Utente:Mariangela01/Chiesa Madre (Picerno)

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Questa è la pagina di prova nella quale Sara Colangelo, Letizia Giugni e Marianhttps://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Utente:Mariangela01/Chiesa_Madre_(Picerno)&action=editgela Sarli lavoreranno alla bozza della voce enciclopedica dedicata alla Chiesa Madre di picerno


The mother church of St. Nicholas of Bari, the patron of the village stands on the highest hill of Picerno with its mass drowing out the whole town. It is attested from the earliest years of the seventeenth century, but was more limited in size to the current. At the beginning of the next century the factory was extended thanks to the donation of the site in 1727 by the Prince Giovanni Battista Maria Pignatelli. The project, commissioned by the architect Biagio Calenda of Picerno, incorporated part of the medieval castle determining one of the most important urban transformations in the history of Picerno. Works completed between 1754 and 1757, consigned to history one of the most impressive and majestic architecture of the region. The church was partially destroyed in 1799. Rebuilt in 1804, it was damaged in the earthquake of 1857, the expertise to repair was entrusted to the architect Giuseppe Brancato, who took two years to complete the work. A further intervention was carried out between 1921 and 1923 with the rebuilding of the stairway and the construction of the spire of the bell-funded by the population of Picerno. No other work was done until 1979, when work began on the securing of the church for reasons of public safety. However, they were immediately suspended following the earthquake of 1980 which imposed the need for a general consolidation project of the building whose works were delivered on the 19th January 1988 and were completed in December 1989. The hall , like a basilica, has three naves divided by pillars with a triumphal arch resting on two columns with Corinthian capitals. In the intrados of the vault of the apse there is a painting (1775) that came to light in 1987 where the dove is portrayed in the centre surrounded by a large porch: it represents one of the few examples of illusionistic painting found in Bailicata. The chapels of the aisles retain precious vestments and paintings of great artistic workmanship, the altarpiece of the Salvatore(1548), the altar of St. Nicholas(1756), the altar of St. Philomena (1756) on which there is an oil painting on canvas (1759) depicting the Virgin Mary crashing the serpent, the altar of Candlemas(1761), the altar dedicated to the baptism of Jesus and that of the Rosary at the end of the sixteenth century. In the sacristy, however, there is high quality oil on canvas by Giovannni de Gregorio, called the Pietrafesa, depicting the Nativity from the late sixteenth century. The crypt, located beneath the floor of the nave, already an integral part of the medieval castle, houses frescoes come to light in 1989 dating back to the thirteenth century, depicting St. Nicholas and scenes of life. From the right aisle , through a staircase, you enter the room below that consists of the lower church of the Congregation of the Infant Jesus, whose walls are painted with half of the Passion of Christ. The work of the Neapolitan school, dating from the second half of the 700. The main facade is Baroque, is characterized by a staircase made of dark gray volcanic stone and a of a facade with a large central entrance on which is placed ble statue of St. Nicholas. On the right there is a smaller entrance with at the top the date of implementation (1728), while on the front left corner stands the majestic bell tower consisting of three floors in the shape of parallelepiped, two in octagonal shape and the cusp.

I beni culturali di Picerno

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Per Picerno è stata promossa in tempi remoti l'iniziativa di allestire delle mostre documentarie sui beni culturali stesso nel luogo, delineando dunque un quadro completo ed esauriente del patrimonio culturale della città. Il fine di tale manifestazione, che presenta sia una documentazione storica che una grafica e fotografica accurata, volge dunque alla tutela e alla valorizzazione dei beni proposti e ciò è stata una premessa essenziale per gettare basi solide di un'evoluzione culturale e dello sviluppo economico-turistico. Il bene culturale consiste in un patrimonio complesso nel quale confluiscono i beni archeologici, monumentali, artistici e storici. Alla "storia della mentalità" appartengono il linguaggio, le tradizioni ed anche il settore agricolo; dai dati che si raccolgono si evincono gli elementi per una delineazione degli "atteggiamenti" e delle "interpretazioni" dei fenomeni. Il tutto confluisce in una "storia locale".

La religione e i suoi riti

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A Picerno, la religione era molto sentita. Le chiese e le cappelle gentilizie erano numerose; oggi ne restano ancora una quindicina. La devozione maggiore era per S.Rocco e S.Nicola. La devozione ai Santi si manifestava soprattutto recitando delle preghiere, partecipando ai pellegrinaggi, alle processioni festive. Per ottenere la "grazia" quindi pregavano vivevano da buoni cristiani evitavano il peccato, erano fedeli alla chiesa, facevano doni. La devozione ai santi era diventata cerimonia pubblica caratterizzata da notevole partecipazione nelle cosiddette "feste dei santi". I giovani vi si recavano con i migliori abiti mostravano la loro nobiltà nel suonare l'organetto, giocavano a morra, cercavano di attirare l'attenzione delle ragazze, si ubriacavano nelle cantine e sovente si finiva con risse. Queste ultime scoppiavano anche quando squadre di varie contrade competevano fra di loro con offerte di frano per portare a spalla la statua del santo. Le rivalità scoppiavano soprattutto fra gli abitanti "r'lu chianiedd" e "r'mbèra la terr".In tempo di siccità si facevano processioni di penitenza e di preghiere a San Nicola. I fedeli, scalzi, si recavano fino al Salvatore, le fanciulle portavano sul capo una corona di spine, gli uomini si legavano al collo, mediante una fune, grosse pietre mentre con un'altra coda si infliggevano duri colpi sul corpo. Il 15 giugno presso la croce di San Vito si facevano i "turn". Animali e fedeli giravano tre volte consecutive intorno alla croce, poi veniva benedetto il pane e lo si dava anche ai cani perchè San Vito li proteggesse dalla rabbia. Si celebravano: tredici messe a S.Antonio, la novena a S. Nicola e "lu tridue" a tutti i santi.

La chiesa, dedicata a San Nicola di Bari, patrono del paese, si innalza sulla collina più alta di Picerno sovrastando con la sua mole l'intero centro abitato. Essa è attestata fin dai primi anni del Seicento, ma era di dimensioni più limitate rispetto a quella attuale. Agli inizi del secolo successivo venne realizzato un ampliamento della fabbrica grazie alla donazione del sito nel 1727 ad opera del principe Giovanni Battista Maria Pignatelli. Il progetto, commissionato all'architetto di Picerno Biagio Calenda, inglobò parte del castello medievale determinando, senza rilevanti sfettamenti, una delle più importanti trasformazioni urbanistiche della storia di Picerno. I lavori, completati tra il 1754 e il 1757, hanno consegnato alla storia una delle architetture più imponenti e maestose della Regione. La chiesa venne in parte distrutta nel 1799. Riedificata nel 1804, subì gravi danni in seguito al terremoto del 1857;la perizia per la riparazione venne affidata all'architetto Giuseppe Brancato che in due anni portò a termine i. lavori. Un ulteriore intervento venne realizzato tra il 1921 e il 1923 con il rifacimento della scalinata di accesso e la realizzazione della cuspide del campanile, finanziati dalla comunità picernese. Nessun'altra opera fu eseguita fino al 1979, quando iniziarono i lavori di messa in sicurezza della chiesa per motivi di pubblica incolumità. Essi tuttavia, vennero immediatamente sospesi in seguito al terremoto del 1980 che impose la necessità di un progetto di consolidamento generale dell'edificio i cui lavori, consegnati il 9 gennaio 1988, vennero completati nel dicembre 1989. L'aula, ad impianto basilicale, è a tre navate divise da pilastri con arco trionfale poggiante su due colonne sormontate da capitelli corinzi. Nell'intradosso della volta dell'abside vi è un dipinto (1775) venuto alla luce nel 1987 in cui è raffigurata al centro la colomba circondata da un ampio loggiato: esso rappresenta uno dei pochi esempi di pittura illusionistica presente in Basilicata. Le cappelle delle navate laterali conservano pregiati arredi sacri e dipinti di notevole fattura artistica, come il polittico del Salvatore (1548), l'altare di San Nicola (1756), l'altare di Santa Filomena (1756) sul quale vi è un dipinto ad olio su tela (1759) raffigurante la Madonna che schiaccia il serpente, l'altare della Candelora (1761), l'altare dedicato al battesimo di Gesù e quello del Rosario di fine Cinquecento. In sacrestia invece, vi è un pregiato olio su tela di Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, raffigurante la Natività risalente alla fine del secolo XVI. La cripta, ubicata sotto il pavimento della navata centrale, già parte integrante del castello medievale, conserva affreschi venuti alla luce nel 1989 risalenti al XIII secolo, raffiguranti San Nicola e scene della vita. Dalla navata destra, tramite una scala, si accede al locale sottostante costituito dalla chiesa inferiore della Congrega di Gesù Bambino, le cui pareti risultano affrescate con motivi della Passione di Cristo. L'opera, di scuola napoletana, è da ascrivere alla seconda metà del '700. Il prospetto principale, in stile barocco, è caratterizzato da una scalinata monumentale realizzata con pietra vulcanica di colore grigio scuro e una facciata con grande ingresso centrale sul quale è collocata la statua in marmo di San Nicola. Sulla destra vi è un'entrata più piccola con alla sommità l'indicazione della data di realizzazione (1728), mentre sul fronte sinistro svetta il maestoso campanile costituito da 3 piani a forma di parallelepipedo, due a pianta ottagonale e dalla cuspide.