Cappella di Santa Monica (Napoli)

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Cappella di Santa Monica
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàNapoli
Coordinate40°51′21.65″N 14°15′37.34″E / 40.856013°N 14.260372°E40.856013; 14.260372
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Monica
Arcidiocesi Napoli
Stile architettonicoGotico-rinascimentale

La cappella di Santa Monica è una cappella quattrocentesca facente parte del complesso di San Giovanni a Carbonara di Napoli.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La cappella nasce per volere di un esponente della famiglia napoletana dei Sanseverino, identificato con quasi certa probabilità con Ruggero Sanseverino, marito di Covella Ruffo di Corigliano,[1] i cui rispettivi stemmi nobiliari compaiono alle basi delle colonne del portale d'ingresso e alle basi del sepolcro di Ruggiero Sanseverino custodito all'interno della sala.

L'edificio di culto rappresenta una importante testimonianza rinascimentale a Napoli anche per l'epoca in cui venne realizzato, coevo alla chiesa di San Giovanni a Carbonara a cui la cappella appartiene e che ne determina sotto un profilo estetico la facciata principale dell'intero complesso, dato che la chiesa in senso stretto ne è di fatto priva.

Un elemento artistico di spicco dell'ambiente è il pregevole portale marmoreo gotico d'ingresso adorno di statuette di santi e costruito nella prima metà del XIV secolo attribuito ad un allievo del Guardi. Nelle nicchie a sinistra sono, dal basso verso l'alto, Sant'Agata, Santa Caterina e Santa Barbara, mentre a destra sono Sant'Anastasia, Sant'Apollonia e Sant'Orsola. La parte superiore è caratterizzata da altre quattro statue nelle due colonne, nella parte inferiore ci sono i componenti della scena biblica dell'Annunciazione, con a sinistra l'Arcangelo Gabriele e a destra la Vergine, mentre in alto sono il San Giovanni Battista a sinistra e il Sant'Agostino a destra. La parte centrale del timpano è caratterizzata da un affresco con la Vergine in gloria attribuita a Leonardo da Besozzo, sopra il quale è un bassorilievo con due angeli reggenti un tondo su cui è il volto del Cristo benedicente; il vertice alto della decorazione è infine occupato dalla statuetta della Vergine.

L'interno è a forma rettangolare a due campate con volte a crociera e parete absidale piatta, in linea con la parete destra absidale della chiesa di San Giovanni. L'unica opera rimasta al suo interno è il monumento funebre a Ruggiero Sanseverino di Andrea Guardi da Firenze edificato negli anni trenta del XV secolo, addossato ad una parete ed il cui stile è riconducibile ai modi trecenteschi di Tino di Camaino, riscontrabile anche nel monumento funebre a Ladislao di Durazzo dello stesso Guardi e presente nella chiesa maggiore. Il grande monumento consta di un tabernacolo con quattro pilastri riempiti con fregi e stemmi dei Sanseverino e Ruffo alle basi nonché con sedici statue di santi e apostoli nelle nicchie delle colonne, che terminano col timpano triangolare su cui è raffigurato in un ovale la figura intera a bassorilievo del Cristo benedicente. All'interno dell'architettura marmorea è la cassa sepolcrale sorretta alle basi da tre virtù teologali, da sinistra a destra, Fede, Speranza e Carità, sul cui fronte sono raffigurate da sinistra a destra in cinque nicchie le statuette di San Giovanni Battista, Santa Caterina, poi nella centrale, più grande rispetto alle altre, è la figura della Madonna col Bambino tra due angeli, poi seguono ancora il San Giovanni Evangelista e infine Santa Lucia. Sopra è la figura di Ruggiero Sanseverino giacente mostrato da due angeli reggicortina che decorano i pilastri del baldacchino, sopra il quale è la scena della Crocifissione, certamente non di mano del Guardi, con al centro Gesù in croce e ai lati le statue della Vergine e San Giovanni Evangelista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Capparelli, L'altarolo della Passione del museo civico di Altomonte: nuove proposte, Università della Calabria, 2015, pp. 9-10. URL consultato il 30 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Napoli e dintorni, Milano, Touring Club Italiano, 2007, ISBN 978-88-365-3893-5.
  • Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale: Il Sud angioino e aragonese, Donzelli Editore, 1998, ISBN 978-88-6036-413-5.

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