Utente:Ilariar52/sandbox

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Buone istituzioni

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Istituzioni efficienti che non sono corrotte e osservano le regole della pubblica amministrazione (Rule of Law) emanano e impongono buone leggi che forniscono sicurezza alla proprietà e agli affari. Governi efficienti e giusti lavorerebbero per investire negli interessi a lungo termine della Nazione piuttosto che saccheggiare risorse attraverso la corruzione.[1] Ricercatori dell'Università della California, Berkeley hanno sviluppato quella che hanno chiamato "una scala della Weberianità",che misura aspetti della burocrazia e dei governi che Max Weber descrisse, più di cento anni fa, come i più importanti per governi razionali-legali ed efficienti. Una ricerca comparativa ha mostrato che la scala è correlata a tassi più alti di sviluppo economico.[2] Con il loro concetto di buon governo, i ricercatori della Banca Mondiale hanno scoperto la stessa cosa: dati provenienti da centocinquanta nazioni hanno mostrato che parecchie misure di buon governo (come l'accountabilty, l'efficacia, la Rule of Law, basso tasso di corruzione) sono correlate a tassi più alti di sviluppo economico.[3] Fondi provenienti da aiuti e risorse naturali sono spesso diretti a enti privati e poi mandati a banche oltre oceano come risultato della corruzione.[4] Se le banche occidentali rifiutassero soldi rubati, dichiara un rapporto del Global Witness, le persone ordinarie ne trarrebbero beneficio "molto più di quanto ne trarrebbero con i flussi di aiuto economico".[5] Lo stesso rapporto ha chiesto più regolamentazione da parte delle banche, data la loro capacità di bloccare il flusso di fondi legato al terrorismo, al riciclaggio di denaro o all'evasione fiscale.[6] Alcuni, come Thomas Pogge, auspicano una organizzazione globale in grado di gestire una sorta di dividendo globale delle risorse, che potrebbero evolversi nel tempo. Esempi di buon governo che portano allo sviluppo economico e alla riduzione della povertà includono la Thailandia, Taiwan, la Malesia, il Sud Corea e il Vietnam, che tendono ad avere un governo forte, detto anche stato forte o sviluppista (Developmental state). Gli "stati forti" hanno la volontà e autorità di creare e mantenere politiche che conducono allo sviluppo a lungo termine volto ad aiutare non solo i ricchi, ma tutti i cittadini. Le corporazioni multinazionali sono regolamentate in modo che seguano standard dignitosi per quanto riguarda le condizioni di salario e lavoro, paghino tasse ragionevoli per aiutare lo sviluppo del paese e tengano parte degli utili in loco, reinvestendoli per incoraggiare ulteriormente lo sviluppo.

  1. ^ Krugman, Paul, and Robin Wells. Macroeconomics. 2. New York City: Worth Publishers, 2009. Print.
  2. ^ Evans, Peter; Rauch, James E. (1999). "Bureaucracy and Growth: A Cross-National Analysis of the Effects of 'Weberian' State Structures on Economic Growth". American Sociological Review. 64 (5): 748–65. doi:10.2307/2657374. JSTOR 2657374.
  3. ^ Kaufmann, D.; Kraay, A; Zoido-Lobaton, P. "Governance Matters.". World Bank Policy Research Working Paper no. 2196. Washington DC.
  4. ^ "Dancing with despots". 12 March 2009 – via The Economist.
  5. ^ "Dancing with despots". 12 March 2009 – via The Economist.
  6. ^ "Dancing with despots". 12 March 2009 – via The Economist.