Il generale Della Rovere (romanzo)

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Il generale Della Rovere
Hannes Messemer e Vittorio De Sica in una scena del film Il generale Della Rovere
AutoreIndro Montanelli
1ª ed. originale1950
Genereromanzo
Sottogenerestorico, autobiografico
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneGenova, Milano
ProtagonistiGiovanni Bertone

Il generale Della Rovere. Istruttoria per un processo è un breve romanzo, in parte autobiografico, di Indro Montanelli. La prima versione della storia - titolata Pace all'anima sua - apparve nel dicembre 1945 sulla rivista Il Mercurio. Il racconto fu sviluppato nel ritratto del personaggio Della Rovere e pubblicato in 8 pagine sul primo numero de Il Borghese il 15 marzo 1950. Lo scritto uscì lo stesso anno nel libro Pantheon minore, e dal 1961 è contenuto nei celebri Incontri.

La vicenda fu trasposta nel film omonimo diretto da Roberto Rossellini nel 1959, al quale Montanelli stesso collaborò nella sceneggiatura assieme a Sergio Amidei. Tuttavia, Montanelli vide nel film, pluripremiato, un totale travisamento della storia e dell'ambiguo protagonista, interpretato da Vittorio De Sica e trasfigurato nel finale in un martire della Resistenza. In concomitanza con l'uscita del film, pubblicò il breve romanzo, una rielaborazione della sceneggiatura.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Quando Montanelli venne arrestato nel febbraio 1944, fu incarcerato tra i prigionieri politici nel carcere di San Vittore. Qui ebbe modo di conoscere, per un breve periodo, il generale Fortebraccio Della Rovere. Solo dopo la guerra, si venne a sapere che egli era in realtà Giovanni Bertoni, un povero imbroglione, ladro e baro, utilizzato dai tedeschi come spia, poi scoperto come tale, e quindi fucilato dai tedeschi assieme ad altri nel campo di Fossoli nel 1944[1]. Montanelli parte da queste tracce autobiografiche per raccontare la vicenda di Giovanni Bertone, un piccolo truffatore che estorce soldi alla famiglie dei prigionieri dei nazi-fascisti millantando di poter far liberare e ritornare a casa i loro cari pagando sottobanco una tangente a dei soldati tedeschi.

Il colonnello tedesco Müller, a cui ripugna la tortura, lo arresta e incarcera: gli propone quindi di infiltrarsi a San Vittore come Fortebraccio Della Rovere, generale badogliano, promettendogli in cambio di liberarlo se fosse riuscito a scoprire i nomi dei leader della Resistenza. In prigione Bertone conosce gli altri detenuti, e interpreta con grande dignità il ruolo del generale di famiglia aristocratica. Infatti, i prigionieri politici confondono veramente l'impostore per un leader naturale, immedesimato alla perfezione nel personaggio: col monocolo, i pantaloni sempre stirati, le unghie curate, la barba sempre fatta. È proprio il suo atteggiamento, custode degli ideali risorgimentali, e sprezzante verso i tedeschi, a infondere coraggio agli altri sventurati compagni di galera.

Montanelli racconta il microcosmo di San Vittore in quei momenti terribili, i rapporti tra prigionieri, ma anche con le guardie carcerarie e i tedeschi, non solo eroi o aguzzini, ma gente normale. Alla fine, da spia Bertone si trasforma in patriota, fino al rifiuto di continuare a collaborare, finendo fucilato.

Il protagonista[modifica | modifica wikitesto]

Se nella testimonianza del 1945 il truffatore era chiamato col suo vero nome, Giovanni Bertoni, nel film diventa Emanuele Bardone, e nel romanzo il nome è Giovanni Bertone.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]