Utente:Lupo rosso/Sandboxnuova

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

[1]

documentazione per voce :carabinieri,fascismo,resistenza[modifica | modifica wikitesto]

«V’è da aggiungere che ovunque gli antifascisti si costituivano anch’essi in piccole squadre e si procuravano armi per opporre violenza a violenza, interveniva puntualmente la polizia per disarmarli, arrestarli e processarli.»

Ignazio Silone, La scuola dei dittatori, 1938.

[2]

documentazione per voce :carabinieri,fascismo,resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Introduzione di caraninieri,fascismo,Resistenza

«Ma si macchiano di complicita' con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive Renzo De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacita'"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorita' italiane.»

Le premesse alla completa fascistizzazione dei corpi e organi di repressione dello stato sotto il regime fascista son nettamente chiarite dal discorso di Mussolini;non poteva fidarsi ne' dell'esercito nel quale vi era state grosse ribellioni al fianco dei sovversivi (Arditi di Trieste ed i successivi Arditi del Popolo dove conflui' l'ala anarco-bolscevico-sovversiva degli Arditi,Bersaglieri di Ancona,il famigliarizzare fra soldati e rivoltosi nella difesa di Parma del 1922) ne' delle associazioni di reduci e dei loro legami con settori militari, in cui vi erano persino personalita' monarchiche come i senatore Viola antifasciste convinte e per non parlar di Pietro Badoglio,l'"eterno" intoccabile,(anche per meriti di rispetto reciproco con la truppa),che chiese al re di smantellare a cannonate i facinorosi che marciavano su Roma,la sua adesione al fascismo fu causata dalla sua fame di quattrini ben nota,aveva due stipendi,unico caso nella storia d'Italia come capo dell'eswercito e come ministro della guerra e dopo il 1943 ripassera' tranquillamente dall'altra parte nuovamente.

Nello specifico dei carabinieri che si erano distinti gia' per le collusioni con gli squadristi,ed era anche nella logica in quanto le prime formazioni antifascistenon si sarebbero accontentate di battere il fascismo rampante ma avrebbero anche abbattuto la monarchia, conD'Annunzio in "testa" nell'ottica antimonarchica ,mentre invece i carabinieri sono corpo notoriamente fedele alla monarchia e lo dimostreranno anche,a parte rari casi,le frange che aderiranno alla Resistenza dopo il 1943 la loro fedelta' al re.

dal discorso di Mussolini 26 maggio 1927 su Cronologia

«(La Polizia) Veniamo alla Polizia. Fortunatamente, gli Italiani stanno liberandosi dei residui lasciati nei loro spiriti dai ricordi delle dominazioni straniere: absburgiche, borboniche, del granducato, per cui la Polizia rappresentava una funzione odiosa, abominevole, da evitare. Signori! è tempo di dire che la Polizia va, non soltanto rispettata, ma onorata. Signori: è tempo di dire che l'uomo, prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell'ordine. In un certo senso si può dire che il poliziotto ha preceduto, nella storia, il professore, perché se non c'è un braccio armato di salutari manette, le leggi restano lettera morta e vile. Naturalmente ci vuole il coraggio fascista per parlare in questi termini. L'onorevole Luigi Federzoni ha lasciato una legge di Pubblica Sicurezza. Abbiamo in Italia 60.000 carabinieri, 15.000 agenti di polizia, 5.000 metropolitani, 10.000 appartenenti alle Milizie, diremo così, tecniche: la Milizia Ferroviaria, la Portuale, la Postelegrafonica, la Stradale; tutte Milizie e Polizie che compiono un servizio regolare, perfetto ed utile. Poi abbiamo la Milizia Confinaria e finalmente la Milizia Forestale. Io calcolo che il regime ha un complesso di 100.000 uomini come forza di Polizia. È un numero imponente. Bisogna epurare la Polizia, specie quella in borghese. Io non ho voluto aumentare il numero delle divise, non ho voluto cioè che i 15.000 agenti in borghese avessero la divisa. Ma quando la polizia è in borghese e non controllabile attraverso l'uniforme, deve essere scelta, cioè deve essere composta di cittadini irreprensibili, zelanti e silenziosi. Tutti coloro che non hanno questi attributi, io li mando a spasso senza pietà. Così, in questi mesi, ho allontanato sette questori, quattro vice-questori, venti commissari, sei commissari aggiunti, cinque vice-commissari, ed ho fatto una rapida pulizia, ho dato un colpo di «ramazza» in quella Questura di Milano che non mi è mai piaciuta. Sono in corso altri 52 collocamenti a riposo di funzionari e di 37 impiegati del gruppo C. Ma questo è il principio dell'epurazione. Dovrà essere continuata. Poi bisogna dare i mezzi alla Polizia. La delinquenza moderna è avanzatissima, come progresso! Conosce la chimica, la fisica, la balistica, adopera tutti i mezzi più veloci. La Polizia italiana aveva ancora le vecchie automobili, che col rumore della loro incomposta ferraglia si annunziavano di lontano al delinquente, che faceva in tempo a fuggire. Abbiamo portato le autovetture della Questura da 161 a 611. Tutti i comandi di legione dei carabinieri hanno un'automobile. Altrettanto dicasi di tutti i comandi di legione della Milizia volontaria. La polizia dispone oggi, quindi, di 774 autovetture, di 290 camions, di 198 motocicli, di 48 natanti e motoscafi, e di 12.000 biciclette.»

(fra questi c'erano anche Guido Jurgens Fusco ,il prefetto di Parma.Vincenzo Trani,ispettore generale di pubblica sicurezza, a cui fu dedicato un film oltre che il libro un poliziotto per bene di Luigi Faccini

altre collusioni traspaiono assai chiaramente dal seguente scritto: Inchiesta socialista sulle gesta dei fascisti in Italia di Giacomo Matteotti

fonte cronologia.leonardo.it

«Un altro tenente dei carabinieri che finge di contenere le spedizioni facinorose è un noto amico di organizzatori fascisti e fu udito prendere accordi con loro dentro i locali di un pubblico ufficio. Il comandante dei carabinieri agisce spesso a rovescio delle istruzioni prefettizie. Il brigadiere di Pincara, ove è stato compiuto l'assassinio durante la notte, mangia, beve, canta e spara coi fascisti. A Loreo i fascisti su di una strada assaltarono un povero disgraziato, lo picchiarono e poi si presentarono al comando dei carabinieri dichiarando di avergli sequestrata una rivoltella. I carabinieri, invece di arrestare coloro che lo avevano picchiato e assalito e perquisito, sostituendosi se mai alla pubblica autorità, arrestarono lo stesso disgraziato e insultato. Sono metodi e sistemi che hanno perfino meravigliato l'autorità politica. Perciò la mia interrogazione era diretta al ministro della guerra, troppe volle assente in questi banchi della Camera, per sentire le sue responsabilità. Ho detto che il sottoprefetto era avvisato della presenza dei fascisti in Adria, e la notte che andarono a prendere nella sua casa il Presidente della Deputazione Provinciale, i carabinieri perciò appunto dormivano profondamente e non udirono nulla, mentre per due o tre ore in città si udirono spari, inseguimenti, rumori. Nessun carabiniere apparve se non alle 4,40 del mattino, quando, come nell'episodio dei "Maestri Cantori", i ladri e gli assassini erano scappati, la luna sorgeva e tutto era ritornato in tranquillità. Fino a questo si arriva : che, mentre lo chaufeur che ha condotto l'automobile assassina di Pincara ha deposto e indicato persone; mentre è noto chi montava l'automobile chi la pagò, chi andò a compiere l'assassinio, il procuratore del re, ancora dopo parecchi giorni, mi dichiarava che non sapeva nulla, e che egli non ha l'abitudine di leggere i giornali.

"La viltà è un atto d'eroismo" Qui non si tratta di fatti singoli, di piccola polizia. Voi avete detto di aver preso delle misure che non sono state osservate. Ma qui si tratta piuttosto di riconoscere una organizzazione, una associazione a delinquere, la quale si vanta nei giornali, con manifesti, vistati dalle vostre autorità, che minacciano di morte determinate persone, di organizzare queste spedizioni e queste rappresaglie. E' una organizzazione a delinquere conosciuta nei suoi mezzi, nei suoi scopi, un per uno, e voi la lasciate intatta. . Se avviene mai che qualche avversario sia bastonato, allora sono arrestati i capilega, il Sindaco, gli Assessori, tutti i nostri di quel Comune, vi siano o no indizi di colpabilità. Ma da parte opposta nulla, anzi spesso la glorificazione, l'apologia dell'assassinio o dell'incendio.

Ecco, perchè, onorevoli colleghi, la stampa tace sugli avvenimenti della provincia di Rovigo. Ma allora che cosa ci resta a fare? Noi continuiamo da mesi e mesi a dire nelle nostre adunanze che non bisogna accettare provocazioni, che anche la viltà è un dovere, un atto di eroisno. Ma abbiamo continuato a predicare per troppi mesi, o signori dei Governo, invano; non ci sentiamo e non possiamo più oltre tacere ai nostri che la disciplina può segnare la loro morte, non possiamo più oltre ordinare che si lascino uccidere ad uno ad uno, sgozzare uno per uno, per amore della nostra disciplina. Questo non ci sentiamo più di consigliare, e nelle nostre assemblee ormai si dicono delle parole che non possiamo più oltre sopportare. Voi del Governo assistete inerti o complici. Noi non deploriamo più, non domandiamo più nulla. Ora voi siete informati delle cose; la Camera è avvertita»

ma il discorso piu' eclattante e' fatto sul sito stesso dell'arma dei carbinieri dal sito dell'arma dei carabinieri

«Ai Carabinieri sono affidate anche mansioni ingrate come la repressione del dissenso politico e lo sviluppo di un imponente sistema di spionaggio interno. Dal 1931 al 1938 partono 3.940 proposte di assegnazione al confine, 4.468 proposte di ammonizione sempre per motivi politici»

.

ovvero i carabinieri dimostrano un'efficienza per "l'ingrato compito" superiore alla pubblica sicurezza che ammettono sul sito stesso,pur ammettendo ad onor del vero che nella Resistenza di appartenenti alla pubblica sicurezza manco mezzo,(a parte il povero Giovanni Palatucci tradito e venduto ai nazifascisti da un suo zelante collega,che fra l'atro con la Resistenza non c'entra niente)mentre i carabinieri,in modo molto minoritario rispetto alla loro consistenza,parteciparono

e per quanto riguarda l'avvento del fascismo son en chiari

«per quanto riguarda la marcia su Roma:Nonostante le precedenti acquiescenze e connivenze, le forze armate (e i Carabinieri in primo luogo) avrebbero eseguito l'ordine del re. Quattro fucilate avrebbero riprodotto in grande il miracolo di Sarzana ed avrebbero risparmiato molti lutti»

.

mentre per l'enorme astuzia del duce

«per quanto riguarda il colpo di mano di Mussolini Il colpo di Stato mussoliniano è da manuale: infiltrazione graduale di apparati statali con simpatizzanti; creazione di un movimento politico; riuscita dimostrazione di forza; progressiva e rapida occupazione dello Stato. Nessuno spargimento di sangue, paralisi della classe dirigente, neutralità dei reparti non amici, cattura dell'opinione pubblica. Nei mesi seguenti viene operata la fascistizzazione della vita pubblica e privata dell'Italia in un crescendo di leggi liberticide e sempre più invadenti.»

«Ma mano a mano che il regime venne affermandosi, quei progetti che erano tesi a creare una polizia al servizio del partito (fascista) e delle autorità si fecero palesi. All'inizio della sua scalata al potere, pur affidando alla sola Arma dei Carabinieri il servizio di polizia, sciogliendo la "Guardia Regia" e facendo confluire nell'Arma il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e i 12.000 uomini del "Ruolo Specializzato" - regio decreto 31 dicembre 1922 - il fascismo preparò l'attuazione di tale disegno.»

da www.triangoloviola.it/stitalia4.html

«Il fenomeno della reazione armata all'insurrezionalismo "rosso" fu spontaneo. L'idea di aggregarsi per reagire non nacque dai "Fasci". All'inizio del 1919 il cardinale di Milano, Andrea Carlo Ferrari, formò un gruppo di giovani ardimentosi che prese il nome di Avanguardia Cattolica. Il motto "O Cristo o morte" dava la misura della drammaticità della situazione, specie nel milanese, roccaforte socialista. A partire dall'autunno del 1920, nacquero le Squadre d'Azione dei Fasci. Lo squadrismo, scrive Francesco Perfetti, «fu un fenomeno a sé, che pesò in maniera determinante sul fascismo e sul suo sviluppo, anche per una acquisita dimensione mitica». Roberto Vivarelli così ne descrive la composizione: «...nelle prime formazioni squadriste erano certamente confluiti uomini ai margini della delinquenza, avventurieri... di questa componente i Fasci manterranno a lungo il segno e, tuttavia, essa diventerà, ben presto, secondaria... L'obiettivo che i Fasci si prefissero fu quello di una sistematica occupazione del territorio, spazzando via le forze avversarie, organizzazioni sindacali e amministrazioni locali, attraverso incursioni (spedizioni punitive) che miravano alla devastazione di sedi e all'intimidazione. Tutto ciò era in gran parte il frutto di uno spontaneo consenso, che accompagnò il sorgere della reazione fascista per più di una ragione...».»

«1925 - INIZIO ATTACCHI REPRESSIVI DEL REGIME FASCISTA AGLI STUDENTI BIBLICI

Dal gennaio 1925, il potere di Mussolini era ormai ben saldo e il processo di fascistizzazione delle istituzioni e della società in quest'anno, si delineava in maniera netta, più che prima. Una delle prime preoccupazioni del Duce, fu quello del riassetto delle forze di polizia e più in generale dei corpi armati.

Nel campo delle forze di Polizia (qui quello che ora più ci interessa) si avvertì l'esigenza di creare uno strumento proprio che fosse fedele allo Stato fascista piuttosto che allo Stato di diritto e che si caratterizzasse come un corpo esclusivamente poliziesco repressivo. L'arma dei carabinieri aveva ben svolto un ruolo repressivo durante tre anni di transizione, ma dalla polizia il fascismo voleva molto di più: una presenza effettiva capillare nella società, il controllo totale della vita pubblica e privata di tutti i cittadini. Non solo repressione, quindi, ma anche vigilanza di prevenzione. Per raggiungere quest'obiettivo era necessario un corpo alle dirette dipendenze del Ministro dell' Interno, (di Mussolini, quindi, che ricoprì ad Interim la carica una prima volta dal 31.12.1922 al 17.6.1924 [dal 17.6.1924 al 6.11.1926 il dicastero venne retto da Luigi Federzoni] e una seconda la più lunga e la più importante dal 6.11.1926 al 25.7.1943 quando fu arrestato) che avesse notevole celerità e mobilità nell'intervento.»

da Wikipedia Fascismo e questione ebraica

«Lo storico Renzo De Felice, riferendosi indistintamente a carabinieri e polizia e loro gerarchie, scrisse: Collabora «Alcune prefetture e comandi ci mettono uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacità, nel collaborare con i nazisti.»»

Carabinieri caccia ai partigiani da www.associazioni.prato.it/resistente/italia/home.htm

«03/01/1944 - A Valibona, 18 partigiani capeggiati da Lanciotto Ballerini vengono accerchiati nella notte da un reparto della Guardia Nazionale Repubblicana di Prato che agisce insieme a dei fascisti e ai Carabinieri di Calenzano. Scoppia a un combattimento che porta a un vero e proprio massacro, con successive rappresaglie fasciste sulla popolazione locale»

si sta parlando di ebrei se non foffe stato chiaro di Carlo Spartaco Capogreco DA STORIA CONTEMPORANEA Anno XXII, Agosto 1991 IL MULINO EDITORE

«La retata degli arresti venne messa in atto dalla polizia e dai carabinieri delle grandi citta', dove in genere gli ebrei stra- nieri risiedevano. Gli agenti, dopo aver notificato il provvedimento - che il piu' delle volte non era neppure scritto, ma comunicato a voce - conducevano i malcapitati nelle guardine delle varie questure e quindi, dopo ore ed ore di attesa trascorse senza cibo, li avviavano nelle carceri. Nelle celle gli ebrei vivevano in condizioni igieniche terribili, ma il loro tor- mento maggiore era il timore di vedersi riconsegnare alle autorita' naziste.»

saggio di Spartaco Capogreco sui campi di concentramento italiani da ANPI

libri di capogrossi su tematica campi concentramento italiani:

  • I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943) Carlo Spartaco Capogreco

Einaudi 2004

  • Renicci. Un campo di concentramento in riva al Tevere 1ª ed. Italiano

Carlo Spartaco Capogreco Mursia 2003

ed ancora lager italiani sempre dal lavoro di Spartaco Capogreco

«I campi di concentramento italiani sottoposti all'autorità civile, tra il giugno del 1940 e l'agosto del 1943, furono complessivamente una cinquantina. La loro direzione era affidata a un commissario o a un maresciallo di pubblica sicurezza, oppure al locale podestà, coadiuvato da carabinieri, questurini o militi fascisti.»

«(prima c'e' un raffronto con i lager nazisti,nota dello scrivente)Questo non deve farci dimenticare che il regime fascista praticò fin dal 1938 una politica autonoma antiebraica e che dal 1943 al 1945 il fascismo repubblicano di Salò attuò procedure di arresto e concentramento che portano allo sterminio di oltre ottomila ebrei.»

Federico Fusco[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Fusco(Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma ,nel 1893 entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezzae contemporaneamente comincio a frequentare l'Università di Napoli, quando dopo chenel 1893 entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezza che lo destinò alla questura di Milano, fino al 1896, quando venne trasferito alla questura di Salerno.Passo' nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel 1897e nel 1898,appena laureato,assunse servizio presso la prefettura di Casertacon incarichi inerenti amministrazioni comunali e provinciali,fu trasfertito ancora alcune volte ed a Fabriano si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualita' di strati proletari e padronato agendo su settori politici moderati,nel 1908, con attegggiamento improntto al paternalismo ,riuscendo a risolvere la sirtuazione.Durante le 5 giornate d'agosto di scontro fra il fronte unito-Arditi del Popolo ed i fascisti ,del 1922,tento' di mediare al punto che Italo Balbo lo indico' come un strenuo nemico del fascismo.Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano,Genova, Ancona, Livorno,Parma ,entrato in vigore il 5 agosto,con delibera govenativa , la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri ,nel settembre 1922,decise di sollevarlo dall'incarico a Parma e di metterlo a disposizione,affidandogli poi prefetture di città di minor importanza dal 1923 al 1928: il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio 1928, all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”.

rivolte in sicilia sito bersaglieri[modifica | modifica wikitesto]

interessante:

«La situazione nel corso del 44 risente della crisi americana nella penisola. Molte risorse sono dirottate in Francia fronte principale. Badoglio, dopo la presa di Roma non è più neanche Ministro. L'uomo nuovo che sede al Governo è una marionetta degli americani. Si sono conclusi in questi mesi diversi accordi sia a livello locale che internazionale. Unità politica dell'Italia, sospensione sulla forma futura dello stato. I separatisti vengono man mano estromessi, ma la situazione resta tesa in Sicilia. A Palermo, un plotone di fanteria del 139° Sabauda s.i. apre il fuoco sulla folla che dimostra per il pane: 23 morti e 158 feriti sono il bilancio della strage. A Licata stesso copione. Se fino ad allora le motivazioni della rivolta erano state quelle alimentari una nuova miccia si andava accendendo. Venivano chiamate alle armi le classi 1924-1925. Il braccio politico del movimento separatista anche se sconfitto creava da una propria costola una formazione armata, l'Evis Esercito Volontario per l'indipendenza della Sicilia di Antonio Canepa *, uomo di sinistra (noto col nome di battaglia di Mario Turri). Un governo ufficiale oltre che per le tasse si distingue anche per alcuni obblighi come la leva militare. Le continue diserzioni dai reparti del Cil richiedevano nuovo personale, ma la leva in Sicilia ora rischiava di aumentare queste assenze. Ad aprire le ostilità contro l'Esercito monarchico furono le bande assoldate di Giuliano "Brigata Palermo e Avila "poi Brigata Rosano". Non si trattava di sprovveduti ma di uomini in grado di progettare azioni che andavano oltre la guerriglia partigiana caratteristica del Nord. Nel Sud non c'era stata resistenza e nessuno sognava di ritornare al fronte per il re, stesse intenzioni del Nord.....»

«14-15 dicembre 1944 Catania, una folla tumultuante manifesta contro il richiamo alle armi devastando il Municipio e la sede dell'esattoria presso il Banco di Sicilia. Si recano poi dinanzi alla sede del Distretto militare, dal cui interno i militari esplodono colpi di arma da fuoco che uccidono il giovane Antonio Spampinato. Sono tratti in arresto 53 manifestanti, fra i quali studenti separatisti 4 gennaio 1945 Ragusa, l'esercito spara sulla folla che tenta di bloccare un camion che trasportava giovani verso i distretti, ferendo gravemente un ragazzo e uccidendo il sacrestano della chiesa di san Giovanni, con una bomba a mano che gli stacca la testa. La rivolta dei "non si parte" (La Sicilia al tempo dei Borbone fruiva dell’esenzione al servizio militare), lungi dal sedarsi, si inasprisce. I rivoltosi si impadroniscono di alcuni quartieri, elevando barricate ed iniziano la resistenza armata. La rivolta è guidata da militanti socialisti e soprattutto comunisti, ignari delle posizioni del partito che ha stigmatizzato la rivolta come "rigurgito fascista". La vendetta dell'esercito sarà spietata. Le cifre ufficiali danno 18 morti e 24 feriti tra carabinieri e soldati, e 19 morti e 63 feriti fra gli insorti nella sola Ragusa e provincia. Si scriveva sui muri e si ripeteva in improvvisati comizi: “Presentarsi significa servire i Savoia”, “Non vogliamo andare contro i fratelli del Nord”. E così a Noto, Naro, Piana degli Albanesi, Ramacca Giarratana, Modica, Scicli, ecc. Anche le forze di polizia inviate furono disarmate e respinte. Il 6 gennaio la rivolta di Ragusa si diffuse ai paesi limitrofi: Vittoria, Acate, Santa Croce Camerina, Chiaramonte. Ripresa Ragusa dopo dura battaglia, Comiso visse per una settimana la sua indipendenza con la “Repubblica di Comiso”, repubblica che andava ad aggiungersi a quelle partigiane del Nord. L'11 gennaio il Gen. Brisotto circondò la città minacciando bombardamenti aerei se Comiso non si arrendeva. Non restava che la resa e tramite il clero resa fu. Condizioni: deporre le armi, nessuna rappresaglia. Pia illusione più di 2000 comisani languirono a Ustica, amnistiati solo nel 1946 dopo la proclamazione della Repubblica vera.»

[3]

Federico Fusco[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Fusco(Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma ,nel 1893 entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezzae contemporaneamente comincio a frequentare l'Università di Napoli, quando dopo chenel 1893 entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezza che lo destinò alla questura di Milano, fino al 1896, quando venne trasferito alla questura di Salerno.Passo' nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel 1897e nel 1898,appena laureato,assunse servizio presso la prefettura di Casertacon incarichi inerenti amministrazioni comunali e provinciali,fu trasfertito ancora alcune volte ed a Fabriano si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualita' di strati proletari e padronato agendo su settori politici moderati,nel 1908, con attegggiamento improntto al paternalismo ,riuscendo a risolvere la sirtuazione.Durante le 5 giornate d'agosto di scontro fra il fronte unito-Arditi del Popolo ed i fascisti ,del 1922,tento' di mediare al punto che Italo Balbo lo indico' come un strenuo nemico del fascismo.Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano,Genova, Ancona, Livorno,Parma ,entrato in vigore il 5 agosto,con delibera govenativa , la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri ,nel settembre 1922,decise di sollevarlo dall'incarico a Parma e di metterlo a disposizione,affidandogli poi prefetture di città di minor importanza dal 1923 al 1928: il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio 1928, all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”.

rivolte in sicilia sito bersaglieri[modifica | modifica wikitesto]

interessante:

«La situazione nel corso del 44 risente della crisi americana nella penisola. Molte risorse sono dirottate in Francia fronte principale. Badoglio, dopo la presa di Roma non è più neanche Ministro. L'uomo nuovo che sede al Governo è una marionetta degli americani. Si sono conclusi in questi mesi diversi accordi sia a livello locale che internazionale. Unità politica dell'Italia, sospensione sulla forma futura dello stato. I separatisti vengono man mano estromessi, ma la situazione resta tesa in Sicilia. A Palermo, un plotone di fanteria del 139° Sabauda s.i. apre il fuoco sulla folla che dimostra per il pane: 23 morti e 158 feriti sono il bilancio della strage. A Licata stesso copione. Se fino ad allora le motivazioni della rivolta erano state quelle alimentari una nuova miccia si andava accendendo. Venivano chiamate alle armi le classi 1924-1925. Il braccio politico del movimento separatista anche se sconfitto creava da una propria costola una formazione armata, l'Evis Esercito Volontario per l'indipendenza della Sicilia di Antonio Canepa *, uomo di sinistra (noto col nome di battaglia di Mario Turri). Un governo ufficiale oltre che per le tasse si distingue anche per alcuni obblighi come la leva militare. Le continue diserzioni dai reparti del Cil richiedevano nuovo personale, ma la leva in Sicilia ora rischiava di aumentare queste assenze. Ad aprire le ostilità contro l'Esercito monarchico furono le bande assoldate di Giuliano "Brigata Palermo e Avila "poi Brigata Rosano". Non si trattava di sprovveduti ma di uomini in grado di progettare azioni che andavano oltre la guerriglia partigiana caratteristica del Nord. Nel Sud non c'era stata resistenza e nessuno sognava di ritornare al fronte per il re, stesse intenzioni del Nord.....»

«14-15 dicembre 1944 Catania, una folla tumultuante manifesta contro il richiamo alle armi devastando il Municipio e la sede dell'esattoria presso il Banco di Sicilia. Si recano poi dinanzi alla sede del Distretto militare, dal cui interno i militari esplodono colpi di arma da fuoco che uccidono il giovane Antonio Spampinato. Sono tratti in arresto 53 manifestanti, fra i quali studenti separatisti 4 gennaio 1945 Ragusa, l'esercito spara sulla folla che tenta di bloccare un camion che trasportava giovani verso i distretti, ferendo gravemente un ragazzo e uccidendo il sacrestano della chiesa di san Giovanni, con una bomba a mano che gli stacca la testa. La rivolta dei "non si parte" (La Sicilia al tempo dei Borbone fruiva dell’esenzione al servizio militare), lungi dal sedarsi, si inasprisce. I rivoltosi si impadroniscono di alcuni quartieri, elevando barricate ed iniziano la resistenza armata. La rivolta è guidata da militanti socialisti e soprattutto comunisti, ignari delle posizioni del partito che ha stigmatizzato la rivolta come "rigurgito fascista". La vendetta dell'esercito sarà spietata. Le cifre ufficiali danno 18 morti e 24 feriti tra carabinieri e soldati, e 19 morti e 63 feriti fra gli insorti nella sola Ragusa e provincia. Si scriveva sui muri e si ripeteva in improvvisati comizi: “Presentarsi significa servire i Savoia”, “Non vogliamo andare contro i fratelli del Nord”. E così a Noto, Naro, Piana degli Albanesi, Ramacca Giarratana, Modica, Scicli, ecc. Anche le forze di polizia inviate furono disarmate e respinte. Il 6 gennaio la rivolta di Ragusa si diffuse ai paesi limitrofi: Vittoria, Acate, Santa Croce Camerina, Chiaramonte. Ripresa Ragusa dopo dura battaglia, Comiso visse per una settimana la sua indipendenza con la “Repubblica di Comiso”, repubblica che andava ad aggiungersi a quelle partigiane del Nord. L'11 gennaio il Gen. Brisotto circondò la città minacciando bombardamenti aerei se Comiso non si arrendeva. Non restava che la resa e tramite il clero resa fu. Condizioni: deporre le armi, nessuna rappresaglia. Pia illusione più di 2000 comisani languirono a Ustica, amnistiati solo nel 1946 dopo la proclamazione della Repubblica vera.»

[4]

da Dante Carnesecchi con nota carabinieri e Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Tre mesi dopo il 21 Luglio 1921 ci saranno i fatti di Sarzana,a dimostrare che comunque il "sovvertivismo" e l'antifascismo nello spezzino erano ancora ben vivi,ma stavolta i carabinieri,caso unico,impartiranno una severa lezione agli squadristi fascisti combattendo a fianco del Fronte unito Arditi del Popolo,(fra i quali v'e'Umberto Marzocchi), e provondando una ventina di morti fra gli squadristi,anche se giorni dopo dovranno andare ad arrestare gli Arditi del Popolo assieme ai quali quali avevano sconfitto i fascisti. unico caso in cui i carabinieri si schierano contro i fascisti combattendo al fianco del Fronte Unito Arditi del Popolo. Nel primodopoguerra i carabinieri lasciano libero intervento agli squadristi o li appoggiano senza mezzi termini,i carabinieri parteciperanno parzialmente,ma attivamente, alla Resistenza molti anni dopo,dopo il '43:esempio ne sono la Banda Tassidal sito dei carabinieridal sito ANPI,il comandante Marcello,tenente colonello dei carabinieri paracadutisti in africa, e "Kikkiriki'"dal sito ANPI Marassidal sito Sondrio,fra gli altri,ma la partecipazione non fu assolutamente corale e vi furono casi di collaborazionismo col nazifascismo.*Il capitano Guido Jurgens, a ricordo del suo comportamento integerrimo ha attualmente una targa con dedica a Sarzana e la sua carriera termina con l'avvento del regime fascista da comune di Sarzana

approfondimento[modifica | modifica wikitesto]

cronologia.leonardo.it epurazioni operate dai fascisti ed altro sulle epurazioni negli organi di repressione a cavallo della caduta del fascismo notizie su Bruno Fornaciari

«Il ministro dell'Interno Bruno Fornaciari, un ex prefetto fascista di chiara fama, destituì dall'incarico 20 prefetti e ne trasferì 2 su di un totale di 90. Tale azione non piacque al re, a cui parve troppo severa. Vittorio Emanuele III nominò come nuovo ministro un altro ex prefetto, Umberto Ricci, il quale destituì, fino all'8 settembre, 14 prefetti che erano già nel mirino del suo predecessore. Ricci agì più che altro attraverso un vorticoso giro di incarichi e di luoghi di servizio. Seppure i dati siano sommari, si ricorda che nelle province di Napoli e Benevento furono destituiti dall'incarico un terzo dei Podestà.»

da Wikipedia da cui si evince che ben 7 campi di concentramento nazifascisti son retti da carabinieri[modifica | modifica wikitesto]

Lista dei campi per l'internamento civile nell'Italia Fascista Con il termine lager si indicano i campi di concentramento e sterminio (in tedesco: Konzentrationslager) utilizzati dal regime nazista e fascista.

Il sistema dei lager venne inizialmente impiegato (1933) in Germania e Austria per confinare gli oppositori politici al nazismo (comunisti, socialdemocratici, obiettori di coscienza) allo scopo di "rieducarli". In seguito vennero usati per la detenzione e lo sterminio degli ebrei, e di altre categorie di indesiderati (zingari, omosessuali, apolidi ecc.) La parola "lager" in tedesco significa "campo". Dal punto di vista ideologico era quindi considerato un luogo (analogamente ai Glavnoye upravleniye lagerey, i gulag sovietici) in cui esercitare una stretta sorveglianza su un considerevole numero di individui (che le SS, cui spettava la gestione dei lager, chiamavano "pezzi").
In Italia i primi lager furono costituiti a partire dal 1940. La quasi totalità dei lager italiani furono espressamente voluti dal Ministero dell'Interno italiano. Il numero di persone calcolato nella tabella Stima del numero di internati (medio) non vuole essere una stima delle persone che in totale transitarono nei vari lager (se non in quei lager il cui numero è seguito da asterisco, per i quali il numero riportato è effettivamente corrispondente alla stima approssimativa dei deportati transitati lungo tutto il periodo di apertura del lager), ma una media delle persone che erano costantemente presenti in essi. Per una più precisa e dettagliata analisi del termine, rimandiamo a lager.

Nome del campo Città Tipo di campo Tipologia di internati internati (stima) Campo istituito da Direttori Operatività
Mamula Cattaro, Dalmazia (oggi in Montenegro) Lager Civili uomini e donne 540 Ministero dell'Interno Colonnello P. Pasquini, Col. P. Rivaria, Col. G. Prolaran Giugno 1942 - 30 giugno 1943
Zlarino Zara, Dalmazia (oggi in Croazia) Lager per rastrellati politici e loro familiari Civili 1652* Ministero dell'Interno Comandante della 173° Sezione Regi Carabinieri della Divisione "Eugenio di Savoia", in seguito il Tenente Colonnello Umberto Ransava Marzo 1943 - 15 giugno 1943
Melàda Zara, Dalmazia (oggi in Croazia) Lager Civili uomini, donne, vecchi e bambini 2400* Governatorato Civile della Dalmazia Commissario Leonardo Fantoli, Carlo Sommer Giugno 1942 - 9 settembre 1943
Arbe Fiume, Dalmazia (oggi in Croazia) Lager Civili uomini, donne, bambini, ebrei (internamento protettivo) 6577* Ministero dell'Interno Colonnello dei Carabinieri Vincenzo Cuiuli Giugno 1942 - 17 settembre 1943
Fertilia Sassari, Sardegna Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili, per lo più croati 300 Ministero dell'Interno Arma dei Carabinieri Gennaio 1943 - agosto 1943
Renicci Arezzo, Toscana Lager Civili dai 12 ai 70 anni, italiani e stranieri 3950* Ministero dell'Interno Colonnello Giuseppe Pistone, Colonnello Firenzuola, Maggiore Rossi 7 ottobre 1942 - aprile 1945
Chiesanuova Padova, Veneto Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili jugoslavi, soprattutto croati 3500* Ministero dell'Interno Colonnello Dante Caporali 15 agosto 1942 - 1º luglio 1943
Monigo Treviso, Veneto Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili jugoslavi 3464* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello dei Carabinieri Alfredo Anceschi aiutato dal Capitano Eliseo Signorini 2 luglio 1942 - 8 settembre 1943
Gonars Udine, Friuli Venezia Giulia Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili jugoslavi 6500* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello Eugenio Vicedomini, Cesare Marioni, Ignazio Fragapane, Gustavo De Dominicis, Arturo Macchi Ottobre 1941 - 19 ottobre 1943
Cighino Gorizia, Friuli Venezia Giulia Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili rastrellati nella provincia di Lubiana 600 Ministero dell'Interno Colonnello Francesco De Caroli 6 marzo 1942 - aprile 1942
Visco Udine, Friuli Venezia Giulia Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili jugoslavi 3272* Ministero dell'Interno Tenente Colonnello dei carabinieri Salvatore Bonofiglio Gennaio 1943 - 11 settembre 1943
Poggio Terzarmata Gorizia, Friuli Venezia Giulia Lager per slavi dell'internamento civile parallelo Civili jugoslavi e italiani n\a Ministero dell'Interno, Prefettura di Gorizia, Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia n\a Settembre 1942 - 9 settembre 1943
Ferramonti Cosenza, Calabria Lager Ebrei, civili stranieri e apolidi 2016* Ministero dell'Interno Commissario per la pubblica sicurezza Paolo Salvatore, Leopoldo Pelosio, Mario Fraticelli Giugno 1940 - primavera 1944
Tremiti Foggia, Puglia Lager Ebrei, "italiani pericolosi" (oppositori politici ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), omosessuali 1300 Ministero dell'Interno Coviello Settembre 1940 - estate 1943
Manfredonia Foggia, Puglia Lager Civili, "italiani pericolosi" (oppositori politici ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), rastrellati, ebrei, apolidi 228 Ministero dell'Interno funzionario di pubblica sicurezza Guido Celentano, quindi Rosario Stabile 16 giugno 1940 - 9 settembre 1943
Pisticci Matera, Basilicata Lager Civili condannati dal Tribunale Speciale e sottoposti a internamento, "italiani pericolosi (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), polacchi, ufficiali greci, slavi 997 Ministero dell'Interno Eugenio Parrini (da alcuni internati definito fanatico sostenitore del duce e fervente filonazista 1940 - 13 settembre1943
Montefiore Irpino Avellino, Campania Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale") 104 Ministero dell'Interno n\a Giugno 1940 - ottobre 1943
Campagna Salerno, Campania Lager "Sudditi nemici" inglesi e francesi, ebrei italiani, ebrei stranieri, apolidi, tedeschi, austriaci, polacchi, fiumani, cecoslovacchi, jugoslavi 369 Ministero dell'Interno Commissario di pubblica sicurezza Eugenio De Paoli, Maiello, Carrozzo 15 giugno 1940 - 19 settembre 1943
Ariano Irpino Avellino, Campania Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), "allogeni" della Venezia Giulia 86 Ministero dell'Interno Commissario di pubblica sicurezza Vito Pirozzi Luglio 1940 - 9 settembre 1943
Tossicia Teramo, Abruzzo Lager Ebrei stranieri, Cinesi, zingari jugoslavi 127 Ministero dell'Interno n\a Novembre 1941 - 26 settembre 1943
Tortoreto Teramo, Abruzzo Lager Ebrei stranieri, apolidi, "allogeni" della Venezia Giulia, italiani responsabili di infrazioni annonarie 114 Ministero dell'Interno Funzionario di pubblica sicurezza Attilio Capurro, Amerigo Amelio Luglio 1940 - 6 settembre 1943
Notaresco Teramo, Abruzzo Lager Ebrei stranieri, apolidi, civili italiani e stranieri 96 Ministero dell'Interno n\a 13 luglio 1940 - gennaio 1944
Nereto Teramo, Abruzzo Lager Ebrei stranieri, apolidi, "allogeni" della Venezia Giulia, "italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, "sudditi nemici" 200 Ministero dell'Interno Commissario Francesco Alongi 17 giugno 1940 - 1º febbraio 1944
Lanciano Chieti, Abruzzo Lager Donne straniere appartenenti alla categoria dei "sudditi nemici", e degli "ebrei stranieri" 75 Ministero dell'Interno Podestà locale Raffaele Di Guglielmo, seguito dal Commissario per la pubblica sicurezza Eduino Pistone, Olindo Tiberi Pasqualoni, Domenico Palermo, Carmine Medici e Giuseppe Franco. Assistiva la co-direttrice Rosa Pace, quindi Marisa Marfisi Luglio 1940 - settembre 1943
Istonio Chieti, Abruzzo Lager oppositori politici italiani 185 Ministero dell'Interno Commissario di pubblica sicurezza Vincenzo Prezioso Giugno 1940 - ottobre 1943
Isola del Gran Sasso Teramo, Abruzzo Lager Ebrei italiani e stranieri, cinesi 147 Ministero dell'Interno n\a Giugno 1940 - ottobre 1943
Isernia Campobasso, Molise Lager "Italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, "sudditi nemici", ebrei italiani e stranieri, civili italiani e stranieri 139 Ministero dell'Interno Commissario di pubblica sicurezza Guido Renzoni, Pasquale Morra Ottobre 1940 - settembre 1943
Corropoli Teramo, Abruzzo Lager "Italiani pericolosi"(oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei stranieri, civili greci, "sudditi nemici" britannici, jugoslavi 165 Ministero dell'Interno n/a 1º febbraio 1941 - maggio 1944
Civitella del Tronto Teramo, Abruzzo Lager Civili greci, "sudditi nemici" britannici, belga, cinesi 186 Ministero dell'Interno Funzionario di pubblica sicurezza Mario Gagliardi, Giovanni Cardinale, Giuseppe Franco, Domenico Palermo, Francesco Mariniello 4 settembre 1940 - maggio 1944
Città Sant'Angelo Pescara, Abruzzo Lager Civili jugoslavi 135 Ministero dell'Interno n\a Giugno 1940 - 8 settembre 1943
Agnone Campobasso, Molise Lager "Sudditi nemici" (soprattutto cecoslovacchi e britannici), ebrei stranieri (soprattutto tedeschi e austriaci). In seguito il campo divenne misto (i prigionieri erano uomini e donne) ed "ospitò" zingari jugoslavi 155 Ministero dell'Interno Commissario di pubblica sicurezza Guglielmo Casale 14 luglio 1940 - 21 giugno 1943
Bagno a Ripoli Firenze, Toscana Lager Ebrei stranieri e italiani, apolidi, "sudditi nemici" (inglesi, francesi, greci, norvegesi, russi in particolare) 180 Ministero dell'Interno Commissario di pubblica sicurezza Pasquale de Pasquale, Fernando di Donna, Domenico Cecchetti, Mario Cecioni Luglio 1940 - 22 settembre 1943
Montalbano/Rovezzano Firenze, Toscana Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi 56 Ministero dell'Interno Commissario Domenico Cecchetti Maggio 1941 - estate 1944
Civitella della Chiana/ Villa Oliveto Arezzo, Toscana Lager "sudditi nemici", ebrei stranieri, prigionieri inglesi deportati dalla Libia 90 Ministero dell'Interno Ufficiale di pubblica sicurezza Amedeo Mascio, Vincenzo Gullino, Ferdinando Longhi, Carlo Vitti, Carmelo Giardina, Francesco Garofano Luglio 1940 - 9 giugno 1944
Fabriano Ancona, Marche Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi 90 Ministero dell'Interno funzionario di pubblica sicurezza Antonio Vecchio, "sorvegliato" dai carabinieri Settembre 1940 - aprile 1944
Petriolo Macerata, Marche Lager esclusivamente per donne, "suddite nemiche"" ed "ebree straniere" 30 Ministero dell'Interno n\a Dicembre 1942 - settembre 1943
Pollenza Macerata, Marche Lager per donne, "suddite nemiche"" ed "ebree straniere" 103 Ministero dell'Interno Nicola Lorito Giugno 1940 - marzo 1944
Sassoferrato Ancona, Marche Lager "allogeni" e jugoslavi 60 Ministero dell'Interno funzionario di pubblica sicurezza Antonio Vecchio Agosto 1942 - 15 settembre 1943
Urbisaglia Macerata, Marche Lager ebrei italiani, ebrei stranieri, apolidi, jugoslavi, "allogeni" 123 Ministero dell'Interno funzionari di pubblica sicurezza Mario Bitozzi, Giuseppe Franco, Paolo Spetta, Umberto Leproni. Il campo era sorvegliato dai carabinieri Giugno 1940 - 23 ottobre 1943
Fossoli Carpi, Emilia Romagna campo per prigionieri di guerra alleati dal 1942 al 1943, lager per ebrei dal 1943 al 1944, Polizei- und Durchgangslager nel 1944, campo di raccolta per mano d'opera per la Germania nel 1944 "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), jugoslavi, prigionieri di guerra, ebrei italiani (fra cui Primo Levi) e stranieri, civili, "sudditi" nemici oltre 5000* Ministero dell'Interno n\a 1942 - 1945
Montechiarugiolo Parma, Emilia Romagna Lager "sudditi nemici" inglesi e francesi, "ebrei stranieri" 146 Ministero dell'Interno Carmine Medici, Olindo Tiberi, Igino Adami, Mario Majello, Vittorio Pietrantonio Agosto 1940 - ottobre 1943
Scipione Parma, Emilia Romagna Lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei starnieri, "sudditi" nemici 173 Ministero dell'Interno n\a Il campo era sorvegliato adi carabinieri Luglio 1940 - settembre 1940
Risiera di San Sabba Trieste, Friuli Venezia Giulia lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, jugoslavi, civili rastrellati, prigionieri di guerra, circa 25000* III Reich Commissario austriaco Friedrich Rainer 20 ottobre 1943 - 29 aprile 1945
Bolzano Bolzano, Trentino Alto Adige lager "Italiani pericolosi" (oppositori politici, ma anche pregiudicati per reati comuni, "allogeni" slavi e individui sospettati di spionaggio e di "attività antinazionale"), ebrei italiani e stranieri, "sudditi" nemici, zingari, civili rastrellati 11.116* Ministero dell'Interno Tenente Titho, Maresciallo Haage Maggio 1944 - maggio 1945
Borgo San Dalmazzo Cuneo, Piemonte lager Ebrei italiani e stranieri circa 400 Ministero dell'Interno Buffarini Guidi Settembre 1943 - febbraio 1944

Vediamo nello specifico chierano questi candidi angioletti italianissimi che dirigevano i lager[modifica | modifica wikitesto]

Colonnello P. Pasquini, Col. P. Rivaria, Col. G. Prolaran

Comandante della 173° Sezione Regi Carabinieri della Divisione "Eugenio di Savoia", in seguito il Tenente Colonnello Umberto Ransava

Commissario Leonardo Fantoli, Carlo Sommer

Colonnello dei Carabinieri Vincenzo Cuiuli

«Dobbiamo comunque precisare che i regolamenti dei campi non prevedevano, violenze fisiche o torture in generale. Non mancarono però casi di imposizioni lesive della dignità umana, pene corporali come ad esempio l’incatenamento ai pali, o di percosse. Nei reduci di Arbe è ancora vivo il ricordo del sadismo, del tenente colonnello Vincenzo Cuiuli, comandante del campo e noto anche come “il serpente”.»

da tesi di laurea

Arma dei Carabinieri

Colonnello Giuseppe Pistone, Colonnello Firenzuola, Maggiore Rossi

Colonnello Dante Caporali

Tenente Colonnello dei Carabinieri Alfredo Anceschi aiutato dal Capitano Eliseo Signorini

Tenente Colonnello Eugenio Vicedomini, Cesare Marioni, Ignazio Fragapane, Gustavo De Dominicis, Arturo Macchi

Colonnello Francesco Dei Caroli

Tenente Colonnello dei carabinieri Salvatore Bonofiglio

Commissario per la pubblica sicurezza Paolo Salvatore, Leopoldo Pelosio, Mario Fraticelli Coviello

funzionario di pubblica sicurezza Guido Celentano, quindi Rosario Stabile

Eugenio Parrini (da alcuni internati definito fanatico sostenitore del duce e fervente filonazista

Commissario di pubblica sicurezza Eugenio De Paoli, Maiello, Carrozzo

Commissario di pubblica sicurezza Vito Pirozzi

Funzionario di pubblica sicurezza Attilio Capurro, Amerigo Amelio

Commissario Francesco Alongi

Podestà locale Raffaele Di Guglielmo, seguito dal Commissario per la pubblica sicurezza Eduino Pistone, Olindo Tiberi Pasqualoni, Domenico Palermo, Carmine Medici e Giuseppe Franco. Assistiva la co-direttrice Rosa Pace, quindi Marisa Marfisi

Commissario di pubblica sicurezza Vincenzo Prezioso

Commissario di pubblica sicurezza Guido Renzoni, Pasquale Morra

Funzionario di pubblica sicurezza Mario Gagliardi, Giovanni Cardinale, Giuseppe Franco, Domenico Palermo, Francesco Mariniello

Commissario di pubblica sicurezza Guglielmo Casale

Commissario di pubblica sicurezza Pasquale de Pasquale, Fernando di Donna, Domenico Cecchetti, Mario Cecioni

Commissario Domenico Cecchetti

Nicola Lorito

funzionario di pubblica sicurezza Antonio Vecchio

funzionari di pubblica sicurezza Mario Bitozzi, Giuseppe Franco, Paolo Spetta, Umberto Leproni. Il campo era sorvegliato dai carabinieri

Carmine Medici, Olindo Tiberi, Igino Adami, Mario Majello, Vittorio Pietrantonio

n\a Il campo era sorvegliato adi carabinieri

Commissario austriaco Friedrich Rainer questi son stranieri

Tenente Titho, Maresciallo Haage questi son stranieri

Buffarini Guidi Guido Buffarini Guidi

«Il ministro degli Interni Buffarini Guidi dispose allora "le misure di rappresaglia contro i familiari dei disertori": l'arresto, l'avvio in un campo di concentramento, il sequestro delle merci e il ritiro della licenza per i commercianti, la radiazione dall'albo per i professionisti, il licenziamento in tronco per i salariati.»

i "disertori" sono i militari S.Marco e Monterosa,2500 piu o meno, che non vogliono combattere contro partigiani e popolazioni da ANPI

questi erano solo per gli ebrei,ma belin si fatica a proseguire

Questo non c'entra nulla ma mi piace l'impostazione dell'articolo:buttare il bambino con l'acqua sporca[modifica | modifica wikitesto]

da sito bersaglieri

«STORIA. Quali erano i rapporti tra i combattenti italiani e i partigiani di Tito? RAVNICH. Improntati alla massima stima e alla reciproca fiducia. Piu difficili erano i rapporti con i quadri politici. Diffidenti da parte nostra, e diffidentissimi da parte loro. Abbiamo iniziato a stimarci molto, ma molto lentamente. Si può dire che a guerra finita c’erano delle zone d’ombra, e qualcosa di più. Tant’è vero che alcuni di quelli che avevano disimpegnato le funzioni di commissario politico presso di me sono stati, appena fui rimpatriato, innocentemente colpiti per non essere riusciti a «convertirmi» alla loro ideologia. Non solo, ma furono accusati di essersi fatti corrompere da me.»

bersaglieri partigiani

Su Palatucci[modifica | modifica wikitesto]

uno dei siti dedicati

«Un ispettore catapultato nell’ufficio di Palatucci il 23 luglio 1943, trovò solo elenchi di stranieri non residenti più in Italia da moltissimo tempo e ne trasse la convinzione che il giovane funzionario non si fosse mai curato di seguire gli stranieri con la dovuta vigilanza. A Palatucci giunse il biasimo per aver reso praticamente inefficiente il servizio stranieri. L’ispezione, probabilmente, fu la conseguenza dei rapporti non felici con i superiori.»

«I nazisti, messi sull’avviso da spie, non fidandosi più di lui gli perquisirono la casa. Palatucci ingiunge allora all’ufficio anagrafico del Comune di non rilasciare più certificati ai nazisti, se non dietro sua autorizzazione, allo scopo di conoscere in anticipo le razzie organizzate dalle SS. Il Capitano Hoepener infatti organizza una grande retata di ebrei: Palatucci però riesce a preavvertire gli interessati e li aiuta a nascondersi. A questo punto il Capitano delle SS capisce di essere stato beffato e anche i partigiani consigliano a Palatucci di lasciare Fiume; ma egli resta ancora".»

da documento

«Anche se non sono chiare le circostanze che portarono all’arresto di Palatucci , c’è da ritenere che sia stato tradito da uno dei suoi collaboratori o da persone che comunque erano a conoscenza del fatto che egli si adoperava da anni per salvare ebrei ed era in contatto con la Resistenza. Infatti, nella relazione commemorativa nel 1953 a Ramat Can (Israele) venne detto:”Fu tradito da un vilissimo fascista, suo dipendente……”.»

note su polizia,non facciamo figli e figliastri ce n'e' per tutti[modifica | modifica wikitesto]

da sito ANPI

«La neonata Repubblica di Salo' non fu piu' tenera del fascismo con gli ebrei, anzi. La Carta di Verona del 14 novembre 1943 - il manifesto politico della Rsi - risolve il problema degli ebrei italiani nel capitolo settimo, affermando che tutti i membri della razza ebraica sono "stranieri e parte di una nazione nemica". L’Ordine di Polizia numero 5, emanato il 30 novembre 1943 e trasmesso il giorno seguente alla radio, annuncia che tutti gli ebrei saranno inviati ai campi di concentramento,»

«Ma si macchiano di complicita' con i nazisti pure le prefetture, la polizia e i carabinieri (alcune prefetture e comandi – scrive De Felice – ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, di sete di violenza, di rapacita'"). E’ un fatto ormai accertato che i 4210 ebrei deportati dopo l’Ordine n. 5, siano stati arrestati quasi tutti dalle autorita' italiane.»

da

«La prima retata attuata da un reparto specializzato di polizia fu quella del 16 ottobre 1943 a Roma: quel sabato vennero rastrellati 1.259 ebrei; due giorni dopo 1.023 di essi vennero deportati ad Auschwitz (tra di essi vi era anche un bambino nato dopo l’arresto della madre). Il 1° dicembre anche le autorità italiane cominciarono ad arrestare gli ebrei e a internarli in campi provinciali; alla fine di quel mese iniziarono a trasferirli nel campo nazionale di Fossoli, nel comune di Carpi, in provincia di Modena.»

da

«Per i nazisti il compito di arrestare tutti gli ebrei di Casale fu molto semplificato dal lavoro svolto dalla polizia italiana a partire dal 1938; inoltre non fu molto difficile o pericoloso l'arresto di Sanson Segre, nato nella città monferrina nel 1866, che fu trascinato fuori dal letto - gli era stata amputata una gamba per una grave forma di diabete - e trasferito nelle carceri di Torino.»

da

«Decisione italiana di consegnare alla polizia tedesca gli ebrei tedeschi presenti nella Francia sudorientale occupata dall'Italia; direttiva di trasferimento a Bolzano degli internati (per lo più ebrei stranieri) del campo di Ferramonti di Tarsia in Calabria.»

da

«Oltre alla Questura e alla Guardia Nazionale Repubblicana, GNR (che aveva assorbito anche l'Arma dei Carabinieri), svolgevano, di fatto se non di diritto, attività di polizia anche la già citata Legione Autonoma Ettore Muti, la Brigata Nera Aldo Resega, l'ISPA (Ispettorato Speciale Polizia Antipartigiani, formato da personale della Pubblica Sicurezza), il CIP (Centro Informativo Politico, una sorta di polizia finanziaria alle dipendenze dirette del comando SS), nonché un reparto di SS italiane e l'ufficio politico della Decima Mas. Infine, ultima solo per metterla meglio in luce, operava il Reparto Speciale di polizia, al quale il suo capo, Pietro Koch, aveva il vezzo di aggiungere il suo nome, preceduto abitualmente dal titolo di dottor (anche se Koch non aveva mai terminato gli studi universitari)»

.

«In questo periodo nasce anche l'amicizia con l'attore Osvaldo Valenti e con la sua amante, l'attrice Luisa Ferida. Osvaldo Valenti, squinternato e cocainomane, è ufficiale della Decima Mas, ma partecipa anche all'attività della Banda, più che altro perché tra le altre lucrose attività, oltre alla rapina, gli uomini di Koch si sono specializzati anche nel traffico di droga.»

«La tortura a Villa Triste diventa quasi fine a sé stessa; certo, è un sistema per far parlare gli arrestati, ma l'insistenza con cui viene effettuata, la fantasia perversa degli aguzzini, dimostrano quello che dicevamo in apertura, ossia che il Reparto Speciale si distingueva da tutte le altre polizie. Ma si distingueva proprio perché anche la crudeltà della guerra può conoscere dei limiti, ma l'immaginazione di un sadico li supera di continuo.»

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

belin me scurdavu de: Gaetano Collotti da da

«Prefetti e podestà finiscono sotto il controllo di "consiglieri" tedeschi". Dalle autorità tedesche dipendono direttamente anche le formazioni della milizia fascista e i vari reparti di polizia, impegnati anche nelle operazioni di rastrellamento antipartigiane. Tra questi particolare rilievo ha l'Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia, agli ordini dell'ispettore generale Giuseppe Gueli. Questo ispettorato, con sede nella famigerata "Villa Triste" di via Bellosguardo, era stato creato fin dal 1942 con specifici compiti di repressione antipartigiana e di controllo delle organizzazioni operaie nelle fabbriche. La sezione operativa dell'Ispettorato divenne tristemente nota come Banda Collotti, dal nome del suo comandante Gaetano Collotti. Dopo l'8 settembre essa proseguì nella sua attività antipartigiana mettendosi al servizio dei tedeschi e distinguendosi in particolare nella cattura degli ebrei.»

in quanto a Giuseppe Gueli risiera S.Sabba sempre su Collotti

«In seguito, in polemica con lo Stato repubblicano che aveva concesso un riconoscimento militare alla memoria di Collotti, il suo torturatore, Miani rifiuta ogni onoreficenza.»

da arcipelago adriatico

sempre su Collotti da testiminianzelager RAI e questa ce la dimentichiamo per caso? Banda Carità

«Dopo l’8 settembre del 1943 a Firenze si costituì un ufficio di polizia denominato “Reparto di Servizi Speciali”, che divenne tristemente famoso con il nome di “Banda Carità”, dal nome del suo comandante Mario Carità. Suo compito era di scoprire le organizzazioni resistenziali e di catturare gli esponenti del movimento partigiano, dei comitati di liberazione nazionale e dei partiti antifascisti. La Banda Carità agiva prevalentemente a Firenze, in stretta collaborazione con le SS e con altri servizi di polizia tedeschi ed italiani. L’ultima sede operativa della Banda fu un caseggiato situato a Firenze (via Bolognese n. 67) che venne denominato “Villa Triste”, a motivo delle efferate torture inflitte agli interrogati.»

da ANPI

Banda Collotti

«Gaetano Collotti., torturatore fascista. Fu vice commissario dell’Ispettorato Speciale di P.S. per la Venezia Giulia, costituito a Trieste nell’aprile del 1942 per reprimere l’antifascismo giuliano.»

e questo taglia la testa ad un branco di tori,non ad uno

proprio dal ministero dell'interno

«Emblematica della commistione di ruoli tra Milizia, polizia e Ceka e dell'esistenza quindi di strutture "parallele" a quelle ufficiali, era la circostanza che De Bono, primo capo della Polizia fascista, fosse al tempo stesso comandante della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.»

carabinieri e Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

il pezzo su Wikipedia e'corretto sulla Resistenza,ma troppo sintetico occorre svilupparlo sopratutto per i "romani", scorretto sui collaborazionisti carabinieri con i nazifascisti che sembra non esistano,vede carabinieri responsabili campi concentramento italiani di cui sopra descritti,come esempio ma solo come esempio ce ne son altri di casi. [Carabinieri_nella_Resistenza_e_nella_Guerra_di_Liberazione#I_Carabinieri_nella_Repubblica_Sociale_Italiana]

dopo seconda guerra mondiale carabinieri eversione fascismo[modifica | modifica wikitesto]

ottima iniziale consultazione Junio Valerio Borghese Giovanni De Lorenzo piano Solo foto di De Lorenzo col caporione fascista caradonna ad una riunione del M.S.I. da strano dal libro di Roberto Fabiani

«Anche a piazza del Gesù, come in tutte le massonerie del mondo, esisteva una loggia coperta, destinata a riunire i fratelli più in vista. Si chiamava Giustizia e Libertà e in passato aveva visto una comparsa (rapida) dell'ex presidente del Senato e senatore a vita Cesare Merzagora, dei generali Giuseppe Aloja e Giovanni De Lorenzo; perfino il caporione fascista Giulio Caradonna era entrato e uscito diverse volte.»

I massoni in Italia di Roberto Fabiani edito da L'Espresso, 1978 archivio 900 Stati Uniti, eversione nera e guerra al comunismo in Italia. 1943-1947 di Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino di Giovanni Spampinato sito dedicato a Giovanni Spampinato

«Fin dal lontano 1956 il generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo, allora capo del Sifar, il servizio segreto militare, firmò con lo stato maggiore delle forze armate americane il piano Demagnetize: “L’obiettivo ultimo del piano”, si legge nel documento, “è quello di ridurre le forze dei partiti comunisti, le loro risorse materiali, la loro influenza nei governi italiani e francesi e in particolare nei sindacati, in modo da ridurre al massimo il pericolo che il comunismo possa trapiantarsi in Italia e in Francia, danneggiando gli interessi degli Stati Uniti nei due Paesi (…) La limitazione del potere dei comunisti in Italia e Francia è un obiettivo prioritario, e deve essere raggiunto con qualsiasi mezzo”.»

da montagna longa

«Buzzi, subito dopo il massacro, aveva commentato: "Mi sono goduto lo spettacolo e la soddisfazione di vedere otto porci rossi morti". Ma poi preferirà parlarne. Non muore soltanto Buzzi; anzi, il primo ad essere tolto di mezzo, il 30 maggio successivo, in un campo paramilitare al Pian del Rascino, in provincia dell'Aquila, è Giancarlo Esposti, uno dei capi di Ordine Nero, amico di Fumagalli, collaboratore del Sid. Il fatto strano è che ad ucciderlo sia proprio una squadra dei carabinieri guidata da un agente del servizio segreto. Esposti è uno degli uomini sui quali punta l'inchiesta di Brescia. Il giovane viene crivellato di colpi. Agonizzante, è finito con un colpo alla testa.»

da archivio 900

cronologia.leonardo.it un eccezionale documento sulle foibe con riferimenti ai carabinieri