Stazione di Piedimonte San Germano-Villa Santa Lucia

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Piedimonte San Germano-Villa Santa Lucia
stazione ferroviaria
già Piedimonte-Villa Santa Lucia (1938-?)
già Piedimonte-San Germano (1920-1938)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàPiedimonte San Germano
Coordinate41°29′31.69″N 13°45′00.04″E / 41.492137°N 13.750012°E41.492137; 13.750012
LineeRoma-Cassino-Napoli
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1920
Soppressione2000
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari3
GestoriFS
InterscambiAutolinee
DintorniSede Compagnia Ferroviaria Italiana, stabilimento FCA di Cassino
NoteSostituita dal nuovo impianto circa a due chilometri lato Roma

La stazione di Piedimonte San Germano-Villa Santa Lucia è stata la prima stazione ferroviaria a servizio dei comuni di Piedimonte San Germano e Villa Santa Lucia, in esercizio fino alla fine del 2000.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Piedimonte, originariamente proposta per essere costruita al chilometro 141+378, venne inaugurata il 3 maggio 1920 come fermata al chilometro 130+592, protetta da segnalamento di 2ª categoria semaforico collocati a 600 m dall'asse del fabbricato viaggiatori e con circuito telegrafico incluso, abilitata per servizio passeggeri, bagagli e cani[1].

Nel 1938 venne rinominata da Piedimonte-San Germano a Piedimonte-Villa Santa Lucia[2].

Venne elevata a stazione negli anni '70 grazie all'incremento del traffico merci con l'inaugurazione degli stabilimenti FIAT e Sada, raccordati alla stazione tramite due binari[3].

Negli anni '90, vista la scarsità di traffico viaggiatori e l'abbondanza di quello merci, si decise di iniziare la costruzione di un nuovo impianto incentrato più su quest'ultimo, posto a poca distanza lato Roma[3].

Declassata a posto di movimento per pochi mesi, rimase in esercizio fino al 15 ottobre del 2000 quando questa e la stazione di Aquino-Castrocielo-Pontecorvo vennero sostituite dal nuovo impianto[3][4][5]. Risultava inoltre già impresenziata a fine anni '90, con altre sei stazioni nel tratto tra Roma e Caserta[6].

In seguito il fabbricato viaggiatori venne recuperato dalla Protezione Civile e ora ospita la loro sede[3][5].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione, posta a 5 km dal centro abitato[6], era composta di un fabbricato viaggiatori - originariamente casa cantoniera - doveva aveva sede la dirigenza del movimento e ospitante una sala d'attesa interna, ed un fabbricato posto lato Cassino per i servizi igienici[3].

Disponeva di due binari entrambi serviti da banchine, delle quali solo quella del primo binario risulta presente ma in stato di abbandono, e di un binario di raccordo per le vicine industrie FIAT e Sada[3].

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione era interessata da sia traffico viaggiatori e merci, quello viaggiatori calante verso la fine dell'esercizio e quello merci sempre molto attivo sin dall'attivazione degli stabilimenti attigui. Negli ultimi mesi di attività il traffico passeggeri cessò definitivamente data la trasformazione in posto di movimento.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione, prima della soppressione, disponeva dei seguenti servizi[3]:

  • Sala d'attesa
  • Servizi igienici

In aggiunta, aveva un parcheggio antistante il fabbricato viaggiatori e disponeva di annuncio sonoro per l'arrivo dei treni.

Interscambi[modifica | modifica wikitesto]

La stazione, prima della chiusura, permetteva i seguenti interscambi[6]:

  • Fermata autobus

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ministero delle Comunicazioni, Bollettino ufficiale delle Ferrovie dello Stato, primo semestre 1920, su trenidicarta.it, 1º gennaio 1920, pp. 281-282, Ordine di Servizio n. 41. URL consultato il 28 luglio 2021.
  2. ^ Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Ordine di Servizio n. 117, 1938.
  3. ^ a b c d e f g Serafino.
  4. ^ Notizie flash, in "I Treni" n. 220 (novembre 2000), p. 6.
  5. ^ a b Costantino Jadecola, Una stazione per Piedimonte San Germano, su costantinojadecola.com, 3 maggio 2020. URL consultato il 9 settembre 2022.
  6. ^ a b c Torella e Coltellese.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]