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Anarchici Antifascismo Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

tanto per cominciare alcuni protagonisti:

da [6]

«Alfonso Failla (Siracusa 1906-Carrara 1986) è stato una delle figure più prestigiose del movimento anarchico di lingua italiana di questo secolo. Avvicinatosi giovanissimo all’anarchismo si impegna nella lotta contro il montante regime fascista. Più volte arrestato e sottoposto a provvedimenti restrittivi, nel 1930 viene spedito al confino ove rimane – salvo una breve parentesi di libertà vigilata a Siracusa nel ’39 – fino all’estate del ’43.Dopo l’evasione in massa dal campo di Renicci d’Anghiari partecipa alla Resistenza principalmente in Toscana, Liguria e Lombardia. Nel dopoguerra è tra gli organizzatori della Federazione Anarchica Italiana redattore e direttore responsabile del settimanale Umanità Nova attivo nell’Unione Sindacale Italiana. Tiene centinaia di conferenze, dibattiti e comizi, l’ultimo dei quali a Pisa dopo l’assassinio di Franco Serantini. Dal giugno del ’72, per ragioni di salute è costretto ad interrompere l’attività pubblica. Questo volume (pagg. 366 + XXIV, euro 12,90) è suddiviso in tre sezioni. Nella prima sono raccolte carte di polizia e documenti relativi al periodo ’22/’43 tratti dal dossier Failla al Casellario Politico Centrale. Nella seconda sono raccolti gran parte degli articoli da lui scritti nel secondo dopoguerra. Nella terza sezione sono raccolte testimonianze della sua attività.»

Per informazioni e richieste:

  • La Fiaccola c/o Elisabetta Medda, Via T. Fazello 133 – 96017 Noto (SR).

Distribuzione nelle librerie: Di.Est, via G. Cavalcanti 11, 10132 Torino.

da [7]

«Perseguitato e costretto alla semiclandestinita' nel periodo fascista. Organizzatore di formazioni anarchiche partigiane, fondatore della Cooperativa del Partigiano, a Carrara, e attivo nell'espropriazione dei possidenti locali per il finanziamento del CNL cittadino, per la ricostruzione della citta'e delle organizzazioni dei lavoratori. Tra i suoi tanti meriti vi e' certamente anche quello di essere stato uno degli artefici dell'affrancamento del movimento anarchico italiano dal controllo degli anarchici individualisti de l'Adunata dei Refrattari, con la loro espulsione al Congresso di Livorno nel 1965 che ridette vita all'iniziativa di classe dell'anarchismo.»

anarco futuristi

Formazioni partigiane ed antifasciste anarchiche

approfondimento[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

BIBLIOGRAFIA e documenti di base su Anarchici e Resistenza
  • Atti della giornata di studi su L'Antifascismo rivoluzionario. Tra passato e presente, Pisa 25 aprile 1992, BFS 1993;
  • Giornali anarchici della Resistenza 1943-'45 / Gli anarchici e la lotta contro il fascismo in Italia, Ediz. Zero in Condotta, Milano 1995;
  • A. DADA', L'anarchismo in Italia: fra movimento e partito. Storia e documenti dell'anarchismo italiano, Teti editore Milano 1984;
  • I.ROSSI, La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, RL Pistoia 1981;
  • P.BIANCONI, Gli anarchici nella lotta contro il fascismo, Ediz. Archivio Famiglia Berneri, Pistoia 1988;
  • G.CERRITO, Gli anarchici nella resistenza apuana, a c. di A.Dadà, Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca 1984;
  • M.ROSSI, "Avanti siam ribelli..." Appunti per una storia del movimento anarchico nella Resistenza, BFS Pisa 1985;
  • M.LAMPRONTI, L'Altra Resistenza. L'Altra Opposizione (comunisti dissidenti dal 1943 al 1951), Antonio Lalli Editore, Firenze 1984;
  • C.VENZA,Umberto Tommasini. L'anarchico triestino, ediz. Antistato Milano 1984;
  • L.CAVALLI, C.STRADA, Nel nome di Matteotti. Materiali per una storia delle Brigate Matteotti in Lombardia, 1943-1945, Franco Angeli, Milano 1982;
  • G.MANFREDONIA, Les Anarchistes italiens en France dans la lutte antifasciste, in "Collection de l'Ecole francaise de Rome", Roma n.94/1986;
  • M.R. BIANCO, Les anarchistes dans la Resistance, vol. 2, Témoignages 1930-1945, in "Bulletin" C.I.R.A. Marseille, n.23/25 del 1985;
  • I.TOGNARINI (a cura di), Guerra di sterminio e Resistenza. La provincia di Arezzo 1943-1944, E.S.I. Napoli 1990;
  • L.BETTINI, Bibliografia dell'anarchismo, vol.1, tomi I e II, C.P. editrice Firenze 1972-1976;
  • G.SACCHETTI, Resistenza e guerra sociale. Il movimento anarchico e la lotta di liberazione 1943-1945, in "Rivista Storica dell'Anarchismo" Pisa, a.II, n.1/1995;
  • G.SACCHETTI, Gli anarchici contro il fascismo, Edizioni 'Sempre Avanti', Livorno 1995;
  • "Almanacco Socialista", Milano, ed. Avanti! 1962;
  • "A-Rivista anarchica" Milano, n.4/1973
  • Giorgio Sacchetti "Senza frontiere. Pensiero e azione dell'anarchico Umberto Marzocchi 1900-1986", Milano, Zero in condotta, 2005
Bibliografia antifascismo Piacenza


  • Achilli, Fabrizio, Dopoguerra e fascismo a Piacenza, Tip.Le.Co., 2003
  • Belizzi, Paolo, Quelle che non fanno storia, Vicolo del pavone, 2005
  • Dondi, Mirco, La Resistenza tra unità e conflitto, Bruno Mondadori, 2004
  • Mariani, Ermanno, L'eccidio di Strà. La banda Maroder-Pasini, Pontegobbo, 2004
  • Mariani, Ermanno, Il Ballonaio, la più grande beffa della storia della Resistenza, Pontegobbo, 1991
  • Pancera, Gino, Due stagioni in val Nure, Grafiche Emilstampa, 1991
  • Panni, Giuseppe (Pippo), La “Brigata Mazzini” e la “Brigata Inzani” in Val Nure e in Val d'Arda, Tep 1978
  • Prati, Giuseppe, Figli di nessuno. Vita delle formazioni Partigiane della Val d'Arda, Tep, 1980
  • Silingardi, Claudio, Emilio Canzi e Savino Fornasari dall'emigrazione libertaria in Francia alla rivoluzione spagnola, in Studi piacentini n. 1, 1984
  • Silingardi, Claudio, Emilio Canzi e la crisi del Comando Unico Piacentino (1944/1945), in Studi piacentini n. 10, 1991
  • Sprega, Franco, Il filo della memoria, Tip.Le.Co., 1998
  • Tagliaferri, Ivano, Morte alla morte, Vicolo del pavone, 2004
  • Tagliaferri, Ivano, Il colonnello anarchico, Vicolo del pavone, 2005
  • Tassinari, Giorgio, Piacenza nella Resistenza, Tep, 2004
  • Vescovi, Alberta e Agosti, Giovanni, E verrà l'Alba… Il Valoroso: una vita partigiana, Vicolo del pavone, 1996
Anarchismo, antifascismo e Resistenza volumi a cura di Massimo Ortalli


  • AA.VV., La Resistenza sconosciuta. Gli anarchici e la lotta contro il fascismo, Milano, Zero in Condotta, 2005
  • AA.VV., L’Unione Anarchica Italiana. Tra rivoluzione europea e reazione fascista (1919-1926), Milano, Zero in Condotta, 2006
  • Alessandra PAGANO, Il confino politico a Lipari, Milano, Franco Angeli, 2003
  • Brunella DALLA CASA, Attentato al Duce, Bologna, Il Mulino, 2000
  • Camillo BERNERI, Mussolini, psicologia di un dittatore, Pescara, Samizdat, 2001
  • Eros FRANCESCANGELI, Arditi del Popolo. Argo Secondari (1917-1922), Roma, Odradek, 2000
  • Giorgio SACCHETTI, Camicie nere in Valdarno, Pisa, Bibl. F. Serantini, 1996
  • Giorgio SACCHETTI, Senza frontiere. Pensiero e azione dell’anarchico Umberto Marzocchi (1900-1986), Milano, Zero in Condotta, 2005
  • Fabrizio GIULIETTI, Il movimento anarchico italiano nella lotta contro il fascismo 1927-1945, Manduria, Lacaita, 2004
  • Giuseppe GALZERANO, Angelo Sbardellotto, Casalvelino Scalo, Galzerano, 2003
  • Giuseppe GALZERANO, Michele Schirru. Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell’anarchico italo-americano fucilato per l’“intenzione” di uccidere Mussolini, Casalvelino Scalo, Galzerano, 2007
  • Lorenzo DEL BOCA, Il dito dell’anarchico. Storia dell’uomo che sognò di uccidere Mussolini, Casale Monferrato, Piemme, 2000
  • Luigi BALSAMINI, Gli arditi del popolo, Casalvelino, Galzerano editore, 2002
  • Luigi DI LEMBO, Guerra di classe e lotta umana, Pisa, Bibl. F. Serantini, 2001
  • Marco ROSSI, I fantasmi di Weimar, Milano, Zero in Condotta, 2001
  • Marco ROSSI, Sovversivi contro fascisti a Livorno (1919-1943), Livorno, Gruppo Malatesta, 2002
  • Marco ROSSI, Dall’arditismo di guerra agli arditi del popolo, Pisa, Bfs, 1997
  • Martine Lina RIESENFELD, Piegarsi vuol dire mentire. La resistenza libertaria al nazismo nella Ruhr e in Renania, Milano, Zero in Condotta, 2005
  • Maurizio ANTONIOLI e Roberto GIULIANELLI (a cura di), Da Fabriano a Montevideo. Luigi Fabbri: vita e idee di un intellettuale anarchico e antifascista, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2006
  • Nanni BALESTRINI, Parma 1922. Una resistenza antifascista, Roma, Derive approdi, 2002
  • Pier Carlo MASINI, Mussolini la maschera del dittatore, Pisa, Bibl. F. Serantini, 1999
  • Paolo PALMA, Una bomba per il duce. La centrale antifascista di Pacciardi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2003
  • Piero CHICCA, Provenza e figlio, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2005

Pino CACUCCI, Oltretorrente, Milano, Feltrinelli, 2003

  • Riccardo LUCETTI, Gino Lucetti, l’attentato contro il duce, Carrara, Tipolito, 2000
Ugo FEDELI, La nascita del fascismo, Pescara, Samizdat, 2000

Antifascismo[modifica | modifica wikitesto]

L'antifascismo è un movimento politico-sociale che mira ad opporsi al fascismo, sia come ideologia che nella sua incarnazione all'interno di organizzazioni o governi, e per estensione alle ideologie e alle pratiche messe in atto dai regimi totalitari di estrema destra o militari.L'antifascismo può essere violento o non violento: parte degli antifascisti si oppongono alla violenza intrinseca al fascismo sostengono l'uso della violenza come sistema di lotta antifascista non porterebbe a sviluppi migliori fascismo stesso. L'antifascismo si oppone,nella sua estensione, anche a manifestazioni che caratterizzano le ideologie totalitarie di estrema destra, come la restrizione delle libertà civili, il razzismo, l'omofobia, il sessismo.Nel campo religioso l'unica chiesa che si oppose senza tentennamenti al nazifascismo in modo integrale e ne subi' le conseguenze fu la setta dei Testimoni di Geova,sopratutto nel difficilissimo teatro tedesco.Nelle altre chiese vi furono opposizioni e martiri pure,ma a livello di singoli o di comunita' e non come presa di posizione decisa ed irriducibile

L'antifascismo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Vista la vastita' dell'argomento si focalizza la breve sintesi introduttiva per quel che riguarda l'antifascismo in Italia e le situazioni strettamente correlate al teatro italiano,con elencazione di movimenti antifascisti non italiani. L'antifascismo non aderisce in sé ad una particolare ideologia politica, anche se va detto che spesso si trovano al suo interno organizzazioni operaie o partiti di sinistra come componente nettamente maggioritaria (socialisti, comunisti,anarchici,azionisti).Non trascurabile, comunque ,e' l'apporto dei repubblicani (che diedero capi militari riconosciuti negli anni '20 quali Vincenzo Baldazzi,poi capo della Resistenza romana per le brigate facenti riferimento a Giustizia e Libertà) ed in situazioni specifiche dei popolarie/o monarchici, (consigliere Corazza e la sua squadra del partito popolare), e nel proseguio il comandante partigiano genovese Aldo Gastaldi),o formazioni sostanzialmente apolitiche come Brigata Partigiana Stella Rossa del comandante Mario Musolesi e la Piccola Banda di Ariano,caso molto singolare per costituzione ,pur essendo "avanguardia" ed "ariete" della brigata partigiana comunista Spartaco Lavagnini,disponendo di un'autoblindo.

Periodo inerente la seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Resistenza_italiana.
Lo stesso argomento in dettaglio: Squadre_di_azione_patriottica.
Lo stesso argomento in dettaglio: Gruppi_di_azione_patriottica.
Lo stesso argomento in dettaglio: Brigate Garibaldi.
Lo stesso argomento in dettaglio: Bandiera Rossa Roma.

In Italia l'antifascismo ha raggiunto il suo massimo grado di attività durante la Seconda guerra mondiale, con la resistenza messa in atto dalle formazioni partigiane contro il regime di Salò e gli occupanti nazisti, dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.

Periodo inerente il primo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guardie_Rosse_(Italia).
Lo stesso argomento in dettaglio: Arditi del Popolo.
Lo stesso argomento in dettaglio: Fatti di Sarzana.
Lo stesso argomento in dettaglio: Formazioni di difesa proletaria.
Lo stesso argomento in dettaglio: Difesa di Parma del 1922.
Lo stesso argomento in dettaglio: Impresa di Fiume.
Lo stesso argomento in dettaglio: Fatti_di_Empoli_1921.
Lo stesso argomento in dettaglio: Formazioni_di_difesa_proletaria_a_Genova.

Non è trascurabile nel modo più assoluto, comunque, la cosidetta prima Resistenza che si sviluppò dopo la grande guerra, dal 1919 in poi, culminando nella formazione degli arditi del popolo, filiazione antifascista degli Arditi d'Italia. Tale formazione con alla direzione ex militari di esperienza con operai ed intelettuali particolarmente portati alla organizzazione militare riuscì a riunire le varie formazioni ancora separate, ad esempio i Lupi Rossi di Genova ed i Figli di nessuno di Genova e Vercelli, le Guardie Rosse e una miriade di Formazioni di difesa proletaria.

Come caso particolare dal punto di vista storico inoltre ricordata,anche se non italiana, l'organizzazione antifascista, degli sloveni e croati giuliani TIGR, che rappresenta, assieme agli Arditi del Popolo, una delle prime organizzazione antifasciste in Europa,ne' va dimenticato il caso particolare della Legione Proletaria Filippo Corridoni per sua specificita' e legame al dannunzianesimo antifascista,di sinistra",a sua volta collegato ai futuristi di sinistra,quali Renzo Novatore,la storiografia attuale sta chiarendo questa parte a lungo tempo trascurata e'o distorta.

Secondo alcuni storici e nello specifico Tom Behan,il fronte unito Arditi del Popolo era l'unica formazione che poteva impedire il sorgere della dittatura fascista (cosa che traspare ,pur con critiche ed interrogativi anche dalla prefazione di Arrigo Boldrini nella prefazione sul libro dedicato agli Arditi del Popolo di Ivan Fuschini[1].Se tale fortunanata ipotesi si fosse verificata ci sarebbero state conseguenze enormi a livello europeo perché,sempre asserisce Behan, non è detto che lo sviluppo del capitalismo italiano e soprattutto tedesco avesse la indispensabilità di regimi di stampo nazi-fascista. L'opportunismo dei riformisti e l'incapacità di capire della direzione del Partito comunista d'Italia ,nel gruppo dirigente maggioritario,che si attirò i "fulmini" di Lenin per bocca di Nikolai Bucharin:erano state eluse le indicazioni dell'Internazionale Comunista, impedirono il pieno sviluppo degli Arditi del PopoloIn tal situazione Ivanoe Bonomi riuscì a smantellarli appoggiando tramite polizia ed esercito gli squadristi fascisti.

Antonio Gramsci capì l'importanza degli Arditi del Popolo, ed ebbe contatti sia con Argo Secondari, sia con ex Legionari di Fiume di orientamento nettamente comunista e/o anarchico(come il tenente Marco Giordano),Antonio Gramsci fu messo in minoranza ed in una relazione, nel 1925, al comitato centrale del Partito comunista d'Italia, fece notare gli errori commessi dalla direzione del partito: poco tempo dopo verrà incarcerato,diversi articolo di Antonio Gramsci dimostrano la sua non avversione verso il fronte unito degli Arditi del popolo,sopratutto in una diatriba con Giuseppe Mingrino,al tempo organizzatore degli Arditi del Popolo ma contrario ad una evoluzione in sendso rivoluzionario della formazione . La storia degli Arditi del Popolo è stata volutamente dimenticata, o quasi,per motivi politici.Comunque numerosi storici del movimento operaio si occuparono (Renzo del Carria,Paolo Spriano,ad es.) ed si occupano del problema (Eros Francescangeli,Marco Rossi,Pino Cacucci ecc.), Resta il fatto che comunque in diverse città ci sono vie intitolate ad Arditi del Popolo, come Livorno, Lugo di Romagna ad es. ed attualmente ci sono ipotesi commemorative analoghe anche a Civitavecchia[2]. Sempre in riferimento alla situazione italiana ed a quelle correlate ci son due episodi nella lotta antifascista di focale importanza,anche se al di fuori dei confini italiani,ma intimamente collegati:la guerra di Spagna e la guerra di Etiopia.In queste situazioni,pur con peso diverso intervennero le formazioni antifasciste italiane,numericamente rilevanti nel primo caso a difesa della Repubblica spagnola,nel secondo con comandanti specialisti quali organizzatori della guerriglia per guidare ed organizzare quest'ultima in chiva anti colonialista portata avanti dal regime fascista in Etiopia e condannata duramente anche da Gabriele D'Annunzio.Il principale attore dell'intervento antifascista in Etiopia fu Ilio Barontini,gia' fra i caposquadra degli Arditi del Popolodi Livorno,e curioso per un comunista nominato dal Negus vicere' d'Etiopia.Una parte di lotta antifascista trascurata,fino a non molto tempo fa dalla storiografia,e' quella che riguarda l'antifascismo anarchico nel complesso e durante la Resistenza,negli ultimi periodi è stata rivalutata e ristudiata da molti storici.[3] Durante il periodo fra le due guerre la lotta al fascismo e'stata costellata di "irrudicibili" quali Guido Picelli, Antonio Cieri,Gino Lucetti,tutti provenienti dall'ala combattentistica ed altrettanto "irriducibili" provenienti dall'ala intellettuale quali Camillo Berneri e Carlo Rosselli,di quest'ultimo son note le aspre critiche che porto',nel proseguio, alle posizioni aventiniane [4] ,che pero' da intellettuali "completi" capirono ed applicarono con coerenza la lotta armata.Ci furono anche personaggi discutibili quantomento per come oscillarono fra rivoluzione, avversione al fascismo ed ambigui avvicinamenti al fascismo stesso stesso quali Gabriele D'Annunzio[5] e Vittorio AmbrosiniIl primo,il poeta, ad esempio con la sua presa di posizione durissima di condanna dell'omicidio di Giacomo Matteotti e della guerra di Etiopia,che gli costarono il più ferreo controllo da parte dei servizi segreti fascisti (ultimamente son pubblicati corposi lavori sull'argomento),il secondo coi suoi fallimetari tentativi di avvicinare i fascisti del primo fascismo "sansepolcrista" al bolscevismo,personaggio che col suo gusto della trama e del doppiogiochismo,trovera' la morte,forse non naturale,denunciando connivenze nelle stragi di stato.Da tener in opportuno conto che attorno al 1935/36 il fascismo godeva di un certo consenso fra le masse grazie anche ai sistemi di controllo capillare ed allo sviluppo delle organizzazioni di massa sopratutto nello sport con,ad esempio la ristrutturazione delle societa' calcistiche a meta degli anni '20, per cui il noto appello del partito comunista ai "fratelli in camicia nera" non sortisce nessun effetto.Ben diversa era l'intuzione di Antonio Gramsci nel 1925 sul recupero dei "fascisti in buona fede",in quel momento vi era ancora una frangia fascista rivoluzionaria legata alle idee anticapitalistiche ed anticlericali del "primo fascismo" ,ne e' dimostrazione che diversi "sansepolcristi"passeranno all'antifascismo militante,inoltre vi erano frange militari assai ben addestrate che dopo aver partecipato a sommosse popolari erano su posizioni apertamente antifasciste così come diverse associazioni di reduci di guerra,ad es. la Lega Proletaria,per citarne una.Mentre invece quando il partito comunista lancia l'appello persino antifascisti del calibro di Vittorio Picelli,capo della Legione Proletaria Filippo Corridoni, che combatte fianco fianco con gli Arditi del Popolo nella difesa di Parma del 1922 (e fratello dell'irriducibile Guido Picelli,capo del direttorio degli Arditi del Popolo,che morira' combattendo contro il nemico di sempre in Spagna),parte per stanchezza ,parte per miseria riprende contatti con Benito Mussolini e va a combattere nella guerra di Etiopia.Questa situazione permetteva l'ingresso di provocatori,infiltrati dal fascismo,nel "fuoriustismo" favorendo e fomentando anche con fatti di sangue spaccature e contrasti interni,cosi' come ad alimentare spaccature era l'ormai dominio di Stalin nel panorama comunista,esempio ne e' il caso Pietro Tresso .Un altro filone dell'antifascismo italiano fra le due guerre e'stato quello derivante dall'Impresa di Fiume,con matrici nel mazzinianesimo ,irredentismo socialista e sindacalismo rivoluzionario come ideologia ed arditismo come provenienza militare fra questi si ricordano Alceste De Ambris,e piu' specificatamenteErcole Miani,Gabriele Foschiatti,che attraversano le due fasi dell'antifascismo.

Radici storico sociali dell'antifascismo[modifica | modifica wikitesto]

Un fatto facilmente accertabile storicamente è comunque che la base sociale,a parte capi militari ed intellettuali ben storicizzati,su cui si appoggio' e pote' svilupparsi sia il primo antifascismo,degli anni '20,quello con le spinte rivoluzionarie derivanti anche da un consono teatro internazionale,sia l'antifascismo fra le due guerre che l'ultima fase,quella della Resistenza,e' stata la classe operaia,esempio ne sono gli scioperi del marzo 1943 che determinarono la caduta del fascismo e gli scontri che continuarono in molte citta' anche dopo la presa del potere da parte del fascismo negli anni '20,Genova ad es..La classe operaia seppe esprimere personalita' sia a livello militare che intellettuale di altissimo livello come Umberto Marzocchi,Lorenzo Parodi,Giuseppe Di Vittorio,Ilio Barontini,Emilio Canzi per fare solo alcuni esempi,non potendo chiaramente citare quelli di nome meno risonante ma ben conosciuti localmente e di cui si trovano le storie negli archivi specifici.L'importanza sta comunque nella massa operaia e quindi,e sopratutto,in riferimento a quelli di cui non se ne ha memoria storica e che furono chiaramente la stragrande maggioranza.

Conflitti intestini all'antifascismo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di Spagna.
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra_di_Spagna § Rivoluzione_sociale.
Lo stesso argomento in dettaglio: Terra_e_libertà_(film).

Con la presa completa di potere da parte di Stalin e sopratutto in concomitanza della guerra di Spagna sia a livello italiano che internazionale si verifico' una frattura con risvolti assai cruenti fra le frange comuniste di osservanza moscovita e quelle che non accettavano questa impostazione che si posero grosso modo al fianco della frangia libertaria degli anarco comunisti e degli azionisti.Personaggi simbolo di questa frattura sono Camillo Berneri,Andreu Nin,Pietro Tresso,in tale situazione grandi personalita' dell'antifascismo quali Vittorio Vidali indomito combattente di osservanza moscovita e forse legato ai servizi segreti di Stalin e Pietro Tresso,altrettanto irriducibile antifascista contrario alla linea stalinista si trovarono sulle due sponde ormai opposte della comune lotta antifascista con tragiche conseguenze .La frattura pur con unità di combattimento contro i fascisti perdurera' durante la Resistenza ,la vicenda che di più rende evidente questo stato di cose durante la lotta partigiana è quella di Emilio Canzi,nome di battaglia "Ezio Franchi",comandante unico della XIII zona operativa dell'Appenino Tosco Emiliano,soprannominato il "colonello anarchico",che subi' anche un breve arresto da parte della frangia comunista di osservanza moscovita,nettamente maggioritaria fra i comunisti della Resistenza italiana (eccezion fatta per alcuni forti brigate di asservanza non moscovita come Bandiera Rossa Roma,e o la anarchiche Errico Malatesta-Bruzzi[6][7][8] di Milano,molto radicate sul territorio ma non a valenza nazionale).Emilio Canzi pote' ritornare al suo posto di comando proprio grazie all'appoggio dell'ala azionista.

Conflitti intestini all'antifascismo nel primo antifascismo anni '20[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Partito_Comunista_d'Italia_e_Arditi_del_Popolo.
Lo stesso argomento in dettaglio: L'Internazionale_e_gli_Arditi_del_Popolo.

La rottura cruenta ,di cui al paragrafo precedente,fra frangia comunista e frangia libertaria non appare assolutamente ,se non a livelli di impostazione teorica ,(cosa che comunque diede danni per la organizzazione militare strategica delle formazioni di difesa proletaria),nel primo antifascismo come traspare chiaramente ad es. dall'intervista a Francesco Leone,comunista,uno dei principali capi degli Arditi del Popolo di Vercelli,comandante partigiano di importanza nazionale,dichiarato Padre Costituente[9],sindacalista ed organizzatore delle lotte di emancipazione nel settore risiero.In tale intervista egli racconta come fu proprio una squadra di anarchici,operai,a coprire i suoi movimenti dopo che aveva partecipato ad un'azione durissima contro i fascisti ed era stato identificato,a sua insaputa ,la squadra anarchica lo seguiva di notte quando rincasava per protteggergli le spalle[10],per cui la situazione del capoverso precedente è nettamente collegabile all'ascesa e all'instaurarsi dello stalinismo .

breve confronto sociopolitico fra antifascismo anni '20 e periodo inerente Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

  • L' antifascismo degli anni 20' voleva una società più egualitaria, più avanzata socialmente di quella nata dalla Resistenza (ricordiamo la Carta del Carnaro,con tutti i limiti e le contraddizioni derivanti da una sua eventuale applicazione) e i tentativi di strutturazione di Soviet e/o governi libertari locali .Nella fase della Resistenza, anche se nata come moto antifascista spontaneo (spesso su posizioni di classe e con nucleo portante le formazioni della sinistra e comuniste nel particolare,ricordiamo che le brigate d'assalto Garibaldi furono una "filiazione" del partito comunista italiano)l'antifascismo fu gestito strategicamente dalla classi dirigenti che avevano ormai visto la sconfitta del fascismo,con l'entrata in guerra e/o nel periodo subito successivo per cui,(se vogliamo focalizzare il capitalismo italiano capi' molto bene il significato degli scioperi operai del 1943), per cui conseguentemente, ripresero la direzione della strutturazione della futura societa' postresistenziale "colludendo",a Liberazione avvenuta col principale partito della sinistra italiana (sia come adesione sia come organizzazione e che aveva pagato il maggior tributo di sangue nella Resistenza:il partito comunista italiano)che "doveva" comunque rispettare rigidamente situazioni internazionali di geopolitica in contrasto pieno con la formazione di una struttura sociale diversa , più progressista di quella capitalistica in Italia o semplicemente capitalista piu' progressista e per logica conseguenza in rottura con la logica dei blocchi internazionali contrappostiIn questa situazione i blocchi contrapposti e colludenti USA ed URSS ebbero grosso peso nell'autonomia dello sviluppo sociale italiano anche con pesanti interventi esterni a livello di intelligence.

Antifascismo ed ebrei [11][modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fascismo_e_questione_ebraica.

I rapporti del fascismo con la gente ebraica non fu solo di persecuzione,all'inizio dell'ascesa del duce si annovera fra i sottosegretari del governo di Mussolini Aldo Finzi e 4 dichiarati dal fascismo "eroi" in quanto morti combattendo negli anni '20 contro le formazioni di difesa proletaria,ancora nella marcia su roma e' presente un certo numero di fascisti ebrei;la stessa amante di Mussolini e che lo guido' anche nella gestione del potere ,Margherita Sarfatti,era ebrea.Cio' non toglie che l'adesione al fascismo da parte di ebrei interesso' sopratutto i ceti abbienti e non si arrivo' al 10% di isritti al fascio da parte di persone della gente ebraica.Il contributo della gente ebraica all'antifascismo,quasi esclusivamente nelle file sella sinistra,comunisti,socialisti ed azionisti fu assai rilevante basta citare 2 nomi simbolo Umberto Terracini e Carlo Rosselli ,comunista il primo azionista il secondo,nella Resistenza gli ebrei non fecero brigate italiane esclusive della loro gente ma combatterono nelle brigat partigiane ,sopratutto garibaldine e di Giustizia e Liberta'(azioniste).Caso particolare e' la Brigata Ebraica,di formazione internazionale come militi,non italiana,che in Italia combatte in Emilia Romagna.

Organizzazioni antifasciste ed alcuni nomi di personaggi di spicco[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni Gruppi locali in Italia

Antifascisti


vengono riportati personaggi molto noti dell'antifascismo,alcuni sopratutto perche' conosciuti dal grande pubblico e/o perche' il loro ruolo istituzionale richiedeva in quel momento storico una presa di posizione antinazi_fascista e di diversa nazionalita'.E' ovvio che fare un elenco che abbia una qualche valenza di priorita' di importanza del personaggio e' assurdo e storicamente sbagliato in quanto personaggi non presenti nell'elenco dal punto di vista di lotta pratica sia intellettuale che militare han avuto ben piu' importanza di taluni presenti nell'elenco qui riportato,oltre alla ovvieta' che un elenco esauriente e' numericamente impossibile.[20]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Approfondimento[modifica | modifica wikitesto]

«"Mai morti", di Renato Sarti, recitato da Bebo Storti, porta in scena gli orrori dei delitti della Decima Mas negli anni della repubblica di Salò, ricordando i nomi e il martirio di alcune delle vittime. La narrazione si spinge poi al dopoguerra, ricordando i legami che diversi esponenti della Decima Mas hanno conservato per decenni con gli ambienti dei servizi segreti deviati, entrando a vario titolo nelle inchieste su alcuni dei passaggi più oscuri e torbidi della vita della Repubblica»

cd liberamente scaricabile da [8]

«Due partigiani fiorentini, delle Brigate Garibaldine che liberarono Firenze l'11 agosto del 1944, raccontano la loro formazione politica, i loro ideali, la lotta di liberazione e il dopoguerra. "Gianni" commissario politico di una brigata che lui stesso aveva contribuito a far nascere e sviluppare "Foco" allora giovanissimo combattente»

cd liberamente scaricabile da

[9]

  • indice di pagna contenente liberamente scaticabili anche molti cd su storia antifascismo con memorie parlate di storici e protagonisti [10]
  • Nicola Tranfaglia [30];ALLE ORIGINI DELLA REPUBBLICA l’Italia nei documenti dei Servizi Segreti Americani

[11]

La persecuzione nazifascista dei testimoni di Geova a cura di Raffaella Franzosi

corpi di polizia e repressione della lotta antifascista[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Villa_Triste.

Per il periodo fra le due guerre e' utile come prefazione un commento chiarificatore dal sito del ministero dell'interno proprio dal ministero dell'interno

«Emblematica della commistione di ruoli tra Milizia, polizia e Ceka e dell'esistenza quindi di strutture "parallele" a quelle ufficiali, era la circostanza che De Bono, primo capo della Polizia fascista, fosse al tempo stesso comandante della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale

Le premesse quindi alla completa fascistizzazione dei corpi e organi di repressione dello stato sotto il regime fascista son nettamente chiarite dal discorso di Benito Mussolini di Mussolini [31] Mussolini non poteva fidarsi appieno ne' dell'esercito nel quale vi era state grosse ribellioni al fianco dei sovversivi (Arditi di Trieste ed i successivi Arditi del Popolo (dove conflui' l'ala anarco-bolscevico-sovversiva degli Arditi e della legione di Fiume),Bersaglieri di Ancona,il famigliarizzare fra soldati e rivoltosi nella difesa di Parma del 1922) .Ne' poteva altresi' fidarsi delle associazioni di reduci e dei loro legami con settori militari, in cui vi erano personalita' monarchiche antifasciste ne' ancora di Pietro Badoglio[32]ANPI],l'"eterno" intoccabile sotto qualunque regime,(anche per meriti di rispetto reciproco con la truppa),che chiese al re di smantellare a cannonate i facinorosi che marciavano su Roma,la sua adesione al fascismo fu causata dalla sua fame di quattrini ben nota,aveva due stipendi,unico caso nella storia d'Italia come capo dell'eswercito e come ministro della guerra e dopo il 1943 ripassera' tranquillamente dall'altra parte nuovamente.

Nello specifico dei carabinieri,che si erano distinti gia' per le collusioni con gli squadristi,e questo era nella logica dello scontro sociale del tempo,in quanto le prime formazioni antifascistenon si sarebbero accontentate di battere il fascismo rampante ma avrebbero anche abbattuto la monarchia,( conD'Annunzio e parte dei legionari di fiume in "testa" nell'ottica antimonarchica ).I carabinieri sono corpo notoriamente fedele alla monarchia e lo dimostreranno anche le frange che aderiranno alla Resistenza dopo il 1943 ;a parte qualche raro caso in cui la matrice non e'ideologica,vedi Brigata Partigiana Stella Rossa,in cui pue assalendo caserme dei carabinieri per armarsi e/o "difesa preventiva"aveva al suo interno come combattenti 2 carabinieri che avevano dissertato per passare alla lotta partigiana.

la citazione che segue dimostra quanto Mussolini riusci' a rendere efficace quando aveva programmato da Fascismo e questione ebraica#Persecuzioni e resistenza ebraica nel periodo bellico

«Ma si macchiano di complicita' con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive Renzo De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacita'"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorita' italiane.»

ma il discorso piu' eclattante e' fatto sul sito stesso dell'arma dei carbinieri dal sito dell'arma dei carabinieri

«Ai Carabinieri sono affidate anche mansioni ingrate come la repressione del dissenso politico e lo sviluppo di un imponente sistema di spionaggio interno. Dal 1931 al 1938 partono 3.940 proposte di assegnazione al confine, 4.468 proposte di ammonizione sempre per motivi politici»

.

Dimostrando un'efficienza,sempre a detta dell'arma,superiore agli altri corpi di repressione,che agivano in campo legale della repressione antifascista,tralasciando quindi i compiti assegnati a gruppi speciali come fu il caso dell'omicidio di Carlo Rosselli e di Lea Schiavi,ad esempio da ANPI

«Nei pressi della cittadina francese, i due fratelli cadono nell'agguato teso loro da alcuni sicari del gruppo filofascista La Cagoule e sono massacrati a colpi di arma da fuoco e coltellate; mandanti del duplice omicidio, Mussolini e suo genero Galeazzo Ciano, alcuni ufficiali del SIM (Servizio Informazioni Militari), come ha provato l'istruttoria giudiziaria condotta a Roma nel 1944-45»

.

da storia '900 a cura di Mimmo Franzinelli

«Il metodo utilizzato contro Lea Schiavi ricorda il complotto ordito nel 1937 nell'ambito del Ministero degli Esteri (Galeazzo Ciano) e del Sim (il colonnello dei carabinieri Santo Emanuele) per togliere di mezzo Carlo Rosselli, attraverso il braccio armato di una banda paramilitare francese. Anche in quel caso, subito dopo l'assassinio, fonti fasciste tirano in campo inesistenti responsabilità sovietiche12»

,in cui e' implicato il il colonnello dei carabinieri Santo Emanuele.

«Tra i personaggi più influenti nel campo delle operazioni internazionali spicca la figura del colonnello dei carabinieri Ugo Luca, veterano nel campo delle operazioni coperte, attivo sin dalla grande guerra nei servizi speciali e specialista del Medio Oriente.»

«Profondamente turbata dalla visione delle persecuzioni razziali, decide di opporsi, per quanto le è possibile, alla guerra dell'Asse. A Bucarest conosce l'americano Winston Burdett, corrispondente della Columbia Broadcasing Corporation, col quale si fidanza e avvia un'attività informativa in favore degli angloamericani.»

«La donna lavora per la Transradio Press, con lo spirito di una combattente contro i nazifascisti; attivista del Movimento Libera Italia (Free Italy Movement), ne diviene propagandista nei circoli dell'emigrazione»

«Il Sim accredita (per l'omicidio di Lea Schiavi) una matrice sovietica, ma le autorità russe smentiscono categoricamente ogni loro coinvolgimento. Prende forza la tesi dei mandanti italiani, ovvero del controspionaggio in combutta con elementi della rappresentanza diplomatica di Ankara: il principale indiziato è il colonnello Ugo Luca, "addetto commerciale" dell'ambasciata d'Italia in Turchia. Il 21 aprile 1945 Burdett si reca a Roma e denunzia alla magistratura l'ufficiale dei carabinieri; costui, alla presenza del funzionario dell'ambasciata di Ankara Lauro Laurenti, avrebbe "per ben due volte dichiarato che egli era personalmente responsabile per avere, in seguito ad istruzioni pervenutegli da Roma, organizzato l'assassinio di Lea Schiavi, notoria antifascista»

Centro Imolese Documentazione Resistenza Antifascista e storia contemporanea

«grazie pure all’utilizzo dei sistemi di comunicazione, allora rappresentati da radio e giornali. Tuttavia di fronte al levigato linguaggio burocratico con cui prefetti, questori, podestà, carabinieri, direttori didattici, presidi e semplici impiegati pubblici trattavano le pratiche razziali, si avverte un senso di disagio, acuito dal fatto che solo una manciata di decenni ci separa da quel periodo.»

altre collusioni traspaiono assai chiaramente dal seguente scritto [33]

Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia l'inchiesta fu proprio iniziata da Giacomo Matteotti,di cui il sottostante e' un brano da lui scritto

«Un altro tenente dei carabinieri che finge di contenere le spedizioni facinorose è un noto amico di organizzatori fascisti e fu udito prendere accordi con loro dentro i locali di un pubblico ufficio. Il comandante dei carabinieri agisce spesso a rovescio delle istruzioni prefettizie. Il brigadiere di Pincara, ove è stato compiuto l'assassinio durante la notte, mangia, beve, canta e spara coi fascisti. A Loreo i fascisti su di una strada assaltarono un povero disgraziato, lo picchiarono e poi si presentarono al comando dei carabinieri dichiarando di avergli sequestrata una rivoltella. I carabinieri, invece di arrestare coloro che lo avevano picchiato e assalito e perquisito, sostituendosi se mai alla pubblica autorità, arrestarono lo stesso disgraziato e insultato. Sono metodi e sistemi che hanno perfino meravigliato l'autorità politica. Perciò la mia interrogazione era diretta al ministro della guerra, troppe volle assente in questi banchi della Camera, per sentire le sue responsabilità. Ho detto che il sottoprefetto era avvisato della presenza dei fascisti in Adria, e la notte che andarono a prendere nella sua casa il Presidente della Deputazione Provinciale, i carabinieri perciò appunto dormivano profondamente e non udirono nulla, mentre per due o tre ore in città si udirono spari, inseguimenti, rumori. Nessun carabiniere apparve se non alle 4,40 del mattino, quando, come nell'episodio dei "Maestri Cantori", i ladri e gli assassini erano scappati, la luna sorgeva e tutto era ritornato in tranquillità. Fino a questo si arriva : che, mentre lo chaufeur che ha condotto l'automobile assassina di Pincara ha deposto e indicato persone; mentre è noto chi montava l'automobile chi la pagò, chi andò a compiere l'assassinio, il procuratore del re, ancora dopo parecchi giorni, mi dichiarava che non sapeva nulla, e che egli non ha l'abitudine di leggere i giornali.

"La viltà è un atto d'eroismo" Qui non si tratta di fatti singoli, di piccola polizia..... Ma qui si tratta piuttosto di riconoscere una organizzazione, una associazione a delinquere, la quale si vanta nei giornali, con manifesti, vistati dalle vostre autorità, che minacciano di morte determinate persone, di organizzare queste spedizioni e queste rappresaglie.....(sempre organizzazione a delinquere)...., lasciate intatta. . Se avviene mai che qualche avversario sia bastonato, allora sono arrestati i capilega, il Sindaco, gli Assessori..... .....la stampa tace sugli avvenimenti della provincia di Rovigo..... che anche la viltà è un dovere, un atto di eroisno.....più oltre tacere ai nostri che la disciplina può segnare la loro morte..... che si lascino uccidere ad uno ad uno, sgozzare uno per uno, per amore della nostra disciplina..... Voi del Governo assistete inerti o complici. Noi non deploriamo più.....la Camera è avvertita»

La situazione del periodo si puo' trarre anche da un'intervista a Giuseppe Di Vittorio dalla vita di Giuseppe Di Vittorio a cura di Felice Chilanti

«non bastava piu' contro di loro la testimonianza del padrone, sacra fino a quel giorno per i marescialli dei carabinieri e spesso per i giudici del tribunale; e non erano piu' soli a difendersi, con le testimonianze della povera gente che i marescialli dei carabinieri e spesso i giudici del tribunale consideravano prive di ogni valore giudiziario nei confronti della testimonianza del padrone che era necessariamente la "verita'".»

ma il discorso piu' eclattante e' fatto sul sito stesso dell'arma dei carbinieri dal sito dell'arma dei carabinieri

«Ai Carabinieri sono affidate anche mansioni ingrate come la repressione del dissenso politico e lo sviluppo di un imponente sistema di spionaggio interno. Dal 1931 al 1938 partono 3.940 proposte di assegnazione al confine, 4.468 proposte di ammonizione sempre per motivi politici»

.

ovvero i carabinieri dimostrano un'efficienza per "l'ingrato compito" superiore alla pubblica sicurezza che ammettono sul sito stesso,pur sottolineando,ad onor del vero,per confronto, che nella Resistenza di appartenenti alla pubblica sicurezza non ve ne furono e/o non se ne ha conoscenza.Sono parte a se' gli epurati nella prima fase del fascismo ed il povero Giovanni Palatucci molto probabilmente tradito e venduto ai nazifascisti dai suoi zelanti colleghi,come si evince dalla sua storia,(che fra l'atro con la Resistenza aveva solo contatti per essere aiuatato nel suo umanissimo lavoro di protezione della gente ebraica)mentre i carabinieri,in modo molto minoritario rispetto alla loro consistenza,parteciparono .Il corpo di polizia svilupatissimo durante il fascismo anzi annoverera' al suo interno le piu' tristemente note bande di torturatori (che operavano nelle altrettanto tristemente note ville tristi):erano affigliate alle pubblica sicurezza,dalla banda Koch,il cui capo fu appuno eliminato dai carabinieri, alla banda Collotti ed alla banda Carita' ai torturatori della Casa dello studente di Genova .Quindi del tristemente noto a Genova prefetto Carlo Emanuele Basile con i suoi "editti" di deportazione in di operai e tecnici in Germania,questo avra' ancora spazio anche nel dopoguerra,vedere paragrafo da [ANPI].[34]


Per quanto riguarda l'avvento del fascismo son ben chiari sempre dal sito dell'arma dei carabinieri

«per quanto riguarda la marcia su Roma:Nonostante le precedenti acquiescenze e connivenze, le forze armate (e i Carabinieri in primo luogo) avrebbero eseguito l'ordine del re. Quattro fucilate avrebbero riprodotto in grande il miracolo di Sarzana ed avrebbero risparmiato molti lutti»

.

mentre per l'enorme astuzia del duce

sempre dal sito dei carbinieri

«per quanto riguarda il colpo di mano di Mussolini

Il colpo di Stato mussoliniano è da manuale: infiltrazione graduale di apparati statali con simpatizzanti; creazione di un movimento politico; riuscita dimostrazione di forza; progressiva e rapida occupazione dello Stato. Nessuno spargimento di sangue, paralisi della classe dirigente, neutralità dei reparti non amici, cattura dell'opinione pubblica. Nei mesi seguenti viene operata la fascistizzazione della vita pubblica e privata dell'Italia in un crescendo di leggi liberticide e sempre più invadenti.»

ed ancora

da sito arma carabinieri

«Ma mano a mano che il regime venne affermandosi, quei progetti che erano tesi a creare una polizia al servizio del partito (fascista) e delle autorità si fecero palesi. All'inizio della sua scalata al potere, pur affidando alla sola Arma dei Carabinieri il servizio di polizia, sciogliendo la "Guardia Regia" e facendo confluire nell'Arma il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e i 12.000 uomini del "Ruolo Specializzato" - regio decreto 31 dicembre 1922 - il fascismo preparò l'attuazione di tale disegno.»

Sempre dal sito dell'arma si trae anche un'informazione su come pezzi della chiesa si diedero da fare in modo militare contro il sovvertivismo: da sito carabinieri

«Il fenomeno della reazione armata all'insurrezionalismo "rosso" fu spontaneo. L'idea di aggregarsi per reagire non nacque dai "Fasci". All'inizio del 1919 il cardinale di Milano, Andrea Carlo Ferrari, formò un gruppo di giovani ardimentosi che prese il nome di Avanguardia Cattolica. Il motto "O Cristo o morte" dava la misura della drammaticità della situazione, specie nel milanese, roccaforte socialista. A partire dall'autunno del 1920, nacquero le Squadre d'Azione dei Fasci. Lo squadrismo, scrive Francesco Perfetti, «fu un fenomeno a sé, che pesò in maniera determinante sul fascismo e sul suo sviluppo, anche per una acquisita dimensione mitica». Roberto Vivarelli così ne descrive la composizione: «...nelle prime formazioni squadriste erano certamente confluiti uomini ai margini della delinquenza, avventurieri... di questa componente i Fasci manterranno a lungo il segno e, tuttavia, essa diventerà, ben presto, secondaria... L'obiettivo che i Fasci si prefissero fu quello di una sistematica occupazione del territorio, spazzando via le forze avversarie, organizzazioni sindacali e amministrazioni locali, attraverso incursioni (spedizioni punitive) che miravano alla devastazione di sedi e all'intimidazione. Tutto ciò era in gran parte il frutto di uno spontaneo consenso, che accompagnò il sorgere della reazione fascista per più di una ragione...».»

anche la situazione in colonia era di repressione di qualunque ideologia non conforme al fascismo

da triangolo viola

«1925 - INIZIO ATTACCHI REPRESSIVI DEL REGIME FASCISTA AGLI STUDENTI BIBLICI

Dal gennaio 1925, il potere di Mussolini era ormai ben saldo e il processo di fascistizzazione delle istituzioni e della società in quest'anno, si delineava in maniera netta, più che prima. Una delle prime preoccupazioni del Duce, fu quello del riassetto delle forze di polizia e più in generale dei corpi armati.

Nel campo delle forze di Polizia (qui quello che ora più ci interessa) si avvertì l'esigenza di creare uno strumento proprio che fosse fedele allo Stato fascista piuttosto che allo Stato di diritto e che si caratterizzasse come un corpo esclusivamente poliziesco repressivo. L'arma dei carabinieri aveva ben svolto un ruolo repressivo durante tre anni di transizione, ma dalla polizia il fascismo voleva molto di più: una presenza effettiva capillare nella società, il controllo totale della vita pubblica e privata di tutti i cittadini. Non solo repressione, quindi, ma anche vigilanza di prevenzione. Per raggiungere quest'obiettivo era necessario un corpo alle dirette dipendenze del Ministro dell' Interno, (di Mussolini, quindi, che ricoprì ad Interim la carica una prima volta dal 31.12.1922 al 17.6.1924 [dal 17.6.1924 al 6.11.1926 il dicastero venne retto da Luigi Federzoni] e una seconda la più lunga e la più importante dal 6.11.1926 al 25.7.1943 quando fu arrestato) che avesse notevole celerità e mobilità nell'intervento.»

da comune di Cigognola

«Le squadre fasciste avevano armi, mezzi di trasporto, il tacito consenso di Carabinieri e Polizia per cui fu possibile per loro avere il sopravvento anche sui lavoratori più sovversivi come lo erano i contadini dell'Oltrepò Pavese ...»

C'e' da aggiungere un certo numero di campi concentramento italiani retti o con partecipazione di carabinieri particolare importanza ha il periodo dei campi ci concentramento italiani.Da Wikipedia si evince che ben 8 campi di concentramento fascisti e/o nazifascisti son retti da carabinieri

Nome del campo Città Tipo di campo Tipologia di internati internati (stima) Campo istituito da Direttori Operatività
Zlarino Zara_(Croazia)

Dalmazia (oggi in Croazia)

Lager per

rastrellati politici e loro familiari

Civili 1652* Ministero dell'Interno Comandante della 173° Sezione Regi Carabinieri

della Divisione "Eugenio di Savoia", in seguito il Tenente Colonnello Umberto Ransava

Marzo 1943

15 giugno 1943

Arbe Fiume (Croazia)

Dalmazia (oggi in Croazia)

Lager Civili uomini, donne, bambini, ebrei (internamento protettivo) 6577* Ministero dell'Interno Colonnello dei Carabinieri

Vincenzo Cuiuli

Giugno 1942

17 settembre 1943

Fertilia Sassari,

[ [Sardegna]]

Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili, per lo più croati 300 Ministero dell'Interno Arma dei Carabinieri Gennaio 1943, Agosto1943
Monigo Treviso

Veneto

Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili jugoslavi 3464* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello dei Carabinieri

Alfredo Anceschi aiutato dal Capitano Eliseo Signorini

2 luglio

1942 8 settembre 1943

Gonars Udine,Friuli Venezia Giulia Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili jugoslavi 6500* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello Eugenio Vicedomini, Cesare Marioni, Ignazio

Fragapane, Gustavo De Dominicis, Arturo Macchi

carabinieri

Ottobre,1941,19 ottobre

ottobre 1943

Visco Udine,Friuli Venezia Giulia Lager per

slavi dell'internamento civile parallelo

Civili jugoslavi 3272* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello dei Carabinieri

Salvatore Bonofiglio

Gennaio 1943

11 settembre settembre,1943

Fabriano Ancona

Marche

Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche

pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi

90 Ministero dell'Interno funzionario di pubblica sicurezza Antonio Vecchio,

"sorvegliato" dai Carabinieri

Settembre

1940 aprile 1944

sito dedicato memoria campo di concentramento di Gonars Udine

Il campo di concentramento di Gonars Udine

«C’erano in questo campo 4000 persone, che in maggio, come risulta sempre da questi documenti della Censura, erano stati picchiati dai carabinieri con "botte da orbi" perché "quando hanno saputo che abbiamo perso la Tunisia, si sono messi tutti a gridare "Viva la Russia"".»

testimonianza di Slavko Malnar

«La situazione più difficile e vergognosa è stata quando dovevamo tutti assieme spogliarci nudi per la doccia; non osavo alzare gli occhi da terra. Posso solo immaginare come fosse penoso per le mamme e gli altri adulti. Le ragazze provavano a tenere le mutandine, ma i carabinieri gliele strappavano di dosso. Alla doccia seguente non c’era più bisogno perché quelle strappate erano l’unico paio che avevano avuto.»

nella lista di quelli con partecipazione carabinieri manca Campagna ,Salerno CAMPO DI S. BARTOLOMEO CAMPO DELLA CONCEZIONE da istituto Palatucci

«L’8 giugno erano già dislocati a Campagna - per svolgere il servizio di vigilanza – 12 carabinieri, di cui due sottufficiali, e 15 agenti di Pubblica Sicurezza, compreso un sottufficiale ed escluso il funzionario che non era ancora giunto da Lampedusa.»

«Con un telegramma datato 8 settembre 1939 l’allora Prefetto Bianchi, pur facendo presente al Ministero dell’Interno che esistevano diverse località idonee alla costituzione di colonie per confinati comuni nella provincia di Salerno, propose Campagna»

anche a Sassoferrato i reclusi erano "affidati" ai carabinieri che non risultano in relazione al campo comunque presente da israele urbis sassoferrato

«La maggior parte degli internati, come si evince dalla corrispondenza, era definita "allogena" della Venezia Giulia (di altra stirpe diversa dallo Stato Nazionale in cui si trova) ed alcuni sono stati utilizzati per la realizzazione dell'acquedotto di Arcevia. La vigilanza dei Campo era stata affidata ad una postazione fissa di Carabinieri (4 carabinieri piu' un sottufficiale).»

Passando piu' approfonditamente al periodo bellico

per cominciare e' sempre valida la citazione che illustra sia fine periodo prebellico che bellico e dovuta tratta dai lavori di Renzo De Felice da Fascismo e questione ebraica#Persecuzioni e resistenza ebraica nel periodo bellico

«Ma si macchiano di complicita' con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive Renzo De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacita'"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorita' italiane.»

lager toscani dimenticati

«Lo storico Enzo Collotti sta per pubblicare due volumi con il contributo della Regione Lager toscani dimenticati "Gli ebrei erano raccolti qui" Nuovi sorprendenti studi sulla Shoah "C´erano campi a Bagno a Ripoli, Civitella e altri. Ma se ne parla poco. Nella delazione decisivo il ruolo dei carabinieri"»

«Ma le delazioni furono tantissime, e determinante fu la collaborazione delle tenenze dei carabinieri. Questo è un dato che mi preme sottolineare, anche per sfatare la favola sull´atteggiamento degli italiani nei confronti prima delle leggi razziali, poi delle deportazioni.»

«un altro elemento di novità di questo lavoro è l´attribuzione della maggior parte degli arresti ai repubblichini e alle forze dell´ordine italiane»

da sito ANPI

«Lo storico tedesco Gerhard Schreiber, nel suo ultimo lavoro, riconduce gli eccidi nazisti nel Sud al rancore accumulato contro gli italiani dopo il "tradimento" del 25 luglio, sottolineando le gravi responsabilita' non solo delle SS ma anche degli ufficiali dell’esercito regolare tedesco, che agirono per "spirito di vendetta". Ma la colpa non fu solo dei tedeschi. In uno studio sulla Resistenza nel Sud, uscito di recente, Aldo De Jaco documenta che anche alcuni ufficiali e carabinieri italiani favorirono la politica delle stragi oppure non vi si opposero in alcun modo.»

Aldo de Jaco, la Resistenza al sud nel 1943

da Wikipedia Fascismo e questione ebraica

«Lo storico Renzo De Felice, riferendosi indistintamente a carabinieri e polizia e loro gerarchie, scrisse: Collabora «Alcune prefetture e comandi ci mettono uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità, nel collaborare con i nazisti.»»

Carabinieri caccia ai partigiani da associazioni.prato

«03/01/1944 - A Valibona, 18 partigiani capeggiati da Lanciotto Ballerini vengono accerchiati nella notte da un reparto della Guardia Nazionale Repubblicana di Prato che agisce insieme a dei fascisti e ai Carabinieri di Calenzano. Scoppia a un combattimento che porta a un vero e proprio massacro, con successive rappresaglie fasciste sulla popolazione locale»

tornando al problema ebraico di Carlo Spartaco Capogreco DA STORIA CONTEMPORANEA Anno XXII, Agosto 1991 IL MULINO EDITORE

«La retata degli arresti venne messa in atto dalla polizia e dai carabinieri delle grandi citta', dove in genere gli ebrei stra- nieri risiedevano. Gli agenti, dopo aver notificato il provvedimento - che il piu' delle volte non era neppure scritto, ma comunicato a voce - conducevano i malcapitati nelle guardine delle varie questure e quindi, dopo ore ed ore di attesa trascorse senza cibo, li avviavano nelle carceri. Nelle celle gli ebrei vivevano in condizioni igieniche terribili, ma il loro tor- mento maggiore era il timore di vedersi riconsegnare alle autorita' naziste.»

saggio di Spartaco Capogreco sui campi di concentramento italiani da ANPI

libri di capogrossi su tematica campi concentramento italiani:

  • I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943) Carlo Spartaco Capogreco

Einaudi 2004

  • Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere 1ª ed. Italiano

Carlo Spartaco Capogreco Mursia 2003

ed ancora lager italiani sempre dal lavoro di Spartaco Capogreco

«I campi di concentramento italiani sottoposti all'autorità civile, tra il giugno del 1940 e l'agosto del 1943, furono complessivamente una cinquantina. La loro direzione era affidata a un commissario o a un maresciallo di pubblica sicurezza, oppure al locale podestà, coadiuvato da carabinieri, questurini o militi fascisti.»

«(prima c'e' un raffronto con i lager nazisti,nota dello scrivente)Questo non deve farci dimenticare che il regime fascista praticò fin dal 1938 una politica autonoma antiebraica e che dal 1943 al 1945 il fascismo repubblicano di Salò attuò procedure di arresto e concentramento che portano allo sterminio di oltre ottomila ebrei.»

come gia' visto nello specifico da Lista dei campi per l'internamento civile nell'Italia Fascista si trae che ben 8 su 50 erano diretti e/o affidati a carabinieri,da cui si evince che una buona quota di carabinieri ritenuti ben fedeli al fascismo era presente nell'arma e non semplicemente carabinieri "sopportanti"il regime per dovere ed esigenza di "lavoro" ,relativamente per i tempi,ben remunerato e rispettato.

il dopo seconda guerra mondiale e l'antifascismo in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fernando_Tambroni § I_fatti_di_Genova.

Alcuni avvenimenti che ebbero risonanza nazionale,se non mondiale,avvennero in Italia dopo la seconda guerra mondiale,fra tale avvenimenti uno di particolare importanza e' l'insurrezione di Genova del 30 Giugno 1960 [35] da :

«Tambroni fece appello al patriottismo dell'aula, chiedendo un voto d'attesa, ed effettivamente la spaccatura risultò evidente in quanto furono determinanti i voti di ventiquattro missini e quattro indipendenti di destra, con il responso finale di 300 sì e 293 no. genti forze di polizia nella città ligure.»

«Gli agenti cominciarono allora il carosello delle vetture, e lanciarono alcuni lacrimogeni; presto i manifestanti attaccarono duramente gli agenti delle camionette della celere, lanciando sempre più corpi contundenti, ma con l'aggiunta di "bombe lacrimogene", imbastendo "una barricata" con gli arredi del bar e quelli urbani»

Queste citazioni dalla voce su Wikipedia mettono in risalto il clima infuocato di quei giorni

Inoltre chi aveva inasprito oltremisura gli animi degli antifascisti genovesi era il fatto che a presiedere il congresso del MSI sarebbe stato l'ex prefetto Carlo Emanuale Basile,prefetto a Genova e collaboratore dei nazisti nel periodo in cui avvenivano le toryure alla casa dello studente di Genova,riportiamo per conoscenza uno stralcio di un "editto" di tale prefetto dal titolo:Le misure delle autorità in caso di sciopero bianco o di allontanamento dal lavoro

«Lavoratori,

c’è un vecchio proverbio che dice: Uomo avvisato è mezzo salvato. Vi avverto che qualora crediate che uno sciopero bianco possa essere preso dall’Autorità come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta.

Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente, e cioè dopo poche ore, inviato, non in germania, dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata , ma nei campi di concetramento dell’estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria: di una Vittoria da cui dipende la redenzione della nostra Patria disonorata non dal suo popolo eroico ma dal tradimento di pochi indegni.1° marzo 1944, Genova;Il capo della Provincia Carlo Emanuele Basile»

ANPI Marassi, documentazione su Resistenza.

Alle manifestazioni erano presenti Sandro Pertini,che tenne un comizio,Ferruccio Parri,comandante delle brigate partigiane Giustizia e liberta',che inoltre diresse il Comitato di liberazione nazionale per l'Alta Italia (CLNAI) e coordinò il comando unificato partigiano, o Corpo Volontari della Libertà e dopo la Liberazione Parri fu Presidente del Consiglio dei Ministri ,oltre ad altri noti uomini politici ed ex capi partigiani.

E' ovvio che la scelta di Basile a presiedere il congreso del MSI proprio a Genova,citta' medaglia d'oro della Resistenza,ancor con la memoria che aveva la citta' di Basile non fu casuale.

«.....quando il 25 aprile i soldati dell’esercito tedesco si sono arresi all’operaio Remo Scappini; il 30 giugno del 1960 quando la città, medaglia d’oro per la Resistenza, è stata protagonista della protesta popolare contro lo svolgimento del Congresso dell’allora MSI, alla presenza dall’ex prefetto Basile (quello delle torture alla Casa dello Studente).....C.G.I.L. Liguria»

.Dopo gli scontri di Genova fra antifascisti ed i reparti della polizia denominata celere Genova la citta' fu praticamente in mano ai manifestanti e il congresso del MSI non si tenne, mentre delegati furono scortati dai carabinieri dall'hotel Bristol alla stazione centrale, dove erano attesi da un convoglio speciale.La manifestazione antifascista di Genova fu l'innesco di una situazione di manifestazioni in molte parti d'Italiacon scontri e morti fra i manifestanti,5 a Reggio Emilia,ma l'ipotesi di un governo con i neofascisti del MSI cadde definitivamente affossata anche,e pesantemente ,da altre componenti politiche del governo stesso.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicola Tranfaglia Fascismi e modernizzazione in Europa
  • Nicola Tranfaglia Un passato scomodo. Fascismo e postfascismo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ alcuni libri di Ivan Fuschini
  2. ^ monumento
  3. ^

    «Quando nella primavera del 1945 l'insurrezione dilaga in tutto il Nord Italia, gli anarchici, già protagonisti nei primi anni Venti della resistenza popolare a uno squadrismo che sta per farsi regime, poi del confino, dell'esilio e della rivoluzione spagnola, sono ancora una volta armi in pugno contro il fascismo. Dopo l'8 settembre 1943 in tutto il centro-nord si costituiscono le prime bande, poi diventate formazioni autonome in alcune aree o parte integrante delle organizzazioni partigiane costituite dalle varie forze antifasciste

    Gli anarchici nella Resistenza a cura della Fondazione Anna Kuliscioff (Milano) in collaborazione con ilCentro Studi Libertari/Archivio Giuseppe Pinelli (Mi)»

    tale situazinone viene commentata dallo storico e da testimonianze di comandanti partigiani,nel CD liberamente scaricabile all'indirizzo *gli anarchici e la Resistenza.

  4. ^ [1] Rosselli e l'Aventino

    «Il giorno che il filo sarà tagliato, l'opposizione - quella opposizione - sarà liquidata. Essa sconterà così per anni il passivismo mostrato durante la marcia su Roma. Abbiamo preso molto in giro Mussolini perché, mentre i fascisti marciavano allegramente su Roma, se ne stava a Milano. Ma che cosa stavano a fare i deputati della sinistra a Roma? Tra il girare nei corridori attendendo il decreto di stato d'assedio e l'andare nel paese a organizzare la resistenza, era meglio andare nel paese. E a Roma, oltre Montecitorio, c'era San Lorenzo, dove il popolo si batteva; ma nessuno o quasi se ne ricordò in quei giorni»

    .....

    «Essi, che concepivano la rivoluzione sotto la forma di dimissioni di due ministri militari, giudicarono quel discorso l'ultimo disperato tentativo di salvataggio di un uomo ormai liquidato di cui non valeva la pena di occuparsi. E attesero i decreti di villa Ada. Ve ne sono che attendono ancora. Fu questo il miracolismo dell'Aventino»

    .....(quaderni di Giustizia e Libertà, 8 giugno 1934),San Lorenzo e' stato epicentro come altri quartieri romani,Testaccio ad esempio, di epiche lotte contro gli squadristi fascisti da VivisanLorenzo
  5. ^

    «La "piovra" che ha avviluppato Silone avvolse nei suoi tentacoli, come vittima, un personaggio illustre: Gabriele D'Annunzio. Il Duce non si fidava del Vate, anzi lo vedeva come un possibile antagonista, "fascista per convenienza, antifascista (o, meglio, a-fascista) per implicita convinzione", al punto di dire di lui:"D'Annunzio è il dente cariato d'Italia: o strapparlo o ricoprirlo d'oro".»

    da recensione su D'Annunzio e la piovra fascista di Roberto Festorazzi,E' così che il poeta divenne "l'uomo più controllato d'Italia", come scrive nelle sue memorie il Federale di Brescia, Giovanni Comini,
  6. ^ anarchici e Resistenza testimonianze su Cd commentate da storico
  7. ^ breve sintesi scritta su anarchici e Resistenza
  8. ^ saggio di Guido Barroero sull'apporto degli anarchici nella Resistenza a Genova
  9. ^ Elenco riportato dal segretario generale della camera Grisolia:la Costituzione della Repubblica nei lavori preparativi dell'assemblea costituente,Roma 1970,Vol I-VIII
  10. ^

    «.....Vedi, c'era un gruppo di anarchici. Qui c'era stato Luigi Galleani, che era stato in America e per un certo periodo poi era stato anche qui. Anzi, io credo che questo gruppo di anarchici si chiamasse il gruppo Galleani. E questo gruppo era composto da elementi molto decisi, molto decisi. Ricordo, per esempio, dopo quella lotta lì con i fascisti, io son sempre uscito tutte le sere, nonostante che ci fossero sempre scontri, una volta mi hanno anche sparato da un viale: a pochi metri di distanza non m'hanno preso. Ebbene, questi anarchici, a mia insaputa, dopo questo atto, si distribuivano la notte nei giardini proprio a mia difesa, senza che io neanche lo sapessi.....»

    intervista rilasciata a Cesare Birmani storico e studioso antifascismo
  11. ^ da ANPI
  12. ^ [ http://www.romacivica.net/anpiroma/Resistenza/resistenzaeuro9.htm da ANPI]
  13. ^ un episodio della Resistenza danese
  14. ^ rivolta ghetto Vilnius
  15. ^ approndimento da ANPI [2]
  16. ^ da ANPI
  17. ^ Nello stesso anno 5.000 tedeschi accorsero in Spagna in difesa della Repubblica contro il colpo di stato del generale Franco: il battaglione Thaelmann ed il battaglione Andrè ( un belga iscritto al partito comunista tedesco e condannato a morte da un tribunale nazista ) si coprirono di gloria. Più di duemila tedeschi morirono combattendo per la libertà della Spagna.da ANPI
  18. ^ da alleanza cattolica
  19. ^ storia novecento
  20. ^ nel particolare con riferimento ad Winston Churchill: da da Carteggio segreto Mussolini Churchill di Fabio Andriola direaatore di Storia in rete presente anche e riportato come tema di una trasmissione su RAI 2

    «Il libro era atteso. Si tratta infatti di una riedizione completamente rivista, ampliata, arricchita di nuovi documenti e perfezionata, di un successo decennale di Andriola, quel Carteggio segreto pubblicato nel 1996 da Piemme che per primo ricostruì l’allora misterioso (e ora non più) scambio di lettere tra i capi delle due nazioni europee in guerra. Tra Churchill e Mussolini non esisteva certo l’odio che esisteva tra Churchill e Hitler. Mentre tra costoro non esisteva alcuna possibilità d’intesa, tra il premier britannico e il capo del Fascismo c’erano stati, in passato, stima e amicizia, e addirittura rapporti di lavoro, essendo stato Churchill per lungo tempo collaboratore ben pagato del giornale del Duce Il Popolo d’Italia.»

    «Adesso la luce c’è. è questo libro a fornircela. Esso conclude una parabola iniziata nel 1995, allorché alcune frasi di Renzo De Felice, il più noto e autorevole storico italiano del fascismo, contenute in libro-intervista (disse, in sostanza, di credere che il Duce fosse stato ucciso dagli inglesi e non dai partigiani comunisti), capovolsero una volgata storica durata mezzo secolo.Renzo De Felice diede per scontata l’esistenza del carteggio tra i due statisti (un carteggio niente affatto interrottosi allo scoppiare della guerra ma durato anche negli anni seguenti) e fu molto significativo che un simile giudizio giungesse da un autorevole esponente del mondo accademico dopo decenni d’inchieste giornalistiche, memoriali, testimonianze, documenti a senso unico.»

  21. ^ un caso particolare sia per l'arco di storia che attraversa,sia per la complessita' di intrecci fra reazione e rivoluzione di cui e' caso tipico,sia per sue caratteristiche personali
  22. ^ militante anarchico fu prima fra i menbri della banda Bonnot,combatte' contro i fascisti nella [guerra di Spagna],mambor del Solidarité Internationale Antifasciste,subira' arresto dalla Gestapo ma sopravvivera' da Ephéméride Anarchiste Pino Cacucci ha scritto un libro sulla banda Bonnot la banda Bonnot
  23. ^

    «Intellettuale fine e profondo, fu però anche uomo d’azione: negli anni venti, vicino agli spartachisti, partecipò ai moti di Berlino e poi, durante la guerra civile di Spagna, si unì ai combattenti della colonna Durruti. Tornato in una Parigi occupata, perseguitato da ufficiali di Vichy, tentò di trovare rifugio nei Bassi Pirenei. Preferì uccidersi il 26 giugno del 1940.»

    da carl Einstein
  24. ^ da storia e memoria in rete

    «.....Dagli anni Trenta fino ad oggi, ciascun evento narrato è la causa del successivo, a partire dall’assassinio di Wilhelm Gustloff, funzionario nazista emergente, compiuto da David Frankfurter, un ennesimo David ebreo che vuole riscattare le sorti del suo popolo combattendo un [Golia] sempre più pericoloso. Gustloff viene, così, martirizzato e, poco dopo, viene battezzata con il suo nome una nuova nave da crociera varata nel 1937 grazie all’organizzazione nazista Forza attraverso la gioia (Kraft durch Freude): la Wilhelm Gustloff dovrà offrire ai lavoratori del Terzo Reich splendide crociere di cinque giorni a prezzi modici. Il 30 gennaio 1935 la Wilhelm Gustloff,»

  25. ^ vediOperazione Anthropoid
  26. ^

    «Tra i primi intellettuali ebrei costretti a fuggire negli Stati Uniti all'avvento del Nazismo, Kurt Goldstein (1878-1965) aveva tratto dalla sua esperienza clinica con i feriti della prima guerra mondiale una concezione complessa e originale del danno celebrale e dei disturbi neurologici, estendendone le potenzialità euristiche fino a delineare un approccio generale alla salute e alla malattia. Il contributo di Goldstein si colloca al punto di inserzione fra diverse prospettive teoriche in neurologia e in psicologia ed ha ispirato numerosi indirizzi psicoterapeutici anche eterogenei, di orientamento umanistico ed esistenziale, la Gestalt-therapy,»

    da concetto-salutelibreriauniversitaria
  27. ^

    «inoltre c'è il fenomeno dei cosiddetti "Burschenschafter", associazioni studentesche goliardiche, estremamente nazionaliste tedesche che svolgono indisturbatamente le loro attività sul campo universitario. Gran parte della direzione della FPÖ, concluso Haider stesso, sono membri di queste associazioni. Nel 1965 fu ucciso durante una manifestazione contro un professore dell'estrema destra Ernst Kirchweger, il suo assassino: proprio un "Burschenschafter". Kirchweger quindi è la prima vittima dell'estremismo di destra austriaco della Seconda Repubblica.»

    da nazionalismo destra austria
  28. ^ membro della CNT, combattente antifascista nella Guerra di Spagna, da Wikipedia Spagna.libro dedicato al militante anarchico
  29. ^

    «lo scultore Silke Wagner ha dedicato a Paul Wulf, di una famiglia operaia di Münster, perseguitato dai nazisti, sterilizzato perché dichiarato mentalmente instabile proprio nel giorno dell'annessione dell'Austria, autore di una lunga battaglia politica e giuridica dopo la fine della seconda guerra mondiale da recensione»

  30. ^

    «Nicola Tranfaglia , nato a Napoli nell'ottobre 1938, e nel 1961 si, laureato in Giurisprudenza presso l'Universita'degli Studi di Napoli con una tesi in Storiadella Corte Costituzionale in Italia. .....E' stato per tre anni ricercatore presso la Fondazione Luigi Einaudi di Torino, poi assistente di Alessandro Galante Garrone e in seguito libero docente di Storia Contemporanea.....ordinario di Storia Contemporanea e dal 1996 Preside della Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli studi di Torino e membro del Comitato di Presidenza della Conferenza dei Presidi di Lettere e Filosofia. È stato membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato Nazionale di settore per gli Archivi. Ha fatto parte della commissione dei Quaranta Saggi sulla Scuola e del gruppo di lavoro Martinotti per la riforma universitaria......Editorialista de la Repubblica, collaboratore del settimanale L'Espresso, è condirettore della rivista Studi Storici e membro del comitato scientifico della Fondazione Nazionale Antonio Gramsci. Ha svolto inoltre una lunga opera di organizzazione scientifica, culturale e editoriale in campo storico: ha diretto l'opera collettiva Il Mondo Contemporaneo, La Nuova Italia 1976-83; con Massimo Firpo ha diretto la Storia , Utet 1981; con Valerio Castronovo ha diretto La Storia della stampa italiana, Laterza 1976-95»

    estratto da [3]
  31. ^ discorso di Mussolini del 26 maggio 1927; MUSSOLINI Benito - Discorso dell'Ascensione. Il regime fascista per la grandezza d'Italia pronunciato il 26 maggio 1927 alla Camera dei Deputati. Roma, Libreria del Littorio, 1927.

    «(La Polizia) Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: asburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Luigi Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»

    (fra questi c'erano anche *Guido Jurgens,capitano dei carabinieri *Federico Fusco ,il prefetto di Parma.*Vincenzo Trani,ispettore generale di pubblica sicurezza, a cui fu dedicato un film film su Trani oltre che il libro "un poliziotto per bene "di Luigi Faccini

  32. ^ [4]
  33. ^ A. Tasca, Nascita e avvento del fascismo, cit., Il fascismo. Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia, Ediz. Avanti!, Milano, 1968 (ristampa di un libro uscito nel 1921)
  34. ^ dal seguente elenco di partigiani compare in modo inequivocabile cosa fosse nel periodo la casa dello stedente di Genova[5] al tempo era prefetto di Genova Carlo Emanuele Basile,la cui presenza a Genova citta' Medaglia d'oro della Resistenza fece scattarela rivolta del 30 Giugno 1960 da ANPI,riconosciuta orami come rivolta antifascista per preservare la democrazia da istituto storico Resistenza

    «Il prefetto fascista di Genova, Basile, attuò la deportazione in massa degli operai liguri dopo i grandi scioperi che schierarono la classe operaia quasi senza defezioni dalla parte del movimento di liberazione. La presenza di formazioni partigiane alle spalle dello schieramento tedesco, sui monti dell'Appennino e le Alpi Marittime appena fuori, ma anche dentro le città, rese difficile ai tedeschi la difesa sia dal mare che dalla terra e li fece vivere come in stato di assedio. Nelle prime ore del 9 settembre '43, i nazisti occupano Savona. Prendono posizione nei punti strategici della città e della provincia. Squadre di cittadini si mobilitano per raccogliere armi e munizioni abbandonate dai militari italiani. Un giovane savonese, Mannorino Mannari, lancia una bomba, in Piazza Giulio II, contro un'auto tedesca; viene arrestato. Il suo corpo crivellato sarà rinvenuto nei pressi di Cadibona.»

    ,si ricorda ancora che durante i moti studenteschi del 1970 gli studenti di ingegneria di Genova,(in gran parte legati a Lotta Comunista ed in seguito protetti da comandanti partigiani che se ne assunsero responsabilita' legale),sfondarono a picconate i muri,considerati zona militare,per portare in vista le celle dove operavano i torturatori,adesso la Casa dello studente di Genova e' sede di museo Resistenza intitolato ad operaio antifascista tedesco ed e' meta di visita di scolaresche nlle ricorrenze che ricordano la Resistenza

    foto manifestazione antifscista del 30 giugno a Genova con autorita',capi partigiani e successivi scontri con i reparti celeri della polizia

  35. ^ 30 GIUGNO 1960,la rivolta di Genova nelle parole di chi c'era,di A.Benna ed L.Compagnino con prefazione di Pino Cacucci,sintesi avvenimenti da ANPI Marassi Genova presenza di Ferruccio Parri a manifestazione antifascista