Ramaria aurea

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Ramaria aurea
Ramaria aurea
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Gomphales
Famiglia Gomphaceae
Genere Ramaria
Specie R. aurea
Nomenclatura binomiale
Ramaria aurea
(Schaeff.) Quél., 1888
Ramaria aurea
Caratteristiche morfologiche
Cappello
no
Imenio
liscio
Lamelle
no
Sporata
ocra
Velo
nudo
Carne
immutabile
Ecologia
Commestibilità
commestibile dopo cottura

Ramaria aurea (Schaeff.) Quél., Flore mycologique de la France et des pays limitrophes (Paris): 467 (1888).

La Ramaria aurea è un fungo commestibile, anche se con cautela, della famiglia delle Gomphaceae.
È una specie tossica da cruda e pertanto richiede una prebollitura. Inoltre consumi esagerati della stessa, come per la maggior parte delle "Ramarie", possono provocare effetti lassativi ed altri fastidi.
Bisogna prestare molta attenzione a non confonderla con altre specie congeneri non eduli oppure velenose, cosa che però avviene molto spesso.

Descrizione della specie[modifica | modifica wikitesto]

Corpo fruttifero[modifica | modifica wikitesto]

Color giallo-oro o giallo-ocraceo, densamente ramificato, con base biancastra o giallina; gli apici delle ramificazioni sono bifidi e ottusi.

Carne[modifica | modifica wikitesto]

Compatta, bianca; senza odore e sapore caratteristici.

Spore[modifica | modifica wikitesto]

Ocracee in massa, ellittiche e minutamente verrucose, 10-13 x 4-6 µm.

Habitat[modifica | modifica wikitesto]

Fruttifica in estate-autunno, nei boschi misti, sul terreno. Per lo più sotto faggio.

Commestibilità[modifica | modifica wikitesto]

Ottimo commestibile da giovane, previa cottura. Non commestibile da crudo.

Si consiglia di non consumarne quantità eccessive in quanto potrebbe avere effetti lassativi.
Molto ricercato ed apprezzato in alcune regioni d'Italia come in Calabria, più precisamente sull'altopiano della Sila.
Si presta molto bene alla conservazione sott'olio.

Attenzione a non confonderlo con le specie tossiche Ramaria pallida (cui somiglia molto in alcune sue forme decolorate) e Ramaria formosa.

Illustrazione di Ramaria aurea

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal latino aureus = di colore dorato, per via del suo colore.

Sinonimi e binomi obsoleti[modifica | modifica wikitesto]

  • Clavaria aurea Schaeff., Fungorum qui in Bavaria et Palatinatu circa Ratisbonam nascuntur 4: 121 (1774)

Nomi comuni[modifica | modifica wikitesto]

  • Civita
  • Cierru 'e gallu ("cresta di gallo" - dialetto cosentino)
  • Jaddhuzzu (dialetto reggino)
  • Corallo giallo
  • Ditola dorata
  • Manina dorata
  • Manuzza
  • Zatèle de l'ors ("zampette dell'orso" - dialetto trentino)
  • Calaffiori ("cavolfiore" - dialetto gallurese)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Micologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di micologia