Utente:Lucia Pigozzo/terzapagninaprove

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra
Opera di soccorso delle chiese devastate alla fronte
AbbreviazioneOpera di Soccorso
Affiliazione internazionaleChiesa Cattolica
Fondazione5 novembre 1918
FondatoreVescovi delle Venezie con bolla di Papa Benedetto XV
ScioglimentoGennaio 1927
Scoporeligioso culturale
Sede centraleBandiera dell'Italia Palazzo Patriarcale (Venezia)
Area di azionezone del fronte della prima Guerra Mondiale
Presidente(primo) Filippo Grimani
MembriGiulia Persico Della Chiesa (Presidente del Comitato Centrale delle Signore)

Celso Benigno Luigi Costantini (Vice Presidente)

L' Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra fu un' organizzazione italiana di emanazione cattolica fondata nel 1918 da Papa Benedetto XV e sciolta nel 1927. L'associazione si inserì nel dialogo tra Chiesa Cattolica e le istituzioni statali italiane, con l’intento di convogliare una parte del denaro stanziato dallo Stato per la ricostruzione postbellica al risarcimento di luoghi ed oggetti di culto cattolico compromessi dal conflitto e del patrimonio artistico ad essi correlato[1].

Due sono state le figure che hanno concorso alla creazione dell'Opera del Soccorso. Una fu la marchesa ligure Giulia Persico Della Chiesa (1850?-1931)[2], unica sorella dell’allora pontefice Papa Benedetto XV (1914-1922), nonché vedova del conte Faustino Persico, importante tenutario del Veneto orientale[3]. La marchesa già nel 1916, palesò all’allora patriarca di Venezia, cardinale Pietro La Fontaine il suo auspicio per un'azione di risarcimento delle chiese distrutte o danneggiate dai bombardamenti nelle zone del fronte e lungo la linea del Piave[4].

L'altro fu il monsignor Celso Benigno Luigi Costantini (1876-1958), poi divenuto cardinale, personaggio di grande levatura non solo in campo ecclesiastico, ma anche in ambito diplomatico, politico e storico-artistico, scultore egli stesso in gioventù, uomo di cultura marcatamente cattolica, in contatto e confronto costante con importanti figure intellettuali della sua epoca. Celso Costantini[5], mentre ancora ricopriva la carica di reggente e conservatore della basilica di Aquileia[6], lanciò l’idea di un’Opera per la ricostruzione delle chiese abbattute sul fronte del Carso[7]. Questo messaggio fu veicolato dalla rivista Arte Cristiana, da lui stesso fondata nel 1913 in collaborazione con il fratello Giovanni, come organo di stampa della Società degli Amici dell’Arte Cristiana, che il Costantini aveva costituito un anno prima a Milano, in assonanza, ma non in totale sintonia, con la tedesca Scuola d'Arte di Beuron.

Gli inizi e le prime diatribe

[modifica | modifica wikitesto]
Opera del Soccorso, Mostra Nazionale di Arte Sacra, Venezia 1920, cartolina pubblicitaria [autore dell'illustrazione Alessandro Pomi (1890-1976)], collezione privata, dettaglio.

La data ufficiale di nascita della “Opera di soccorso delle chiese devastate alla fronte” è il  5 novembre 1918 (immediatamente successiva all’armistizio)[8], sancita da bolla papale, ma un fitto dibattito l'aveva preceduta. Nel marzo 1918 era stato promosso su Arte Cristiana un concorso tra gli architetti di ispirazione cattolica perché si dedicassero alla progettazione di nuove chiese da costruire in luogo di quelle danneggiate dal conflitto[9]. Celso Costantini con un articolo sulla rivista fece inoltre richiesta al governo di avere in deposito presso le nuove chiese una volta costruite, “qualcuna di quelle tele sacre di buon autore che […] intristiscono negli angoli morti delle gallerie”, cioè tele conservate nei depositi[10]. Entrambe le iniziative, cioè il concorso e la richiesta di deposito, furono accolte dalle istituzioni nazionali con una certa perplessità. Ugo Ojetti, dal maggio 1915 incaricato dal Governo della tutela dei monumenti nelle zone di guerra, sulle colonne del Corriere della Sera, criticò l'intervento-richiesta del Costantini, ritenendo che soprattutto al temine di un conflitto così distruttivo nelle zone di confine, sarebbe stata da valorizzare non tanto la creazione di nuovi progetti, quanto la salvaguardia e il restauro di quanto era sopravvissuto al conflitto[11].

Gli arredi liturgici e la formazione di artisti religiosi

[modifica | modifica wikitesto]

Mentre nel 1918 prende avvio sempre da Arte Cristiana anche il dibattito che porterà nel 1921 a Milano alla istituzione della Scuola del Beato Angelico[12], istituto d'arte per una “vera e propria istruzione artistica di carattere religioso”, molti concorsi per opere d’arte sacra e arredi liturgici furono lanciati dalle colonne della rivista[13].

Intanto, la componente femminile dell’Opera del Soccorso, detta il “Comitato Centrale delle Signore”, presieduto dalla marchesa Giulia Persico Della Rovere, si occupava essenzialmente di ricevere da tutto il mondo donazioni di paramenti o arredi sacri, oppure del denaro atto ad acquistarli, per dotare poi le nuove chiese[14].

Dotare le nuove chiese con oggetti atti al culto creati con la serialità propria del prodotto industriale e con materiali poveri, in periodo post bellico sarebbe stato certamente più facile ed immediato, ma l’Opera del Soccorso si spese con radicale fermezza per mantenere una qualità sempre molto alta sia nei materiali impiegati che nella fattura di ciascuno oggetto[15]: per questo motivo erano stati lanciati i concorsi, e per questo grande cura fu posta nella realizzazione della Mostra Nazionale di Arte Cristiana[16] che si tenne a Venezia nel 1920.

La Mostra Nazionale d'Arte Sacra e il declino dell'Opera del Soccorso

[modifica | modifica wikitesto]

La Mostra Nazionale di Arte Cristiana che si tenne a Venezia in Palazzo Reale dal 1 settembre al 30 Ottobre 1920[17] , organizzata dall'Opera di Soccorso che ne curò scrupolosamente anche la pubblicità[18], si prefisse due obiettivi: da un lato “esporre tutti i progetti per chiese e per arredamento sacro mandati alla sede dell’Opera del Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra”, d’altro lato “invitare tutti gli artisti d’Italia a fare mostra di quanto di più artistico, di più sacro, di più adatto sanno produrre per l’arredamento delle chiese”[19].

Il bando per la partecipazione rivolto alle ditte dona con chiarezza il quadro entro il quale la mostra si colloca, in un momento in cui ancora erano molto in voga le grandi esposizioni nazionali ed internazionali e un sentimento “patriottico” era parimenti d’attualità[20].

La mostra mise in luce giovani talenti nelle arti applicate però rese palese che anche i produttori di arte sacra dovevano in realtà fare i conti con le leggi del mercato[21]. A questo l’Opera del Soccorso non si volle arrendere e continuò ed esigere standard assai elevati e probabilmente irraggiungibili in quel momento, autocondannandosi di fatto ad una posizione marginale. Alla cerimonia di apertura che si tenne l’8 marzo 1927 a Treviso, nella sede del commissariato locale del Ministero per le terre liberate, alla presenza di tutto il clero diocesano beneficiato dagli stanziamenti dal governo per le ricostruzioni, non si registrò la presenza di alcun rappresentante dell’Opera del Soccorso[22].

Il 1927 è anche l’anno della relazione conclusiva[23] dell’Opera del Soccorso, che in quella data venne sciolta[24].


  1. ^ G. Costantini, L' Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra, passim
  2. ^ [Redazione de La Civiltà Cattolica], Cronaca Contemporanea - Cose Romane - Morte della Contessa Persico-Della Chiesa, pp. 454 e 458
  3. ^ Pellegrini, L'altro secolo, p.52
  4. ^ Chimenton, E ruinis pulchriores ... 1934, p.6
  5. ^ Bertuccioli, Costantini, Celso
  6. ^ Chiandotto, Lo scrittore e il prelato, p.92
  7. ^ C. Costantini, L’esodo da Aquileia, p.45-47
  8. ^ [redazione di Arte Cristiana], L'Opera del Soccorso per le Chiese rovinate dala Guerra, p.174
  9. ^ C. Costantini, La gran pietà delle nostre chiese sul fronte – Per la rinascita delle chiese, p. 42-43
  10. ^ C. Costantini, La gran pietà delle nostre chiese sul fronte – Il valore delle chiese, p. 39-40
  11. ^ Ojetti, Per le chiese devastate, p. 108
  12. ^ [autori vari di "Arte Cristiana"], Per una scuola d'arte sacra, pp. 30-32; 61-62, 114-119
  13. ^ Mostra nazionale d’arte sacra, Catalogo, p.73-75
  14. ^ ASV, Offerte all’Opera - Pratiche e corrispondenze con vescovi e curie, carta 769
  15. ^ Meduri, Quarant'anni di architettura sacra ..., paragrafi 1.8 e 1.9
  16. ^ Mostra Nazionale di Arte Cristiana, Catalogo, passim
  17. ^ Mannini, Italian exhibitions of modern sacred art ..., p. 85 / 108
  18. ^ Pigozzo, L'Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra, p. 86 e note
  19. ^ G. Costantini, Le arti minori alla mostra d’arte sacra di Venezia, p. 205
  20. ^ Pigozzo, L' Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra ..., pp.84-86 e 89
  21. ^ G. Costantini, Le arti minori alla mostra d’arte sacra di Venezia, p. 205
  22. ^ Pigozzo, L' Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra..., pp. 87-88 e note relative
  23. ^ Opera di Soccorso, Relazione conclusiva ...., passim
  24. ^ Chimenton, E ruinis pulchriores ... 1928, passim
  • ASV (Archivio Segreto Vaticano), Fondo Opera del Soccorso, in ASV, fondo Opera del Soccorso,  busta 9, Offerte all’Opera - Pratiche e corrispondenze con vescovi e curie, carta 769.
  • Arte Cristiana Rivista Mensile Illustrata, anno 1918,, su digitale.bnc.roma.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. URL consultato il 2 luglio 2020 (archiviato).
  • L'Opera di Soccorso per le Chiese rovinate dalla guerra, in "Arte Cristiana", VI, n.11 (71), 15 novembre 1918, p. 174.
  • Giuliano Bertuccioli, COSTANTINI, Celso, su Dizionario Bibliografico degli Italiani, Volume 30 (1984), Treccani. URL consultato il 24 maggio 2020 (archiviato il 24 maggio 2020).
  • Vannes Chiandotto, Lo scrittore e il prelato, le lettere di Ugo Ojetti a Celso Costantini (PDF), in La Loggia, rivista della Propordenone, nuova serie, vol. 10, n. 10, Pordenone, dicembre 2007, pp. 85-93 (archiviato il 1º luglio 2020).
  • Costante Chimenton, E ruinis pulchriores. La ricostruzione delle chiese nei paesi lungo il Piave e l’opera del Governo Nazionale, [estratto dalla rivista “Le Tre Venezie” a.4, n.2, 1928], Treviso, 1928.
  • Costante Chimenton, E ruinis pulchriores. Perdite e risarcimenti artistici nelle chiese lungo il Piave. Relazione sui danni di guerra e sulle nuove opere artistiche fornite alle chiese della diocesi di Treviso, e documenti interessanti le nuove ricostruzioni – prefazione del prof. Andrea Moschetti, Treviso, 1934.
  • [Redazione de LaCiviltàCattolica], Cronaca Contemporanea - Cose Romane - Morte della Contessa Persico-Della Chiesa, in La Civiltà Cattolica, III, 82° - 1931, pp. 454, 458 (archiviato il 7 luglio 2020).
  • Celso Costantini, La gran pietà delle nostre chiese sul fronte – Il valore delle chiese, in "Arte Cristiana", VI, 3(63), 15 marzo 1918, pp. 38-41.
  • Celso Costantini, La gran pietà delle nostre chiese sul fronte – Per la rinascita delle chiese, in "Arte Cristiana", VI, 3(63), 15 marzo 1918, pp. 41-44.
  • Celso Costantini, L’esodo da Aquileia, in "Arte Cristiana", VI, 3 (63), 15 marzo 1918, pp. 45-47.
  • Giovanni Costantini, Le arti minori alla mostra d’arte sacra di Venezia, in "Arte Cristiana", VIII, 11-12 (95-96), novembre-dicembre 1920, pp. 205-211.
  • [Giovanni Costantini], L' Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra Palazzo Patriarcale, Venezia. Brevi cenni sull’origine, la costituzione e lo scopo dell’Opera e sul suo lavoro a tutto il giugno 1920. Con una carta geografica del Veneto e delle nuove provincie dove sono indicati i paesi la cui chiesa è rovinata e i confini delle diocesi della regione veneta, Venezia, 1920.
  • (EN) Lucia Mannini, Italian exhibitions of modern sacred art, from the early 20th century to the 1930s / Mostre italiane di arte sacra moderna, tra l’inizio del Novecento e i primi anni Trenta, in Maia Wellington Gahtan e Donatella Pegazzano (a cura di), Sacred art and museum exhibition / l'arte sacra e la mostra museale, collana Collana editoriale del Forum sui musei e la religione, Firenze, Lorenzo de' Medici Press, 2018, pp. 80-102 / 103-118, ISBN 978-8899838539. URL consultato il 7 luglio 2020.
  • Giuseppe Meduri, Quarant'anni di architettura sacra in Italia 1900-1940 le questioni, il dibattito, le polemiche, Roma, Gangemi, 2016, ISBN 9788849260663.
  • Mostra nazionale d’arte sacra, Catalogo della Mostra, Venezia, Palazzo Reale, settembre-ottobre 1920.
  • Ugo Ojetti, articolo omonimo apparso sul "Corriere della Sera" del 20 luglio 1918, citato in: Celso Costantini, Per le chiese devastate, in "Arte Cristiana", VI, 7 (67), 15 luglio 1918, pp. 108-112.
  • Opera di Soccorso per le Chiese rovinate dalla guerra [Giovanni Costantini], Relazione della seduta di chiusura dell’opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra tenuta il 10 gennaio 1927 in Palazzo Patriarcale a Venezia, in Bollettino Diocesano del Patriarcato di Venezia, XII, 5 (supplemento a), maggio 1927.
  • Imelde Rosa Pellegrini, L'altro secolo Cent'anni di storia sociale e politica a Portogruaro (1870 - 1970), Portogruaro (Ve), Nuovadimensione, 2001, ISBN 9788885318687.
  • Lucia Pigozzo, L' Opera di Soccorso per le chiese rovinate dalla guerra: una voce nel dibattito estetico e politico sotteso alla ricostruzione, in Monica Pregnolato (a cura di), Dalle rovine della Grande guerra le nuove chiese sul lungo Piave. Fonti e spunti critici per la valorizzazione, Crocetta del Montello (TV), Antiga Edizioni, 2014, pp. 69-90, ISBN 978-88-97784-69-2.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]