Tris New, -Siracusa Live Tv, -TeleSudEst, -Telestar, -Canale8 Siracusa, -TeleMondoCentrale, -Video Blu TV, -Video 66, -FM ITALIA TV (Emittente Musicale).

Le radio: Radio FM Italia, Radio Marte Siracusa, Radio Amore Italia, Radio FM Classic, Radio Sicilia.

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

La città ha rappresentato un set cinematografico a cielo aperto per numerose pellicole. Ciò ha condotto in città molteplici personalità del mondo del cinema come Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Nino Manfredi, il duo Franco e Ciccio, i fratelli Taviani, Walter Chiari, Monica Bellucci, Giuseppe Tornatore e numerosi altri.

Tra i titoli più significativi vi sono: Casanova '70; Rosolino Paternò soldato; Secondo Ponzio Pilato; La più bella coppia del mondo; Il viaggio; Anni di piombo; Kaos; L'uomo delle stelle; Sicilia!; Malèna; Nati stanchi; Lettere dalla Sicilia; Il Commissario Montalbano; Il figlio della luna; Caravaggio.

La storia della città è stata inoltre il soggetto o l'ispirazione per svariate pellicole cinematografiche, come il film muto Damon and Pythias, seguito dal remake Damon and Pythias (film 1914), i peplum L'assedio di Siracusa, Il tiranno di Siracusa, La sfida dei giganti (ultima pellicola dove Reg Park veste i panni di Ercole) e il film d'animazione Sinbad - La leggenda dei sette mari (ultimo film della DreamWorks con animazione tradizionale).

A Siracusa si tengono due festival del cinema, con circuiti nazionali e internazionali, di cadenza annuale: l'Ares International Film e Media Festival, giunto alla sua settima edizione, e l'Ortigia Film Festival, giunto all'ottava edizione, i quali hanno visto la partecipazione di artisti come Margareth Madè, Nino Frassica, Mario Venuti, Krzysztof Zanussi, Pietro Marcello. Ai festival si è aggiunto anche il “premio Tonino Accolla”, contest in onore del noto doppiatore siracusano (la voce italiana di Eddie Murphy, Jim Carrey, Ben Stiller, Tim Curry e molti altri).[129]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Il teatro comunale della città
Il palcoscenico naturale del teatro di Verdura (latomie dei Cappuccini)

Siracusa è stata una delle prime città al mondo in cui si è sviluppata la forma d'arte teatrale. Mentre ad Atene si è soliti accostare l'arte drammatica, la nascita dell'arte comica viene attribuita alla polis di Siracusa, per via delle parole di Platone, il quale nel Teeteto (Plato, Teet., 152 e) definisce il siracusano Epicarmo «archegeta della commedia» (o anche «principe della commedia»), paragonandolo ad Omero - che egli definisce «archegeta della tragedia» -,[130] quelle di Alcimo in Ad Aminta, e per via del suo teatro greco; uno dei più vasti e importanti teatri dell'antichità. Nel suo palcoscenico hanno recitato Eschilo, Formide, Antifonte e altri grandi nomi.[131] Si rivivono i fasti del teatro greco mettendo in scena le rappresentazioni classiche, organizzate ogni anno dall'INDA.

In epoca moderna sono sorti gli edifici teatrali al chiuso, come il teatro comunale di Siracusa (XIX secolo)[132] e il teatro Vasquez.[133] All'interno della latomia dei Cappuccini si trova il Teatro di Verdura, sul cui palco hanno recitato attori di fama internazionale. In città ha sede inoltre un teatro dei pupi, denominato Piccolo Teatro dei Pupi di Siracusa, presso il quale si porta in scena la tradizione siciliana dell'Opera dei pupi.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Sculture dell'epoca classica di Siracusa (custodite presso il museo Paolo Orsi)

Siracusa è città che l'Unesco ha dichiarato patrimonio dell'umanità concentrandosi sui suoi beni architettonici, i quali attraverso i millenni sono divenuti un dei più rilevanti esempi dell'evoluzione culturale nel Mediterraneo.[134] Il suo cammino nella storia dell'arte è stato quindi estremamente attivo e variegato. Dall'epoca greca giunge una delle forme d'arte più apprezzate di Siracusa: la sua monetazione. La critica è concorde nel definire le monete qui forgiate tra le più belle del mondo.[135]

«Le monete di Siracusa meritano di essere considerate tra le più belle del mondo.[136]»

Esse sono sparse in giro per il globo, ma una parte delle stesse rimane custodita a Siracusa. La filatelia moderna ha celebrato la zecca aretusea emettendo la serie denominata Siracusana, così come ha fatto la lira italiana, ponendo in circolazione la banconota di Stato con il volto di Aretusa.

La nota Venere Landolina

Centro di grande prestigio, la polis attirava nei suoi confini menti brillanti, così che vi fiorì ogni tipo di arte. Quando la città venne conquistata dai Romani, questi rimasero meravigliati dallo stato culturale e artistico raggiunto dai greci di Siracusa; gli studiosi ritengono infatti che l'importazione dei tesori siracusani comportò l'inizio della luxuria tra i Romani.[137]

La conquista di Siracusa rappresentò un punto cruciale per l'avvicinamento della cultura latina a quella greca (dapprima avversata dai Romani).[137] Marco Claudio Marcello saccheggiò così tante opere d'arte siracusane che una volta giunte a Roma, collocate in un tempio, pare abbiano rappresentato il primo museo dell'urbe.[138]

(IT)

«Infeste, credetemi, per questa città sono le statue portate da Siracusa.»

Il componimento architettonico della città ben rappresenta la storia dei popoli che si susseguirono: una forte impronta avvenne sotto il dominio spagnolo, poiché dopo il violento terremoto del 1693, gran parte della città venne ricostruita adottando l'elaborato stile barocco, motivo per cui Siracusa, insieme ad altre città del Val di Noto, viene presa ad esempio per la definizione di barocco siciliano, ospitando anche un centro di studi internazionali sul barocco.[139] Essa custodisce inoltre antiche e preziose opere dell'arte pittorica; tra i dipinti più noti si menzionano il dipinto del Caravaggio, ovvero il Seppellimento di Santa Lucia del 1608 e L'Annunciazione di Antonello da Messina del 1474.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Cratere per vino e acqua dipinto dal pittore di Siracusa (IV sec. a.C.)
Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina siracusana e Cucina siciliana.

«Sibari e Siracusa viveano forse con eguale mollezza ma questa, e non quella, facea coll'ingegno e la coltura più lieti i desinari.»

Le prime testimonianze scritte sulla cucina di Siracusa risalgono all'epoca greca. Grazie al suo ruolo egemone nel Mediterraneo la città fu pioniera nel far conoscere le abitudini alimentari siciliane all'estero. L'antica cucina siracusana, data la notorietà, attirò su di sé critiche ed elogi: Archestrato nel suo trattato la definì eccessivamente elaborata e pesante.[140] Platone giudicò negativamente la sontuosità dei banchetti siracusani e il cibarsi due volte al giorno, motivo, per il filosofo, di dissolutezza.[141] Aristofane comparò la mensa dei Siracusani ai banchetti dei Sibariti[142] (polis nota per l'eccessiva dolce vita).[143]

(GRC)

«Συρακοσίαν δέ, ὦ φίλε, τράπεζαν καὶ Σικελικὴν ποικιλίαν ὄψου, ὡς ἔοικας, οὐκ αἰνεῖς»

(IT)

«Amico mio, non si direbbe che tu lodi, se ritieni che questo vada bene, la tavola siracusana e l'infinita varietà di leccornie siciliane.»

Miele ibleo della Valle dell'Anapo e latte di mandorla: due tipici alimenti siracusani

D'altro canto, la cucina siracusana venne molto apprezzata dagli antichi greci: le nobili famiglie chiamavano cuochi sicelioti alle loro mense, e la città di Siracusa diede i natali a Miteco Siculo, il quale scrisse il primo libro di cucina del mondo occidentale (V secolo a.C.),[144] e a Labdaco, che i cuochi greci consideravano loro maestro nell'arte culinaria.[145]

La bevanda più esportata da Siracusa fu il vino: «gli antichi siracusani preparavano le uve - a tenore delli precetti prescritti da Esiodo - e come ne tiravano il vino Pollio, è la medesima oggi da tutti comunemente praticata per fare li buoni moscati».[146] Una leggenda d'epoca greca vuole che Pollio fosse un sovrano argivo, il primo re di Siracusa, che diede il proprio nome a questo vino,[147] apostrofato spesso come il vino più antico d'Italia.[148]

Con la dominazione romana, il vino, il miele e il grano siracusano, vennero su larga scala esportati a Roma. Nelle mense di Augusto si potevano trovare vino e olio provenienti da Siracusa.[149] Nei secoli successivi la cucina siracusana subì le medesime influenze delle culture straniere che dominarono il resto della Sicilia.

Spaghetti alla siracusana: con mollica (pan grattato) e acciughe

Odiernamente la cucina siracusana rientra nella costituita dieta mediterranea, dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità.

Tra i suoi alimenti più noti vi sono le olive, il pesce, diversi prodotti PAT e IGP come il limone di Siracusa, l'arancia rossa di Sicilia, la patata novella di Siracusa, l'olio d'oliva dei Monti Iblei, l'anguria di Siracusa, la fragola di Cassibile.

La tradizione siracusana vanta diversi primi e secondi piatti, tra i più tipici vi sono la pasta fritta alla Siracusana e gli spaghetti alla bottarga di tonno, la zuppa di pesce alla Siracusana, il tonno alla ghiotta e numerosi altri piatti originari del territorio. Nel siracusano si usa preparare l'impanata (pizza chiusa ripiena di patate), il pizzolo, gli arancini al ragù qui assumono la classica forma a cilindro. Alcuni dei dolci più peculiari di Siracusa sono i totò (biscotti al cioccolato ricoperti di glassa), la giuggiulena, la cuccìa, la cotognata, la granita di mandorla, quella siracusana ha trovato menzione nell'opera de il garofano rosso di Elio Vittorini,[150] e la versione siracusana della cassata siciliana, preparata con del pan di Spagna, e le paste di mandorla.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

In città si susseguono durante l'anno numerosi eventi, di diversa natura (artistica, culturale, sportiva), il cui richiamo risulta essere di livello nazionale e internazionale.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

NASA: Siracusa e la sua provincia viste dallo spazio

La città porta i segni della passata antropizzazione greca lungo tutto il suo percorso urbano e anche oltre, questo perché l'antica Siracusa fu una delle più vaste metropili del mondo. Gran parte della Sicilia era sotto il suo controllo e non si conoscono esattamente i confini geo-antropologici di questa capitale.

«Si calcola che all’epoca del suo massimo sviluppo e splendore, tra il V e il VI secolo a.C., Siracusa raggiunse il milione di abitanti, assai prima di altre città divenute in seguito importanti nel Mediterraneo, quali Roma ed Alessandria d’Egitto.»

Siracusa confina a nord con i comuni di Melilli e Priolo Gargallo, a sud con il comune di Avola, a ovest con i comuni di Canicattini Bagni, Solarino, Floridia, Noto e Palazzolo Acreide mentre a est è bagnata dal mar Ionio. Il comune aretuseo ha due popolose frazioni storiche: Belvedere sita a nord-ovest e Cassibile sita a sud-ovest; la prima conta una popolazione di circa 7.000 abitanti, mentre la seconda una popolazione di circa 6.500 abitanti. Fino al 1979 anche Priolo Gargallo era una frazione di Siracusa ma in tale data chiese ed ottenne l'autonomia comunale.[164] Oltre ai due principali centri abitati, sono sorti negli anni altri agglomerati, soprattutto lungo le coste, tra cui degni di rilievo sono Isola, Capo Murro di Porco, Fanusa, Milocca, Arenella, Ognina e soprattutto Fontane Bianche.

Fino al 2018 il territorio era suddiviso in nove circoscrizioni, soppresse come previsto dalla legge regionale n. 11/2015: Ortigia, Santa Lucia, Acradina, Grottasanta, Neapolis, Tiche, Epipoli, Belvedere e Cassibile. Le principali contrade di Siracusa sono: Pantanelli, Santa Teresa Longarini Scalo e Targia, mentre tra i principali quartieri vi sono: Zona umbertina, Corso Gelone, Tisia, Zecchino, Santa Panagia, Mazzarona, Scala Greca.

Al 2017 la città contava una popolazione totale di circa 122.000 persone (in leggero calo rispetto agli anni '90 quando ne contava circa 126.000 e in leggero rialzo rispetto al 2011 quando ne contava 118.000).[165] La maggior parte della popolazione urbana si concentra nelle ex circoscrizioni di Tiche (20% della popolazione totale), Akradina (19% del totale) e Grottasanta (18% del totale). Il restante 43% della popolazione comunale è distribuita in maniera abbastanza uniforme nelle restanti sei ex suddivisioni, tra cui Ortigia, dove risiede il 4% della popolazione.[166]

Analizzando la storia urbanistica di Siracusa, partendo dall'età medievale fino ai giorni nostri, si può notare come sia mutata radicalmente l'antropizzazione del territorio: nel medioevo la sola parte rimasta abitata della città fu l'isola di Ortigia, e tale rimase per tutto il I millennio, ma si parla di una popolazione esigua: un totale di appena 15.000 abitanti e ancor meno nel primo periodo medievale. Sarà l'Unità d'Italia, tra il XIX e il XX secolo a dare nuova vita all'intera Siracusa, con la demolizione delle mura che per secoli avevano tenuto lontano i siracusani dalla terraferma, ovvero dalle antiche città-quartiere di Syrakousai, l'antica Pentapolis:

Ex circoscrizioni di Siracusa

«Siracusa, nel tempo della mia adolescenza, cominciava ad uscire da quello stato di torpore e di abbandono nel quale era caduta... Mio padre sentiva in cuore suo il peso delle fortificazioni spagnole per lui simbolo di una esosa tirannide, ed anelava alla liberazione ed alla luce. E difatti gioì quando il piccone si sferrò sui baluardi ed un nuovo quartiere sorse sulla loro area, con vie larghe ed ariose.»

Dopo l'abbattimento delle mura, la città cominciò a costruirsi sulla terraferma, nacquero la Zona umbertina, Santa Lucia, la Neapolis che tolsero a Ortigia la gran parte della sua popolazione. Negli anni '70 la città si espanse verso nord, fabbricando i quartieri di Tiche. Il centro storico divenne appendice periferia della nuova Siracusa e si verificò una speculazione ai danni di pregevole patrimonio ambientale e monumentale. Ciò che si rimprovera all'espansione di Siracusa è la mancanza di una dislocazione disciplinata.[167] Ciononostante la città nei primi anni del 2000 è riuscita a riqualificare il suo centro storico, Ortigia, che con i suoi oltre 150 edifici monumentali, musei, centri artigianali e attrattive varie, rappresenta il cuore del turismo aretuseo ed è sede di prestigiosi eventi.[168]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Limoni di Siracusa IGP appena raccolti
Lo stesso argomento in dettaglio: Economia del libero consorzio comunale di Siracusa.

Nel siracusano vi è il primo distretto limonicolo d'Italia e dell'Unione europea, con la produzione del limone di Siracusa IGP che registra numeri di vendite sempre più importanti.[169] Altre produzioni rilevanti del territorio sono i formaggi siciliani, la patata novella di Siracusa, che copre i 3/4 della produzione siciliana e viene esportata sia in Italia che all'estero, l'olio extravergine d'oliva dei monti Iblei,[170] l'anguria di Siracusa e altri prodotti della terra. In ambito vinicolo si producono le DOC del vino di Siracusa che oltre al Nero d'Avola comprende la produzione del Moscato di Siracusa.[171] Nelle acque di Siracusa poi avvengono gli allevamenti di molluschi e crostacei e la pesca di una vasta varietà di pesci, al servizio più che altro del commercio locale.[172]

La rada di Santa Panagia (Siracusa nord), presso la quale si carica e scarica il petrolio grezzo e raffinato

Una considerevole parte del territorio è stata vocata al settore industriale della petrolchimica. Nel siracusano vi è uno dei poli del settore tra i più grandi d'Europa, il quale ha fatto registrare, soprattutto in passato, numeri da record per l'economia provinciale, poi andati gradatamente a diminuire.

Nonostante il polo faccia registrare dati export assolutamente ragguardevoli per l'Italia (si consideri che dal solo polo siracusano proviene oltre il 70% del totale nazionale dei prodotti petroliferi raffinati e che essi rappresentano anche il 70% dell'intero export siciliano[173]), il settore viene odiernamente considerato in crisi.[174]

In via di sviluppo risulta il settore dell'energia alternativa, specialmente quella solare, con varie sperimentazioni sul territorio.[175] È inoltre presente un importante impianto di riciclaggio del vetro a piombo unico al mondo.[176] Il settore terziario dei servizi è quello che offre maggiore impiego per i siracusani.[177] L'accoglienza turistica risulta essere fortemente in crescita.

Mercati e fiere[modifica | modifica wikitesto]

Il mercato storico e principale della città di Siracusa si trova in Ortigia, in via Emanuele De Benedictis e dintorni. L'altro mercato quotidiano è sito nel più moderno e popolare quartiere di Santa Panagia, in via Giarre. In piazza Marcello Sgarlata (rione Bosco Minniti), con cadenza settimanale, ogni mercoledì, si tiene una grande fiera che attira in città commercianti provenienti anche dalla vicina Catania.

Si svolgono inoltre diverse fiere legate soprattutto a festività religiose: la più importante è quella relativa ai festeggiamenti di Santa Lucia che si svolge ogni anno dall'11 al 20 dicembre. Tutti i fine settimana, presso l'area dei Pantanelli si svolge la piccola fiera delle piante e ogni domenica mattina il mercatino dell'usato nella grande Piazza Santa Lucia, nel quartiere Borgata, dove è possibile curiosare tra mobili antichi e oggetti o libri introvabili. Nella stessa piazza, sempre ogni domenica mattina, si possono acquistare prodotti biologici della campagna cosiddetti della filiera corta, cioè dal produttore al consumatore.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

L'uscita per Siracusa sull'autostrada A18 (E 45)
Una delle numerose gallerie dell'autostrada CT-SR (inserita nell'Orientale Sicula)

Linea viaria[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è interessato da tre strade statali e da un'autostrada (la quale si divise in due tratti: uno a nord della città e l'altro a sud della stessa):

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Il binario 1 della stazione di Siracusa con l'intercity in partenza per Roma Termini
Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Siracusa.

Siracusa è una stazione di testa e capolinea ferroviario con un traffico di treni a lunga percorrenza verso le stazioni di Reggio Calabria, Napoli, Roma Termini (tratta Siracusa-Roma Termini), Genova e Milano (tratta Siracusa-Milano centrale) e treni regionali verso le stazioni nord-orientali di Catania centrale, Taormina, Messina centrale e marittima (tratta Ferrovia Messina-Siracusa) e quelle sud-occidentali di Ragusa, Gela e Canicattì (tratte Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì e Ferrovia Siracusa-Ragusa-Vizzini).

Verso nord la ferrovia presenta tratti a doppio binario ed è completamente elettrificata,[178] mentre verso sud è a binario singolo e non elettrificata.[179]

Porti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Porto di Siracusa e Rada di Santa Panagia.
Il canale che collega il porto Marmoreo al porto Grande della città

I due porti principali della città sono collocati in Ortigia: uno a ponente e uno a levante dell'isola; rispettivamente il porto Piccolo o Lakkios (ovvero il porto Marmoreo dei Greci) e il porto Grande, collegati tra loro attraverso un canale sormontato da tre ponti. Considerato uno dei primi e più antichi porti del Mediterraneo, il porto di Siracusa vanta una millenaria storia commerciale, tuttavia odiernamente gli attracchi siracusani sono maggiormente vocati alla nautica da diporto (porto Grande) e alla pesca (porto Piccolo): circa 300 posti barca nel porto Grande e circa 700 posti barca nel porto Piccolo. La funzione commerciale è maggiormente svolta dalla rada di Santa Panagia che permette l'attracco delle navi petroliere, chimichiere e gasiere, servendo tramite il lungo pontile la LUKoil del polo petrolchimico. Altri porti minori del comune sono: il porto Rifugio (sito sempre all'interno della baia di Santa Panagia), il porticciolo di Ognina e il porticciolo di Fontane Bianche.

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

Siracusa possiede in città un idroscalo, sorto all'inizio del XIX secolo, esso è stato attivo durante l'apice del mezzo trasportatore idrovolante, successivamente è divenuto sede dei comandi militari siracusani. Tra settembre 2007 e la primavera 2008 è stato nuovamente attivato tramite un collegamento verso l'idroscalo di Enna. A 6 km, a sud-ovest della città, si trova l'aviosuperficie Rinaura, dotata di aerei che possono svolgere attività di volo da diporto o da sport dell'aria.

Inoltre pur non annoverando nella propria area comunale un aeroporto va comunque specificato che Siracusa è presente amministrativamente nella SAC; società che gestisce gli aeroporti della Sicilia orientale: l'aeroporto di Catania-Fontanarossa (distante 50 km a nord di Siracusa) e l'aeroporto di Comiso (distante 110 km a sud di Siracusa), con la partecipazione della propria CCIAA e dell'ente libero consorzio comunale di Siracusa per l'importanza strategica che lo scalo aeroportuale riveste per il territorio siracusano.[180]

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

L'antica linea ferroviaria che attraversava Siracusa nord, divenuta odiernamente la pista ciclabile intitolata a Rossana Maiorca
Tratto della pista ciclabile all'imbrunire

La principale mobilità urbana è data dagli autobus dell'AST (Azienda Siciliana Trasporti), i quali effettuano i collegamenti tra le varie parti della città e verso i comuni del libero consorzio comunale siracusano. Le corse giornaliere collegano il capoluogo con le altre principali città della Sicilia. Diverse compagnie di pullman offrono servizio da o per Siracusa verso le altre Regioni d'Italia e verso mete internazionali; è stato attivato anche il servizio Go-Bike, per una mobilità più sostenibile facendo utilizzo della bicicletta; a tale uso è stata edificata la pista ciclabile Rossana Maiorca che attraversa il lato nord della città: tale pista è stata ufficialmente inserita nel 2019 nell'itinerario ciclabile, denominato Ciclovia Magna Grecia, che da Pozzallo giunge a Lagonegro (toccando tre regioni d'Italia).[181]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Siracusa.
Il palazzo del Senato di Siracusa (edificazione d'epoca spagnola)
  • Di seguito vengono riportati in ordine cronologico gli ultimi tre sindaci del comune di Siracusa:
Nome Insediamento Dimissioni Partito
amministrazione straordinaria Alessandro Giacchetti 30 gennaio 2013 24 giugno 2013 Commissario straordinario
5° sindaco eletto dai cittadini Giancarlo Garozzo 24 giugno 2013 27 giugno 2018 Partito Democratico
6° sindaco eletto dai cittadini Francesco Italia 27 giugno 2018 In carica Indipendente di centro-sinistra

Consolati[modifica | modifica wikitesto]

In città sono presenti i consolati dei seguenti Stati[182]:

Siracusa si è fatta inoltre promotrice, negli ultimi anni, di una cooperazione internazionale denominata “Grande Intesa”; protocollo che si occupa di iniziative volte allo sviluppo dei paesi di area mediterranea; i sottoscriventi sono stati la giunta della Consulta civica della città di Siracusa e i consoli della Turchia, di Malta, della Grecia, del Senegal e dell'Azerbaigian.[183] Nel 2015 si è aggiunto all'intesa il consolato dello stato americano del Venezuela, allargando così lo scenario di cooperazione oltre oceano.[184]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

La città di Siracusa vista dalla penisola della Maddalena

La città di Siracusa è gemellata con:

Gli enti territoriali hanno creato diversi tipi di gemellaggio con le città di:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sport a Siracusa.
La fiaccola olimpica in città nel 1960 (la riceve il siracusano Concetto Lo Bello come tedoforo)

La città di Siracusa ha una significativa tradizione sportiva; tra gli avvenimenti sportivi più importanti della Siracusa d'età contemporanea è da annoverare il passaggio della torcia olimpica diretta nella capitale d'Italia durante le Olimpiadi di Roma nel 1960: il 18 agosto di quell'anno la nave scuola Amerigo Vespucci giunse a Siracusa, arrivava dalla Grecia, da dove aveva prelevato il fuoco olimpico, facendo tappa a Siracusa dove venne consegnata al primo tedoforo italiano che fu il siracusano Concetto Lo Bello, il quale aprì la staffetta che dalla Sicilia sarebbe giunta fino a Roma.[191]

Numerosi altri eventi sportivi di rilievo sono stati ospitati dalla città di Siracusa; per citarne alcuni: nel circuito di Siracusa la Ferrari ha ottenuto le sue prime vittorie automobilistiche, durante il Gran Premio di Siracusa; il Giro d'Italia, che si vede pochissimo al sud, vi ha fatto tappa due volte; il Trofeo 8 Nazioni (successivamente detto Trofeo Syracusae) della pallanuoto e le tappe della World League della medesima disciplina; la finale della Supercoppa Italiana di pallavolo e la Final Eight Coppa Italia di pallamano; le gare internazionali ippiche all'Ippodromo del Mediterraneo; gli interi Campionati italiani assoluti di scherma; nel 2016 ha ospitato il campionato mondiale di canoa polo. Tra gli sport individuali Siracusa ha avuto una grande tradizione nello sport della Vela, a tal riguardo Ivan Scimonelli è stato uno dei velisti siracusano più titolato.

Squadre e titoli[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito le maggiori squadre che rappresentano il capoluogo nei rispettivi sport:

Il Siracusa calcio nel 1928

Di seguito i titoli vinti dalle singole squadre del capoluogo nei rispettivi sport:

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Cavallerizzi in gara all'ippodromo del Mediterraneo di Siracusa
Il campionato mondiale di canoa polo svoltosi in città nel 2016 (in foto Spagna contro Finlandia)

Il principale impianto sportivo di Siracusa è il centro polivalente situato in zona Tisia. Attorno alla struttura portante del palasport Concetto Lo Bello, vi sono situati diversi impianti sportivi destinati a svariate attività: una piscina, un campo da basket e pallamano, una pista per il pattinaggio di velocità e un campo da tennis.
Un po' più lontano sorge il campo scuola Pippo Di Natale, struttura adibita all'atletica. Lo stadio "Nicola De Simone" è invece il principale impianto calcistico della città. Altri impianti sportivi sono: Il centro sportivo ERG; il centro sportivo Fortuna; il campo sportivo Franco Bianchino; centro sportivo Pantanelli; il polivalente Giorgio Di Bari. Il sopracitato circuito di Siracusa adibito all'automobilismo e al motociclismo in passato ha ospitato anche gare di Formula 1, e nei pressi di Cassibile l'Ippodromo del Mediterraneo dove si svolgono regolarmente gare di ippica a livello nazionale e internazionale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Note esplicative
  1. ^ Bonaparte sfiorò le acque di Siracusa, diretto a Malta. Nelson sostò cinque giorni in città, rifornendosi di viveri, grazie al benestare di Maria Carolina d'Austria. Il 25 luglio salpò da Siracusa all'inseguimento del generale francese.[2]
  2. ^ Papa Pio XII nel convegno mariano di Sicilia, riferendosi all'evento inspiegabile che era accaduto a Siracusa, disse: «Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime?»[9]
  3. ^ Notevoli cavità religiose sono la cosiddetta Grotta Santa, da cui prende il nome l'omonimo quartiere, e l'oratorio di Santa Panagia, sito in una cava naturale lambita dal mare. Per approfondire la storia religiosa della città.[25]
  4. ^ I Cavalieri giunsero a Siracusa nell'ottobre del 1529, dopo la sconfitta di Rodi. Qui si rifugiarono per circa un anno (ripartirono nell'ottobre del 1530), con il gran maestro Jean de Villiers. In città si tenne l'ultimo Consiglio dell'Ordine ospitaliero (appartenente all'Ordine dei Cavalieri gerosolimitani), poiché dopo di Siracusa, i Cavalieri si trasferirono nella vicina isola di Malta e da essa presero stabilmente il nome.[26]
  5. ^ Gli antichi Siracusani avevano assimilato soprattutto il dialetto dorico, come conferma anche Teocrito nei suoi scritti, ma la loro parlata viene distinta dai dialetti puramente dorici e ionici (anche lo ionico è stato individuato nelle testimonianze scritte dell'antica Siracusa.[71][72][73]
  6. ^ Papa Nicolò I, Gf. PAGI in Baron. ad ann. 730, n. 11.: 25 settembre 860:
    (latina)

    «Volumus ut consecratio Syracusano archiepiscopo nostra a sede impendatur ut traditio ab apostolis instituta nullatenus nostris temporibus violetur»

    (IT)

    «Vogliamo consacrare nella nostra sede l'arcivescovo Siracusano perché la tradizione che dagli apostoli ci è pervenuta non sia in questi tempi violata»

  7. ^ Le prime tre e uniche sedi pubbliche universitarie sorsero in Sicilia durante il '400 e il '500, in un'epoca in cui vi era la contesa per il titolo di capitale tra Palermo e Messina (e in minor forma Catania). Siracusa, che dopo la conquista araba aveva perso il suo status di capitale dell'intera Sicilia, impoverita e tenuta fuori dai giochi di potere economico, visse in quei secoli la sua trasformazione in piazzaforte militare; votata alla continua difesa bellica del Regno, ben lontana dal poter ottenere un polo di studi.[95]
  8. ^ Il Giorno del pi greco è diffuso in tutto il mondo ( Il 14 marzo è il Pi Greco Day, anche su Marte si festeggia il “re dei numeri”, in La Stampa, 14 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2016 (archiviato il 18 marzo 2016).), anche Siracusa, patria del genio matematico, dal 2011 dedica la settimana archimedea presso il Tecnoparco di Archimede ( "Pi Greco day", anche l'Italia celebra Archimede: enigmi e matematica tra mostre e concerti, in La Repubblica, 12 marzo 2014. URL consultato il 22 marzo 2016 (archiviato il 2 febbraio 2017).)
Note bibliografiche
  1. ^ Russo, Minnella, Siracusa medioevale e moderna, 1992, p. 159; Russo, Siracusa nell'età moderna: dal viceregno asburgico alla monarchia borbonica, 2004.
  2. ^ Cfr. Privitera, Storia di Siracusa, 1879, p. 286.
  3. ^ Cesare de Seta, Grand Tour: viaggi narrati e dipinti, 2001, p. 31.
  4. ^ Vd. Archivio di Stato di Siracusa, Pacco cit., doc. 15. Cfr. in G. Parlato, Siracusa dal 1830 al 1880, ed. 1919, pp. 134-135; B. Martinez La Restia, p. 171.
  5. ^ Comitato per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa, L'Italia in Africa, 1860, p. 10; Carlo Giglio, Inventario delle fonti manoscritte relative alla storia dell'Africa del Nord esistenti in Italia: L'archivio centrale dello Stato dalle origini al 1922, 1983, pp. 264, 274, 284.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Siracusa.
  • Touring Club Italiano, Sicilia, 1989.
  • E. Kanceff, Centro interuniversitario di ricerche sul Viaggio in Italia,, Siracusa nell'occhio del viaggiatore, 1998.
  • Tesori di Siracusa. Melinda Miceli. Edizioni Edessae 2009
  • Siracusa e provincia. Touring Club Italiano, 1999. ISBN 88-365-1253-4
  • Siracusa Noto Pantalica Akray. Melinda Miceli. Edizioni Edessae 2009
  • Francesco S. Cavallari, Adolf Holm. Topografia archeologica di Siracusa. Città Aperta, 2002. ISBN 88-8137-055-7
  • Siracusa e le meraviglie dell'Unesco. Melinda Miceli. Edizioni Edessae 2008
  • Marcello Scorciapino. Siracusa e provincia. Città Aperta, 2002. ISBN 88-8137-054-9
  • Pino Di Silvestro. La fuga, la sosta. Caravaggio a Siracusa. Rizzoli, 2002. ISBN 88-17-87056-0
  • Salvatore Adorno. La produzione di uno spazio urbano. Siracusa tra Ottocento e Novecento. Marsilio, 2004. ISBN 88-317-8594-X
  • Alessandro Brandino, Luca Brandino. Siracusa in tasca. Flaccovio Dario, 2004. ISBN 88-7758-559-5
  • Salvatore Adorno. Siracusa 1880-2000. Città, storia, piani. Marisilio, 2005. ISBN 88-317-8760-8
  • Santi Correnti. Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Sicilia. Newton Compton, 2000. ISBN 88-8289-117-8
  • Tesori dell'Ortigia, a cura di E. Mocchetti. Supplemento a Bell'Italia (agosto-settembre). Milano, Giorgio Mondadori, 1994, pp104–105.
  • F. Coarelli, M. Torelli, Sicilia, Guide Archeologiche Laterza, pp. 209–306, Bari 2000. ISBN 88-420-2407-4
  • Siracusa: identità e storia: 1861-1915 di Istituto di studi siracusani, editore A. Lombardi, 1998
  • Memorie patrie per lo ristoro di Siracusa, vol. 1 (Google eBook), di Tommaso Gargallo, Stamperia Reale, 1791
  • L. Ruggiero, Luigi Scrofani (a cura di), Turismo e competitività urbana, FrancoAngeli, 2011, ISBN 978-88-568-3970-8.
  • Vincenzo Cabianca, Vent'anni di utopia urbanistica a Siracusa, Roma, La Casa del Nespolo, 2013. ISBN 978-88-909062-0-6
  • M.A. Mastelloni, Cave e materiali utilizzati in alcuni monumenti di Siracusa, in Arquelogía de la Construcción IV, Le cave nel mondo antico: sistemi di sfruttamento e processi produttivi, Conv Int. Padova 22-24/11/2012, Merida 2014, pp. 223–245

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