Discussione:Erich Priebke

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Questa è la pagina di discussione per discutere dei miglioramenti che riguardano la voce Erich Priebke

Commenti senza titolo[modifica wikitesto]

Inserisco di seguito testo rimosso dall'articolo, che va controllato ed aveva sovrascritto parte dell'articolo. --Snowdog 09:41, Lug 23, 2005 (CEST)


Nel 1948, Eric Priebke viene processato, insieme al suo superiore Kappler, per la strage delle Fosse Ardeatine. Tuttavia, non è per l'intero numero delle vittime che si svolge l'azione penale e la condanna seguente, bensì per la sola eccedenza rispetto la rappresaglia. La rappresaglia infatti è prevista dalla Convenzione dell'Aja, la quale non la delimita in termini assoluti limitandosi a riconoscerla come legittima. La quantificazione del surplus, tale da poter aprire una perseguibilità delle Fosse, è fissata a cinque: per quei cinque, esecuzionati pare per errore, viene condannato il solo Kappler.

Priebke, e gli altri suoi subordinati, vengono assolti per aver obbedito all'ordine ricevuto, rispettando dunque il codice militare di guerra.

Dopo questa prima assoluzione in Italia, dove era stato commesso il fatto, Priebke va a vivere in Argentina alla luce del sole, come un eminente membro della comunità tedesco-argentina.

Nel 1994 parte una richiesta da parte dell'Italia alle autorità argentine di "rientro" del Priebke per "omicidio plurimo". Il governo argentino,verificata la prescrizione dell'imputazione, cambia il movente concessorio di sua sponte, cosa inaudita, in favore di quello per genocidio. Peccato che tale reato non potesse autorizzarla, essendo stato introdotto nell'ordinamento italiano nel 1967 e dunque dopo le Fosse Ardeatine,1944.

Cosa del tutto illegittima, oltre che irrituale: non si concede l'estradizione per un reato esistente post facto.

L'ex capitano viene deportato in Italia e processato per il medesimo capo d'imputazione del '48, per il quale era stato già assolto. Contravvenendo, dunque, al basilare principio giuridico dell'improcessabilità per gli stessi fatti.

Nel 1996,il Tribunale militare romano, giudice naturale, proscioglie il signor Priebke dichiarandone la non punibilità. Ma la sentenza non può essere eseguita. Vi è un impedimento fascista alla rimessione in libertà e ritorno in patria dell'assolto: un assembramento di facinorosi guardiani della giustizia, capitanati dal rabbino Pacifici, circonda assediando l'aula ed il foro. Alle proteste della forza pubblica, Pacifici sfida la democrazia italiana, e la sua Giustizia, gridando di dover obbedienza al limite solo al suo rabbino e di non riconoscere la inaspettata sentenza assolutoria.

Il Ministro di Grazia e Giustizia, l'ulivista Flick, scorta Priebke anziché all'aereoporto ai ceppi di Regina Coeli, giustificandone la detenzione con la qualifica di prigioniero "speciale".

I giudici militari, rei di aver mandato all'aria la giusta condanna, vengono messi sotto inchiesta con procedimento disciplinare, mentre, con l'assolto in carcere, viene predisposto un nuovo e più "sicuro" procedimento per l'inevitabile trionfo della democrazia dell'ordine pubblico e santa morale.

La condanna del '98, benché già scritta, arriva per un ennesimo autogoal della legge: la prescrizione inevitabile ai sensi della norma è gentilmente accantonata per la negazione di qualsiasi attenuante. L'obbedienza ad un ordine era stata considerata attenuante generica. Dove? Addirittura nella patria e richiamo autoritativo di tutti i tribunali dei vincitori dal '48 in poi.

Priebke sarebbe stato assolto persino a Norimberga.

Un novantaduenne vive in uno stato di afflizione da più di dieci anni, a spregio dei nostri principi e dei nostri valori di sistema, perché il popolo italiano abbia la revanche del contentino comunque sulla storia, rigidamente nelle vesti di vittima.




Mi pare strano che nel 1942 fosse capo della Gestapo di Brescia. Eravamo ancora alleati della Germania. Credo si riferisca a dopo l'8 Settembre 43. Chi ha le fonti verifichi possibilmente. --Servator 19:46, 3 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Presunta latitanza[modifica wikitesto]

Pribke, stando alle fonti processuali e a un po' di memoria, non fu riconosciuto da un membro del Centro Wiesenthal, bensì giunse notizia in Italia grazie ad un'intervista televisiva rilasciata alla rete ABC nel 1994. Inoltre le autorità argentine non ignoravano affatto la sua esistenza in vita perché viveva in Argentina con il suo vero nome e possedeva un regolare passaporto con cui si recò anche in Italia (sic, prima del 1994). --Homer935 09:52, 30 nov 2006 (CET)[rispondi]


Scusate ma nella pagina viene detto che il Vaticano è stato parte attiva nell'aiutare Priebke nella sua fuga e latitanza, credo sia necessario portare delle fonti oppure cancellare il riferimento. Comunque è stato condannato all'ergastolo perché gli fu ordinato di fucilare 330 Italiani invece lui ne fece fucilare 335, quindi per quei 5 in più lui si sarebbe macchiato di crimine.

La profonda misconoscenza della storia....[modifica wikitesto]

E' bene precisare che l'eccidio delle fosse ardeatine si configurare come un reato contro l'umanità, e che l'attentato di via Rasella sia solo stato un prestesto. La lista delle vittime era stata stilata già tempo, quindi rientra tra quelle rappresaglie organizzate di cui i nazifscisti sono stati tristemente autori e che tanto sangue hanno sparso durante gli anni di quell'indiscutibile follia sanguinaria.

Erich Priebke, non è un comune cittadino, ma un'assassino riconosciuto membro di una orgnaizzazione di assassini interna all'esercito tedesco, chiamata SS. Per tali motivi, per tali reati, non esiste prescrizione. I sistemi legislativi che la prevedono sono palesemente in errore. Come in errore è questa scheda. Per crimini contro l'umanità, si può e si deve intervenire come, dove e quando serve. Chi ha fatto cose indegne di un uomo merita una condanno univoca ed imperitura.

meditate gente, meditate[modifica wikitesto]

Priebke è stato di recente scarcerato. Il revisionismo storico che qualcuno vuole applicare anche a Wiki, non farebbe altro che occultare la storia. Attenti, amici, attenti.

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--  Il Passeggero - amo sentirvi 11:52, 14 ott 2013 (CEST)[rispondi]

per favore....[modifica wikitesto]

per favore togliamo l'avvertimento NPOV (compresa la motivazione), non è possibile andare cauti pure coi nazisti...è come sostenere che l'articolo su Hitler sia troppo fazioso, palesemente contro ciò che Hitler ha fatto. Eddai...

         Ndhre


l'avvertimento NPOV non va tolto: chi ha l'autorità per dire contro quali fazioni ci si possa scagliare indiscriminatamente, o comunque senza neutralità? C'è chi non esiterebbe a puntare il dito contro i comunisti, chi contro i nazisti, chi (ancora oggi, e per diversi motivi) contro gli ebrei... La neutralità in questo ambito è d'obbligo, anche perchè è da essa che si acquisiscono vere informazioni per decretare chi ha commesso un crimine, e non semplicemente chi stava da una parte o dall'altra. Anche per giudicare Hitler bisogna partire da informazioni limpide e oggettive: la loro interpretazione e discussione è destinata ad altri ambienti, non certo alla voce di una enciclopedia.

Obbedienza agli ordini[modifica wikitesto]

Non sono certo che le cose siano andate come descritte in voce: da tempo la giurisprudenza militare ha affermato l'illegittimità di una rappresaglia così vistosamente sproporzionata (10 a 1), e questo a prescindere dal maggior numero di persone giustiziate. A quanto ne so il maggior numero di persone giustiziate fu dirimente per la condanna di Kappler, non per quella di Priebke. Qualcuno è in grado di documentare la tesi sostenuta in voce con fonti adeguate? Per adesso ho inserito una richiesta di citazione... --Hauteville 00:02, 19 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Osservazioni spostate dalla voce, dove erano state impropriamente inserite da 62.10.47.147[modifica wikitesto]

Copio di seguito da questa revisione --Piero Montesacro 10:45, 27 lug 2007 (CEST) : [rispondi]


Da correggere: Erich Priebke entra nella Polizia Criminale grazie al cugino Willi Scheffer, il 26 giugno 1936 passa nelle SS grazie al decreto emanato da Heirich Himmler che prevedeva il passaggio di tutta la polizia tedesca nelle SS. Il passaggio effettivo nelle SS avvenne il 30 settembre 1937

Gli ultimi 4 capoversi sono da rifare, Erich Priebke arriva in Italia nel febbraio del 1941, è subito distaccato a Roma dove vi rimane sino al giugno 1944, è da quella data il suo arrivo a Brescia.

Da rifare, la "leggenda" non è una leggenda, nasce dal fatto che fu Kappler ad essere condannato per aver fatto fucilare 15 persone in più dell'ordine ricevuto, infatti morirono subito nell'attentato 32 militari tedeschi e quindi 320 dovevano essere le vittime della rappresaglia. Per la morte successiva di un'altro soldato tedesco ferito Kappler fece aggiungere altri 10 ostaggi, per questi ultimi (più 5 per errore) Kappler fu condannato all'ergastolo ma non per i 320. Cita la sentenza del 20luglio 1948 n. 631, del Tribunale Militare Territoriale di Roma:

"... Questa deduzione, l'abito mentale portato all'obbedienza pronta che l'imputato si era formato prestando servizio in un'organizzazione dalla disciplina rigidissima, il fatto che ordini aventi lo stesso contenuto in precedenza erano stati eseguiti nelle varie zone d'operazioni, la circostanza che un ordine del Capo dello Stato e Comandante Supremo delle forze armate, per la grande forza morale ad esso attinente, non può non diminuire, specie in un militare, quella libertà di giudizio necessaria per un esatto sindacato, sono elementi i quali fanno ritenere al Collegio non possa affermarsi con sicurezza che il Kappler abbia avuto coscienza e volontà di obbedire ad un ordine illegittimo.

Diversa, invece, è la posizione dell'imputato per la fucilazione di 10 ebrei, da lui disposta, come si è visto, per avere appreso che era morto altro soldato tedesco e senza che in merito avesse avuto alcun ordine. Per questa azione la sua responsabilità è piena sia dal lato oggettivo sia da quello soggettivo. ... La fucilazione delle altre cinque persone fu dovuta, come si è detto nella esposizione dei fatti, ad un errore che, per l'occasione in cui si manifestò, dimostra come il Kappler e nei suoi collaboratori più vicini sia mancato il più elementare senso di umanità....Oltre che dei dieci omicidi dei quali si è ampiamente discusso, il Kappler risponde, stante l'accennato rapporto di causalità, anche di questi cinque omicidi a norma dell'art. 82, 2° comma c.p.."


(fine della parte rimossa dalla voce)


Possibile che è così difficile correggere evidenti errori nella voce Erich Priebke. E' impossibile il suo arrivo a Brescia nel 1942 e l'anno dopo a Roma. Erich Priebke arriva in Italia nel febbraio del 1941 e viene subito assegnato all’ufficio di Roma al comando del Colonnello Herbert Kappler come ufficiale di collegamento (Verbindungsoffizier). A Brescia arriverà nel giugno del 1944, dopo la liberazione della capitale da parte delle truppe americane. Eppure quel "1942" rimane inchiodato nel testo e non c'è verso di levarlo. Penso che questo non sia indice di professionalità in una enciclopedia (anche se on line). Basterebbe leggersi anche il più scalcagnato libro scritto su Erich Priebke per accorgersi dell'errore (sperando sia solo un errore di battitura e non vera ignoranza). E' solo un piccolo esempio non intervengo su altre inesattezze sia formali che sostanziali perchè se neanche si può correggere 1942 in 1944 figuriamoci per il resto. (commento aggiunto da 84.220.64.192 alle 16:13, 30 lug 2007 firma aggiunta da --Piero Montesacro 17:02, 30 lug 2007 (CEST)) [rispondi]

Obbedienza agli ordini II[modifica wikitesto]

Ho ripristinato la richiesta di citazione, poiché allo stato non c'è materiale a sostegno non dico della veridicità, ma addirittura della mera esistenza di una voce corrente secondo la quale Priebke sarebbe stato condannato solo per aver fucilato cinque persone in più. Non mi risulta di aver mai letto chicchessia sostenere una simile tesi: posso certamente sbagliarmi (all'epoca furono sostenute numerose tesi originali e oserei dire financo bizzarre e strampalate), ma nel caso non vi è dubbio che la fonte vada citata. --Hauteville (msg) 02:43, 26 dic 2008 (CET)[rispondi]


Priebke non è stato condannato per le cinque vittime in più, fu certamente una della accuse che gli mosse il P.M. Intelisano, ma non fu condannato per questo. E' innegabile che fu Il comandante di Priebke, colonnello Kappler, ad essere stato condannato per le cinque vittime in più (oltre ad altre dieci, aggiunte in un secondo momento, quindi per 15 vittime eccedenti riguardo l'ordine di fucilarne 320), come è facilmente dimostrato nella motivazione della sentenza che lo condannò all'ergastolo. Cfr. Sentenza del 20luglio 1948 n. 631, del Tribunale Militare Territoriale di Roma.

Ho seguito i tragici fatti Via Rasella-Ardeatine sino dal 1944,sono in contatto con lui, Erich Priebke,fu mia la prima lettera da lui ricevuto al suo arrivo in Italia,sono stato la seconda persona ad ad andarlo a trovare e ogni 3/4 mesi sono da lui. Quasi ogni giorno gli parlo al telefono. Bisogna sapere CON ESATTEZZA come si sono svolti i fatti di Via Rasella,la rappresaglia,le leggi di guerra allora in vigore e applicate da tutte le nazioni,chi fece l'errore dei cinque fucilati in più. Kappler fu condannato,giustamente,per questo errore,e tutti gli altri esecutori assolti. Priebke dopo le varie assoluzioni venne condannato all'ergastolo per aver commesso tale errore. Ma la lista dei condannati fu tenuta da Priebke per un paio d'ore poi la passò al capitano Schutz e fu lui a non accorgersi dei cinque in più. Riproponemdomi di continuare questa esposizione e sperando di entrare in contatto con altri che vogliono conoscere la verità su altre vicende di guerra, voglio rivolgere un pensiero di omaggio a quelle Vittime: ai civili italiani e militari tedeschi.


Ma, aggiunge un novello insipiente, a che titolo il Priebke si fregia del titolo di militare? E seppure il ruolo di Miliziano venga equiparato al ruolo di Militare, non serpeggia nell'aria l'aggravante ideologica? Senza dimenticare le violenze e le torture gratuite perpetrate sui condannati prima dell'esecuzione. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 87.0.163.147 (discussioni · contributi)., 02:54, 10 dic 2009.

Priebke non è militare.[modifica wikitesto]

Stando al fatto che Priebke era un miliziano e non un militare. In quanto aderente al corpo SS, organizzazione paramiltare, equiparabile alla Milizia Nazionale Volontaria dell'epoca, o tristemente nota come milizia fascista: l'adesione alle Waffen SS potrebbe essere causa dell'incongruenza del dato che dà il Priebke come Militare e non bensì Miliziano. Sulle differenze rimando a successivo dibattito-

E' assolutamente falso quanto scritto nel paragrafo "La fuga", Priebke non "fugge" in Argentina, aiutato da "ODESSA" (altra fantasia romanzesca), bensì EMIGRA alla luce del sole con proprio nome e cognome e famiglia al seguito nel 1948. Per verificare basta guardare le liste d'arrivo nel porto di Buenos Aires reperibili nel sito http://www.cemla.com/busqueda.php# selezionare appellido PRIEBKE e si verificherà che il 14 novembre 1948, dalla nave San Giorgio, proveniente da Genova, sono sbarcati Priebke Erico (Erich) anni 35, la moglie Alice Stoll di anni 35, e i figli Hugo e Georg (Jorge)di 6 e 8 anni, tutti indicati come cittadini tedeschi, tranne il figlio più piccolo Hugo, indicato come cittadino italiano, forse perchè nato nel 1942 quando Priebke si trovava già in Italia come ufficiale di collegamento. Da notare che emigra alla fine del 1948, dopo che è stato assolto per i procedimenti di cui era imputato, dalla giustizia italiana, quindi da uomo libero da pendenze. Strana davvero per essere una "fuga"...Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 212.38.46.57 (discussioni · contributi) 13:39, 25 mar 2013‎ (CET).[rispondi]

Ho fatto come dici, cercando una data tra il 1945 e il 1950: mi da 4 risultati, tutti nel 1948, ma nessuno corrisponde a Erich Priebke --Fioravante Patrone 14:18, 25 mar 2013 (CET)[rispondi]
..devi clikkare sulla finestra in basso sulla tua sinistra dove c'è scritto "BUSQUEDA DEL ARRIBO DE IMMIGRANTES" digitare il cognome PRIEBKE e le date complete ti uscirà PRIEBKE ERNESTO BRUNO ERICO (in argentina spesso i nomi propri venivano spagnolizzati all'arrivo) e STOLL ALICIA (la moglie)
Fu fuga, non c'è dubbio. E per farlo Priebke diede nomi di battesimo falsi, luogo di nascita falso, professione falsa (fingendosi un lettone, di riga, direttore d'albergo...).Il Priebke di questa voce si chiamava Erich, non quello del passeggero suggerito da 212.38.46.57: ERNESTO BRUNO. Il luogo di nascita del passeggero PRIEBKE ERNESTO BRUNO ERICO viene dato dal sito cemla.com come Riga, mentre quello di Erich Priebke di questa voce è Hennigsdorf. Erick Priebke non era di professione MAYORDOMO. La data di arrivo del 1948/11/14 (ossia 14 novembre 1948) non corrisponde a quella dell'arrivo di Erick Priebke (che è invece successiva al natale 1948. O stiamo parlando di un Erich Priebke che dà generalità false, per non farsi riconoscere durante la fuga, oppure stiamo parlando di due persone differenti. Da un lato un maitre d'hotel lettone, dall'altro un militare (o miliziano?) SS nato in Germania. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.51.83.141 (discussioni · contributi) 14:22, 10 lug 2015 (CEST).[rispondi]
.... si va bè, anche tutti gli altri componenti della famiglia sono omonimi?? che casualità! più facile fare 13 al totocalcio. Questo è proprio non volere vedere la realtà e prendere per oro colato le mistificazioni.

Pagina migliorabile?[modifica wikitesto]

Secondo voi la pagina è migliorabile in alcuni punti? --Andre86 (msg) 02:02, 26 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Qualche simpaticone ha messo la data di morte.. non riesco a correggerlo.. toglietela e bloccate la pagina grazie

--Pivotto (msg) 16:41, 29 lug 2013 (CEST)[rispondi]

Motivazioni sentenza condanna / fonti[modifica wikitesto]

Il paragrafo La sentenza di condanna (...) è stata infatti emessa per tutte le 335 vittime della strage è a mio parere di interesse ma l'unica fonte che abbiamo in proposito al momento è una fonte primaria (Sentenza del Tribunale Militare di Roma, in data 01.08.1996) utilizzata in altro luogo dell'articolo. Fonte che peraltro potrebbe suggerire una interpretazione diametralmente opposta. Le mie domande sono due:

  1. Ha senso mantenere il paragrafo in apparente disaccordo con la fonte citata più sotto?
  2. Ha senso mantenere una fonte primaria, in questo caso?

--Kattivik (msg) 14:07, 14 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Secondo me va bene--Jose Antonio (msg) 15:59, 14 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Chi copia chi[modifica wikitesto]

Questo articolo del Messaggero «Il capitano delle Ss condannato all'ergastolo per l'eccidio delle fosse ardeatine » riporta parola per parola gran parte di questa voce di Wikipedia. Chi ha copiato chi, allora? È stato il giornalista che in un eccesso di pigrizia ha copiato l'articolo di Wikipedia senza preoccuparsi neppure di modificarlo un po', o Wikipedia che ha preso l'articolo del giornale così com'è???--Dario de Judicibus (Scrivimi) 18:53, 15 ott 2013 (CEST)[rispondi]

In questo caso so per certo che i copioni sono i giornalisti de Il Messaggero, la voce di wiki è tale da un bel po'--Jose Antonio (msg) 20:02, 15 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Revisione voce ?[modifica wikitesto]

Non intervengo direttamente, perché non ho molte competenze in materia... ma secondo voi non sarebbe il caso di dare una rivisitata alli intero articolo ? Si parla molto più delle polemiche in seguito al ritrovamento in Argentina, che al suo ruolo durante l'occupazione nazista...

La frase "La sentenza di condanna evidenzia l'erroneità del luogo comune secondo il quale la legge di guerra avrebbe permesso la fucilazione di 330 prigionieri (10 per ogni soldato tedesco morto nell'attentato) come rappresaglia dell'attentato di via Rasella e che il mero numero delle vittime fucilate, 335 persone (cinque in più[2]), sia stato il solo capo di imputazione a carico di Priebke (essendo le 330 residue considerate "obbedienza agli ordini"). La condanna è stata infatti emessa per tutte le 335 vittime della strage[senza fonte]." poi sarebbe IMHO totalmente da cancellare (poco comprensibile oltre che senza fonte).--EffeX2 (msg) 23:17, 15 ott 2013 (CEST)[rispondi]

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Secondo quanto scritto dal famosissimo, documentato e obiettivo storico tedesco Gerhard Schreiber , in” La vendetta Tedesca” (Mondadori 2000), nell’aberrante eccidio delle Fosse Ardeatine il compito di Erich Priebke sarebbe stato soltanto quello di cancellare dalla famosa lista dei condannati a morte coloro che andavano , cinque per volta, alla fucilazione, che fu personalmente diretta dal colonnello Kappler, il quale a sua volta agiva per ordire di Hitler.

Ha scritto infatti Schreiber (pag. 124):

“I condannati, che durante il trasporto erano ancora ignari di quanto stava per accadere loro, furono assassinati a gruppi di cinque. Gli sgherri dell’SD e della polizia di sicurezza li condussero con le mani legate dietro la schiena dentro le grotte scarsamente illuminate. Prime dell’entrata nella cava, l’SS-Hauptsturmfuhrer Erich Priebke cancellò da un elenco i nomi degli uomini destinati a morire”.

Ricordo che nel massacro di via Rasella, a causa di un attentato sconsiderato, gli alto atesini rimasti uccisi furono 42 (33 subito e 9 nei giorno seguenti negli ospedali di Roma), più otto civili italiani, per un totale di 50 deceduti. Si aggiunsero 42 feriti tra i soldati altoatesini, molti gravissimi, che negli anni successivi hanno usufruito della pensione di guerra dallo Stato Italiano.

Francesco Mattesini

Buongiorno prof. Mattesini, quest'ultima informazione, sui feriti, è molto interessante e finora mi sembra che su it.wiki non sia riferita in nessuna pagina. Potrebbe dirci qualcosa di più (scrivendo magari qui: Discussione:Polizeiregiment_"Bozen")? Grazie, buona giornata. --Ribbeck 12:31, 18 ott 2013 (CEST)[rispondi]
E' vero che Priebke era preposto al depennamento dalle liste (che erano più di una, tra cui una lista italiana di 50 nomi, denominata CARUSO, compilata dal questore Caruso) dei condannati alla fucilazione, ma è anche vero che "collaborò alla preparazione dell'eccidio, mediante la formazione e la tenuta degli elenchi dei prigionieri, e alla loro uccisione, in posizione di assoluta preminenza organizzativa" (dalla Sentenza della Corte Suprema di Cassazione, in data 16.11.1998) e anche: "La partecipazione dell'imputato alla preparazione delle liste contenenti i nominativi degli sventurati da mandare a morte, il controllo dell'identità delle vittime che man mano scendevano dagli autocarri che giungevano alle Cave, la personale fucilazione di due persone con un colpo sparato alla nuca, costituiscono evidenze processuali incontestabili." (dalla Sentenza del Tribunale Militare di Roma, in data 01.08.1996) Un saluto. --Keegan (msg) 18:50, 19 ott 2013 (CEST)[rispondi]

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Faccio alcune precisazioni, mettendo bene in chiaro che sono rivolte soltanto alla “Verità Storica”, e che non ho nessuna simpatia per Kappler o Priebke, e tanto meno per Hitler e il nazismo.

Kappler, come è noto, è stato condannato nel gennaio 1951 da un tribunale italiano per non avere rispettato nell’azione di rappresaglia per l’attentato di via Rasella ordinata personalmente da Hitler, il rapporto di 10 italiani per ogni tedesco. Si è detto che la morte di 33 soldati tedeschi portava conseguentemente all’uccisione di 330 italiani, mentre in realtà i fucilati alle Fosse Ardeatine furono 335; quindi, secondo quanto all’epoca stabilito in Italia, furono passati per le armi 5 civili in più di quando doveva essere, sulla proporzione di 10 a 1 ordinata dal Führer ai suoi rappresentanti in Italia, restii ad applicare una simile dura punizione, in una città tranquilla come era Roma. L’incarico di esercitare la punizione fu quindi assegnata dal Fuhrer al responsabile delle SS (Servizio Sicurezza) a Roma, quindi al colonnello Kappler.

Questi dati italiani sono contestati in Germania da un famoso storico tedesco, Franz Kurowski. I morti nell’attentato del reparto di “Polizia Militare” (tutti altoatesini) furono inizialmente 32 (oltre a 52 feriti gravi), mentre in realtà, con il decesso nei giorni successivi negli ospedali di altri 10 militari, il totale del “Poliziotti” uccisi era salito a 42, più 8 civili italiani che si trovavano nei pressi dell’attentato. Totale quindi 50 morti: un vero massacro. Può la perdita di tanti italiani, senza contare il ferimento di altri quarantadue soldati altoatesini, giustificare un atto di guerra in una città lontana dalla guerra come era Roma, così come lontani dalla guerra lo erano i romani? Quindi, dobbiamo presumere, come affermato da Priebke, che si trattò di una provocazione dei Comunisti, che ben conoscevano quale sarebbe stata la reazione rabbiosa dei tedeschi.

Keppler, sempre secondo la tesi di Kurowsky, avrebbe quindi potuto far uccidere per rappresaglia ben 420 italiani (senza contare gli 8 civili, anch’essi italiani), mentre invece, in seguito ad un altro decesso, si limitò a far salire di uno il numero dei soldati tedeschi deceduti, portandolo a 33. Nel caso degli altri 9 decessi non furono applicate rappresaglie, e ciò a risparmiato la vita ad almeno altri 85 italiani. Rappresaglie non furono neppure applicate nei confronti degli altri 42 soldati tedeschi feriti. (**)

Da parte mia tengo a precisare che ai 42 soldati tedeschi feriti, in parte rimasti storpiati dall’esplosione di via Rasella, fu concessa, quali cittadini italiani a tutti gli effetti, la “pensione di invalidi di guerra”. Questa ultima informazione, se esatta, mi fu riferita in Alto Adige.

Sempre in Alto Adige, molti anni fa, trovandomi a Bressanone, ed entrato nel cortile del Duomo scoprì un monumento dedicato ai caduti di Via Rasella (tutti possono controllare). Dal nome e dal numero dei morti che vi erano incisi, potei rendermi conto di quale differenza ci fosse fra le cifre ufficiali e quelle reali.

Quello che continua a disturbarmi è che il Battaglione "Bolzen", di Polizia Militare, continui ad essere scambiato per reparto di SS, mentre invece si trattava di poveracci, tutti piuttosto anziani, e per questo assegnati ad un reparto più confacente e meno faticoso alla loro età.

Infine su due persone uccise personalmente da Priebke non ho alcun elemento per per confermare o smentire.


Francesco Mattesini

Roma, 21 ottobre 2013 __________________

(**) Franz Kurowski, Battleground Italy 1943-1945. The German Armed Forces in the Battle for the “Boot” (tradotto dal Tedesco da IanMacMullen), Appendice 6 “Terrorism in the Villa Rasella”, p. 480-481, editore J.J. Federowicz Publishing, Inc, Altona, Manitoba, Canada.

N.B.: Parte di questo intervento è stato da me inserito nel sito Wikipedia,: http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Vittorio_Feltri.

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Ho apportato alcuni ritocchi alla parte relativa ai processi. Si taceva infatti dei disordini scoppiati nell'aula di udienza al momento del proscioglimento nel primo processo. Il pubblico costrinse la Corte a rifugiarsi nel gabinetto di decenza, mentre il Ministro della giustizia(?) Flick si precipitava (con inusuale procedura) alle due di notte a stoppare la sentenza con motivazioni inesistenti. Invito a leggersi i resoconti giornalistici dell'epoca, non quelli attuali che velano o tacciono tante cose. I media italiani si sono distinti nella grande maggioranza, in occasione della morte del P., per ignoranza, faziosità e censura. Tra l'altro hanno dato ad intendere che il P. avesse assassinato personalmente 332 persone! W la libertà di stampa. (Giulio Vignoli già prof. di Diritto dell'Unione Europea nell'Università di Genova) Ho aggiunto anche "sputi" che la voce non riportava. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 93.147.157.194 (discussioni · contributi) 22:37, 23 ott 2013‎ (CEST).Ho anche sottolineato che è stata applicata retroattivamente una legge penali (G.V.)--93.147.157.194 (msg) 22:48, 23 ott 2013 (CEST)[rispondi]

WP:FONTI --ignis scrivimi qui 22:44, 23 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Si,hai ragione,ma mi costringi un giorno a Genova in emeroteca. Fortunatamente, anche se ho 75 anni, ho ancora la memoria buona. Comunque procederò, è una questione di principio. Circa gli "sputi", anch'essi soppressi, mi pare però che le stesse fonti citate ne parlino. Radio, Tv e giornali in massa hanno parlato anche di sputi. Chi li vuole censurare vuol far credere che il gruppetto di scalmanati fossero dei probi cittadini antifascisti di Albano. Erano solo degli incivili. Son sempre quelli che sputarono e pisciarono sui cadaveri appesi. --93.147.157.194 (msg) 23:14, 23 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Gentile Vignoli, nessuno qui vuole censurare nulla e sicuramente non Ignis ma si renderà conto di quanto sia fondamentale il citare fonti soprattutto in casi controversi come questo. Anch'io ricordo i particolari da lei inseriti e penso che non sarà difficile trovare appropriate fonti. Con stima--Jose Antonio (msg) 23:19, 23 ott 2013 (CEST)[rispondi]

[1] qui ci dovrebbe essere quasi tutto, è un articolo del Il manifesto che conferma l'assalto al tribunale da parte della comunità ebraica e da parte di militanti comunisti, il sequestro di persona per 6 ore all'interno del tribunale, aggressioni ai carabinieri, l'intervento del ministro Flick al di fuori della legge (l'articolista la definisce "Un gioco di prestigio, giuridicamente una porcata").--Jose Antonio (msg) 01:27, 24 ott 2013 (CEST) [2] un editoriale di Massimo Fini che parla anche dell'operato di Flick: "Il governo italiano, con una decisione inaudita, si rimangio' la sentenza di un suo Tribunale creando un precedente gravissimo e foriero di molti sviluppi". Sempre sull'abuso di Flick anche Giuliano Pisapia [3] e il presidente delle camere penali di Roma Esplora il significato del termine: "Vogliamo parlare del ministro Flick? Vogliamo parlare del ministro Flick? "E come no. Lui ha fatto il furbo. Rappresenta l' esecutivo ed e' il ministro di Grazia e Giustizia. Cosi' , ha fatto sapere ai quattro venti di non voler entrare nel merito della sentenza. Pero' , poi, ha fatto arrestare nuovamente Priebke, cedendo alla pressione d' una piazza che chiedeva la forca" [4]. Le giustificazioni di Flick [5] --Jose Antonio (msg) 01:47, 24 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Ho serie perplessità sull'articolo di Massimo Fini che mi pare piuttosto inattendibile, in quanto pieno di inesattezze fattuali ed argomentazioni in punto di diritto che le stesse sentenze hanno già discusso e valutato come erronee (sembrerebbe che Fini, alquanto stranamente, non abbia letto le sentenze sul caso Priebke). Le altre fonti secondo me vanno bene e si possono citare. In ogni caso andiamoci piano prima di parlare di "sequestro di persona". Lo stesso articolo del "manifesto" che hai citato, a un certo punto, afferma che effettivamente Priebke presentò denuncia contro Pacifici per "sequestro di persona", ma la denuncia fu ritenuta infondata. Inoltre, se non erro, l'articolo non parla di "aggressione ai carabinieri": parla più genericamente di scontri tra carabinieri e dimostranti, con feriti da ambo le parti. --Salvatore Talia (msg) 12:54, 24 ott 2013 (CEST)[rispondi]

Anna Maria Ortese e Priebke[modifica wikitesto]

La scrittrice Anna Maria Ortese chiese e diede pietà per Priebke ( Il Giornale, 12 gennaio 1997; Corriere della Sera, 13 gennaio 1997)--93.147.159.49 (msg) 12:32, 9 nov 2013 (CET)[rispondi]

Non conosco la rilevanza della Ortese, ma è una mia pecca. Penso si potrebbe inserire in nota--Jose Antonio (msg) 14:59, 9 nov 2013 (CET)[rispondi]

all'epoca era considerata la più grande scrittrice italiana vivente. E non era certo di Destra. Questo scrissi nel mio precedente (di ieri) messaggio, che è stato cancellato subitamente. (viva la democrazia in Wiki). --93.148.49.173 (msg) 22:09, 9 nov 2013 (CET)--93.148.49.173 (msg) 22:09, 9 nov 2013 (CET)[rispondi]

Civili italiani e bambino[modifica wikitesto]

La voce dimentica che nell'attentato in via Rasella morirono anche dei civili italiani e un bambino.--93.147.152.203 (msg) 18:15, 13 nov 2013 (CET)[rispondi]

L'informazione si trova là dove deve trovarsi, vale a dire nella voce Attentato di via Rasella. --Salvatore Talia (msg) 18:45, 13 nov 2013 (CET)[rispondi]
veramente mi parrebbe che dovrebbe risultare anche qui --93.147.152.203 (msg) 22:54, 13 nov 2013 (CET)[rispondi]

Citazione delle sentenze[modifica wikitesto]

La voce cita spesso le sentenze. però bisogna notare che col passare degli anni, curiosamente, contrariamente a quello che in genere succede, queste aggravano sempre più la pena arrivando all'ergastolo da una iniziale assoluzione. Ergastolo, unico caso nella Repubblica, scontato fino alla fine. (mi aspetto la pronta censura di quanto osservo). --93.147.152.203 (msg) 22:59, 13 nov 2013 (CET)[rispondi]

Gentile utente anonimo: nessuna censura, però, se permetti, ti inviterei a leggere qui. --Salvatore Talia (msg) 09:34, 14 nov 2013 (CET)[rispondi]
E morto nel letto di casa, quindi neppure ergastolo scontato fino alla fine a dimostrazione delle inesattezze a si arriva a seguire i POV.--Bramfab Discorriamo 09:52, 14 nov 2013 (CET)[rispondi]
Caro Bramfab era agli arresti domiciliari per l'età (100, cento anni) e in tale condizione scontava l'ergastolo che formalmente dura fino alla morte. Dove vuoi che morisse? Mi pare sia morto su un divano. Pietà, virtù ignota.--93.147.152.203 (msg) 15:30, 14 nov 2013 (CET)--93.147.152.203 (msg) 15:30, 14 nov 2013 (CET)[rispondi]
Caro Talia, ho letto con grande attenzione, io volevo solo dire che l'assoluzione fu stoppata dal ministro della giustizia Flick che si recò in Tribunale alle due di notte. Dopo il suo intervento, che non ha precedenti nella storia della magistratura italiana, tutte le altre sentenze aggravarono la posizione dell'imputato. La cosa fa riflettere. prof. avv. Giulio Vignoli, già docente di materie giuridiche nell'Univ. di Genova. --93.147.152.203 (msg) 15:39, 14 nov 2013 (CET)[rispondi]
Non e' questione di pietà, ma di precisione: arresti domiciliari, con permessi di uscita dall'abitazione. E ben vero che un tempo gli uomini vivevano meno a lungo, ma gli ergastolani morivano in carcere, P. di carcere ne ha fatto molto poco da quando venne ritrovato in Argentina. E fino alla morte fu coerente col suo passato di cui nulla rinnego' e di cui nulla neppure sembrano rinnegare coloro che l'hanno circondato e che forse in questo gli han fatto più danno che bene. Concordo che gli andamenti della giustizia (e delle indagini), e non solo italiana, riguardo a persone responsabili di atrocità durante la seconda guerra mondiale spesso sono discutibili e meriterebbero un approfondimento, lo stesso dicasi per come il tema fu oggetto di interesse e fu sviluppato da parte degli storici da un lato e dei politici da un altro, ma non in questa voce e solamente se esistono studi sull'argomento già pubblicati. --Bramfab Discorriamo 16:24, 14 nov 2013 (CET)[rispondi]
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In voce si citano i nudi fatti. Non si guida il lettore verso conclusioni. Se si vogliono riportare commenti, devono provenire da fonte secondaria ed essere oppotunamente referenziati, sennò si ricade in una ricerca orginale. --Ribbeck 16:51, 14 nov 2013 (CET)[rispondi]

Perchè nella voce non parlate degli sputi sulla bara? I giornali ne hanno riferito ampiamente, basta scorrere internet alla voce sputi bara Priebke. Sarò grato di una cortese risposta chiarificatrice. Altrimenti inseriò in voce.--93.147.139.33 (msg) 21:59, 26 mar 2014 (CET)[rispondi]

Ognuno, come ad esempio te, può scrivere quello che vuole, amettendo le fonti giuste. Buon lavoro... --LukeDika 10:51, 27 mar 2014 (CET)[rispondi]

fair use o copyviol in Wiki?[modifica wikitesto]

Ho aggiunto una citazione di un testo - con indicazione della fonte - in una frame laterale alla voce, ma mi è stata cancellata da anonimo ritenendola copyviol. Mi pare che sia per AGCOM che Wiki sia invece fair use. Sbaglio?

Questo il testo:

+++++++++++++++++++++++++++

«Priebke è sepolto vicino ad un medico, morto nel 1942 e ad una neonata deceduta durante il parto alla vigilia di Natale di 53 anni fa. E poi alcuni pregiudicati morti in carcere e lasciati lì dai familiari. Il camposanto è situato su una collinetta, dove quasi un secolo fa è stata costruita una piccola cappella, ormai diroccata, attorno alla quale è poi sorto il cimitero. Il lembo di terra è protetto da un muro alto poco più di due metri, e vi si accede da un cancello. Si contano circa cento croci di ferro arrugginite, più altre in legno ormai fradice, piantate nel terreno, allineate in file da otto, sulle quali però non è scritto alcun nome. L’erbaccia copre tutto. Non c’è alcuna manutenzione. E non c’è alcun segno di affetto sulle tombe: né un fiore reciso, né una lapide sistemata. Neppure un nome o una foto. Dimenticate da decenni, queste salme riposano anonime. Il paradosso: in vita il boia evitò la galera, ma le sue spoglie adesso ci rimarranno per sempre.»

(Estratto dall'articolo: "Ecco dov'è la tomba segreta di Erik Priebke, l'artefice della strage delle Fosse Ardeatine” di Lirio Abbate comparso su L'Espresso, 10.07.2015)

+++++++++++++++++++++++++++

In passato l'ho visto usare in decine di voci, sempre su Wiki (se serve posso mettervi l'elenco: le cancelliamo tutte in quanto copiviol o sono fair use?).

Grazie e saluti! (Non si è mai finito di imparare...)

Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.51.83.141 (discussioni · contributi) 14:44, 10 lug 2015 (CEST).[rispondi]

Imho è abbastanza breve da rientrare nel diritto di citazione, ma non ne ne vedo l'utilità: le informazioni fondamentali portate dall'articolo (la tomba si trova nel cimitero di un carcere su un'isola) sono già presenti in voce, e si fa riferimento al pezzo. Non vedo la necessità di aggiungere altro. --Jaqen [...] 15:36, 10 lug 2015 (CEST)[rispondi]

Correzioni dei <ref>[modifica wikitesto]

C'è qualcuno che sa come sistemare i ref errati? (vedi errore template segnalato) Io non ci sono riuscito. --Carlo Benincasa (msg) 13:11, 9 mar 2017 (CET)[rispondi]

Vuol dire, in questo caso, che manca la parte reale della nota ma vi sono solo i rimandi a questo.--LLorenzi Dika 17:42, 9 mar 2017 (CET)[rispondi]
Quindi va bene così? --Carlo Benincasa (msg) 17:48, 9 mar 2017 (CET)[rispondi]

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