Utente:LazzaroClutumnus/Sandbox

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Lazzaro Clutumnus

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Lazzaro Clutumnus
Lazzaro Clutumnus al Barcellona nel 2026.
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
Altezza210 cm
Peso79 kg
Calcio
RuoloAttaccante
SquadraRB Lipsia
Carriera
Squadre di club1
2020-2021Cittadella35 (8)
2021-2022Chaves29 (16)
2022Atlético Bilbao19 (8)
2023Napoli26 (9)
2023-2024Fiorentina55 (36)
2024-2025Atlético Madrid54 (56)
2025-2026Barcellona64 (80)
2026-2027Manchester Utd51 (56)
2027-2028RB Lipsia18 (22)
Nazionale
2021-Bandiera dell'Italia Italia70 (55)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Lazzaro Clutumnus (Fonti del Clitunno, 1 Gennaio 2003) è un calciatore italiano, attaccante del Lipsia e della nazionale italiana, di cui è capitano.

Lazzaro Clutumnus è l'ultimo discendente di un'antica gens che erra per il Centro Italia almeno sin dal VI secolo a.C.; i primi resoconti su di essa ci giungono infatti da una scultura dell'artista etrusco Vulca, il celebre Apollo di Veio, attualmente conservato presso il Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. Infatti nel 1961, mentre un custode del museo puliva la statua, avvenne un fortuito incidente: un dito della statua si staccò, rivelando una pergamena in lingua latina avvolta all'interno del dito di terracotta. Essa rivelava che la statua, notoriamente ritrovata al Santuario di Portonaccio, era in realtà un omaggio per il sacerdote di Menrva da parte di un religioso del culto di Giove Clitunno, alle omonime fonti in Umbria. Il nome di questo religioso era Lazzaro Clutumnus, o meglio Lasarr Clituns. Il nome attuale deriva dapprima dalla grecizzazione degli etruschi, in Lazaros Clitunos, e poi la latinizzazione in Lazarus Clutumnus, da cui è derivato l'italiano Lazzaro Clutumnus. Non è difficile intuire che Clituns fosse un nome, o forse addirittura un aggettivo, riferendosi a coloro che facevano parte del culto di Giove Clitunno. Dopo questa fugace apparizione nell'immensa storia etrusca, egli scompare, per ricomparire 5 secoli dopo, negli scritti di Sesto Aurelio Properzio, un poeta romano vissuto fra il 47 e il 16 a.C. Nelle sue Elegie, infatti, il poeta nomina le Fonti del Clitunno come luogo di pace e serenità, e ne descrive il comportamento mite dei sacerdoti di Giove Clitunno, in particolare di un certo Elazarus, che gli offrì un giro in barca per i vari sacelli presenti nelle Fonti.

Certo, potrebbe essere un semplice omonimo o una coincidenza, ma la prova che quella dei Clutumnus sia una stirpe legata alle Fonti del Clitunno ci arriva da uno dei suoi più grandi protagonisti: Lazzaro Clitunnus, meglio noto come Lazzaro di Milano, arcivescovo di Milano dal 440 alla sua morte, avvenuta nel 449, venerato come santo dalla Chiesa Cattolica di Roma. Le sue origini "Clutumniane" sono rese note da un Carmen di Magno Felice Ennodio, scritto nei primi anni del VI secolo d.C., che narrava delle gesta di Lazzaro, descrivendone la severità nei confronti dei malvagi e la misericordia verso i più deboli, ma anche le sue origini umili, come sacerdote del Tempietto del Clitunno, ricostruito proprio da lui nella prima metà del V secolo d.C., e dedicato a San Salvatore. E qui si trova la prova definitiva. Nel passo dopo, infatti, Ennodio ci dice che "Lazzaro, come da tradizione, lasciò al figlio Lazzaro il comando del sacello, non appena seppe della chiamata dell'arcivescovo Glicerio che, in letto di morte, lo volle come suo successore." Come Glicerio, da Milano, venne a sapere della dedizione teologica di Lazzaro non ci è dato saperlo, ma ciò che è importante di questo passo è la cosiddetta "tradizione" dei sacerdoti del Tempietto del Clitunno di essere chiamati Lazzaro e di avere una carica ereditaria. Questo ci fa pensare che sin dal VI secolo, con Lasarr, o forse già da prima, i sacerdoti del Tempietto si siano chiamati Lazzaro.