Ozmo

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Ozmo, pseudonimo di Gionata Gesi (Pontedera, 1975), è un artista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Big fish eats small fish (2011), Shoreditch, Londra

Il suo nome è legato alla scena storica della street art in Italia, di cui è tra i maggiori interpreti[1].

Dopo la formazione all’Accademia di belle arti di Firenze, Ozmo si dedica per circa un decennio alla pratica del writing, per poi iniziare un percorso tra street art, arte contemporanea e public art. Il lavoro di Ozmo si nutre di innumerevoli stimoli iconografici, tra antico e contemporaneo, a cui applica un continuo processo di appropriazione, rielaborazione e stilizzazione grafica.

Street art[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2001 in poi, a Milano, i primi interventi di ciò che oggi conosciamo come street art[2]. Proficua è la collaborazione con Abbominevole (Oliver D'Auria), con il quale Ozmo nel 2003 installa i primi poster a grandi altezze avvalendosi di bastone telescopico[1]. Emblematica della sua produzione non autorizzata è l'immagine di un teschio, che variamente assemblata e rielaborata diventa la cifra iconica che identifica il suo nome[3].

Nel 2005 partecipa all'Urban Edge Show, al fianco di artisti di fama tra cui London Police, Blu e Shepard Fairey[4].

Nel 2007 e 2008 rispettivamente, Ozmo figura tra i partecipanti a Street Art Sweet Art al PAC di Milano[5] (2007) e Scala Mercalli all’Auditorium Parco della Musica di Roma[6].

Arte contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Parallelamente alle azioni artistiche non autorizzate, Ozmo non rinuncia ad una attività pittorica più prossima al sistema dell’arte contemporanea, producendo opere ad olio che lavorano su un piano dell’immagine completamente diverso da quello della street art[7].

Nel 2004 la sua ricerca pittorica è parte della collettiva Assab One 2004 – La nuova generazione artistica in Italia, curata da Roberto Pinto[8].

Nel 2007 Ozmo figura nella mostra Arte Italiana, 1968-2007 Pittura a Palazzo Reale di Milano, curata da Vittorio Sgarbi[9].

Fuori dai confini nazionali, va registrata la personale alla Pure Evil Gallery di Londra nel 2008[10].

Nel 2012 Ozmo interviene in note sedi museali: prima nel foyer del Museo del Novecento a Milano[11], poi sulla terrazza del MACRO di Roma, realizzando il grande dipinto murale intitolato Voi valete più di molti passeri![12].

Public art[modifica | modifica wikitesto]

L'attività nello spazio pubblico di Ozmo, a partire dalla fine degli anni Zero, si apre alla scena del muralismo contemporaneo[1]. Numerose sono le partecipazioni a festival, progetti e le commissioni di grandi marchi, tra cui Absolut (2010) – l’opera realizzata a Roma viene citata dal New York Times[13]– e Prada[14] (2014).

Nel 2011 Ozmo dipinge il murale Big fish eats small fish nella zona Shoreditch a Londra, nei luoghi già toccati dal celebrato Banksy[15].

Nel 2014 e 2016 il lavoro dell’artista toscano arriva nell’area di Miami-Wynwood, centro nevralgico internazionale per l’arte contemporanea e il neomuralismo[16][17]

Dal 2013 al 2018 i suoi interventi pubblici raggiungono anche il Brasile, Capo Verde, Chicago, Shanghai, Chengdu, New York e Parigi.

Ozmo - Murale Creazione di Adamo - Foto (2022) Carrara - by Alexdigitale

Nel 2017 Ozmo dipinge un murale di ben 160mq raffigurante la Creazione di Adamo di Michelangelo Buonarroti su un'imponente parete di Marmo di Carrara presso la Cava Galleria Ravaccione n° 84, situata lungo lo storico percorso della Ferrovia Marmifera Privata di Carrara.

Nel 2019 realizza a Rieti, nell'ambito del progetto Trame-Tracce di memoria, una grande opera sulla facciata del Tribunale[18].

Dal 2015 Ozmo è direttore artistico della manifestazione internazionale di muralismo Wall in Art, che ha luogo in Valle Camonica (Brescia), e per la quale ha realizzato tre grandi interventi[19].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ozmo nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2019).
  2. ^ Intervista: Ozmo, su Graffiti, Writing, Murales e Street art, 1º marzo 2008. URL consultato il 10 novembre 2019.
  3. ^ Ozmo 1998-2018. Crowdbooks, 2018, p. 114..
  4. ^ The P4, Milan, Italy milanItaly, exhibitions & events, su ArtSlant. URL consultato il 10 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2019).
  5. ^ Street Art, Sweet Art. Dalla cultura hip hop alla genereazione “pop up”, su PAC. URL consultato il 10 novembre 2019.
  6. ^ Scala Mercalli Auditorium Parco della Musica Roma, su 1995-2015.undo.net. URL consultato il 10 novembre 2019.
  7. ^ www.cannaviello.net, su cannaviello.net. URL consultato il 10 novembre 2019.
  8. ^ Assab One, su web.archive.org, 12 dicembre 2013. URL consultato il 10 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
  9. ^ exibart_admin, Arte italiana 1968–2007 Pittura, su exibart.com. URL consultato il 10 novembre 2019.
  10. ^ (EN) who is pure evil - pure evil gallery, su pureevilgallery.virb.com. URL consultato il 10 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2019).
  11. ^ Ozmo al Museo del Novecento, su Il Post, 10 febbraio 2012. URL consultato il 10 novembre 2019.
  12. ^ AL MACRO LA BABELE ITALIANA DI OZMO, su D'ARS MAGAZINE, 14 gennaio 2013. URL consultato il 10 novembre 2019.
  13. ^ (EN) Katie Parla, Street Art Goes Mainstream in Rome, su In Transit Blog, 16 aprile 2010. URL consultato il 10 novembre 2019.
  14. ^ Ozmo, il presente dell'arte, su Amica. URL consultato il 10 novembre 2019.
  15. ^ Archivio Corriere della Sera, su archivio.corriere.it. URL consultato il 10 novembre 2019.
  16. ^ (EN) Ozmo paints an impressive new piece in Wynwood, Miami, su StreetArtNews, 19 ottobre 2014. URL consultato il 10 novembre 2019.
  17. ^ Santa Nastro, Ozmo sbarca a Wynwood, Miami, su Artribune, 20 dicembre 2016. URL consultato il 10 novembre 2019.
  18. ^ A Rieti Ozmo realizza maxi murales - Lazio, su Agenzia ANSA, 23 maggio 2019. URL consultato il 10 novembre 2019.
  19. ^ (EN) Wall in Art, su Wall in Art. URL consultato il 10 novembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Milano: Guida Alternativa. Ozmo+ Abbominevole. Postmedia Books, Milano 2005.
  • Ozmo 1998-2018. Crowdbooks, 2018


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN15155646199518212476 · GND (DE1184314918 · WorldCat Identities (ENviaf-15155646199518212476