Mausoleo di Ciano

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Coordinate: 43°29′27.33″N 10°20′22.48″E / 43.490925°N 10.339578°E43.490925; 10.339578
Il basamento del mausoleo
Foto dell'interno del Mausoleo nel 2020

Il mausoleo di Ciano si trova a Livorno, sulle colline alle spalle della città, in località Monteburrone, a breve distanza dalla frazione di Montenero.

È quanto resta di un imponente monumento costruito per ospitare la tomba del gerarca fascista Costanzo Ciano e della sua famiglia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del mausoleo ebbe inizio dopo la morte di Costanzo Ciano, avvenuta nel 1939. Secondo il progetto, il monumento avrebbe dovuto essere costituito da un grande basamento sormontato da una statua, alta 12 metri, che lo rappresentava alla guida del suo "mas" ("motoscafo armato silurante"). Inoltre era prevista la costruzione di un colossale faro, a forma di fascio littorio, alto più di 50 metri.

Il mausoleo fu finanziato da una sottoscrizione pubblica aperta dal podestà di Livorno, che raccolse 100.000 lire dell'epoca. I lavori furono affidati allo scultore Arturo Dazzi per la parte statuaria, che a sua volta chiamò Gaetano Rapisardi per la parte architettonica.[1][2]

Il 27 giugno 1940 Rapisardi trasmise il progetto all’ingegnere capo del Genio Civile di Livorno, che il mese seguente presentò il progetto esecutivo.[2] La costruzione procedette rapidamente tanto che, nonostante lo scoppio della guerra, nei primi anni quaranta era già stato parzialmente realizzato il faro, che con la sua luce avrebbe dovuto ricordare lo spirito immortale di Ciano. Tuttavia, con la caduta del fascismo i lavori furono sospesi e del mausoleo rimase solo la forma di un massiccio torrione alto circa 17 metri, mentre il faro fu minato e abbattuto dai guastatori tedeschi.

La statua di Ciano, incompleta, non fu mai posta in opera, ma giace ancora sull'isola Santo Stefano nell'arcipelago di La Maddalena, in Sardegna, presso la cava nella quale era in lavorazione al momento della sospensione del cantiere (in particolare restano la grande testa e parti del corpo). Altre tre statue minori, che avrebbero dovuto ornare l'opera, si trovano invece a Forte dei Marmi[3]: due marinai sul lungomare ed un balilla in un piccolo parco all'incrocio fra via Piave e via Mascagni.

Statua del Balilla, situata a Forte dei Marmi
Le statue dei marinai sul lungomare di Forte dei Marmi

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ciò che resta del mausoleo è incentrato attorno ad una vasta sala voltata, delimitata da colonne d'impostazione classicheggiante, alla quale si accede mediante una severa apertura architravata; presso il corridoio d'ingresso si riconoscono inoltre i resti del vano scale e del pozzo per l'ascensore, che avrebbero dovuto condurre i visitatori alla sommità del basamento. La copertura, sopra la quale sarebbe stata innalzata la statua di Ciano, è anch'essa incompleta ed è costituita in parte dall'estradosso della volta sottostante.

Il monumento, abbandonato da oltre settant'anni e sottoposto a vandalismi, è saltuariamente utilizzato dalla Brigata Paracadutisti Folgore e dal Tuscania per esercitazioni di discesa con la corda. Della magnificenza cui aspiravano i progettisti, il mausoleo conserva solo il panorama su Livorno, sulle isole dell'arcipelago toscano (Capraia, Gorgona, Elba) e sulla Corsica.

Numerosi sono stati i progetti di riqualificazione dell'area (di proprietà privata, mentre il mausoleo è demaniale),[4] ma le ipotesi di trasformare l'edificio in un albergo o integrarlo in una struttura cimiteriale per il quartiere di Montenero non sono mai stati approvati. Una proposta più recente, avanzata provocatoriamente dal fumettista Daniele Caluri, riguardava invece la trasformazione del grosso e abbandonato blocco del basamento nel deposito di Paperon de' Paperoni.[5] Altri hanno suggerito il definitivo abbattimento del mausoleo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A conferma dei nomi dei progettisti, a volte sostituiti col nome di Marcello Piacentini, si veda F. Scaroni, Studio e recupero del Mausoleo dedicato a Costanzo Ciano a Livorno, Tesi di Laurea presso l'Università La Sapienza di Roma, 2003.
  2. ^ a b Elena Ippoliti, Laura Carnevali e Fabio Lanfranchi, Il Disegno per la ricostruzione di una storia. Il restauro virtuale del Monumento a Costanzo Ciano a Montenero di Livorno (PDF), in Restauro Archeologico. doi = 10.13128/RA-22207, vol. 25, n. 2, Università di Firenze, 2017, pp. 52-53 (Fig. 2), ISSN 1724-9686 (WC · ACNP), OCLC 8349144121 (archiviato il 15 febbraio 2020). Ospitato su archive.is.
  3. ^ C. Ceccarelli, A. Santarelli, Monumento a Ciano. Livorno 1939, Livorno 2010, pp. 32-36.
  4. ^ La Nazione, Cantieri all'ombra del mausoleo di Ciano, su lanazione.it. URL consultato il 18 settembre 2015.
  5. ^ L’uomo che vuole il deposito di Zio Paperone a Livorno, su wired.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • S. Bonaretti (a cura di), Il mausoleo a Costanzo Ciano, collana Architetture Livorno, n° 2, Edizioni ETS, Pisa 2006.
  • C. Ceccarelli, A. Santarelli, Monumento a Ciano. Livorno 1939, Livorno 2010.
  • Monteburrone, mauseoleo per tutti, da Il Tirreno del 14 giugno 2002, Cronaca di Livorno, p. V.
  • F. Scaroni, Cronaca e storia di un rimosso cantiere di regime: il mausoleo di Costanzo Ciano a Livorno, collana "Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura", n. 42/03, Bonsignori editore, Roma 2005.

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