Zoological Retrogression
Zoological Retrogression | |
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Titolo originale | Zoological Retrogression |
Altri titoli | Zoological Regression |
Autore | H. G. Wells |
1ª ed. originale | 1891 |
Genere | saggio |
Sottogenere | divulgazione scientifica |
Lingua originale | inglese |
Zoological Regression (lett. "regressione zoologica") è un'opera critica a carattere scientifico didattico di H. G. Wells, la sua prima pubblicazione avviene nel settembre del 1891 sulla rivista The Gentleman's Magazine (Volume 271, pp. 246–253)[1]
L'opera sarà riproposta su The Fin de Siècle - A Reader in Cultural History, c. 1880-1900 dalla casa editrice Sally Ledger & Roger Luckhurst[1]
Analisi del periodo storico
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzionismo
[modifica | modifica wikitesto]La società tardo-vittoriana era perseguitata dalle implicazioni del darwinismo. Le idee delineate nell'opera L'origine delle specie di Charles Darwin (1859) e L'origine dell'uomo e la selezione sessuale (1871) sono state assimilate negli anni 1880 e 1890, inizialmente dalla comunità scientifica e poi da gran parte dell'opinione pubblica.[2] Per molti, l'equilibrio tra fede e dubbio si era rovesciato in modo preoccupante a favore di quest'ultimo, e le domande sulle origini, la natura e il destino del genere umano erano diventate materia da affrontare per la scienza, piuttosto che per la teologia.[3][4][5] Il capitolo finale di L'origine dell'uomo e la selezione sessuale contiene un passaggio in cui Darwin conclude che gli umani sono "discesi da un quadrupede peloso dalla coda"[6][7] che, attraverso vari stadi intermedi, si è evoluto da "una creatura simile ad anfibio, e questo di nuovo da alcuni animali simili ai pesci".[6] L'evoluzione ha anche sollevato dubbi in un altro senso. Inizialmente appariva logico che l'evoluzione avrebbe sempre portato a miglioramenti fisici e mentali con caratteristiche più deboli e meno utili sradicate nel tempo; tuttavia, fu presto riconosciuto che questo non era necessariamente il caso. L'evoluzione è un processo meccanicistico senza una mano guida o un obiettivo finale e quindi, si è argomentato, in alcune circostanze la degenerazione in forme meno complesse era altrettanto probabile quanto il progresso in quelle più complesse.[8][9][10]
Teoria della degenerazione
[modifica | modifica wikitesto]Era idea diffusa nel XIX secolo[9][10][11][12] che la civiltà potesse essere in declino e che le cause del declino stessero nel cambiamento biologico. Queste idee derivano da concetti pre-scientifici di ereditarietà ("contaminazione ereditaria") con l'enfasi creata dal Lamarckismo sullo sviluppo biologico attraverso lo scopo e l'abitudine. I concetti di degenerazione erano spesso associati ad atteggiamenti politici autoritari, incluso il militarismo e la razzismo scientifico, nonché con timori sul possibile declino nazionale. La teoria ha origine in concetti razziali di etnia, registrati negli scritti di scienziati medici come Johann Friedrich Blumenbach[13][14] e Robert Knox.[15] A partire dalla metà dell'Ottocento, divenne influente in psichiatria attraverso gli scritti di Bénédict Morel[16] e in criminologia con Cesare Lombroso.[N 1] Si nutrì anche dell'ideologia del nazionalismo etnico, attraendo, tra gli altri, Maurice Barrès, Charles Maurras e l'Action Française. Intorno al 1890, nel lavoro di Max Nordau e altri esponenti della teoria, la degenerazione divenne un concetto più generale nei commenti sociali.
L'influenza degli studi di H. G. con Huxley
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1884 e il 1885 Wells ebbe modo di conoscere Thomas Henry Huxley, suo insegnante di biologia, noto con il soprannome di "Mastino di Darwin" per via del suo acceso convincimento per l'evoluzionismo darwiniano.[17][18] All'epoca la teoria sull'origine delle specie di Charles Darwin non era ancora stata unanimemente accettata dalla scienza e le scoperte scientifiche erano molto frequenti. Wells ebbe modo lavorare con Huxley per un breve periodo di tempo, poiché poco dopo il biologo si ammalò, lasciando spazio al nuovo professore, Howes. A fine anno Wells superò l'esame di zoologia in maniera brillante, distinguendosi assieme a Martin Woodward e A.V. Jennings tra i migliori della classe; con quest'ultimo in particolare strinse una buona amicizia: con Jennings, Wells si sentiva in grado di parlare liberamente, discutendo di politica, scienza e teologia, definendo l'amico una mente più vivace ed equipaggiata della sua, la prima trovata a South Kensington. La profonda ammirazione per Huxley e per Howes, verrà ricordata da Wells nella sua autobiografia An Experiment in Autobiography, del 1934.[19]
L'opera
[modifica | modifica wikitesto]Usando l'utile etichetta di "excelsior biology", lo scritto sfida le interpretazioni ottimistiche dell'evoluzione darwiniana, criticando tale credenza come "una creazione popolare e poetica". Le idee sostenute da Huxley,[20][21] riemergono nello scritto che tratta il curioso caso delle ascidiacea, organismi che inizialmente, allo stato di larva sono dotate di una notocorda (la struttura da cui deriva la colonna vertebrale dei vertebrati), caratteristica che le classifica nel phylum dei Cordati, assieme ai vertebrati, ma che subiscono una metamorfosi quando trovano un luogo adatto per l'insediamento. Durante la metamorfosi la coda, insieme alla notocorda e al tubo neurale, viene riassorbita, regredendo in creature capaci di nulla di più faticoso di attaccarsi permanentemente a una roccia; diventare in effetti una "semplicemente un'escrescenza vegetativa" su una pietra.[22]
Considerazioni di H. G. Wells
[modifica | modifica wikitesto]Wells introduce l'opera supponendo che nessuna teoria scientifica è più ampiamente discussa o più generalmente fraintesa tra le persone colte che le opinioni dei biologi riguardo alla storia passata e alle prospettive future nella loro mancanza di esperienza, avvalendosi di frasi tecniche e citando erroneamente le autorevolezze intellettuali del settore con uno spirito invincibilmente ottimista, il pubblico istruito è arrivato a modo suo a una resa dei risultati che trova estremamente soddisfacenti, considerando nel passato il grande scorrere della natura si è sviluppato costantemente per rivelare un'armonia sempre più ricca di forme e gradi dell'essere successivamente sempre più alti, e presuppone che questa "evoluzione dell'essere" continuerà ad aumentare la propria velocità fino alla sua estrinsecazione. Questa credenza, efficace, progressiva e gradita come scene di trasformazione in una pantomima, non riceve nessuna conferma del tutto soddisfacente nel registro geologico e negli studi dell'embriologo filogenetico.[23]
Al contrario, è quasi sempre associato al suggerimento di avanzare, nei fenomeni biologici, un'idea opposta,[N 2] che è il suo complemento essenziale. Il tecnicismo che lo esprime, se ripagato in maniera sufficiente nel mondo della cultura, fa molto per riconciliare il naturalista e la sua platea. Il bagliore senza tonalità dell'evoluzione ottimistica sarebbe poi ammorbidito da un'ombra; la monotona reiterazione di Excelsior! da parte di persone che non "puntano in alto", ma contrariamente interrompono l'armonia creata, rafforzata da una discordia, l'antitesi della degradazione evolutiva. Wells prosegue affermando che sono stati a lungo conosciuti casi isolati di degenerazione, e l'attenzione popolare è stata attirata su di loro al fine di indicare le lezioni morali ben intenzionate, l'errata analogia tra le specie e gli individui impiegati. Solo di recente, tuttavia, è stata sospettata l'enorme importanza della degenerazione come processo plastico in natura e riconosciuta la sua intera parità con l'evoluzione,[23] così esprimendosi, Wells ha accolto con favore questa complicazione nella presunta teleologia del progresso umano.[26] Wells prosegue nel testo affermando che la maggior parte delle persone, che accettano il pensiero darwiniano, interpretano l'evoluzione organica come un sistema evolutivo nato con l'ameba, e sviluppatosi poi in meduse, pesci-conchiglia in forme di vita semi-invertebrate, e poi veri pesci e anfibi, rettili, uccelli, mammiferi e uomini, l'ultimo e il primo della creazione. È stato sottolineato, negli scritti di Darwin che questo è molto simile a un uomo come discendente dei suoi primi cugini, questi a loro volta discendenti dal loro secondo, evolutosi grazie alle sue relazioni al successivo allontanamento, rendendo il più remoto essere umano vivente il suo antenato principale, quella che oggi è la teoria dell'antenato comune dove si evince che tutti gli esseri viventi sulla Terra condividono un antenato comune: questo è testimoniato dalle somiglianze tra i diversi organismi oggi viventi (ad esempio la stessa struttura del DNA, lo stesso codice genetico, gli stessi amminoacidi) e dalla paleontologia.[27] Ciò era stato ipotizzato dallo stesso Charles Darwin, nella sua visione dell'albero della vita.[28][29]
Riflessioni di Wells sulla degenerazione evolutiva
[modifica | modifica wikitesto]Come da oggetto della sua opera Wells afferma che non sempre l'evoluzione segue un processo di miglioramento evolutivo, se infatti l'evoluzione si basa su una costante crescita, lo scrittore prende in considerazione la teoria della degenerazione sociale, paragonando l'ascesa evolutiva ad uno schema di alti e bassi con evoluzioni e regressioni costanti.[23]
«Excelsior biology is a popular and poetic creation—the real form of a phylum, or line of descent, is far more like the course of a busy man moving about a great city. Sometimes it goes underground, sometimes it doubles and twists in tortuous streets, now it rises far overhead along some viaduct, and, again, the river is taken advantage of in these varied journeyings to and fro. Upward and downward these threads of pedigree interweave, slowly working out a pattern of accomplished things that is difficult to interpret, but in which scientific observers certainly fail to discover that inevitable tendency to higher and better things with which the word "evolution" is popularly associated.»
«La biologia di Excelsior è una creazione popolare e poetica - la vera forma di un phylum, o linea di discendenza, è molto più simile al corso di un uomo impegnato che si muove in una grande città. A volte va sottoterra, a volte raddoppia e si snoda in strade tortuose, ora sale in alto lungo un viadotto, e, di nuovo, il fiume viene sfruttato in questi diversi viaggi avanti e indietro. Verso l'alto e il basso questi fili del pedigree si intrecciano, elaborando lentamente uno schema di cose compiute che è difficile da interpretare, ma in cui gli osservatori scientifici non riescono certamente a scoprire quell'inevitabile tendenza a cose superiori e migliori con cui la parola "evoluzione" è popolarmente associata.»
Wells prosegue lo scritto affermando che la più nota e forse la più grafica e tipica illustrazione del corso regressivo si trova nel genere delle Tunicata,[N 3] che costituiscono un gruppo del rango Subphylum, e che comprende, tra una grande varietà di forme, le ascidie, Wells sottolinea come la metamorfosi indurrebbe in errore un osservatore inesperto, che avrebbe potuto inizialmente inserire nel regno minerale o vegetale, confondibili poiché semplicemente grumi informi di una rigida; sostanza cartilaginea semitrasparente, in cui sono incastonati ciottoli, ramoscelli e sporcizia, e solo l'esame più attento di questo esterno poco promettente avrebbe scoperto qualsiasi prova del vivente all'interno.[23]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Approfondimenti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dal 1876 divulgò la propria teoria antropologica della delinquenza nelle cinque successive edizioni de L'uomo delinquente, che successivamente espanse in un'opera in più volumi. Tra i massimi studiosi di fisiognomica, Lombroso misurò la forma e la dimensione dei cranii di molti briganti uccisi e portati dal Meridione d'Italia in Piemonte, concludendone che i tratti atavici presenti riportavano indietro all'uomo primitivo. In effetti quella che sviluppò fu una nuova pseudoscienza che si occupava di frenologia forense. Egli dedusse che i criminali portavano tratti anti-sociali dalla nascita, per via ereditaria, cosa che oggi si considera del tutto infondata. Da notare che Lombroso aveva sviluppato la teoria dell'atavismo un anno prima della pubblicazione de L'origine delle specie di Darwin (1859).
- ^ Per idea opposta Wells intende l'intuizione di qualcosa che ricorda un incipit sul principio di complementarità, la distinzione tra due punti di vista fondamentali, rivolti ai fenomeni, e in particolare verso la naturale percezione umana.[24] Il primo punto di vista a cui fa riferimento Wells è la prospettiva della visione umana rispetto alle grandezze astronomiche, quello che in seguito definisce l'assoluto punto di vista di percepire le cose a distanza, da questa prospettiva di spazio infinito l'uomo risulta essere infinitesimale. Tutto sommato c'è anche un punto di vista da parte del uomo, questa prospettiva riguarda tutto ciò che è presente nell'universo appare in lontananza, poiché visto in relazione all'occhio umano. In entrambi i casi, cosmico o umano, ha le sue insidie. Il pericolo della visione cosmica è un disprezzo per quello che Wells definisce l'unico, l'individualità di tutti i fenomeni, mentre il pericolo della visione umana è il prestarsi troppo facilmente l'errore di concezione secondo cui tutto ciò che è nell'universo è stato creato per l'uomo e per i suoi bisogni, per cui l'uomo si viene a trovare al centro dell'universo e può considerarsi misura di tutte le cose (antropocentrismo).[24] Riconoscendo che ogni prospettiva può di per sé portare a distorsioni, Wells fa affidamento su entrambi, anche se il principale punto focale dei suoi scritti si spostano gradualmente dalla visione cosmica a quella umana. Nei suoi saggi e racconti prima di La macchina del tempo, e in larga misura nella stessa, il cosmico e il processo evolutivo domina il suo campo visivo, anche se in seguito all'accrescimento letterario di Wells, riparte senza la visione umana, perdendo di vista tuttavia il grande universo in cui l'uomo si trova situato. Il corrispondente a questo cambiamento di messa a fuoco è una visione alterata delle prospettive per la specie umana, con la visione delle leggi della natura che eliminano ciò che l'uomo propone, lasciano spazio ad un'idea di evoluzione "artificiale", l'uomo prende coscientemente in carico del suo futuro plasmando il suo ambiente socio culturale, oltre il quale può esercitarne il controllo.[24] Il concetto prende forma dalla teoria di August Weismann, uno dei più acuti teorici dell'evoluzionismo e dell'ereditarietà. Accolse con entusiasmo le teorie di Charles Darwin, contribuendo alla loro diffusione e alla loro accettazione in Germania, contribuendo in maniera sostanziale con deduzioni personali, avvicinandosi e successivamente diventando la "guida" del movimento "neodarwinista" che negava in maniera categorica la trasmissibilità dei caratteri acquisiti.[25] Un'evoluzione dettata della selezione, la cui azione avviene sulle variazioni individuali ereditarie, tutte esclusivamente di origine interna. L'azione che l'ambiente esercita sul corpo degli organismi, non si ripercuote sulle cellule riproduttive, annullando gli effetti dell'eredità e di conseguenza dell'evoluzione.[25]
- ^ Da un'iniziale analisi morfologica, i cefalocordati sono stati individuati come i più vicini parenti dei Vertebrati. Con l'avanzare della tecnologia molecolare si è potuto osservare che in realtà la visione morfologica non è ben supportata. Infatti recenti studi dimostrano che il subphylum dei Tunicata è più strettamente imparentato col phylum Vertebrata. Analisi filogenetiche e genomiche supportano l'ipotesi secondo cui il clade che comprende Tunicata e Craniata viene identificato con il nome di Olfactcreature, come sister group dei Cefalocordati, rendendo obsoleta la visione precedente che prevedeva il gruppo degli Eucordati[30]. Il clade Olfactores viene ben supportato anche da recenti analisi genetiche con l'utilizzo di miRNA[31] che rappresentano un sempre più promettente marker filogenetico.
Fonti
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Bibliografia
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Voci correlate
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