Utente:Maxperot/Lista partigiani condannati a morte

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Antonio Turi (Matera, 1952Parma, 5 maggio 1969) è stato un operaio italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor civile alla memoria..

Il diciassettenne Antonio Turi, emigrato dalla natia Matera a Parma alla ricerca di un lavoro, mentre stava camminando sul ponte Bottego diretto verso il centro cittadino, sentì delle grida d'aiuto provenire dalle acque del torrente Parma. Accorgendosi che una persona rischiava di annegare scese nel greto del torrente e si tuffò per aiutarla rimanendo anch'egli annegato.[1]

La persona che si trovava nel torrente era un tassista pensionato di 65 anni, Giovanni Frizzi, che stava pescando nelle acque del Parma e scivolando sul fondale era stato travolto dalla corrente. In tre si erano precipitati ad aiutarlo: il carabiniere Franco Calestani, un altro pescatore, Guido Bolsi e il giovane Antonio Turi. I primi due, non riuscendo nel tentativo di salvare il pensionato erano tornati a riva incolumi mentre Turi era scomparso a sua volta nel torrente. Entrambi i corpi erano stati recuperati poco dopo dai Vigili del fuoco.[2][3]

Il 19 dicembre 1969 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat gli ha conferito la medaglia d'oro al merito civile alla memoria.

Il 5 maggio 1970, ad un anno di distanza dal tragico evento, il gesto altruistico di Antonio Turi è stato commemorato dalla Gazzetta di Parma, adempiendo il volere dei parmigiani sottoscrittori, con la posa di una lapide ricordo sul ponte Bottego, successivamente rinominato ponte Europa.

Al suo nome è stato intitolato l'istituto alberghiero di Matera, sorto nella sua città natale nel 1972.[4]

Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Animato dalla generosità del suo impulso, si tuffava nelle profonde e vorticose acque di un torrente nel coraggioso intento di soccorrere un'anziana persona, che vi era accidentalmente precipitata. Travolta dalla gelida e impetuosa corrente, sacrificava la giovanissima vita ai più nobili ideali di umana solidarietà.»
— Parma, 5 maggio 1969[5]
  1. ^ Antonio Turi, un eroe, in La Repubblica.Parma, 17 ottobre 2013. URL consultato il 18 aprile 2016.
  2. ^ Annega col pescatore che cercava di salvare, in L'Unità, 6 maggio 1969, p. 4.
  3. ^ Annega col pescatore che tentava di salvare, in La Stampa, 6 maggio 1969, p. 8.
  4. ^ Sito Istituto A. Turi Matera, su alberghieromatera.it. URL consultato il 18 aprile 2016.
  5. ^ Turi Antonio Medaglia d'oro al merito civile, su Presidenza della Repubblica italiana. URL consultato il 18 aprile 2016.


Ottavio Posta

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Ottavio Posta (Passignano, 1882Isola Maggiore, 1963) è stato un presbitero italiano, annoverato fra i giusti fra le nazioni per la sua azione in favore di ebrei durante l'Olocausto.

Don Posta ha diretto la parrocchia di Isola Maggiore sul lago Trasimeno dal 1915 alla sua morte nel 1963.

L'onorificenza alla memoria gli è stata riconosciuta il 15 settembre del 2011 con l'intervento del consigliere per gli affari politici presso l'ambasciata di Israele a Roma, che a nome dello Yad Vashem di Gerusalemme ha consegnato il riconoscimento di giusto fra le nazioni ai parenti di don Ottavio.

L'azione a cui fa riferimento don Ottavio la adempì nella notte tra il 19 e 20 giugno 1944 quando con un folto gruppo di pescatori, egli rischiò la vita per traghettare e così portare in salvo presso gli avanzanti alleati decine di ebrei che stavano per essere catturati dai nazisti e deportati in Germania.

Alla cerimonia erano presenti persone che avevano visto e partecipato all'episodio e raccontarono come il parroco avesse fornito documenti falsi per mascherare la identità dei fuggitivi ebrei.

Ora sul pontile di Sant'Arcangelo, dove sbarcarono le cinque barche con cui i pescatori portarono in salvo i fuggitivi, spicca una lapide commemorativa dell'episodio.

Per il medesimo motivo il 18 gennaio 2008 don Posta fu decorato con la medaglia d'oro al merito civile alla memoria dalla Presidenza della Repubblica Italiana.

Medaglia d'oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Sacerdote di elevate qualità umane e civili, nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, con eroico coraggio e preclara virtù civica, metteva in salvo ventidue prigionieri ebrei, internati nell'Isola Maggiore, traghettandoli nottetempo, con l'aiuto di alcuni pescatori, verso la terraferma e consegnandoli alle Forze Alleate. Mirabile esempio di coerenza, di senso di abnegazione e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di solidarietà umana.»
— Isola Maggiore, 20/21 giugno 1944[1]
  1. ^ Posta don Ottavio Medaglia d'oro al merito civile, su Presidenza della Repubblica italiana. URL consultato il 6 aprile 2016.

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