Requin

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Requin
Descrizione generale
TipoSommergibile
ClasseRequin
ProprietàMarine nationale
Ordine1922
CantiereArsenale di Cherbourg
Impostazione14 giugno 1922
Varo19 luglio 1924
Completamento28 maggio 1926
Destino finaleFonti discordanti (vedi testo)
Caratteristiche generali
DislocamentoEmersione: 962/1 168 t
Immersione: 1 464 t
Lunghezza78,3 m
Larghezza6,84 m
Pescaggio5,1 m
Profondità operativa80 m
Propulsione2 motori Diesel Sulzer o Schneider (2 900 shp); 2 motori elettrici (1 800 shp); 2 alberi motore
Velocità in immersione 9 nodi
Velocità in emersione 15 nodi
AutonomiaEmersione: 6 650 miglia a 10 nodi (12 316 chilometri a 19 km/h)
Immersione: 105 miglia a 5 nodi (1 945 chilometri a 9,5 km/h)
Equipaggio54 uomini
Armamento
Armamento
  • 10 tubi lanciasiluri da 550 mm
  • 1 cannone Modèle 1917 da 100 mm
  • 2 mitragliatrici da 8 mm
Note
Dati riferiti all'entrata in servizio
Fonti citate nel corpo del testo
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Il Requin è stato un sommergibile appartenente alla Marine nationale, prima ed eponima unità della stessa classe. Fu varato dall'arsenale di Cherbourg nel luglio 1924. Unità con un lungo servizio di routine, nel 1941 entrò in disarmo a Biserta e fu catturato dagli italo-tedeschi alla fine del 1942; passato alla Regia Marina, fu forse affondato a Genova il 9 settembre 1943, sebbene il suo destino finale rimanga incerto.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Classe Requin.

Il Requin (nome francese dello squalo) era lungo 78,3 metri e poteva operare fino a una profondità di 80 metri. In emersione aveva un dislocamento a pieno carico di 1 168 tonnellate ed era spinto da due motori Diesel (Sulzer o Schneider) che sviluppavano 2 900 shp e garantivano un'autonomia di 6 650 miglia a 10 nodi (12 316 chilometri a 19 km/h). In immersione la spinta era invece fornita da due 2 motori elettrici (1 800 shp) con una molto più modesta autonomia di 105 miglia a 5 nodi (1 945 chilometri a 9,5 km/h). L'armamento era articolato su dieci tubi lanciasiluri da 550 mm, un cannone da 100 mm e un paio di mitragliatrici. L'equipaggio era di 54 uomini.[1]

Servizio operativo[modifica | modifica wikitesto]

Il sommergibile Requin fu ordinato nel programma navale della Marine nationale del 1922, inizialmente con il denominativo "Q115". La sua chiglia fu impostata nel cantiere navale dell'arsenale di Cherbourg il 14 giugno di quell'anno e il varo avvenne il 19 luglio 1924; fu completato il 28 maggio 1926.[1][2]

Assegnato alle acque dell'Impero coloniale francese d'Africa, negli anni successivi espletò un regolare servizio di addestramento intervallato da pattugliamenti. Tra il 1935 e il 1937 andò incontro a una manutenzione completa, al ricambio delle logorate macchine[1] e all'aggiunta di una mitragliatrice pesante da 13 mm sulla falsatorre, al posto delle due originarie mitragliatrici da 8 mm.[2] Con l'inizio della seconda guerra mondiale nel settembre 1939, il Requin (LV R B H Prévost-Sansac de Traversay) e gli altri esemplari della classe condussero crociere di vigilanza al largo dell'Africa e anche nel mar Mediterraneo, in collaborazione con la Royal Navy.[3] Il 22 giugno 1940 la Francia siglò l'armistizio con la trionfante Germania nazista e due giorni dopo anche con l'Italia fascista. Nei termini della resa il Requin, che si trovava agli ormeggi a Biserta con svariati altri sommergibili, dovette rimanere fermo in porto e fu posto in disarmo nella prima metà del 1941. Nel novembre-dicembre 1942 l'Asse occupò il protettorato tunisino e i tedeschi si appropriarono del Requin e di altri tre battelli della classe, che cedettero l'8 dicembre agli alleati italiani. La Regia Marina ridenominò il Requin come FR 113, lo spostò a Genova e cercò di rimetterlo in piena efficienza.[1][2] L'8 settembre fu reso pubblico l'armistizio di Cassibile e, a Genova, le maestranze ordinarono di autoaffondare diverse unità, compreso il vecchio Requin ancora ai lavori: per due fonti la disposizione fu correttamente eseguita il 9 settembre.[4][5]

Un'altra fonte afferma che il 9 settembre il sommergibile fu fatto saltare in aria, invece di essere mandato a fondo.[1] Una terza fonte, peraltro, dichiara che i tedeschi riuscirono a catturarlo, anche se cosa ne sia avvenuto in seguito non è chiaro,[2] sebbene sia generalmente ritenuto che fu demolito.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Requin 1st class submarines (1926-1928), su navypedia.org. URL consultato il 7 marzo 2021.
  2. ^ a b c d (EN) Requin of the French Navy, su uboat.net. URL consultato il 7 marzo 2021.
  3. ^ a b (EN) French Submarines of World War II, su weaponsandwarfare.com. URL consultato il 7 marzo 2021.
  4. ^ Teucle Meneghini, Cento sommergibili non sono tornati, Roma, Centro editoriale nazionale, 1968, p. 657, ISBN non esistente.
  5. ^ Giuliano Manzari, I sommergibili italiani dal settembre 1943 al dicembre 1945 (PDF), su marina.difesa.it, Bollettino d'Archivio dell'Ufficio Storico della Marina Militare, dicembre 2011, p. 78. URL consultato il 7 marzo 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]