Utente:MartinaCrr./Sandbox

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Effetti per lo Stato

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L'introduzione di una robot tax si pone come strumento in grado di contrastare l'elusione fiscale e di recuperare il denaro perduto dalle multinazionali che trasferiscono la loro sede in paradisi fiscali per azzerare il pagamento delle imposte dovute. Il problema si presenta per le aziende che operano nell'economia digitale. Infatti, l'Unione europea, nel 2016, ha tentato di agire per arginare il problema attraverso una proposta di direttiva contenente una base imponibile comune per l’imposta sulle società (Common Consolidated Corporate Tax Base - CCCTB), presupposto per l’istituzione europea sugli utili societari[1].

Successivi emendamenti hanno tentato di attrarre alla tassazione anche le multinazionali che operano nel settore digitale attraverso l’utilizzo di indicatori in grado di determinare l’eventuale “presenza digitale” dell’impresa nel territorio europeo.

Effetti per i lavoratori

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La proposta dell'imprenditore e informatico Bill Gates di tassare i robot, al fine di scongiurare la perdita di posti di lavoro e la diseguaglianza salariale, causata dalla potenziale introduzione delle macchine, non si basa sull'idea che essi debbano essere i soggetti passivi di uno specifico tributo, ma si fonda su una diversificata tassazione delle imprese che sostituiscono il lavoro umano con processi automatizzati, dal punto di vista della redistribuzione dell’onere tributario. Il tributo di cui parla Gates è un tributo sulle aziende che presentano elevati livelli di automazione e che impiegano meno personale per lo svolgimento delle mansioni. Per questo l'imprenditore ha lasciato indefinita la natura di questa imposizione[2].

La proposta di Gates mira ad incrementare il carico tributario delle imprese per finanziare la spesa pubblica diretta a sostenere i diversi livelli di reddito, i costi di riqualificazione, l’impiego dell’elemento umano in attività a maggior valore aggiunto, che diversamente non potrebbero essere finanziati. L'introduzione di una tassazione sui robot, secondo l'informatico, innescherebbe un circolo virtuoso, indirizzando le persone verso i settori lavorativi in cui l'impiego dell'uomo è ancora utile. Di conseguenza, il processo di sostituzione del lavoro umano con quello robotizzato subirebbe un rallentamento e costituirebbe fonte di entrate utili ai fini del finanziamento dei correttivi, consentendo di finanziare programmi per la riqualificazione dei lavoratori licenziati[3]. Il ragionamento effettuato dall'imprenditore si fonda sull'assunto che non vi siano valide motivazioni per non imporre una tassazione sulle macchine, essendo deputate a svolgere lo stesso lavoro dell'uomo.

  1. ^ Sciancalepore C, Web tax e risorse proprie europee. Un connubio perfetto?., in Rivista di diritto tributario, vol. 2, n. 2019.
  2. ^ Fransoni G., Per la chiarezza delle idee di Bill Gates e la tassazione sui robot, in Rivista di diritto tributario, vol. 1, n. 2019.
  3. ^ Magnani M, Fatti non foste a vivere come robot, Milano, 2020, pag.215.