Spurio Furio Medullino Fuso (console 481 a.C.)

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Spurio Furio Medullino Fuso
Console della Repubblica romana
Nome originaleSpurius Furius Medullinus Fusus
GensFuria
Consolato481 a.C.

Spurio Furio Medullino Fuso, in latino Spurius Furius Medullinus Fusus (... – ...; fl. V secolo a.C.), è stato un politico e militare romano del V sec. a.C.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei primi esponenti della gens Furia, un'antica gens di origine incerta[1], fu eletto nel 481 a.C. console insieme a Cesone Fabio Vibulano, che era al suo secondo mandato, in un momento di notevole inquietudine, dovuta alle lotte contro gli Equi ed i Veienti[2][3].

Durante il consolato riemersero vecchi dissensi tra patrizi e plebei, ed il tribuno della plebe Spurio Licinio[4] cercò di approfittarne per far promulgare la legge agraria. Ma furono i suoi stessi colleghi ad opporvisi e a dare sostegno, insieme ai consoli, alla riuscita della leva militare[5]. Mentre Cesone si metteva a capo della spedizione contro gli Equi, Spurio conduceva le sue truppe contro i Veienti ma durante questa campagna non accadde alcunché[6].

Secondo Dionigi invece, che lo riporta eletto in rappresentanza della plebe[7], Spurio Furio marciò contro gli Equi e Cesone Fabio contro i Veienti. La campagna di Spurio fu un successo, poiché i nemici non osarono affrontarlo, ed egli ricavò un consistente bottino, sia in denaro che in schiavi, distribuendone buona parte ai propri soldati, guadagnandosi così il favore popolare[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'appellativo Medullino deriva da Medullia, antica città latina incorporata in Roma; ma poiché Medullinus compare nei Fasti nel 488 a.C., solo cinque anni dopo il Foedus Cassianum, questo ramo dei Furii fu certamente latino.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 43, 1-2.
  3. ^ Dionigi, Antichità romane, Libro IX, 1
  4. ^ Dionigi lo chiama Spurio Icilio, Antichità romane, Libro IX, 1
  5. ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 43.
  6. ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, Libro II, 4.
  7. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, Libro IX, 1.
  8. ^ Dionigi, Antichità romane, Libro IX, 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti secondarie

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Quinto Fabio Vibulano II
e
Gaio Giulio Iullo
(481 a.C.)
con Cesone Fabio Vibulano II
Marco Fabio Vibulano II
e
Gneo Manlio Cincinnato