Nettime

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Nettime è una mailing list proposta nel 1995 da Geert Lovink, Nils Roeller e Pit Schultz[1] al secondo meeting del Medien Zentral Kommittee (ZK) tenutosi al Teatro Malibran durante la Biennale di Venezia[2]. Dal 1998 Ted Byfield e Felix Stalder furono moderatori della mailing list, moderando nel contempo altre liste che facevano riferimento alla Nettime family.

Nettime è stata ampiamente riconosciuta per il suo ruolo seminale di stimolazione e disseminazione di idee su tematiche come Netzkritik o anche Net Critique, net.art e tactical media e fu pioniera sulle pratiche di "filtraggio collaborativo". Secondo alcuni, nel corso degli anni Nettime divenne la più celebre mailing list internazionale sul tema della net culture[2].

La lista postale ed i relativi scambi ebbero una notevole influenza sul romanzo del 1996 di Bruce Sterling dal titolo Holy Fire[3].

Storia della Mailing list[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1995 nel mondo della net culture, anche in seguito agli scritti di Richard Barbrook e Andy Cameron, inizia a sentirsi l'esigenza di rivedere in modo critico le teorie esposte sulla rivista WIRED sui nuovi media e sulla cultura digitale allora denominate ideologia californiana, che proponeva "una visione della tecnologia neo-liberista propria di una tecno-élite bianca e maschile"(Diana McCarty)[2]. Fu in questo contesto che il Medien Zentral Kommittee iniziò a proporre incontri e dibattiti su queste tematiche, che furono inaugurati a Francoforte nei primi anni '90. Il secondo incontro, un art club event chiamato Club Berlin, fu invece tenuto in occasione della Biennale di Venezia del 1995 e promosso da Geert Lovink, Nils Roeller e Pit Schultz al Teatro Malibran, e vide la partecipazione di numerosi intellettuali, artisti, scrittori, attivisti ed operatori del web[2]. È durante questo incontro che nasce la necessità di aprire una lista di corrispondenza in cui dibattere i temi più impellenti. Il nome Nettime nasce in contrapposizione alle metafore del web come spazio, sul tipo di Cyberspazio allora dominanti:

Il tempo di Nettime è un tempo sociale, soggettivo ed intensivo, con condensazioni ed estrazioni, segmentato da eventi sociali come conferenze, piccoli incontri, riunioni di scrittura da esportare sul mondo della carta stampata. (...) [4]

.

La mailing list nasce effettivamente nell'estate del 1995 ed era inizialmente moderata da Geert Lovink e Pit Schultz, per poi crescere molto nei mesi successivi, diventando presto un modello per il carattere avanguardista delle discussioni su politiche di rinnovamento, arte in rete, spazi pubblici, attivismo mediatico, democrazia digitale e diretta, tentando di superare tanto l'euforia a-critica quanto gli eccessi di pessimismo e sospetto nei confronti dei nuovi media, in perfetta sintonia con la filosofia della Net Critique sviluppata proprio in questo contesto fin dai primi incontri[2].

Si propagò poi tra il 1995 ed il 1997, proprio dalle discussioni su Nettime il movimento net.art, così battezzato dall'artista sloveno Vuc Cosic, che trovò questa formulazione in un frammento di caratteri Ascii arrivati via mail da un anonymous remailer. Il dibattito culminò poi nell'incontro del 1997 tenutosi a Kassel durante il festival Documenta X[2].

Alcuni partecipanti a Nettime[modifica | modifica wikitesto]

Anche se, come normalmente accade nelle mailing list, i sottoscriventi cambiarono molto nel tempo, Nettime vide la partecipazione di numerose persone degne di nota e tra queste ricordiamo:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rüst, Annina. "the nettimeline_" (n.d.)
  2. ^ a b c d e f Tatiana Bazzichelli, Networking. La rete come arte, prefazione di Derrick de Kerckhove, postfazione di Simonetta Fadda, Costa & Nolan, 2006
  3. ^ Marie-José Klaver, Together on a List, su v2.nl, 1998.
  4. ^ <nettime> Panic Content - The ZKP 3 Introduction Draft (october 1996), in nettime.org.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tatiana Bazzichelli, Networking. La rete come arte, prefazione di Derrick de Kerckhove, postfazione di Simonetta Fadda, Costa & Nolan, 2006

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]