Italo Antico

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Italo Antico

Italo Antico (Cagliari, 25 agosto 1934) è uno scultore italiano, protagonista del rinnovamento artistico in Sardegna, fin dagli inizi degli anni sessanta[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un ufficiale dei carabinieri, Italo Antico trascorre la sua infanzia in varie località, da Scutari in Albania a Genova, da Trieste a Grosseto. Rientrato in Sardegna alla fine degli anni quaranta si iscrive all'istituto nautico di Cagliari, che lo avvierà, alla fine del decennio successivo, ad una breve ma intensa carriera da ufficiale di marina. Durante gli studi una malattia polmonare lo costringe a trascorrere lunghi mesi in un sanatorio a Sondalo in Valtellina, dove inizia a dedicarsi al disegno e dove conosce, tra gli altri pazienti, il pittore Attilio Zandarin, originario della provincia di Padova. Grazie a questa amicizia, Antico si avvicina all'arte, ai suoi valori e alle sue svariate possibilità espressive, dedicandosi a varie tecniche grafiche, matita, inchiostro, gessi colorati e realizzando, oltre a numerosi fogli sparsi, diversi taccuini rilegati. Inizia a sperimentare il valore del segno e degli accostamenti cromatici.[2]

Nel 1956, ottenuto il diploma nautico, frequenta per un paio d'anni l'Istituto Universitario Navale a Napoli. Nella città partenopea incontra Edilio Petrocelli che lo introduce all'arte della lavorazione dei metalli, insegnandoli le tecniche dello sbalzo e del cesello.[3] Questa esperienza sarà fondamentale per i lavori scultorei in lamiera a sbalzo che eseguirà a partire dai primi anni sessanta (Figura, 1961; Esodo, 1961-62). Si imbarca due anni più tardi e per oltre un anno come allievo ufficiale su una nave petroliera che lo porterà a scoprire le Americhe. Il secondo viaggio, dopo una breve sosta a Cagliari, lo porterà verso l'Oriente, Singapore, Golfo Persico, Australia, Nuova Zelanda e infine in Giappone, dove si trattiene per un mese.[2][4]

Inizia in questi anni a dipingere le sue prime pitture ad olio su tele grezze, recuperate a bordo delle navi e ad eseguire qualche lavoro in basso ed altorilievo su rame. I primi dipinti su tele grezze, realizzati durante la navigazione, tra cui Apparizioni (1958) e Caraibi (1959), esprimono un'innovata carica grazie all'incontro con l'esotico delle terre lontane. L'influenza della cultura orientale si trasmette in alcune opere degli inizi degli anni sessanta dove le figure si fanno più sinuose e filiformi paragonabili agli ideogrammi della scrittura giapponese, così in 'Danzatrici' (1960) o nel 'Tramonto' (1961). All'inizio degli anni sessanta rientra in Italia, prima trascorrendo tre mesi ad Arco di Trento, presso il suo amico pittore Zandarin, per dedicarsi alla pittura ad olio (realizza 'I Dannati al Tragico Corteo della Fame' (1961)), poi, tornato nella sua città natale, si dedica definitivamente all'attività artistica, per la quale abbandona la carriera nautica.

Numerose sono le opere in questi anni, sia commissioni pubbliche che private, soprattutto in metallo sbalzato (rame, ferro), molte delle quali riflettono il proprio attaccamento alla cultura e alla storia della sua terra, come 'Esodo', 1961-62 per il Credito Industriale Sardo, e 'Sardegna', 1961-62, per l'Ente del Turismo della Provincia di Cagliari. Vari anche i lavori per luoghi sacri, come il 'Crocifisso', bassorilievo in rame del 1963, per la chiesa di San Domenico a Cagliari, oppure la 'Via Crucis' del 1965-66, per la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Guspini. La sperimentazione artistica lo porterà a cimentarsi ad utilizzare altri materiali quali la ceramica ('Al sole', 1966-67, bassorilievo per la scuola elementare Bingi Matta a Cagliari) o il polistirolo, con il quale invece indagherà forme plastiche a tutto tondo ('Feticcio', 1967; 'Feticcio TV', 1966). Si dedica anche alla realizzazione di disegni per tappeti, maschere in legno, piastrelle e alcuni pezzi di design. Parallelamente alle sue opere scultoree, Antico, inizia anche la creazione di gioielli, che ripercorrono o spesso addirittura anticipano certe idee monumentali.[2] È partecipe del Centro di Cultura Democratica di Cagliari e in questi anni inizia ad esporre nelle mostre regionali e collettive con sculture, disegni, pitture ad olio e gioielli, e contemporaneamente si dedica all'insegnamento. Alla fine degli anni sessanta si accosta all'acciaio, che diventerà, da qui in avanti, il materiale maggiormente utilizzato per le sue opere.[2]

Nel 1977 si trasferisce a Milano dove insegna al Liceo Artistico di Brera, continuando a dedicarsi attivamente all'attività artistica e partecipando a numerose mostre sia collettive che personali. Dal 1984 fino al 1999 svolge il ruolo di Preside del Liceo Artistico Boccioni di Milano, costituendo il primo liceo artistico sperimentale.

La prima mostra personale si inaugura nel 1972 alla Galleria Cadario di Milano, presentata da Gillo Dorfles.[5]

Nel 2021 Antico dona 49 opere all'Università degli Studi di Cagliari.[6][7][8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Principali mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

Anno Città Luogo
1972 Milano Galleria Cadario
1973 Bruxelles Galleria Contour
1973 Cagliari Galleria Arte Duchamp
1973 Genova Galleria Arteverso
1974 Pavia Collegio Cairoli
1974 Torino Galleria Mantra
1976 Bergamo Galleria G72
1976 Milano Galleria Naviglio
1978 Como Galleria Il Salotto
1979 Alassio Galleria Galliata
1979 Bari Cooperativa Esperienze Culturali
1980 Trieste Galleria Tommaseo
1982 Omegna Galleria Spriano
1983 Macelsine Museo del Castello
1983 Milano Galleria Mercato del Sale
1983 Suzzara Galleria d'Arte Contemporanea
1984 Milano Galleria D'Ars
1986 Gubbio Gubbio 86
1990 Vienna Galleria Rondula
1992 Mosonmagyarovar Centro Culturale
1994 Venezia Galleria Traghetto
1997 Bolzano Museion Museo d'Arte Moderna
2004 Milano Spazio Temporaneo
2005 Cagliari Exmà
2006 Prunetto La via del sale
2013 Cagliari H. Marina
2013 Nuoro M.A.N.

Principali mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]

  • 1964 Cagliari - IV Rassegna Regionale
  • 1972 Milano - Galleria Cadario
  • 1973 Bruxelles - Galleria Contour
  • 1973 Cagliari - Galleria Arte Duchamp
  • 1973 Genova - Galleria Arteverso
  • 1973 Gubbio - VII Biennale d'Arte del Metallo
  • 1974 Pavia - Collegio Cairoli
  • 1974 Torino - Galleria Mantra
  • 1975 Milano - Galleria Blu, Tre modi attuali di scultura
  • 1976 Bergamo - Galleria G72
  • 1976 Bologna - Galleria Naviglio, Arte Fiera
  • 1977 Basilea - Galleria Naviglio, International Kunstmesse
  • 1977 Milano - Studio Marconi, Oggetto e Processo
  • 1977 Padova - Biennale Internazionale di Scultura
  • 1978 Parigi - Galleria Galliata FIAC
  • 1978 Termoli - XXIII Premio Castello Svevo
  • 1979 Bergamo - Galleria Lorenzelli, Scultura Contemporanea
  • 1979 Il Cairo - Istituto di Cultura, Artisti Italiani in Egitto
  • 1980 Roma - Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Arte e Critica
  • 1980 Vienna - Schmuck International 1900-1980
  • 1981 Milano - Castello Sforzesco, I materiali delle arti
  • 1981 Roma - Palazzo delle Esposizioni, Linea della ricerca artistica in Italia 1960-1980
  • 1981 Verona - Museo di Castelvecchio, Il luogo della forma
  • 1982 Bilbao - Arteder '82
  • 1982 Rockenhausen - Daniel Henry Kanweiler Preis
  • 1983 Suzzara - Galleria Civica d'Arte Contemporanea
  • 1990 Milano - Palazzo delle Stelline, Un'arte per il sottosuolo
  • 1995 Milano - Museo della Permanente, Percorsi dell'astrazione a Milano
  • 1995 Passau - Anna Kapelle, Gruppo '91
  • 1997 Gent - Lineart International ArtFair Sculture
  • 1999 Pavia - Giardini Malaspina, Dialogo fra generazioni. Mezzo secolo di scultura italiana
  • 2005 Milano - Fondazione Arnaldo Pomodoro, La scultura italiana del XX secolo
  • 2008 Milano - Fondazione Arnaldo Pomodoro, La collezione permanente
  • 2009 Milano - Progetti per Milano, Sculture nella città
  • 2009 Sassari Domo
  • 2013 Racconigi (Cuneo)- Real Castello di Racconigi, Biennale Internazionale di Scultura

Opere in musei e collezioni pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

Città Dimensioni Anno
Cagliari C.I.S. - Banca di Credito Sardo Bassorilievo in rame m. 4 x 4 1961
Scultura in acciaio inossidabile m. 3 1976
Cagliari Ente Provinciale per il Turismo Bassorilievo in rame 1962
Cagliari Chiesa di San Domenico Crocifisso in rame cm 190 x 150 1964
Fonni Cimitero Scultura in bronzo cm 170 x 50 1965
Cagliari Genio Civile - Opere Marittime Bassorilievo in rame Porti della Sardegna 1965
Iglesias C.C. Circolo Ufficiali Altorilievo in lamiera di otto figure m 2 x 0,80 1965
Porto Torres Capitaneria di porto Scultura in acciaio m 3 1966
Cagliari Scuola Elementare “Bigia Mata” is mirrionis Bassorilievo in ceramica m 7 x 1 1966
Guspini Chiesa di Santa Maria - Via Crucis Bassorilievo in rame
Castiadas Chiesa dell'Annunziata Portale bassorilievi in rame 1967
Piacenza Scultura in acciaio inossidabile per concorso Istituto Agrario 1967
Cagliari Galleria Comunale d'Arte Due sculture da concorso 1970
Una struttura per collezione contemporanea 1975
Oristano Cimitero Cappella Castaldi cm 150 x 150 1975
Vigevano Comune Concorso per monumento alla resistenza – Scultura in acciaio inossidabile e granito 1980
Milano Cimitero monumentale Scultura in acciaio inossidabile 1980
Suzzara Galleria Premio Suzzara Scultura in acciaio inossidabile m. 3 x 50 1983
Bolzano Museion Galleria Arte Contemporanea Scultura in acciaio inossidabile 1987
Malcesine Collezione H. Bellevue Scultura in acciaio inossidabile 1997
Milano Fondazione Pomodoro Scultura in acciaio inossidabile su granito 2007
Milano Collezione della Permanente Scultura in acciaio inossidabile su marmo 2010
Nuoro Galleria dell'Arte Moderna e contemporanea M.A.N. Scultura in acciaio inossidabile su marmo 2013

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) ITALO ANTICO scultore - biografia, su www.antico.org. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  2. ^ a b c d (IT) Simona Campus, Di mare e d'acciaio. L'opera di Italo Antico (1955-2006), Janus, 2005, pp. 125, ISBN 978-887-59-3004-2.
  3. ^ (IT) ITALO ANTICO scultore - biografia, su www.antico.org. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  4. ^ (IT) ITALO ANTICO scultore - biografia, su www.antico.org. URL consultato il 7 gennaio 2024.
  5. ^ (IT) Gillo Dorfles, Personale di scultura e gioielli, in Catalogo Galleria Cadario, 1972, p. Milano.
  6. ^ (IT) Arte, una donazione all’Ateneo, su web.unica.it, 2 febbraio 2021.
  7. ^ (IT) Le opere di Italo Antico impreziosiscono l'Ateneo di Cagliari, in L'UNIONE SARDA, 3 febbraio 2021, p. 52.
  8. ^ (IT) L'artista Italo Antico dona 49 opere all'Università di Cagliari, su lanuovasardegna.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Catologhi[modifica | modifica wikitesto]

  • Mila Leva Pistoi, Arbiter, Torino, 1968
  • Gillo Dorfles, Personale di scultura e gioielli, Galleria Cadario, Catalogo, Milano, 1972
  • Placido Cerchi, Catalogo Galleria d'Arte Duchamp, Cagliari, 1973
  • Corrado Maltese, Catalogo Galleria Arteverso, Genova, 1973
  • Aldo Passoni, Italo Antico: mostra personale di sculture, serigrafie, tappeti, gioielli, Catalogo Galleria Mantra, Torino, 1974
  • Enrico Crispolti, Tre modi attuali di scultura: Antico, Skoda, Trazzi, Catalogo Galleria blu, Milano, 1975
  • Gillo Dorfles, Catalogo Galleria del Naviglio, Milano 1976
  • Luciano Caramel, Perché e Come, Catalogo Didattica 2, Modigliana, 1977
  • Marisa Volpi Orlandini, Catalogo Nazionale di scultura, n. 3 (1979), n. 6 (1981)
  • Alberto Veca, Ricognizione sulla scultura, Centro Culturale Rondottanta, Sesto S. Giovanni, 1980
  • Rossana Bossaglia, Presentazione in D'Ars 101, 1983
  • Paolo Fossati, Catalogo Museo d'Arte Contemporanea, Suzzara, 1983
  • Gillo Dorfles, Catalogo Museo d'Arte moderna, Bolzano, 1997
  • Alberto Veca, I luoghi della scrittura, Spaziotemporaneo, Milano, 2004

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Alessandro Sitzia e Duccio Nobili, Italo Antico : signs of light, Silvana editoriale, 2023, p. 96, ISBN 978-883-66-5267-9.
  • (IT) Giuliana Altea, I gioielli d'arte in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1995, p. 295, ISBN 978-887-13-8130-5.
  • (IT) Eleonora Bairati e Anna Finocchi, Arte in Italiana, vol. 3, Loescher, 1985, p. 500, ISBN 8820116413.
  • (IT) Simona Campus, Di Mare e d'Accaio, l'Opera di Italo Antico (1955/2005), Janus, 2005, p. 125, ISBN 978-887-59-3004-2.

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