Pallonetto (Napoli)

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Vico Pallonetto di Santa Lucia, il Pallonetto più famoso di Napoli, in una foto di Giorgio Sommer del XIX secolo

«Napoli è una città dai mille volti segreti, tutti veri e tutti diversi”, un po’ quello che mi viene in mente camminando in quella porzione di caos calmo che è il Pallonetto.[1]»

Il toponimo Pallonetto identifica quelle zone di Napoli formate da caratteristici dedali di vicoli, stradine gradinate ripide, utilizzate dai cittadini per raggiungere il centro storico della città[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

A Napoli esistono tre zone[3][4] in cui i toponimi utilizzano etimi legati al Pallonetto e sono il Pallonetto di Santa Chiara, il Pallonetto di San Liborio ed il Pallonetto di Santa Lucia, quest'ultimo il più antico e famoso dei tre[2].
Generalmente nelle zone dei Pallonetti l'architettura è molto caotica, in quanto nei vicoli coesistono sia bassi che palazzi di quattro o cinque piani. Spesso nell'ambito di uno stesso edificio capita di trovare balconi, finestre o porte posizionati in modo poco simmetrico[1], altri manufatti seguono l'altimetria dei gradoni su cui sono costruiti, creando diversi dislivelli.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La toponomastica è legata al vecchio gioco del Pallonetto, praticato agli inizi del XV secolo presso la corte medicea, che ben presto si diffuse anche a Napoli[5]. Il gioco si può considerare come l'antenato della pelota basca[2][6], giocato con delle palline di cuoio, al cui interno c'era un nucleo di piombo rivestito di lana e gomma[5]. Il campo di gioco era la strada e tutto quello che la circondava, passanti compresi. Il gioco aveva termine quando la pallina non girava più[5]. A volte lo si confonde con un altro gioco, inventato e praticato in Inghilterra nel 1847[7]. Molto diffusi erano anche la pallacorda ed il pallamaglio[3].

Arte, cinematografia ed opere[modifica | modifica wikitesto]

Già nel 1692 il canonico Carlo Celano, nella sua opera Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli, menziona la pratica di questo sport, che si svolgeva presso l’attuale piazza Bellini, in una struttura al coperto definita tra le migliori in Italia per poter <<giocare alla racchetta e al pallone>>[5].
In seguito alla diffusione del gioco, questi iniziò ad essere praticato anche per le strade.
Nel 1951 Eduardo De Filippo diresse il film Filumena Marturano, tratto dall'omonima opera che aveva scritto nel 1946. Eduardo affermò che si era ispirato a una donna realmente esistita che abitava nel Pallonetto di San Liborio[8]. Qui nel secondo decennio del XXI secolo, fu realizzato un murales raffigurante il volto di Sophia Loren, che nel 1962 interpretò la Filumena Marturano di Vittorio De Sica[9].
Nel 1962 il Pallonetto di Santa Chiara fu una delle location del film Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, in cui furono girate alcune scene, in particolare fu ricostruito un agguato ai danni dei soldati tedeschi da parte di un gruppo di civili. In alcune inquadrature è possibile riconoscere il portale laterale che immette nel cortile della chiesa di Santa Chiara[10].
Nel 1981 Gianni Rodari[11] ha descritto il Pallonetto di Santa Lucia in una sua filastrocca[2]:

«Filastrocca del Pallonetto,
vicolo storto vicolo stretto
senza cielo senza mare,
senza canzoni da cantare.

Chi farà musica e parole
per te Napoli senza sole?
A Marechiaro spunta la luna,
ma il Pallonetto non ha fortuna.

A Santa Lucia la luna splende
al Pallonetto però non scende.
Chi farà musica e parole
per te Napoli senza sole?»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Mariagiovanna Guillaro, Il Pallonetto: Una Storia Di Alti E Bassi, su storienapoli.it, 25 agosto 2015. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato il 1º ottobre 2019).
  2. ^ a b c d Lucio Boccalatte, 'O Pallonetto a Napoli un gioco che identifica un rione, su napoli-turistica.com, 26 agosto 2019. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato l'11 ottobre 2019).
  3. ^ a b Borgo di Santa Lucia, su cosedinapoli.com, 31 maggio 2016. URL consultato il 13 ottobre 2019 (archiviato il 13 ottobre 2019).
  4. ^ Stella Cervasio, La Napoli di Cesare de Seta viaggio per immagini e testi nella storia urbanistica, su ricerca.repubblica.it, repubblica.it, 11 febbraio 2017. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato l'11 ottobre 2019).
  5. ^ a b c d Dal gioco del pallonetto al Pallonetto di Santa Chiara, su terredicampania.it. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato il 1º ottobre 2019).
  6. ^ Arianna Esposito, Pallonetto a Santa Lucia, le origini del rione tra miseria e nobiltà, su napoli.fanpage.it, 21 febbraio 2018. URL consultato l'11 ottogre 2019 (archiviato l'11 ottobre 2019).
  7. ^ Viviana Cardone, “‘O pallonetto a Santa Lucia”. Sapete di cosa si tratta?, su vesuviolive.it, 30 settembre 2015. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato il 1º ottobre 2019).
  8. ^ Valerio Papadia, Il volto di Sophia Loren per un murales dedicato a Filumena Marturano, su napoli.fanpage.it, 8 luglio 2019. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato l'11 ottobre 2019).
  9. ^ Giovanni Postiglione, Pallonetti a Napoli-Un gioco "di strada", su locusisteblog.wordpress.com. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato il 12 febbraio 2014).
  10. ^ Vico Pallonetto Santa Chiara in Le quattro giornate di Napoli, su napoli.itineraridellacampania.it. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato l'11 ottobre 2019).
  11. ^ Napoli senza sole di Gianni Rodari, su filastrocche.it. URL consultato l'11 ottobre 2019 (archiviato il 31 marzo 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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