Supermarine Seagull (1921)

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Supermarine Seagull
Un Supermarine Seagull mentre viene issato a bordo della nave appoggio idrovolanti HMAS Albatross
Descrizione
TipoRicognitore
Equipaggio3
ProgettistaReginald Joseph Mitchell
CostruttoreBandiera del Regno Unito Supermarine Aviation Works
Data primo volo1922
Data entrata in servizio1923
Utilizzatore principaleBandiera del Regno Unito FAA
Altri utilizzatoriBandiera dell'Australia RAAF
Esemplari32
Sviluppato dalSupermarine Seal
Altre variantiSupermarine Walrus
Dimensioni e pesi
Lunghezza11,50 m (37 ft 9 in)
Apertura alare14,02 m (46 ft 0 in)
Altezza4,26 m (14 ft 0 in)
Superficie alare55,11 (593 ft²)
Peso a vuoto1 733 kg (3 820 lb)
Peso max al decollo2 581 kg (5 691 lb)
Propulsione
MotoreNapier LionIIB, 12 cilindri a W raffreddato a liquido
Potenza492 hp (367 kW)
Prestazioni
Velocità max145 km/h (90 mph, 78 kt)
Velocità di crociera138 km/h (86 mph, 75 kt)
Autonomia4 h, 30 min
Tangenza2 790 m (9 150 ft)
Armamento
Mitragliatrici1 mitragliatrice Lewis da 7,7 mm (.303 in)
NoteDati relativi alla versione Seagull II

Dati tratti da www.historyofwar.org[1].

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Il Supermarine Seagull (gabbiano in lingua inglese) era un aereo anfibio sviluppato dall'azienda aeronautica britannica Supermarine Aviation Works all'inizio degli anni venti.

Un Seagull Mk.III sul ponte della HMAS Albatross con le ali ripiegate per agevolarne lo stivaggio.

Sviluppo del precedente modello Supermarine Seal, era destinato alla componente aerea della Royal Navy, la marina militare britannica, ed utilizzato in missioni di ricognizione aerea.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1922 l'Air Ministry, il ministero che nel regno Unito gestiva l'intera aviazione britannica, valutò per l'impiego militare il biplano anfibio Supermarine Seal (presentato alla competizione dell'anno precedente organizzata dal medesimo ente presso la scuola di volo di Martlesham, cittadina del Suffolk)[2].

L'obiettivo dell'Air Ministry era quello di trovare un velivolo anfibio da destinare a compiti di osservazione in favore della Royal Navy: all'epoca, ancora in assenza dei radar, era infatti demandata agli aerei la scoperta dei bersagli e l'osservazione dei tiri dell'artiglieria delle unità della flotta.

Lo sviluppo rispetto al modello precedente, avvenne tramite la modifica dell'unico esemplare di Seal Mk.II costruito; le modifiche riguardarono il motore (venne impiegata la versione II del motore 12 cilindri a W Napier Lion, capace di una potenza di 480 hp), gli alettoni ed ai galleggianti alle estremità alari[1].

Così modificato il Seal Mk.II venne ribattezzato Seagull Mk.I ed effettuò le diverse prove valutative, ottenendo l'approvazione delle autorità; venne così l'ordine per 26 esemplari, dotati di motore Napier Lion IIB (da 492 hp) denominati Seagull Mk.II[3] di cui uno da parte delle autorità aeronautiche giapponesi[4].

Lo sviluppo successivo (Mk.III) impiegava il motore Napier Lion V e l'impianto di raffreddamento modificato; ne furono realizzati 6 esemplari, ordinati dalla Royal Australian Air Force.

Nel 1928 un esemplare di Mk.II venne modificato nella coda, negli impennaggi e ricevette un particolare tipo di ipersostentatore (definito aletta Handley Page, Handley Page slot in inglese, dal nome dell'azienda che ne brevettò il disegno). Questo esemplare, che non ebbe alcun seguito costruttivo, venne considerato come la versione Mk.IV del Seagull anche se la casa costruttrice non lo definì ufficialmente in tal modo[1].

In seguito, nel corso del 1933, venne decisa la sperimentazione di un motore radiale (in questo caso il Bristol Jupiter) in configurazione spingente; la nuova versione (denominata inizialmente Seagull Mk.V) diede origine al successivo Supermarine Walrus.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il Seagull era un biplano con l'ala inferiore disposta sulla parte superiore della fusoliera; le ali erano ripiegabili[1] per ridurre l'ingombro al momento dello stivaggio negli hangar delle navi (in particolare delle portaerei, sulle quali era previsto l'impiego). Si trattava di un velivolo a scafo centrale e galleggianti stabilizzatori all'estremità di ogni semiala con il carrello d'atterraggio retraibile al di sopra della linea di galleggiamento (in volo e durante le operazioni in acqua).

Il motore, il 12 cilindri a W Napier Lion (le cui versioni installate vennero costantemente aggiornate con lo sviluppo del velivolo), era posizionato centralmente al di sotto dell'ala superiore e l'elica era disposta in posizione traente.

L'equipaggio, composto da 3 membri, era alloggiato in postazioni scoperte.

Come armamento era installata una sola mitragliatrice Lewis da 0.303 in (7,7 mm).

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Un Seagull della RAAF, a bordo dell'incrociatore pesante HMAS Canberra.

Il Seagull venne impiegato dalla Fleet Air Arm (che in quegli anni era parte integrante della Royal Air Force) venendo impiegato sia per la ricognizione che per l'osservazione.

Nel corso del 1924 due esemplari parteciparono alla King's Cup Race (dall'inglese, Gara della Coppa del Re)[5], con risultati non particolarmente brillanti: uno dei velivoli fu costretto al ritiro mentre l'altro si piazzò al 6º posto (ultimo tra i velivoli giunti al traguardo)[6].

Il 6 febbraio del 1926, con una fastosa cerimonia, ebbe luogo la consegna del primo esemplare di Seagull ordinato dalle autorità australiane[7]; ne verranno consegnati complessivamente 6 esemplari di nuova costruzione ed altri tre precedentemente in forza alla Fleet Air Arm[8].

Non sono noti dettagli inerenti alla carriera operativa dell'esemplare ordinato dalla Marina imperiale giapponese.

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dell'Australia Australia
Bandiera del Giappone Giappone
Bandiera del Regno Unito Regno Unito

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) J. Rickard, Supermarine Seagull, su Military History Encyclopedia on the Web, http://www.historyofwar.org/index.html, Data di pubblicazione 30-10-2008. URL consultato il 16 ottobre 2010.
  2. ^ (EN) THE SUPERMARINE "SEAL," MARK II, in Flight, 3 novembre 1921. URL consultato il 17 ottobre 2010.
  3. ^ Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.12), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. p.133.
  4. ^ (EN) THE SUPERMARINE "SEAL," MARK II, in Flight, 3 novembre 1921. URL consultato il 17 ottobre 2010.
  5. ^ (EN) ITEMS FROM KING'S CUP RACE, in Flight, 21 agosto 1924. URL consultato il 17 ottobre 2010.
  6. ^ (EN) The King's Cup Air Race Round Britain, in Flight, 14 agosto 1924. URL consultato il 17 ottobre 2010.
  7. ^ (EN) "Seagulls" for Australia, in Flight, 11 febbraio 1926. URL consultato il 17 ottobre 2010.
  8. ^ (EN) RAAF A9 Supermarine Seagull III, su Australian Military Aircraft Serials and Aircraft History, http://www.adf-serials.com. URL consultato il 16 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) C.F. Andrews, E.B. Morgan, Supermarine Aircraft since 1914, London, Putnam, 1987, ISBN 0-85177-800-3.
  • (EN) C.F. Andrews, E.B. Morgan, Supermarine Aircraft since 1914, 2nd revised edition, London, Putnam Books Ltd., 2003 [1987], ISBN 0-85177-800-3.
  • Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.12), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. p.133.

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