Valentino Zucchetti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Valentino Zucchetti (Calcinate, 1988) è un ballerino e coreografo italiano.

Nato e cresciuto nella provincia di Bergamo, Valentino Zucchetti ha cominciato a studiare danza all'età di quattro anni dopo aver visto Michail Baryšnikov danzare in televisione. A undici anni si è trasferito a Milano per studiare alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e a sedici ha vinto uno borsa di studio per la Royal Ballet School di Londra.[1] Durante gli anni di studi in Inghilterra ha vinto il Genée International Ballet Competition nel 2006 e il Solo Seal Award nel 2007. Dopo il diploma è stato scritturato prima dal Balletto dell'Opera di Zurigo e poi dal Balletto Nazionale Norvegese. Nel 2010 è tornato a Londra e si è unito al corps de ballet del Royal Ballet, dove è stato promosso al rango di solista nel 2012 e primo solista nel 2014.[2] Nel 2020 partecipa al documentario Man at the Bar - Inside the Royal Ballet della BBC, realizzato dopo i commenti offensive di una giornalista americana, riguardo al fatto che il figlio di William, duca di Cambridge abbia deciso di studiare balletto, offendendo così i ballerini maschi.[3]

Nei suoi oltre dieci anni con il Royal Ballet, Zucchetti ha danzato numerosi ruoli di rilievo, tra cui Colas ne La Fille Mal Gardée (Ashton), Puck e Bottom in The Dream (Ashton), il Principe e l'eponimo protagonista ne Lo schiaccianoci (Wright), Hilarion in Giselle (Wright), Lescaut in Manon (MacMillan), Mercuzio nel Romeo e Giulietta (MacMillan), Lensky nell'Onegin (Cranko), Espada nel Don Chisciotte (Petipa/Acosta) e l'Idolo di Bronzo ne La Bayadère (Makarova). Inoltre ha danzato in occasione delle prime mondiali di balletti di Liam Scarlett, Wayne McGregor, Carlos Acosta e Christopher Wheeldon.[4]

Dopo aver sperimentato con la coreografia durante gli studi al Royal Ballet, vincendo anche l'Ursula Moreton Choreographic Award nel 2005, nel 2013 ha coreografato il balletto Sonata for Six e Orbita Motion per il New English Ballet Theatre. Nel 2020 ha fatto il suo esordio al Covent Garden in veste di coreografo con Scherzo, che gli è valso una candidatura al Ciritcs' Circle National Dance Award. L'anno successivo il suo balletto Anemoi ha avuto la sua prima alla Royal Opera House ed è stato premiato con il Critic's Circle National Dance Award per la migliore coreografia classica. Zucchetti è il primo coreografo italiano a creare pezzi per il Royal Ballet.[5] Nel 2024 ha creato una nuova coreografia sulle musiche de L'uccello di fuoco, danzata da Marco Masciari nel programma televisivo di Roberto Bolle Viva la danza su Rai 1;[6] nello stesso anno coreografa anche Canone Allegro per gli studenti della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala.[7]

Coreografie (parziale)

[modifica | modifica wikitesto]
  • Scherzo (2020)
  • Anemoi (2021)
  • Prima (2022)

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
  • National Dance Award
    • 2021 – Candidatura per la miglior coreografia classica per Scherzo
    • 2022 – Miglior coreografia classica per Anemoi
  1. ^ Intervista. Un italiano a Londra: le danze di Valentino Zucchetti, su www.avvenire.it, 9 giugno 2021. URL consultato il 7 dicembre 2022.
  2. ^ Paola De Carolis, Valentino Zucchetti, il primo solista che fa danzare italiano il Royal Ballet, su Corriere della Sera, 15 giugno 2021. URL consultato il 19 luglio 2021.
  3. ^ (EN) BBC Four - Men at the Barre - Inside the Royal Ballet, su BBC. URL consultato il 19 luglio 2021.
  4. ^ Valentino Zucchetti conquista il Royal Ballet: è la prima volta di un coreografo italiano, su la Repubblica, 26 aprile 2021. URL consultato il 13 settembre 2021.
  5. ^ (EN) Valentina Colò, Valentino Zucchetti: il primo coreografo italiano alla Royal Opera House, su Londra, Italia, 27 aprile 2021. URL consultato il 13 settembre 2021.
  6. ^ Sky TG24, Viva la danza, lo spettacolo di Roberto Bolle in prima serata, su tg24.sky.it, 29 aprile 2024. URL consultato l'8 giugno 2024.
  7. ^ Zucchetti: «Il mio Canone Allegro alla Scala, che mi ha formato», su Giornale di Brescia, 26 aprile 2022. URL consultato l'8 giugno 2024.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàWorldCat Identities (ENlccn-no2020012774