Dopo aver conseguito il brevetto di paracadutista militare nel 1984 e aver frequentato il 39° Corso Allievi Sottufficiali Carabinieri è stato trasferito nel 1988 al 1° Battaglione - ora 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania" - di Livorno co il grado di Vice Brigadiere, quale comandante di squadra. Ha partecipato a numerose missioni "fuori area" in Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Afghanistan ed Iraq, prestando servizio anche in numerose Sedi diplomatiche italiane all'estero - considerate a rischio - come responsabile della sicurezza personale del Capo Missione.
Nel 1991 ha partecipato in prima persona, a rischio della propria vita, alle operazioni connesse all'evacuazione dell'Ambasciata d'Italia in Mogadiscio, coadiuvando il 1° Consigliere d'Ambasciata Claudio Pacifico[1] su direttive dell'Ambasciatore S.E. Mario Sica[2].
Nel 2010, è stato trasferito allo Stato Maggiore della Seconda Brigata Mobile Carabinieri. Ha ricevuto 3 Encomi semplici [3] e 3 Elogi [4]. Nell'ambito degli eventi connessi al "Bicentenario di Fondazione dell'Arma dei Carabinieri" (1814-2014), il Comandante Generale gli ha concesso un attestato di riconoscenza riservato ai militari dell'Arma decorati di Medaglia d'Oro al Valore.
«Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, impiegato in quasi tutti i teatri operativi che hanno visto la partecipazione delle Forze Armate italiane per il mantenimento della pace, offriva un contributo di elevato contenuto professionale per il perseguimento degli obiettivi prefissati. In particolare il 2 ottobre 2004, in Iraq, in qualità di comandante di squadra paracadutisti, durante un movimento operativo veniva fatto oggetto di proditorie e prolungate imboscate con armi automatiche e lanciarazzi da parte di insorti. Sotto un intenso fuoco nemico, organizzava e conduceva mirata ed efficace reazione a fuoco, conducendo la sua unità in posizione protetta, riprendendo il controllo delle aree ostili e contribuendo a esaltare il prestigio dell’Italia e delle Forze Armate a livello internazionale. Territorio estero, 3 ottobre 1996 – 6 febbraio 2009
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«“Sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri, Comandante di un Nucleo di Sicurezza dell'Ambasciata d'Italia a Mogadiscio, nel corso dei tragici avvenimenti che hanno coinvolto la capitale somala, nel quadro delle direttive ricevute, ha tenuto un comportamento eccezionale e fornito costante ed intelligente collaborazione sia all'Addetto Militare Navale ed Aeronautico sia al 1° Consigliere di Ambasciata nelle attività relative alla sicurezza, recupero e sgombero di connazionali e cittadini stranieri, contribuendo fattivamente al felice esito delle operazioni. Il Brigadiere POGGETTI, sin dall'inizio dell'emergenza, ha operato mettendo in evidenza un altissimo senso del dovere e della responsabilità, spiccate doti di coraggio, spirito d'iniziativa e determinazione non comuni, estrema generosità, notevole spirito di sacrificio, sano sprezzo del pericolo.Anche nei momenti più drammatici, il suo comportamento è stato improntato alla massima serenità, dando prova di un altissimo grado di addestramento professionale. A rischio della propria vita, senza alcuna esitazione, ha più volte volontariamente partecipato alle operazioni di recupero, casa per casa, dei connazionali concorrendo in tal modo a salvare molti italiani. Il suo impegno è stato sempre al massimo delle possibilità in condizioni estremamente pericolose e particolarmente disagevoli, anche per la carenza di acqua, viveri ed energia elettrica, rinunciando spontaneamente a qualsiasi forma di riposo, consapevole solo della gravità di quanto stava accadendo e dell'importanza dei compiti da assolvere. Sempre presente a se stesso e fortemente determinato, è stato di trascinante esempio per i suoi dipendenti, affiancandoli costantemente nei momenti più difficili e rischiosi, curandone il benessere e la coesione morale, ottenendo in tal modo, da parte di tutti, un rendimento elevatissimo in ogni circostanza. L'operato del Brigadiere POGGETTI è stato fondamentale per la positiva riuscita delle complesse e pericolose attività connesse con l'evacuazione dei connazionali e dei cittadini stranieri e tale da riscuotere l'incondizionato apprezzamento del Ministro degli Affari Esteri, l'ammirato plauso ed il sentito riconoscimento dell'Ambasciatore d'Italia a Mogadiscio e di tutti coloro che hanno avuto la possibilità di apprezzarne direttamente le eccellenti qualità morali e professionali, degne delle migliori tradizioni dell'Arma dei Carabinieri”. Roma, 30 maggio 1991
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