Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste

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Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste
Altri titoliNapoli e il fronte meridionale 1940–44
bimotore Whitley della RAF in fase di decollo
AutoreGabriella Gribaudi
1ª ed. originale2005
Generesaggio
Sottogenerestoria, revisionismo
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneNapoli, XX secolo

Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste è un saggio di argomento storico del 2005 di Gabriella Gribaudi.

«La caduta delle barriere ideologiche che hanno governato il mondo della guerra fredda ha effettivamente generato una lotta fra gruppi diversi per affermare le proprie memorie e le proprie ragioni storiche, manipolando il passato, usando le vittime in modo spregiudicato e cinico»

Contenuti[modifica | modifica wikitesto]

L'Europa prima del secondo conflitto mondiale non aveva conosciuto ancora un vero e proprio coinvolgimento delle popolazioni civili nei bombardamenti aerei[2]. Numerosi invece furono gli esperimenti presso i territori coloniali (i sovietici in Kazakistan nel 1918, gli italiani in Libia nel 1911[3] e gli spagnoli in Marocco nel 1925)[4].

Se, però, all'inizio del conflitto i raid servirono per lo più a colpire unità militari ed economiche, dopo l'armistizio[5] e per tutto il perdurare del conflitto, la strategia mutò verso un concentramento verso le residenze civili e le infrastrutture verso i quali si veniva a creare una sorta di “gioco al rimpiattino”[4] per il quale gli uni cercavano di colpire in anticipo i medesimi obiettivi degli altri per accelerarne l'avanzata o nell'altro caso per ritardarla.

L'obiettivo urbano, in particolare, si richiamava alla “concezione rinascimentale”[6] della città intesa come unità spirituale di un popolo, riprendendo gli studi sulla psicologia del panico già analizzata tempo prima da Gustav Le Bon[7] e sperimentata da Orson Wells[8].

Naturalmente Vittorio Emanuele III si illuse che gli alleati avrebbero diminuito le missioni dopo l'8 settembre 1943: Benevento, Capua, Cancello Arnone, Formia, Napoli, Itri, i ponti sul Garigliano, Minturno, Villa Literno, Gaeta, la stazione di Battipaglia furono tutti obiettivi colpiti per preparare lo sbarco a Salerno; solamente a Formia si contarono 584 vittime civili[4].

La situazione non migliorò dopo la svolta di Salerno e né il ritorno di Togliatti dall'Urss il 4 marzo 1944 servì a rassicurare gli alleati: «la sola frazione di Santa Maria Infrante sul Garigliano, conquistata e perduta dagli alleati per ben diciassette volte tra il 12 e il 14 maggio 1944, uscì dalla battaglia completamente distrutta»[4]. Qualcosa di molto simile accadde a Dresda di lì a poco.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gribaudi G. (2005) Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 1940–44, Bollati Boringhieri, Torino, p. 32
  2. ^ escludendo le incursioni su Londra nel '17-18 da parte dei dirigibili Zeppelin e dai biplani Gotha e su Guernica nel '38-'39 da parte degli stuka tedeschi - Bonacina G. (1972) Obiettivo Italia. I bombardamenti aerei delle città italiane dal 1940 al 1945, Milano, Mursia, p. 9
  3. ^ Non sarebbe stato Giulio Douhet il teorico della guerra aerea né Karl Von Clausenwitz, quanto piuttosto Edgar S. Gorrel che sviluppò la teoria del bombardamento di precisione - Memorandum for Benjamin Foulois, 28.11.1917 in E.S. Gorrel, An American proposal for strategic bombing in word war I, “Air power historian”, 1958, april, pp. 102 ss.
  4. ^ a b c d Gabriella Gribaudi, Guerra totale. Tra bombe alleate e violenze naziste. Napoli e il fronte meridionale 1940–44, Torino, Bollati Boringhieri, 2005., p. 61, 492, 494, 496.
  5. ^ il Konvitz fa risalire tale scelta alla Conferenza di Casablanca (Konvitz J. (1992) Contesti urbani, reazioni psicologiche di massa e bombardamenti strategici (1914-1945), “Storia e problemi contemporanei”, 9, pp. 9-37, p. 31, tit. orig. Representations urbaines et bombardements strategiques, 1914-1945 in “Annales ESC” 1989, 4
  6. ^ Konvitz J. (1992) Contesti urbani, reazioni psicologiche di massa e bombardamenti strategici (1914-1945), “Storia e problemi contemporanei”, 9, pp. 9-37, p. 19, tit. orig. Representations urbaines et bombardements strategiques, 1914-1945 in “Annales ESC” 1989, 4
  7. ^ secondo il quale un individuo che fa parte della folla adegua subito il proprio comportamento alla massa, subendo una regressione di controlli logici e razionali in favore di istinti ed emozioni tali da annullare la propria responsabilità cfr. Le Bon G., Lois psycholgiques de l'evolution des peuples in Testoni I., Zamparini A., (2002) Psicologia sociale, Torino, Einaudi
  8. ^ Cantril H., (1940) The invasion from Mars: a study in the psychology of panic, Princeton University Press, Princeton, p. 47) (ne nacque anche una scienza sociale nota come disastrologia

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]