Utente:Theirrulez/Conte veneziano

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Conte veneziano

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Il Conte veneziano fu un'istituzione tipica della Repubblica di Venezia presso ciascuna città della Dalmazia soggetta al dominio veneziano.

Nelle località dalmate che rientravano nell'ampia sfera d'influenza politica, militare e commerciale di Venezia, la Serenissima inviava un magistrato tratto dalle famiglie facenti parte del Maggior Consiglio. Questa figura fungeva da vero e proprio dominus della situazione politica: solitamente i veneziani cercavano di conservare le strutture amministrative esistenti, ponendovi in posizione di controllo un fiduciario. Il nome generalmente utilizzato per chiamare questo magistrato era proprio "Conte". L'istituto - però - non creava una "contea", né tantomeno alcun diritto di tipo feudale o nobiliare sulla località per la famiglia cui apparteneva il Conte veneziano.

Conti veneziani

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  • Orso Giustinian
  • Marco Contarini
  • Stefano Giustiniani (Zustinian) (1242)[1]
  • Domenico Michiel
  • Domenico Morosini
  • Giovanni Michiel

Il Conte veneziano di Ragusa aveva facoltà di scegliere cinque giudici, sei consiglieri ed un vicario del Minor Consiglio.

  • Lelovello (1205)[2]
  • Lorenzo Querini (1205-1209)[2]
  • Giovanni Dandolo (1209-?)[2]
  • Giovanni Tiepolo (1237-1238)
  • Giovanni Querini (1245-1246)[2]
  • Egidio Querini (1259-1261)[2]
  • Giovanni Querini (1265-1266)[2]
  • Marco Giustiniani (Zustinian) (1270)[1]
  • Pantaleone Giustiniani (1331)[1]
  • Marco Giustiniani (Zustinian) (1355)[1]
  • Andrea Giustiniani (1357)[1]

Pantaleone Giustiniani (1332-1340)[1]

  • Marino Bondumièr (1423)
  1. ^ a b c d e f Giustiniani (Zustinian), Dinastia dogale veneziana (poi Conti dell'Impero Austriaco), linee dinastiche.
  2. ^ a b c d e f Studi Veneziani, Fondazione "Giorgio Cini" Centro di cultura e civiltà, Istituto di Storia della Società e dello Stato, Venezia, 2001, pp. 49 e ss.

«Parlare di negazionismo nei riguardi di un fenomeno macroscopico come l'Esodo può sembrare strano, ma non lo è affatto»

«Ideologia e diplomazia si fusero e portarono a un errore gravissimo che fu quello di rimuovere il dramma delle foibe, di stendere non un velo, ma una vera e propria coperta, per nascondere quello che non si voleva vedere. E non se ne parlò più.
"Copertura." Negazione, direi.»