A. R. Penck

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

A. R. Penck, pseudonimo di Ralf Winkler (Dresda, 5 ottobre 1939Zurigo, 2 maggio 2017), è stato un pittore, scultore e artista tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

BMW Z1 Art Car realizzata da Penck al Museo BMW, in cui si notato i tratti primitivi tipici dell'artista tedesco[1]

Ralf Winkler nasce nel 1939 a Dresda, nell'allora Germania nazista. Poiché considerato elemento non in linea col regime socialista, contestatore, sovversivo e artista non classificabile come tradizionalista, alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso non verrà ammesso né all'Accademia di Dresda né a quella di Berlino Est. Autodidatta in campo artistico, studia invece filosofia, storia delle religioni, scienze, musica. Più volte a causa dei suoi atteggiamenti verrà anche tenuto sotto controllo dalla Stasi, fino ad essere espulso dalla Ddr nel 1980.[2]

Nel 1963 si trasferisce a Berlino Est e nel 1970 partecipa alla fondazione del gruppo Lucke. Dopo il primo periodo neoespressionista, che vede l'utilizzo di tratti stilizzati e "infantili" dal cromatismo esasperato, i segni di Penck, negli anni 70, divengono ancora più primordiali, così da sancire una sorta di primitivismo della ragione. Traccia ominidi stilizzati e simboli elementari, prediligendo, per le sue opere, l'uso del bianco e del nero. Si dedica anche alla scultura, utilizzando il marmo, il bronzo e il legno, materiale caro agli artisti del nord Europa.[3]

Trasferitosi nella Germania Ovest espone a fianco di pittori e scultori come Gerhard Richter, Anselm Kiefer, Georg Baselitz, Jörg Immendorff, Markus Lüpertz, Sigmar Polke, Ulrich Rückriem, Jochen Gerz e alla performance artist Rebecca Horn, e condivide esperienze espositive con artisti italiani come Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Sandro Chia, Gian Ruggero Manzoni, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Nino Longobardi e il gallerista napoletano Lucio Amelio, per il quale realizza l'opera Erdbeben in Bierkeller per la collezione Terrae Motus esposta alla Reggia di Caserta.[4] Nel 1980 apre uno studio a Londra. Partecipa a diverse esposizioni di livello internazionale, tra cui Documenta 5 di Kassel, nel 1972, la Biennale di Venezia, nel 1984, e Documenta 9 di Kassel, nel 1992.

Principali mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

A. R. Penck, Future of the soldiers (1995)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A.R. Penck BMW Z1, 1991, su artcar.bmwgroup.com. URL consultato il 20 settembre 2017.
  2. ^ Arte. Morto A.R, Penck, maestro espressionista del segno tribale, su avvenire.it.
  3. ^ artantide.com, http://www.artantide.com/artisti_BiografiaArtista?idArtista=396.
  4. ^ terraemotus, su reggiadicaserta.beniculturali.it. URL consultato il 18 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Terrae Motus, La collezione Amelio alla Reggia di Caserta, a cura di Livia Velani, Ester Coen, Angelica Tecce, Skira editore, Milano, 2001, ISBN 88-8491-066-8

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN109109654 · ISNI (EN0000 0003 6859 3087 · Europeana agent/base/83826 · ULAN (EN500006352 · LCCN (ENn80087510 · GND (DE118592599 · BNE (ESXX1123363 (data) · BNF (FRcb14953156x (data) · J9U (ENHE987007500814205171 · CONOR.SI (SL103116643 · WorldCat Identities (ENlccn-n80087510