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Libero Petrucci (San Salvatore Telesino, 4 febbraio 1793San Salvatore Telesino, 27 dicembre 1865) è stato un medico e storico italiano.

Prima pagina di Idrologia delle minerali telesine

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Libero Giuseppe Petrucci nacque da Pietro Pasquale Petrucci e Mariangela Verta, primo di otto tra fratelli e sorelle[1]. A dieci anni, nel novembre del 1803, fu inviato a studiare nel Seminario vescovile di Cerreto. Successivamente studiò medicina a Napoli e si laureò nel 1813 cominciando subito ad esercitare la professione di medico a San Salvatore. La sua professione, le sue ricerche scientifiche, le cure sperimentate sui pazienti sono ampiamente narrate nel testo Idrologia delle minerali telesine[2].

Storia di Telese[modifica | modifica wikitesto]

Il manoscritto misura 30x21 cm ed è composto da 412 carte scritte solo nella metà destra e numerate progressivamente solo sul recto dalla c. 1r, che contiene il saluto al lettore, fino alla c. 412v, bianca. L'opera cronologicamente abbraccia più di venti secoli, dai Sanniti all'Unità d'Italia.

È diviso in più "Libri": Libro Primo Della Telese Sannitica; Libro Secondo Di Telese Colonia Erculea Romana; Libro terzo Di Telese Colonia Lege triumvirali; Libro quarto Di Telese Longobarda in cui però vengono raccontate anche tutte le epoche successive: la dominazione normanna, angioina, aragonese e borbonica fino all'unità d'Italia. È per stessa ammissione dell'autore, un lavoro enciclopedico, quando dice che era partito con «la curiosità di approfondire le vicende di Telese per ravvisare il di lei stato primitivo» ma che poi «mi avviddi che bisognava innestare alla Storia Telesina la Storia Sannitica, la Romana, la Patria per presentare un racconto sodisfacente ma pare, specialmente nel primo Libro, che invece della Storia di Telese io abbia scritto la Storia del Sannio». E per compiere quest’opera, deve esaminare una pluralità di fonti non ancora studiate in maniera sistematica: «mi accinsi a leggere Autori, che versano sulla Storia antica, percorsi passo per passo il tenimento per trovare iscrizioni, esaminai scrupolosamente ogni fabbrica, svolgei quanti documenti potei procurarmi»(L. Petrucci, Storia di Telese, ms., c. 7).

L'importanza principale dell'opera è costituita dalla conoscenza approfondita che l'autore ha del territorio, che gli consente di comiugare l'esperienza empirica con le conoscenze dello studioso di storia. E il suo appartenere ad una delle più importanti famiglie del luogo gli consente di avere rapporti determinanti per il suo lavoro con altri personaggi di spicco nella comunità. «Nel museo di D. Luigi Pacelli di questo Comune, pregevole per la collezione di molti, e svariati oggetti antichi, come di corniole, di vasi Etruschi, di pezzi di bronzo, e di vetro, d’iscrizioni, di statuette, d’idoli, ma più di tutti di monete antiche, si trovano cinque monete di argento, di modulo mezzano, la più grande rinvenuta da poco tempo dietro, e le quattro più piccole rinvenute da circa venti anni dietro, tutte sulla montagna Montacero, nella di cui vetta era piantata la Telese Sannitica, come sopra ho dimostrato. Le quattro prima esistenti monete, come non troppo bene lasciavano distinguere gli emblemi, così presi qualché equivoco nell’analogo rapporto, che ne feci a D. Gennaro Riccio autore del Repertorio delle monete antiche urbiche di questo Regno. Ora l’ultima rinvenuta, e la meglio conservata mi ha posto nel grado di farne una più esatta descrizione».

Vendita del manoscritto[modifica | modifica wikitesto]

Il manoscritto fu venduto, dopo una lunga trattativa, il 4 settembre 1907 da un tale Michele del Vecchio, probabilmente un intermediario/prestanome, impiegato comunale di San Salvatore Telesino, alla Società Napoletana di Storia Patria che lo acquistò al prezzo di 125 lire.[3] nel 19XX tale vendita fu contestata da xxxxxxx .........

San Salvatore Telesino[modifica | modifica wikitesto]

«La mia patria è S. Salvatore, nel di cui tenimento esistono gli avanzi della Telese Sannitica e della Telese Romana»

Quando negli anni dal 1856 al 1865 Libero Petrucci scriveva, Telese era solo un riferimento storico per un’area piuttosto vasta al centro della Valle telesina, un territorio delimitato a nord-nordest da Monte Acero, la Rocca e Monte Pugliano, sulle cui vette si trovano i resti degli insediamenti della Telese sannitica, e che, spostandosi sempre più a sud e più a valle, vede prima i resti della Telesia romana e poi quelli della Telesis nova medievale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archivio Parrocchiale di S. Salvatore Telesino, Libro dei battezzati, VIII, 1771-1796.
  2. ^ Gran parte delle informazioni biografiche provengono dalla sue opera di storia locale: Libero Petrucci, Storia di Telese, Napoli, manoscritto presso Società Napoletana di Storia Patria, 1856-1865, con segnatura: XXXII-A-6.
  3. ^ Archivio della Società napoletana di Storia Patria, Consiglio Direttivo, Corrispondenza/Telese, storia di, fasc.lo 5, Busta 1908, s.d.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tutte le notizie biografiche sono tratte dal manoscritto .....

Link esterni[modifica | modifica wikitesto]