Utente:Iacopo Russo/Sandbox

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Antonio Ievolella

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Antonio Ievolella (Benevento, 21 aprile 1952) è un artista e scultore italiano.

Dopo aver frequentato il liceo artistico di Benevento, Antonio Ievolella si iscrive all’Accademia di Belle Arti a Napoli. Qui entra in contatto con le tendenze artistiche internazionali di quegli anni e i suoi protagonisti, grazie soprattutto agli eventi della galleria di Lucio Amelio.

Il biennio 1976-1978 è un periodo di nuove esperienze, incontri ed amicizie in seguito al suo trasferimento a Milano in cui inizia la sua carriera scolastica insegnando presso un liceo artistico della città. Tra i nuovi legami artistici e personali, il più significativo è sicuramente quello con Mimmo Paladino, artista partenopeo ed esponente della Transavanguardia italiana.

Nel 1978 diventa docente di un liceo artistico di Padova e da questo momento inizia la sua lunga e attuale residenza patavina in cui prosegue la sua attività artistica. Nove anni dopo la galleria Studio La Città di Verona ospita la sua prima personale, inaugurando un importante e durevole sodalizio con la fondatrice Hélène de Franchis che darà alle opere di Antonio una visibilità internazionale.

Il 1988 è un anno cruciale per la sua carriera artistica; è l'anno della partecipazione con l'opera Ragnatela alla mostra Undici artisti per Villa Domenica, curata da Virginia Baradel ed è soprattutto l'anno della XLIII Biennale di Venezia. La sua presenza viene proposta dal critico e collezionista Giovanni Carandente e la sua opera Trittico viene esposta nella sezione Scultori ai Giardini curata da Andrea Del Guercio. Si tratta di tre strutture essenziali di legno, grafite e piombo a sfoglie caratterizzate da una intensa forza espressiva. Grazie allo stesso Del Guercio, nello stesso anno, l’artista beneventano espone alla galleria Oddi Baglioni a Roma.

A partire dal 1989 inizia un periodo di intensa attività inaugurato dalla mostra Materialmente: scultori degli anni Ottanta alla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna. Tra le altre mostre da ricordare vi sono sicuramente le esposizioni di apertura e di chiusura degli anni Novanta: la prima è Viaggi - Antonio Ievolella/Hidetoshi Nagasawa allo Studio La Città; la seconda riguarda la realizzazione del complesso I guardiani della dormiente, opera architettonica per il rinnovamento del cimitero di Rio di Ponte San Nicolò iniziata in questi anni ed inaugurata nel 2004 grazie anche alla collaborazione con l'architetto Franco Biscossa.

A Padova, durante gli stessi anni Novanta, viene realizzata l'antologica Il Grande Carro ovvero una serie di sette sculture di grandi dimensioni posizionate in alcuni luoghi cruciali della città. Uno dei componenti dell'opera, Terra di magia, viene donato al Parco Museo d’Arte Contemporanea dei Musei Civici agli Eremitani.

Nel 1997 ha luogo una importante esposizione nel Museo Su Logu de s’iscultura a Tortolì in Sardegna; qui Ievolella viene invitato da Edoardo Manzoni a partecipare con la sua Scultura, un'opera progetto di memoria che manifesta un ulteriore sviluppo nei propositi monumentali del suo lavoro. Questa nuova tendenza trova un ulteriore spazio nel Parco d’Arte Contemporanea della Fondazione Rossini, con cui lo scultore stabilisce un rapporto di partnership continuativo, realizzando nel 2005 la mostra Itinerari nel parco di Monza.

Il successivo è l'anno del ritorno a Napoli e precisamente a Castel dell'Ovo in cui si svolge la personale dello scultore intitolata Materia Forma Luogo, curata da Tommaso Ferrillo e promossa dall’Assessorato alla Cultura della città. L'opera di grandi dimensioni partecipa all'intento di valorizzare il sito storico e prestigioso in cui è inserita. Nello specifico l'installazione suggerisce un dialogo tra l'artigianalità dell'artista, fatta dall'unione di diversi materiali e dall'armonia geometrica, e la capacità di cogliere il valore e il senso del contesto.

Al biennio 2008-2009 risalgono le due grandi fontane installate per una villa privata di Battaglia Terme e per la piazza di Voltabarozzo, quartiere a sud-est di Padova. Da citare è anche l’imponente installazione simbolica Ghirba, presentata nell’estate 2014 nella chiesa dell’Incoronata a Napoli e riproposta a Padova nell’antologica dello stesso anno. L'opera interessa un motivo ricorrente nella sua poetica e rappresenta l'ultima espressione di un percorso di ricerca iniziato con "ghirbe" in terracotta.

Ad ottobre 2020 realizza l'opera Fons vitae, un'installazione complessa, sia per realizzazione che per significato, che rappresenta un culmine nell'opera dell'artista e che trae ispirazione dall'acqua come tema d'interesse degli ultimi anni. La mostra trova la sua prima collocazione nel Chiostro della Certosa di San Giacomo a Capri e nella Cappella dedicata a San Bruno.

Elenco parziale delle opere

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  • Trittico - 1988
  • Ragnatela - 1988
  • Terra di magia - 1995
  • Segreta - 1998
  • Grande ruota - 2002
  • I guardiani della dormiente - 2004
  • I setacci/specchio - 2004
  • Materia Forma Luogo - 2006
  • La pagina non scritta - 2016
  • Ghirba - 2017
  • Piattera del malocchio - 2018
  • Fons Vitae - 2020