Coordinate: 43°45′34.79″N 11°11′53.87″E

Utente:Piecon/Sandbox2

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Chiesa di San Giusto
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàScandicci
Coordinate43°45′34.79″N 11°11′53.87″E
ReligioneCattolica
TitolareSan Giusto [1]
ConsacrazioneXI secolo

La chiesa di San Giusto a Signano è un luogo di culto cattolico italiano, situato appunto nella frazione di Signano del comune di Scandicci, Città metropolitana di Firenze.




Pecorino di Picinisco
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
Zona di produzioneProvincia di Frosinone
Dettagli
Categoriaformaggio
RiconoscimentoD.O.P.
SettoreFormaggi
Consorzio di tutelaConsorzio di tutela
ProvvedimentoReg. CE n.1107/96 (GUCE L. 148/96 del 21.06.1996) 21.02.2011

Il Pecorino di Picinisco è un formaggio italiano a denominazione di origine protetta, prodotto in un territorio particolarmente vocato alla pastorizia. Esso abbraccia l’intera Valle di Comino, in provincia di Frosinone, pochi km a Nord di Cassino e ad Est di Sora, nel settore occidentale della catena montuosa della MetaMainarde. È incluso in parte nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ed è caratterizzato da rilievi calcarei e da ampie zone a pascolo. Comprende l’intero territorio dei sottoelencati comuni: tutti ricadenti nella provincia di Frosinone.

COMUNI DELLA DOP: PECORINO DI PICINISCO
1. Acquafondata 8. Fontechiari 15. Settefrati
2. Alvito 9. Gallinaro 16. Terelle
3. Atina 10. Pescosolido 17. Vallerotonda
4. Belmonte Castello 11. Picinisco‎ 18. Vicalvi
5. Campoli Appennino 12. Posta Fibreno‎ 19. Villa Latina‎
6. Casalattico 13. San Biagio Saracinisco 20. Viticuso
7. Casalvieri 14. San Donato Val di Comino

[2]


Tutti i processi di produzione del Pecorino di Picinisco DOP, dall'allevamento del bestiame alla stagionatura del formaggio, devono avvenire entro questa zona ed essere adeguatamente documentati per risultare perfettamente tracciabili. Per la produzione di questo formaggio è ammesso solo latte crudo intero proveniente da una o due mungiture di pecore di razza Sopravissana, Comisana, Massese o incroci con almeno una di queste razze. È ammesso l’utilizzo di latte di capra proveniente dalle razze a diffusione limitata quali Capra grigia ciociara, Capra Bianca Monticellana, Capra Capestrina o incroci con almeno una di queste, per una percentuale massima del 25%.[2]


Intestazione 1 Intestazione 2 Intestazione 3
Riga 2, cella 1 Riga 2, cella 2 Riga 2, cella 3


COMUNI DELLA PROVINCIA DI FROSINONE
Riga 2, cella 1 Riga 2, cella 2 Riga 2, cella 3


COMUNI DELLA PROVINCIA DI FROSINONE
1. Acquafondata 32. Falvaterra‎ 63. San Giorgio a Liri
2. Acuto 33. Ferentino 64. San Giovanni Incarico
3. Alatri 34. Filettino 65. San Vittore del Lazio
4. Alvito 35. Fiuggi‎ 66. Sant'Ambrogio sul Garigliano
5. Amaseno 36. Fontana Liri‎ 67. Sant'Andrea del Garigliano‎
6. Anagni 37. Fontechiari 68. Sant'Apollinare
7. Aquino 38. Frosinone 69. Sant'Elia Fiumerapido‎
8. Arce 39. Fumone‎ 70. Santopadre
9. Arnara 40. Gallinaro 71. Serrone
10. Arpino 41. Giuliano di Roma‎ 72. Settefrati‎
11. Atina 42. Guarcino 73. Sgurgola
12. Ausonia 43. Isola del Liri 74. Sora
13. Belmonte Castello 44. Monte San Giovanni Campano 75. Strangolagalli
14. Boville Ernica 45. Morolo 76. Supino
15. Broccostella 46. Paliano 77. Terelle
16. Campoli Appennino 47. Pastena‎ 78. Torre Cajetani
17. Casalattico 48. Patrica 79. Torrice‎
18. Casalvieri‎ 49. Pescosolido 80. Trevi nel Lazio
19. Cassino 50. Picinisco 81. Trivigliano
20. Castelliri 51. Pico‎ 82. Vallecorsa
21. Castelnuovo Parano 52. Piedimonte San Germano‎ 83. Vallemaio
22. Castro dei Volsci 53. Piglio 84. Vallerotonda‎
23. Castrocielo‎ 54. Pignataro Interamna 85. Veroli
24. Ceccano‎ 55. Pofi 86. Vicalvi
25. Ceprano‎ 56. Pontecorvo 87. Vico nel Lazio
26. Cervaro ‎ 57. Posta Fibreno 88. Villa Latina
27. Colfelice 58. Ripi 89 Villa Santa Lucia
28. Colle San Magno 59. Rocca d'Arce 90. Villa Santo Stefano‎
29. Collepardo 60. Roccasecca 91. Viticuso
30. Coreno Ausonio 61. San Biagio Saracinisco
31. Esperia 62. San Donato Val di Comino

Storia e descrizione

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La zona di Signano trae il suo nome, forse, da un insediamento romano: un praedium Asinii o asininanum . . Il toponimo di Signano è documentata per la prima volta nel 1021, in un atto di vendita riguardante un appezzamento di terreno e successivamente, nel 1095 in un documento di donazione al monastero di Mantignano

Le notizie riguardanti la chiesa risalgono al XIII secolo. Il Lami ci informa che, nell'anno 1270, era rettore di tale chiesa un certo Jacopo, presente (sempre secondo lo storico) tra i parroci chiamati ad una riunione della diocesi fiorentina in Santa Reparata nel 1286. La chiesa è registrata tra le chiese suburbane nel catalogo della Diocesi Fiorentina del 1299 e in altri cataloghi posteriori.

Nel 1462 è rettore della chiesa il fiorentino Giovanni di Margherito, ne è prova il suo testamento.

Un portico su archi ribassati di gusto seicentesco introduce allo spazio religioso di dimensioni ridotte con navata unica e zona presbiterale delimitata da arco su pilastri. Il campanile è stato costruito per volere del popolo di Signano ed è datato 1844; è stato restaurato nel 1895 e dopo la 2ª Guerra mondiale.[3].

L'interno è spoglio, ma conserva una pregevole tavola raffigurante la Madonna col Bambino in trono fra i santi Pietro e Paolo e angeli. L'opera fu rinvenuta negli anni ottanta dell'Ottocento ed è stata attribuita a Bernardo Daddi o forse ad un suo allievo. La forma cuspidata ricalca la spalliera del trono ed accoglie una composizione equilibrata, dal disegno forte e i colori puri, che l'hanno fatta avvicinare anche alla maniera giottesca; la scena offre aspetti di grande umanità come il Bambino che si volge nel gesto di prendere la rosa offertagli dall'angelo. Un'altra opera d'arte degna di nota è una tavola raffigurante la Crocifissione con la Maddalena ai piedi della croce (databile fra il XVI e il XVII secolo), di un ignoto artista fiorentino della cerchia di Santi di Tito. Completano l'elenco di opere d'arte un crocifisso, venerato come miracoloso, databile fra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, attribuibile alla scuola di Braccio da Montelupo o di Leonardo del Tasso, ritrovato secondo la leggenda lungo un argine del fiume Greve da un contadino della zona mentre galleggiava e una tavola raffigurante San Giusto della pittrice Paola Azzurri del 1996.

  1. ^ chieseitaliane [1]
  2. ^ a b [2]
  3. ^ Daniela Lamberini (a cura di), Scandicci. Itinerari storico-artistici nei dintorni di Firenze, Firenze, Ponte alle Grazie, 1997, p. 20.
  • Cristina Acidini (a cura di), I dintorni di Firenze, collana "I Luoghi della Fede", Milano, Mondadori, 2000, pp. 133 - 134. ISBN 88-04-46793-2
  • Bettino Gerini, " Vivere Firenze...Il Quartiere 4", Aster Italia, 2005

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Collegamenti esterni

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