Utente:Lucianarosati007/Chiesa di S. Maria (Potenza)

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Questa è la pagina di prova nella quale Federica Lorenzo e Luciana Rosati lavoreranno alla bozza della voce enciclopedica dedicata alla Chiesa di S. Maria (Potenza).

La Chiesa di S. Maria è situata lungo la Via Appia Nuova, nei pressi della Caserma 'Lucania', e della Villa Comunale chiamata S. Maria.

Nel 1448, il conte di Potenza, Antonio Guevara, ingrandì e abbellì la chiesa e costruì accanto un convento.

Nel convento vissero o passarono, frati di santa vita come il B. Egidio da Laurenzana, preso in considerazione dal Guevara, Ginepro da Potenza, fra' Matteo da Tito, Gianfrancesco Caporella da Potenza e Luigi Filippi da Avigiano. A causa della soppressione delle corporazioni religiose, i religiosi lasciano il convento e libri ed opere d'arte vengono dispersi o saccheggiati.

Nel 1312 il Casale passò sotto la giurisdizione del Vescovo di Potenza, Guglielmo, che se ne prese cura e vi aggiunse la denominazione 'Santa Maria', forse per l'esistenza nella zona di una cappella o icona dedicata alla Madonna oppure per conquistarsi gli abitanti del posto. L'aggiunta di " S. Maria " nella denominazione del casale e nel titolo della chiesa, potrebbe essere stata suggerita o da ragioni storico-ambientali (esistenza nella zona di una cappella dedicata alla Madonna) o da un gesto, diplomatico e pastorale insieme, del vescovo Guglielmo che, per accattivarsi la simpatia degli abitanti di quel borgo a lui contrari per l'avida richiesta di tributi, avrà pensato di metterli sotto la protezione della Madonna. Verso la metà del sec. XIV, detto titolo è leggermente modificato in "S. Maria del Sepolcro", denominazione con la quale, da quell'epoca in poi, verranno indicati sia il casale che la chiesa in parola. Secondo una testimonianza, il toponimo 'Santa Maria' (per indicare zona periferica di Potena) risalirebbe al XII secolo e sarebbe legato ad un miracolo operato da San Gerardo della Porta: cambiare in vino l'acqua di una fonte che vi sgorgava. Nella vita di S. Gerardo della Porta, scritta dal suo successore, il vescovo Manfredi, e trascritta, nel 1502, da un antichissimo manoscritto conservato sino a quel tempo nell'archivio della cattedrale potentina; Si legge che, essendosi San Gerardo a visitare una località presso la città, denominata 'S. Maria', per calmare l'arsura di quelli che lo seguivano sfiniti dalla calura estiva, cambiò in vino generoso dell'acqua attinta da una fonte, versione accolta anche dalla V lezione del Mattutino dell'Ufficio Divino in onore del Santo:

                                                      "Vina Lucano sitienti latis 
                                                        Dat silex venis: bibit alma pleno 
                                                      Jam cado felix populus, stupente
                                                                  Munera labro."

Alcuni studiosi ritengono che questo miracolo sia avvenuto nel duomo di Potenza, un tempo dedicato alla Vergine Assunta.

La Chiesa è di stile gotico-catalano, a pianta centrale, unica navata. In facciata sono presenti due stemmi lapidei: simboli dell'ordine francescano. Attorno ad una croce che si intrecciano due braccia: quello di Cristo e quelle di San Francesco entrambe con i segni dei chiodi, l'altro stemma è una croce con l'aggiunta di alcuni simboli della passione: chiodi, lancia.

Alla fine degli anni '60 venne edificato l'attuale convento della fraternità francescana dei minori, inoltre essa era affiancata anche da un campanile, purtroppo demolito nel 1559. L'ingresso principale della Chiesa è costituito da un porticato con semplici modanature in pietra, dove al centro è una pregevole porta lignea del '500 con intagli floreali e riquadrature geometriche sormontata da una lunetta con un affresco datato 1658 rappresentante la Deposizione, racchiuso in una cornice di gusto gotico-catalano, con la scritta: "o vos omnes qui transitis per via, attendete et videte si est dolor sicut dolor mens". Nel nartece della Chiesa si può leggere un'epigrafe che conferma l'importante ruolo della famiglia comitale (Conti) dei de Guevara nella ricostruzione del cenobio, nell'anno 1488 e la ricostruzione nel 1652. L'iscrizione in latino ricorda, le date significative inerenti al monumento. Trascrizioni:

                   "Coenobium hoe
                    A Comitibus Potentintinis aedificatum 1488
                    Iam pervetustum
                    Una uni resarcivit 1652
                    Sed si boni
                    Sed si bene"

L'aula unica della chiesa presenta, sul lato sinistro, quattro archi a tutto sesto che si affacciano su una navata laterale, aggiunta in altra epoca, dove ci sono tre altari barocchi, addossati al muro perimetrale. La navata è chiusa in alto da un grande e pregevole soffitto a cassettoni ottagonali in legno policromo intagliato dorato, fatto eseguire nel sec.XVII dal vescovo Bonaventura Claver, il quale nel 1656 fece anche costruire, sulla parete destra, un pregevole altare, nel quale è visibile al centro la porcella in rame dorato, dove è custodita una reliquia detta del Preziosissimo Sangue di Cristo. L'altare è ricco di stucchi e di alcune statue lignee policrome dorate degli arcangeli: -Michele, calpesta il drago, impugna una spada fiammeggiante -Gabriele, l'Arcangelo dell'Annunciazione a Maria -Raffaele. In fondo, arco trionfale a tutto sesto, con colonne in pietra, alla cui base sono riprodotte testine di leoni e foglie e, sui capitelli in alto, foglie d'acanto e leoncelli accosciati, arieti e corolle di fiori. L'abside a semicupola, in stile gotico catalano,presenta svelti costoloni che si congiungono in chiave dov'è riprodotto il monogramma di Cristo, di S.Bernardino. L'altare, l'ambone ed il fonte battesimale, in pietra, il tabernacolo in rame, e l'articolazione degli spazi liturgici nel presbiterio, sono opera dell'artista francescano potentino P.Tarcisio Manta, che li ha eseguiti negli anni '80. L'altare è costituito dai caratteristici motivi architettonici gotico-catalani: è possibile apprezzarli nell'arco trionfale, che presenta partizioni in pietra accompagnate da motivi floreali, ed anche nell'abside a pianta poligonale con sottolineature in pietra agli angoli e volta a lunette. L'abside gotico-catalana è preceduta da una volta a crociera, è scandita dai costoloni rampanti che si uniscono in un anello di pietra con il monogramma bernardiniano IHS, chiave di volta dell'ambiente. L'abside è illuminata da tre monofore trilobate. La chiave dell'arco trionfale mostra l'immagine di Cristo che emerge a mezzo busto dalla tomba, secondo l'iconografia del "Christ de pitié" che ribadisce il legame della chiesa con il Santo Sepolcro. Nell'abside quattrocentesca restano segni della struttura precedente: una finestrella strombata e brani di muratura a faccia vista.

La chiesa di S. Maria del Sepolcro che tanta parte ha avuto nella storia della città di Potenza per circa quattro secoli, ha conosciuto il suo massimo splendore di santità, di apostolato, di cultura e di arte tra il '500 e il '700. In un inventario conservato presso l'Archivio di Stato di Potenza, redatto il 18 Agosto 1808 per ordine del governo napoleonico, si parla di sessantadue quadri artistici, tra piccoli e grandi, allora conservati nel convento e nella chiesa di S. Maria del Sepolcro. Sulla parete a sinistra, si ammira una Natività con adorazione dei pastori, tela attribuita per lungo tempo al Ribera, detto lo "Spagnoletto" (sec.XVII), poi ad Onofrio Palumbo e adesso restituita al Ricca, pittore napoletano del primo Seicento, influenzato da Van Dyck, ma anche, per i toni cupi illuminati dal fascio di luce che piove dall'alto, dal realismo caravaggesco. Sulla parete destra, presso il presbiterio troviamo una scultura lapidea, del sec.XIII, proveniente dalla chiesa di Noepoli, raffigura una Madonna con Bambino tra due angeli. L'Immacolata tra S.Francesco e S.Rocco, tavola di scuola raffaellesca, di equilibrio cromatico e compositivo, della seconda metà del sec.XVI. L'impianto compositivo, pur con calibrato equilibrio cromatico dell'insieme, non soltanto di evidente impronta francescana ma ha anche caratteri di una religiosità popolare semplice e chiara. Raffigura la Vergine racchiusa in una mandorla di nubi e di luce, Dio Padre che appare tra nubi dall'alto, mentre i santi in ginocchio contemplano, sullo sfondo di un luminoso ed incantato paesaggio di monti. La tavola risalente al 1582, di scuola veneziana ma di artista ignoto, raffigura la Madonna delle Grazie col Bambino e S.Giovanni tra i SS.Francesco e Patrizio vescovo secondo schemi cari alla devozione francescana ed alla tradizione artistica tardo-manieristica napoletana, opera di una delle più significative personalità della pittura lucana del XVI secolo. Il tema delle grazie è rappresentato dal gesto del piccolo Gesù che fa gocciolare il miracoloso latte materno, mentre la presenza di san Patrizio è motivata dall'esistenza in loco di una sua reliquia.

Nel convento si conserva una tela del Passaggio del Mar Rosso, attribuita a Luca Giordano (sec.XVII) di grande effetto drammatico e cromatico.

All'ingresso della chiesa, sotto il pronao, nella lunetta del portale è un affresco del 1658, raffigurante la Pietà, ossia la Madonna col Cristo morto, tra la Madonna e S.giovanni. Sulla parete destra della chiesa era collocato un grande Polittico scomposto, comprendente quattro tavole raffiguranti S.Pietro apostolo pensoso e con le chiavi in mano, S.Girolamo penitente con la croce in mano e la barba fluente, S.Caterina d'Alessandria con gli strumenti del martirio subito e la Maddalena, capelli fluenti, vesti ricche e avvolgenti ed in mano il vasetto dei profumi: e due frammenti di predella d'altare , costituiti da quattro pannelli con gli apostoli in gruppi di tre. Il polittico fu oggetto, negli anni '70, d'un furto, e finora non è stato ritrovato. Attribuito in un primo tempo, ad Antonio Solario detto lo Zingaro (secXVI), è oggi attribuito a Simone da Firenze, della prima metà del '500.

Nel primo altare della navata piccola sono collocate statue devozioni dei santi:

  • San Nicola;
  • Sant'Antonio da Padova, oggi è patrono di marinai, pescatori,farmacisti, profumieri, bambini, scolari, bottai, avvocati, prostitute, nonché delle vittime di errori giudiziari;
  • Sant'Anna con la Madonna.
  • Chiesa S. Maria del Sepolcro P. Daniele Murno (1974)

Collegamenti esterni

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