Martirio di sant'Alessandro (Malinconico)

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Martirio di sant'Alessandro
AutoreNicola Malinconico
Data1693-1694
Tecnicaolio su tela
UbicazioneDuomo di Bergamo, Bergamo

Martirio di sant'Alessandro è un'opera pittorica di Nicola Malinconico del 1693-1694[1]. È collocato al centro del presbiterio del Duomo di Bergamo, e descrive il martirio del santo patrono della città a cui è intitolata la cattedrale[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La realizzazione dei dipinti che dovevano coronare il coro del presbiterio del duomo era stata affidata al napoletano Luca Giordano nel 1693, essendo questi partito per la Spagna, si scelse di affidate l'incarico al suo adepto che già era a Bergamo, così che si mantenessero le caratteristiche del contesto pittorico napoletano[3]. In alcuni atti viene testimoniata la presenza a Bergamo anche il fratello maggiore del Malinconico: Oronzo, sembra probabile che partecipò alla realizzazione del dipinto[4].
Dopo questo lavoro, il Malinconico ottenne l'incarico per la realizzazione dieci tele per la basilica di Santa Maria Maggiore[5] Il dipinto, che supera i 26 m² di superficie, costò lire 4600, pagate dal canonico Giovanni Paolo Cabrini di cui una buona parte per l'acquisto del colore azzurro marino. La cornice venne eseguita successivamente e riporta lo stemma del vescovo Daniele Giustiniani[6]. .

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Il martirio di sant'Alessandro viene rappresentato come una testimonianza di fede. La decollazione del santo avviene su un palcoscenico di pietra: infatti egli scelse di rinnegare il sacrificio agli Dei per diventare un testimone di Cristo.

Il dipinto vuole cogliere l'atto precedente il martirio[3]. Alessandro, inginocchiato e con lo sguardo al cielo, è posto su di una piedistallo e indossa indumenti militari[3]. La scena è ricca di personaggi. In primissimo piano un cane, simbolo di fedeltà, vuole rappresentare la fedeltà assoluta di Alessandro verso la sua fede, a fianco santa Grata in preghiera, sarà quella che raccoglierà la sua desta decapitata[7], e provvederà alla tumulazione del suo corpo acefalo nelle sue terre, facendo la promessa di costruire tre basiliche a lui dedicate[8]. Alle spalle del santo il boia nell'atto di svolgere il compito a lui affidato, dietro il suo braccio è visibile un cavallo che è il simbolo iconografico del santo che viene molte volte rappresentato in groppa al cavallo.
Il santo, pronto per essere martirizzato ha una espressione serafica, serena, con una cornice di capelli biondi e una barba chiara. Completa la scena nella sua parte superiore l'immagine divina posta su di una nuvola sorretta da putti nella luce dorata del paradiso. L'impianto scenico fortemente barocco, rende meno drammatica la rappresentazione del martirio[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ItinerariosanAlessandro (PDF), su comune.bergamo.it, comune di Bergamo. URL consultato il 28 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2017).
  2. ^ Bergamo e sant'Alessandro, su comune.bergamo.it, Comune di Bergamo. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  3. ^ a b c d Martirio disant'Alessandro di Bergamo di Nicola Malinconico, su finestresullarte.info, finestre sull'arte. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  4. ^ Luca Bortolotti, Martirio di sant'Alessandro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  5. ^ Gabriele Allevi, Bruno Caccia e Simone Facchinetti, La cattedrale di S.Alessandro martire, Fondazione Adriano Bernareggi, 2009, p. 51.
  6. ^ Bruno Cassinelli, Luigi Paganoni e Graziella Colmuto Zanella, Duomo di Bergamo, Bolis, 1991, ISBN 88-7827-021-0.
  7. ^ Le opere dedicate a Santa Grata che si trovano in giro per la città, su bergamopost.it, Bergamopost. URL consultato il 28 dicembre 2017.
  8. ^ Santa Grata, su santiebeati.it, Santi Beati. URL consultato il 28 dicembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bruno Cassinelli, Luigi Paganoni e Graziella Colmuto Zanella, Duomo di Bergamo, Bolis, 1991, ISBN 88-7827-021-0.
  • Gabriele Allevi, Bruno Caccia e Simone Facchinetti, La cattedrale di S.Alessandro martire, Fondazione Adriano Bernareggi, 2009.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]