Utente:Marcosoz/Sandbox

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Monumento a Vittorio Emanuele II (Giulianova)
AutoreRaffaello Pagliaccetti
Data1889
Materialebronzo
UbicazionePiazza della libertà nel centro storico di Giulianova, Giulianova

Monumento Vittorio Emanuele II

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Il monumento a Vittorio Emanuele II di Giulianova, opera di Raffaello Pagliaccetti, nella Piazza della libertà, di fronte al belvedere.[1]

Raffaello Pagliaccetti si formò a Firenze, dove si confrontò con i maggiori esponenti di quel periodo. Nel 1868, divenne celebre a Giulianova grazie al lavoro commissionato dall'ingegnere Gaetano De Bartolomei che gli commissionò il Cenotafio a ricordo dello zio Angelo Antonio Cosimo da edificare nella piccola cappella gentilizia. Il tempietto privato, sarebbe sorto nella nuova e ampia piazza vista mare. [2] L’Amministrazione provinciale di Teramo, nel 1861,diede l’opportunità al giovane Raffaello Pagliaccetti di visitare Firenze, in occasione della prima Esposizione Nazionale Italiana: il grande evento avrebbe dovuto mostrare i successi e le avanguardie della tecnica, dell’industria, e quindi anche delle arti dell’Italia unificata. Pagliaccetti si sentì immediatamente spaesato poiché si trovò davanti alle espressioni artistiche più alte e più aggiornate. [3] L'amministrazione comunale di Giulianova decise di realizzare un monumento per il re, il 31 dicembre 1880. La decisione è stata presa in occasione dell'evento in cui Vittorio Emanuele II entrò in città dopo aver sorpassato il fiume Tronto, confine naturale con lo Stato Pontefice, successivamente avrebbe incontrato il Regno delle Due Sicilie da Giuseppe Garibaldi, alla guida dei Mille. Il sovrano venne accolto in Largo da Piedi, dal sindaco Gaetano Ciaffardoni,per recarsi nella Collegiata per il tradizionale Te Deum di ringraziamento. Il monumento giuliese sarebbe sorto in quel luogo che successivamente divenne piazza, con l'affascinante belvedere sul litorale sottostante. I monumenti durante il risorgimento erano spesso collocati in luoghi pubblici d’incontro, zone vivaci e di passaggio per i cittadini. Le piazze e le vie prendevano dunque i nomi dei padri della patria. L’Amministrazione giuliese, guidata dal sindaco Gaetano De Maulo scelse Raffaello Pagliaccetti [4]

A seguito della morte di Vittorio Emanuele II, e come celebrazione del periodo postunitario, si diffuse nella penisola la "monumentomania", la pratica di erigere monumenti importanti in ricordo del sovrano o del periodo [5]. Per quanto riguarda la realizzazione della scultura, nel primo bozzetto in gesso del Monumento, oggi nella sala museale di Giulianova, propose il profilo del monarca innalzato da un alto fascio di colonne doriche poggiante su un’alta base con quattro emblemi sabaudi; ogni colonna rappresenta le città d'Italia, indicate dagli stemma attorno alla trabeazione circolare. Vittorio Emanuele è raffigurato in piedi, in divisa da viaggio, con la mano destra regge il cappello che tiene su un fianco, mentre la sinistra è appoggiata all’elsa della sciabola; il viso è solenne, mentre lo sguardo è rivolto fieramente all’orizzonte[6]. Per le movenze del re l’autore si soffermò principalmente su quello chiesto dall’Amministrazione comunale e dalla popolazione giuliese, preferì una soluzione che prendeva le mosse da altri monumenti. Il primo modello di riferimento è il Vittorio Emanuele innalzato a Torino per volere di re Umberto[7]. Raffaello prese spunto anche dal Vittorio Emanuele di Trapani, realizzato da Giovanni Duprè. Inizialmente propose un ricordo memorabile, ovvero l’ingresso del primo re d’Italia nelle province meridionali del nuovo regno. Come riportato da Parroni, per motivi economici, il comitato, chiese al giuliese di collocare la statua su un basamento meno costoso. Di conseguenza lo scultore ne modellò una versione quadrata, differente da quello che aveva pensato inizialmente. [8] L'autore scelse una posa diversa in quanto valorizza la figura del re distaccandosi dai canoni del tempo, nelle quali era raffiguato su un cavallo, attribuendogli un atteggiamento che è diventato simbolico per la città e i cittadini di Giulianova: il re Vittorio Emanuele II si mostra rivolto verso la cittadinanza con un atteggiamento cordiale caratterizzato dal berretto che sventola per salutare il regno meridonale della nascente Italia. Caratterizzano la raffigurazione alcuni simboli: medaglie con il segno della casa Savoia e altre francesi per celebrare la carriera militare, il fiocco del Gran maestro dell’Ordine militare di Savoia e il collare dell’ordine dell’Annunziata. [9] L'artista pagò di tasca sua il trasporto dell'opera verso Giulianova, il 2 agosto infatti arrivò nella piazza del Belvedere, dove la commemorazione arrivò il 20 Settembre, anniversario della Breccia di Porta Pia. Successivamente l'artista protestò contro la città per non esser stato resarcito per le spese del trasporto. La sofferenza di Pagliaccetti continuò quando scoprì che l’Amministrazione del sindaco Francesco Ciafardoni aveva chiesto già ad un marmorario di Carrara l’esecuzione del basamento. [10]


  1. ^ Sirio Maria Pomante, p. 128.
  2. ^ Sirio Maria Pomante, p. 111.
  3. ^ Sirio Maria Pomante, p. 109.
  4. ^ Sirio Maria Pomante, p. 127.
  5. ^ Sirio Maria Pomante, p. 103.
  6. ^ Sirio Maria Pomante, p. 129.
  7. ^ Sirio Maria Pomante, p. 130.
  8. ^ Sirio Maria Pomante, p. 131.
  9. ^ Sirio Maria Pomante, p. 132.
  10. ^ Sirio Maria Pomante, p. 132-135.
  • Sirio Maria Pomante, Il Vittorio Emanuele di Giulianova: «un’idea arditissima». L’opera di Raffaello Pagliaccetti (1839-1900) nel dibattito per un’arte nazionale italiana, tra recupero del Rinascimento e ricerca sul Vero., 2023.