Gens Memmia

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Denario di Lucio Memmio, 106 a.C.. Il retro raffigura la dea Venere su un carro, con Cupido sopra di lei, quasi a voler alludere l'origine troiana dei Memmii[1].

La gens Memmia fu una gens plebea romana. Il primo membro illustre della gens fu Gaio Memmio Gallo, pretore nel 172 a.C.. In seguito dalla guerra contro Giugurta all'età di Augusto fecero parte della gens numerosi tribuni.[2]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il poeta Virgilio suppose che la famiglia dei Memmi discendeva dall'eroe troiano Mnesteo. Questa tarda tradizione suggerisce che, alla fine della Repubblica, la gens divenne una delle gens più importanti della nobiltà romana.[2] Chase è convinto che la gens abbia avuto origine a Roma. Dalla sua morfologia, il nome potrebbe derivare da un cognomen, Memmo, il cui significato è sconosciuto.[3] L'uso di Quirino, una divinità sabina, sui denari di Gaio Memmio nel 56 a.C., allude, forse, a un'origine sabina della gens.[1]

Tria nomina[modifica | modifica wikitesto]

Denario di Gaio Memmio, 56 a.C. Cerere appare sul fronte, mentre sul retro è raffigurato un trofeo con un prigioniero, con la scritta Imperator, per commemorare il padre Gaius, eletto di recente propretore.

Praenomina[modifica | modifica wikitesto]

I principali prenomi utilizzati dalla gens furono: Gaio, Lucio, Quinto, Publio e almeno un Tito.

Cognomina[modifica | modifica wikitesto]

I Memmii durante l'età repubblicana usavano un certo numero di cognomi personali, tra cui: Quirino, il cui nome richiama un dio sabino, sovente identificato sia con Giano che con Romolo; Gallo, in riferimento all'omonimo animale, o forse alla Gallia e Geminus, nome tradizionalmente dato a un gemello.[4] Altri cognomina, questa volta, vennero utilizzati durante età imperiale come Massimo, dato, solitamente, a un fratello maggiore, o a qualcuno particolarmente autorevole; Regulus, diminutivo di rex, riscontrabile anche in altre famiglie romane; Pollio ("lucidatore", in particolare di armature); Afer (o Afro), riferendosi alla provincia proconsolare dell'Africa e Senecio, diminutivo di senex ("vecchio").[5][6]

Membri della gens[modifica | modifica wikitesto]

Denario di Gaio Memmio, 56 a.C.. Il fronte, probabilmente, raffigura il dio Quirino; sul retro, invece, è raffigurata Cerere, che potrebbe richiamare un certo Gaio Memmio Quirino, che stabilì i Ludi Ceriales, in onore della dea.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Crawford, pp. 451-452.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n Donne.
  3. ^ Chase, p. 131.
  4. ^ Chase, pp. 111, 114.
  5. ^ Chase, pp. 111, 112, 116.
  6. ^ New College Latin & English Dictionary, s. v. Afer, senex
  7. ^ Broughton, vol. I, pp. 273, 274 (nota 4).
  8. ^ Livio, XLIII, 9-10, 27.
  9. ^ Broughton, vol. I, p. 411.
  10. ^ Livio, XLIII, 5.
  11. ^ Broughton, vol. I, p. 421.
  12. ^ Libri dei Maccabei, II. 11.
  13. ^ Broughton, vol. I, p. 439.
  14. ^ Broughton, vol. I, p. 539.
  15. ^ Sherk, "Senatus Consultum De Agro Pergameno", p. 367.
  16. ^ Select Papyri, 2.416.
  17. ^ Broughton, vol. I, p. 535.
  18. ^ (LA) Gaio Sallustio Crispo, Bellum Iugurthinum, 27, 30-34.
  19. ^ De or., II, 59, 240; 66, 264; 267; 70, 283.
  20. ^ (LA) Marco Tullio Cicerone, Oratio pro Marco Fonteio, 7.
  21. ^ (LA) Marco Tullio Cicerone, Orationes In Catilinam, IV, 2.
  22. ^ (GRC) Appiano di Alessandria, Guerre civili, I, 32.
  23. ^ LivioPeriochae LXIX.
  24. ^ (LA) Publio Annio Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC libri duo, II, 4.
  25. ^ Quintiliano, VI. 3. § 67.
  26. ^ Broughton, vol. I, pp. 541, 559.
  27. ^ (LA) Lucio Cornelio Sisenna, Historiae, fr. 41.
  28. ^ Brutus, 36, 70, 89.
  29. ^ (LA) Marco Tullio Cicerone, Oratio pro Sexto Roscio Amerino, 32.
  30. ^ Wiseman, p. 166.
  31. ^ Crawford, p. 315.
  32. ^ Crawford, pp. 320-321.
  33. ^ Ettore Gabrici, Poche osservazioni sul denaro di L. Memmi, in RIN, V, Milano, 1892.
  34. ^ Evidentemente i figli di Lucio Memmio, dal momento che riutilizzarono il ritratto delle sue monete, oltre a menzionare la Gens Galeria.
  35. ^ Crawford, pp. 363-364.
  36. ^ (LA) Marco Tullio Cicerone, Oratio pro Lucio Cornelio Balbo, 5.
  37. ^ (GRC) Plutarco, Vita di Pompeo, 11.
  38. ^ (GRC) Plutarco, Vita di Sertorio, 21.
  39. ^ Orosio, V. 23.
  40. ^ a b c Wiseman, p. 167.
  41. ^ (LA) Marco Tullio Cicerone, Oratio pro Aulo Caecina, 10.
  42. ^ Broughton, vol. II, p. 153.
  43. ^ (LA) Marco Tullio Cicerone, Oratio pro Gaio Rabirio Postumo, 3.
  44. ^ Cicerone, Epistulae ad Quintum Fratrem, III. 1, 5, 15, 2, 1, 3, 2, Pro Rabirio Postumo, 3.
  45. ^ Valerio Massimo, VIII. 1. § 3.
  46. ^ Cassio Dione, XLIX. 42.
  47. ^ Broughton, vol. II, p. 223, 410.
  48. ^ Crawford, p. 451.
  49. ^ ILS 887
  50. ^ (EN) Michael Hewson Crawford e Timothy Peter Wiseman, THE COINAGE OF THE AGE OF SULLA, in The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, vol. 4, 1964, pp. 156-157. URL consultato il 12 ottobre 2021.
  51. ^ Cassio Dione, LVIII. 9, LIX. 12.
  52. ^ Tacito, XII, 23.
  53. ^ Tacito, XIV, 47.
  54. ^ Svetonio, "The Life of Caligula", 25.
  55. ^ PIR, vol. II, p. 364.
  56. ^ O probabilmente Mammio
  57. ^ Tacito, XII, 9.
  58. ^ PIR, vol. II, p. 327.
  59. ^ Fasti Capitolini.
  60. ^ Tacito, XV, 23.
  61. ^ Gruter, p. 8.
  62. ^ PIR 2 64
  63. ^ CIL XIV, 3597.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti antiche[modifica | modifica wikitesto]

Studi moderni[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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