Utente:KSC/Sandbox3

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Le attuali relazioni tra energia, cibo e salute sono molto complesse, e richiedono politiche di cambiamento radicali e di alto livello. A fianco del problema della sottonutrizione, sempre più diffuso, vi è il problema della sovranutrizione, che insieme al sedentarismo è causa di obesità ed associata a conseguenze negative sulla salute.

La comunità scientifica allerta sempre di più l'opinione pubblica sul fatto che l'attività agricola, specialmente l'allevamento, è responsabile di circa un quinto delle emissioni totali di gas-serra, contribuendo quindi ai cambiamenti climatici ed ai conseguenti effetti avversi sulla salute, compresa la minaccia per le produzioni alimentari in diversi Paesi. In particolare, è necessario porre l'attenzione sulla rapida crescita del consumo di carne, sia per il suo impatto sui cambiamenti climatici, sia perché influisce direttamente nell'insorgere di alcune malattie.

Le emissioni di gas serra dal settore agricolo contribuiscono per circa il 22% del totale delle emissioni, vale a dire quanto l'industria e più dei trasporti. Di questa quota, l'80% è dovuto all'allevamento e al trasporto degli animali da macello, vale a dire che il solo consumo di carne è responsabile di oltre 1/6 dell'effetto serra. Ciò in quanto il metano e il perossido di azoto, associati alle produzioni animali, contribuiscono al riscaldamento molto più di quanto non faccia l'anidride carbonica[1][2].

Su questo stesso argomento, la rivista di divulgazione scientifica New Scientist riposta uno studio condotto in Giappone, il quale evidenzia come un kg di manzo è responsabile di maggiori emissioni di gas serra di quante ne produca il guidare per 3 ore lasciando contemporaneamente tutte le luci accese in casa[3][4].
Lo stesso studio, come altri, evidenzia come l'allevamento del bestiame, oltre ad essere uno dei maggiori contributori alle emissioni antropogenetiche di gas serra, è il principale responsabile della nitrificazione e acidificazione dei suoli attraverso la dispersione di grandi quantità di ammoniaca, per cui si rende necessario considerare fonti alternative di proteine rispetto a quelle animali[5].

Secondo Rajendra Pachauri, Premio Nobel per la pace 2007 e due volte direttore dell'Intergovernmental Panel on Climate Change, le persone dovrebbero trascorrere almeno un giorno alla settimana senza carne – se volessero davvero contribuire con un efficace sacrificio personale a combattere i cambiamenti climatici – e successivamente ridurre ulteriormente il consumo di carne[6][7].