Locomotiva Bayard

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Locomotiva Bayard
Locomotiva a vapore
La riproduzione della Bayard esposta nel Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa
Anni di costruzione 1839
Costruttore Longridge
Dimensioni 9 480 mm
Massa in servizio 13 t
Massa aderente 6,85 t
Tipo di motore a vapore
Alimentazione coke
Rodiggio 1 A 1
Diametro ruote motrici 1.680 mm
Distribuzione Stephenson "a gioghi"
Tipo di trasmissione bielle
Diametro dei cilindri 320 mm
Corsa dei cilindri 450 mm
Pressione in caldaia 3,5

La locomotiva Bayard è una delle locomotive a vapore costruite come prima dotazione della ferrovia Napoli-Portici. È stata per alcuni decenni considerata la prima locomotiva italiana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime locomotive entrate in esercizio sulla linea furono costruite da R. B. Longridge and Company, uno stabilimento metalmeccanico fondato nel 1785 a Bedlington nel Northumberland, di cui era proprietario Michael Longridge, un collaboratore di Robert Stephenson. Il Longridge era proprietario anche della fonderia Bedlington Ironworks, pioniere della costruzione delle rotaie in ferro[1]

Secondo alcuni documenti di fonte aziendale[2][3] le prime locomotive presenti sulla Napoli-Portici furono:

1. Locomotiva a vapore Longridge, arrivata il 3 ottobre 1839, che trainò il treno di servizio ("treno staffetta");

2. Locomotiva a vapore Vesuvio, arrivata il 3 ottobre 1839 che trainò il primo treno inaugurale;

3. Locomotiva a vapore Bayard, numero di fabbrica 120[4], arrivata il 1º dicembre 1839.

Il nome Bayard fu attribuito alla locomotiva in onore dell'ingegner Armand Joseph Bayard de la Vingtrie, a cui il re Ferdinando II aveva affidato, insieme ad altri soci, la concessione della costruzione della linea ferroviaria da Napoli a Nocera Inferiore, di cui il primo tronco fu quello fino a Granatello di Portici.

Nel 1849 il parco locomotive della società, e presumibilmente anche la Bayard, veniva giudicato in pessime condizioni[5].

Non si conosce l'anno di radiazione della macchina, che si stima essere avvenuta prima del 1865[6]. Di certo non la riporta l'album ufficiale delle Strade Ferrate Romane del 1878, che pure presenta e descrive altre macchine ex napoletane confluite nel parco di quell'azienda[7]. Documenti delle Strade Ferrate Meridionali del 1887 indussero a ritenere che in quell'anno esistesse ancora la locomotiva "Vesuvio"[8]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Le locomotive di prima dotazione sono del tipo"Patentee" studiato da Stephenson e collaboratori e introdotto con la locomotiva eponima nel 1834[9][10]. La Bayard aveva due cilindri interni di 356 x 425 mm e una pressione in caldaia di 3,5 kg/cm2; la sua velocità massima era di 50 km/ora.[11]. A 60 km/h sviluppava una potenza di 65 CV[12].

La replica della Bayard è molto simile alla replica della locomotiva Der Arend, costruita a Longridge nel 1839 col numero di fabbrica 119, conservata nel Museo ferroviario di Utrecht[13]

La riproduzione del Centenario[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1939, in occasione delle manifestazioni indette per celebrare il centenario della ferrovia Napoli-Portici, l'Officina di Porta al Prato di Firenze delle Ferrovie dello Stato eseguì una riproduzione funzionante della Bayard[14], che venne usata per la manifestazione ufficiale insieme alle ricostruzioni delle carrozze del treno inaugurale. In quell'occasione esso raggiunse senza difficoltà i 60 km/h "lasciando meravigliati gli stessi tecnici che lo avevano ricostruito".[15].

Esposta dal 1954 al 1964 nel soppresso Museo ferroviario della stazione di Roma Termini e dopo la sua chiusura nella Sezione Ferroviaria del Museo nazionale della scienza e della tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano, in occasione delle manifestazioni per il 150º anniversario fu restaurata e rimessa in funzione a cura dell'officina del deposito locomotive di Cremona, e poi destinata al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa dove da allora è esposta al pubblico[8].

Fu realizzata la copia della Bayard, terza locomotiva entrata in funzione[3], anziché della Vesuvio per la disponibilità dei disegni costruttivi della sola Bayard, che erano stati pubblicati nell'appendice di Stefano Mililotti al trattato di Charles-Joseph Minard Lezioni fatte sulle strade di ferro nel 1833-1834 alla Scuola di Ponti e Strade da M. Minard, professore.[16][17][18][19].

Un tentativo di ricostruzione dell'aspetto esteriore della Vesuvio, basato anche sui quadri di Salvatore Fergola raffiguranti l'inaugurazione della Napoli-Portici, è in Gian Franco Ferro, Il disegno della locomotiva italiana. Locomotive del passato, in Tutto treno, 6 (1993), n. 55, inserto di 4 pagine e tavole non numerate.

Quadro di Salvatore Fergola dell'inaugurazione della Napoli-Portici. Il treno è trainato dalla Vesuvio

Riproduzioni fermodellistiche[modifica | modifica wikitesto]

Tra le riproduzioni fermodellistiche si citano quelle prodotte dalle ditte Pocher[20][21] e Rivarossi.

Tra quelle eseguite da privati si cita il modello realizzato dal capotecnico delle Ferrovie dello Stato Giorgio Mastrini, in scala 1:32, in metallo e funzionante a vapore[22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ R.B. Longridge & Co. Bedlington, Northumberland: [1].
  2. ^ Chemins de fer da Naples a Nocera et Castellammare, Procès-verbal des assemblée générale du 27 novembre 1844 et Rapports 1° de MM. les Commissaires de la commandite, l'un sur le mouvement des actions et le comptes de gestion; l'autre sur la reception du chemin, de ses bâtiments, du matériel, etc.; 2° de MM. les Concessionnaires-gérants, Paris, Imprimerie de Leautey, 1844.
  3. ^ a b Gian Guido Turchi, Terza fu la Bayard, in I treni oggi, 10 (1989), n. 89, pp. 20-21.
  4. ^ James Waite, The Naples Railway Museum.
  5. ^ Ugo Carughi, Ermanno Guida, Alfredo Cottrau 1839-1898. L'architettura del ferro nell'Italia delle grandi trasformazioni, Napoli, Electa, 2003, ISBN 88-510-0049-2, p.
  6. ^ L'album 1878
  7. ^ Strade Ferrate Romane, Album delle locomotive, Firenze, 1º marzo 1878, Firenze, Lit. Benelli succ.e Laudi, 1878.
  8. ^ a b Il segreto della "Bayard", in I treni oggi, 10 (1989), n. 93, pp. 27-31.
  9. ^ Uberto Bajocchi, Tre ottobre 1839, in Rivista tecnica delle ferrovie italiane, a. 29, 57 (1940), n. 5, p. 210.
  10. ^ Gian Guido Turchi, Terza fu la Bayard, in I treni oggi, 10 (1989), n. 89, p. 21.
  11. ^ Treni, guide compact De Agostini
  12. ^ Giuseppe Vicuna, Organizzazione e tecnica ferroviaria, Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 1968, p. 339.
  13. ^ [2].
  14. ^ Secondo il professor Guido Corbellini la riproduzione fu basata "sui disegni originali dell'epoca, ritrovati alle officine di Pietrarsa": Guido Corbellini, Le ferrovie, in Il mondo della tecnica, sotto la direzione di Gustavo Colonnetti, vol. 4., Torino, UTET, 1962, p. 349.
  15. ^ Guido Weiller, La fine della trazione a vapore, in Enciclopedia italiana delle scienze, vol. Meraviglie della tecnica, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1971, p. 194.
  16. ^ Claude-Joseph Minard, Lezioni fatte sulle strade di ferro nel 1833-1834 alla Scuola di ponti e strade. Prima versione italiana, corredata di note ed aggiunte, e di un'appendice Sulla strada di ferro da Napoli a Nocera e Castellammare, da Stefano Mililotti, Napoli, dalla Stamperia e cartiera del Fibreno, 1840
  17. ^ Stefano Mililotti, Appendice sulla strada di ferro da Napoli a Nocera e Castellammare, Napoli, Stamperia e cartiera del Fibreno, 1840, pagine 172 e 31 -tavole
  18. ^ Antonio Gamboni, Paolo Neri Napoli-Portici. La prima ferrovia d'Italia. 1839, Napoli, Fausto Fiorentino Editrice, 1987, pagina 144
  19. ^ Giuseppe Vicuna, Organizzazione e tecnica ferroviaria, Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 1968, p. 339.
  20. ^ Michele Lomolino, Catalogo guida al modellismo ferroviario di Arnaldo Pocher, Palermo, Edizioni ML, 1984, pp. 17, 46, 61
  21. ^ Giorgio Giuliani, Locomotiva a vapore del 1839 "Bayard" della Napoli-Portici.
  22. ^ Tito Tordoni, Vapore in 1:32. La storica Bayard, in Tutto treno, 20 (2007), n. 205, pp. 52-57.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti a stampa[modifica | modifica wikitesto]

Storiografia e complementi[modifica | modifica wikitesto]

  • Uberto Bajocchi, Tre ottobre 1839, in Rivista tecnica delle ferrovie italiane, a. 29, 57 (1940), n. 5, pp. 193–214 e tavv. f. t. XIV-XVI. Rist. in La tecnica professionale, n. s. 16 (2009), n. 9, pp. 7–30
  • Manlio Diegoli, La trazione a vapore, in Ingegneria Ferroviaria, (1961), n. 7-8, pp.
  • Giuseppe Vicuna, Organizzazione e tecnica ferroviaria, Roma, Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani, 1968, pp. 338–339
  • Luigi De Rosa (storico), Iniziativa e capitale straniero nell'industria metalmeccanica del Mezzogiorno. 1840-1904, Napoli, Giannini, 1968
  • Italo Briano, Storia delle ferrovie in Italia, Milano, Cavallotti, 1977; v. Le vicende, pp. ; v. La tecnica 1, pp.
  • Luciano Greggio, Le locomotive a vapore. Modelli di tutto il mondo dalle origini ad oggi con dati tecnici, Milano, Mondadori, 1977
  • Nicola Ostuni, Iniziativa privata e ferrovie nel Regno delle Due Sicilie, Napoli, Giannini, 1980
  • Antonio Gamboni, Paolo Neri, Napoli-Portici. La prima ferrovia d'Italia. 1839, Napoli, Fausto Fiorentino Editrice, 1987, p. 144
  • Gian Guido Turchi, Terza fu la Bayard, in I Treni Oggi, 10 (1989), n. 89, pp. 20–21
  • Il segreto della "Bayard", in I Treni Oggi, 10 (1989), n. 93, pp. 27–31
  • Gian Franco Ferro, Il disegno della locomotiva italiana. Locomotive del passato, in Tutto treno, 6 (1993), n. 55, inserto di 4 pagine e tavole non numerate
  • Giovanni Cornolò, Locomotive a vapore FS, Parma, Ermanno Albertelli, 2. ed., 1998, ISBN 88-85909-91-4, p.
  • Ugo Carughi, Ermanno Guida, Alfredo Cottrau 1839-1898. L'architettura del ferro nell'Italia delle grandi trasformazioni, Napoli, Electa, 2003, ISBN 88-510-0049-2, pp.

Siti web[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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