Stabat Mater (Boccherini)

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Stabat Mater
CompositoreLuigi Boccherini
Tonalitàfa minore
Tipo di composizioneSequenza Stabat Mater
Numero d'operaG 532a/532b
Epoca di composizione1781
PubblicazioneNapoli, 1801
Durata media45 min
OrganicoDue violini, viola, due violoncelli
Movimenti
vedi sotto

Lo Stabat Mater in fa minore è una composizione di Luigi Boccherini, scritta nel 1781 (G 532a), rivista nel 1800 (G 532b) e pubblicata l'anno successivo.[1] Si tratta di una delle poche opere vocali del compositore lucchese.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stabat Mater è frutto di una commissione del 1871 da parte del suo protettore, l'infante Don Luigi, allora ad Arenas de San Pedro. Il testo della composizione, largamente musicato tra il XVII e il XX secolo, risale al XIII secolo ed è attribuito a Jacopone da Todi: nel testo viene raccontata la sofferenza di Maria durante la crocifissione di suo figlio. È probabile che la moglie del compositore, Clementina Pelliccia, abbia cantato in veste di soprano mentre i musicisti dell'infante di Spagna si sarebbero occupati dell'orchestra.[3]

L'unica copia manoscritta della prima versione a noi nota fece parte della collezione di Louis Picquot e dal 1922 è di proprietà della biblioteca del Congresso vascintoniana.[4] La prima pubblicazione avvenne a Napoli nel 1801, quando il compositore era ancora in vita, grazie a Giuseppe Amiconi.[5]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Prima versione[modifica | modifica wikitesto]

La prima versione dell'opera si basa su una voce sopranile che si fonde intimamente con il quintetto d'archi (due violini, una viola e due violoncelli), formando dunque un sestetto.[6] Questa versione dura circa tre quarti d'ora ed è composta da 11 parti,[7] che si possono dividere in tre sezioni: la prima, formata dai quattro movimenti iniziali, ha un carattere più triste e solenne; la seconda, formata dai cinque movimenti successivi, è contraddistinta da un'atmosfera più affettuosa; la terza, formata dagli ultimi due movimenti, riprende il carattere triste della prima, anche se conclude l'amen finale in tono leggermente più lieto.

Seconda versione[modifica | modifica wikitesto]

Il compositore riprese la partizione quasi vent'anni dopo (nel 1800) aggiungendoci un'ouverture (il primo movimento della sinfonia op. 35 n. 4 del 1782) e tre voci: soprano, contralto e tenore.[6][8] Al contrario dell'articolazione vocale e delle strutture melodiche, l'orchestrazione non subì grandi modifiche. L'opera rimaneggiata corrisponde all'opus 61 del catalogo Gérard, che raccoglie le opere musicali boccheriniane. Probabilmente lo scopo di questa seconda versione è commerciale.[8]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

  • Stabat mater dolorosa, Grave assai (fa minore)
  • Cujus animam gementem, Allegro (fa minore)
  • Quae moerebat et dolebat, Allegretto con moto (do minore)
  • Quid est homo, Adagio assai – Recitativo (do minore)
  • Pro peccatis suae gentis, Allegretto (la bemolle maggiore)
  • Eja mater, fons amoris, Larghetto non tanto (mi bemolle maggiore)
  • Tui nati vulnerati, Allegro vivo (mi bemolle maggiore)
  • Virgo virginum praeclara, Andantino (si bemolle maggiore)
  • Fac ut portem Christi mortem, Larghetto (fa maggiore)
  • Fac me plagis vulnerari, Allegro commodo (do minore)
  • Quando corpus morietur, Andante lento (fa minore/fa maggiore)

Strumentazione[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stabat Mater (versione del 1781) - Agnès Mellon, soprano, Ensemble 415, dir. Chiara Banchini (1992, Harmonia Mundi HM 901378)
  • Stabat Mater (versione del 1781) - Roberta Invernizzi, L’Archibudelli (2003, Sony SK 89 926)
  • Stabat Mater (versione del 1800) - Susan Gritton, Sarah Fox, Susan Bickley, Paul Agnew, Peter Harvey, The King's Consort, dir. Robert King (22-24 febbraio 1999, SACD Hyperion SACDA67108)
  • Stabat Mater (versione del 1781) - Sophie Karthäuser, soprano; Francois Poly, violoncello; Hervé Douchy, violoncello; Ensemble Les Folies Françoises (2005, Ricercar RIC 244).
  • Stabat Mater (versione del 1781) - Sandrine Piau, soprano, Ophélie Gaillard (17-19 avril et 1-3 septembre 2018, SACD Apartée)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Luigi (1743-1805) Boccherini, BnF Catalogue général, su catalogue.bnf.fr, 10806-yylat. URL consultato il 26 marzo 2022.
  2. ^ Musica sacra repertorio economico, 1893. URL consultato il 26 marzo 2022.
  3. ^ Levi Sala 2016, p. 15.
  4. ^ (EN) BOCCHERINI STABAT MATER - IDAGIO (PDF), su booklets.idagio.com. URL consultato il 26 marzo 2022.
  5. ^ Riccardo Viagr, Luigi Boccherini (1743 – 1805): “Stabat Mater” (vers. 1800), su GBOPERA, 7 aprile 2020. URL consultato il 26 marzo 2022.
  6. ^ a b Riscoperto il primo "Stabat Mater" L’arte di Luigi Boccherini rivelata dalla voce e dall’orchestra, su La Nazione, 20 marzo 2021. URL consultato il 26 marzo 2022.
  7. ^ Nello Stabat originale di Boccherini dolore e speranza davanti alla Croce, su avvenire.it, 5 marzo 2006. URL consultato il 26 marzo 2022.
  8. ^ a b Terenzio Sacchi Lodispoto, Luigi Boccherini - Stabat Mater, mottetto in fa minore per soprano e orchestra d’archi, G 532, su flaminioonline.it. URL consultato il 26 marzo 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luca Levi Sala, « Le Stabat Mater op. 61 (1801) de Luigi Boccherini : genèse et état des sources », in Revue de musicologie, vol. 100 (2014/2), Parigi, Società francese di musicologia, p. 323–356.
  • Luca Levi Sala, « Deux manuscrits inconnus du Stabat Mater op. 61 de Luigi Boccherini », in Quatre siècles d’édition musicale. Mélanges offerts à Jean Gribenski (Études de Musicologie 5), Joann Élart, Étienne Jardin e Patrick Taïeb (éd.), Bâle, Peter Lang, 2014, p. 147–155.
  • Luca Levi Sala, Opera Omnia Vol. VI, Bologna, Ut Orpheus Edizioni, 2016.
  • Jaime Tortella, Boccherini: Un músico italiano en la España ilustrada, Madrid, 2002.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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