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Il concetto di misurazione della sostenibilità indica le misurazioni utilizzate come base quantitativa per la gestione consapevole della sostenibilità[1]. I parametri di misurazione della sostenibilità (intesa negli ambiti dell’ambiente, del sociale e dell’economia, presi sia singolarmente sia variamente combinati) sono in fase di evoluzione: includono indicatori, standard di riferimento, controlli, standard e certificazioni di sostenibilità come Fairtrade (Marchio di certificazione internazionale di commercio equo e solidale) e la Certificazione da agricoltura biologica, indici e contabilità, nonché valutazioni, stime[2] e altri sistemi di monitoraggio. Ognuno di essi è applicato a una vasta gamma di scale di misurazione a livello spaziale e temporale[3][4].

Alcuni tra i più conosciuti parametri per la misurazione della sostenibilità includono i report di sostenibilità aziendali, la Triple Bottom Line, la World Sustainability Society, i Circles of Sustainability e le stime della qualità delle politiche per la sostenibilità dei singoli Paesi effettuate con l’Indice di sostenibilità ambientale.

Secondo lo studio più recente del Prospetto ufficiale della Popolazione mondiale dell’ONU (luglio 2015), si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030, dagli attuali 7,3 miliardi (luglio 2015), supererà i 9 miliardi entro il 2050 e raggiungerà gli 11,2 miliardi entro il 2100[5]. L’incremento demografico si avrà per la maggior parte nei paesi in via di sviluppo, la cui popolazione si prevede aumenterà dai 5,6 miliardi del 2009 ai 7,9 miliardi nel 2050; sarà distribuito tra la popolazione di età compresa tra i 15 e i 59 anni (1,2 miliardi) e uguale o superiore ai 60 (1,1 miliardi), poiché si prevede un decremento del numero di bambini sotto i 15 anni nei paesi in via di sviluppo. Mentre, la popolazione dei paesi più sviluppati, andrà incontro solo ad un leggero aumento da 1,23 a 1,28 miliardi: sarebbe stata destinata a diminuire a 1,15 miliardi se non fosse per l’immigrazione netta dai paesi in via di sviluppo che raggiungerà in media i 2,4 milioni di persone all’anno dal 2009 al 2050[6]. Le stime a lungo termine del 2004 parlano di un picco intorno al 2070, tra i 9 e i 10 miliardi di persone, e di una successiva lenta diminuzione a 8,4 miliardi entro il 2100[7].

Economie emergenti, come Cina e India, e il mondo non industrializzato in generale, aspirano agli standard di vita dell’Occidente[8]. La combinazione della crescita demografica nei paesi in via di sviluppo e dei livelli di sfruttamento non sostenibile nei paesi sviluppati costituisce una grande sfida per la sostenibilità[9].

Tasso di crescita della popolazione mondiale negli anni 1950-2050, secondo le stime del U.S. Census Bureau (2011), Database internazionale

Capacità portante

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A livello globale, i dati scientifici indicano che gli esseri umani stanno vivendo oltre la soglia della capacità portante del pianeta Terra: ciò non può continuare in maniera indefinita. Questa evidenza scientifica proviene da più fonti ma è presentata dettagliatamente nella Valutazione degli ecosistemi del millennio e nello schema dei confini planetari[10]. Un primo esame dettagliato dei limiti globali fu pubblicato nel 1972 nel libro Limits to Growth. I limiti dello sviluppo che ha stimolato successive osservazioni e analisi[11]. Un esame compiuto da 22 ricercatori a livello internazionale e pubblicato nel 2012 su Nature esprimeva la preoccupazione che la Terra potesse essere in procinto di “avvicinarsi a un punto critico” a livello della biosfera[12].

L’impronta ecologica misura lo sfruttamento antropico in termini di area biologicamente produttiva necessaria per fornire le risorse e assorbire i rifiuti di un cittadino medio a livello globale. Nel 2008 ammontava a 2,7 ettari globali pro capite, il 30% in più della capacità biologica naturale di 2,1 ettari globali (ipotizzando l’assenza di fonti di sostentamento per altri organismi)[13]. Il deficit ecologico risultante deriva da fonti extra non sostenibili, ottenute in tre modi: incorporate nei beni e nei servizi del commercio mondiale; accumulatesi nel passato (p.es. i combustibili fossili); prese in prestito dal futuro sotto forma di uso non sostenibile di risorse come il sovrasfruttamento delle foreste e delle risorse ittiche.

Impronta ecologica dei diversi Paesi confrontata con il loro Indice di sviluppo umano

La figura (a destra) esamina la sostenibilità su scala dei singoli Paesi confrontando la loro impronta ecologica ed il loro Indice di sviluppo umano. Il grafico mostra ciò di cui i Paesi necessitano affinché i propri cittadini mantengano uno standard di vita accettabile e, allo stesso tempo, sia mantenuto un uso sostenibile delle risorse. La tendenza generale degli standard di vita più elevati è quella di diventare meno sostenibili. Come sempre, l’aumento demografico ha un’influenza marcata sui livelli di sfruttamento delle risorse e sull’efficienza del loro uso[14][15]. L’obiettivo della sostenibilità è di aumentare a livello mondiale lo standard di vita senza aumentare l’uso delle risorse oltre i livelli globalmente sostenibili; il che vuol dire, non superare il consumo di “un pianeta”. Le informazioni ricavate dai report a livello nazionale, regionale e cittadino confermano la tendenza a livello mondiale verso società sempre meno sostenibili col passare del tempo[16][17].

L’economista Nicholas Georgescu-Roegen, fra i precursori delle scienze economiche e fondatore del paradigma della economia ecologica, ha dichiarato che la capacità portante della Terra – la capacità del pianeta di sostenere la popolazione umana e i livelli di consumo – è destinata a diminuire nel futuro poiché la limitata riserva di risorse minerarie oggigiorno è in corso di sfruttamento[18]. Herman Daly, economista ecologico di spicco e teorico dello stato stazionario, già allievo di Georgescu-Roegen, ha proposto la stessa teoria[19].

Su scala aziendale, la capacità portante gioca un ruolo fondamentale nel rendere possibile la misurazione e il resoconto della performance di sostenibilità delle singole organizzazioni. Ciò è ancor più chiaramente dimostrato attraverso l’uso di strumenti, metodi e parametri di misurazione della Context-Based Sustainability - CBS, tra cui il MultiCapital Scorecard, in via di sviluppo dal 2005[20][21]. Contrariamente a molti altri approcci tradizionali per misurare la performance di sostenibilità delle organizzazioni – che, nella forma, tendono a essere più incrementali – la CBS è esplicitamente legata ai limiti e alle soglie sociali, ambientali ed economiche a livello mondiale. Così, piuttosto che misurare e riportare semplicemente i cambiamenti in termini relativi da un lasso di tempo all’altro, la CBS rende possibile la comparazione dell’impatto delle organizzazioni su norme, standard e soglie specifiche delle organizzazioni stesse per capire come gli impatti dovrebbero essere, affinché risultino empiricamente sostenibili (che, cioè, se estesi ad una popolazione più ampia, riuscirebbero a garantire un valore sufficiente di risorse vitali per il benessere dell’uomo e degli altri esseri viventi)[22][23].

  1. ^ Sustainability Accounting in Uk Local Government, su web.archive.org, The Association of Chartered Certified Accountants. URL consultato il 17/05/2018 (archiviato dall'url originale l'11/04/2008).
  2. ^ Dalal-Clayton, Barry e Sadler, Sustainability Appraisal: A Sourcebook and Reference Guide to International Experience, a cura di Barry, London, Earthscan, 2009, ISBN 978-1-84407-357-3.
  3. ^ T. Hak, et.al., Sustainability Indicators, collana SCOPE, vol. 67, London, Island Press, 2007, ISBN 1-59726-131-9.
  4. ^ Bell, Simon e Morse, Sustainability Indicators. Measuring the Immeasurable?, a cura di Stephen, 2ª ed., London, Earthscan, 2008, ISBN 978-1-84407-299-6..
  5. ^ The World Population Prospects: 2015 Revision, su un.org, 29/07/2015. URL consultato il 17/05/2018.
  6. ^ United Nations Department of Economic and Social Affairs, Population Division, World Population Prospects: The 2008 Revision. Highlights (PDF), su un.org, 2009. URL consultato il 17/05/2018.
  7. ^ W. Lutz, W. C. Sanderson e S. Scherbov, The End of World Population Growth in the 21st Century, London, Earthscan, 2004, ISBN 1-84407-089-1.
  8. ^ BBC News, Booming nations 'threaten Earth', su news.bbc.co.uk, 12/01/2006. URL consultato il 17/05/2018.
  9. ^ J. E. Cohen, Human Population: The Next Half Century, in D. Kennedy (a cura di), Science Magazine's State of the Planet 2006-7, collana Science Magazine's State of the Planet 2006-7, London, Island Press, 2006, pp. 13-21.
  10. ^ G. Garver, A Framework for Novel and Adaptive Governance Approaches Based on Planetary Boundaries" (PDF) [collegamento interrotto], su earthsystemgovernance.org, Colorado State University, Colorado Conference on Earth System Governance, 17–20 May 2011, 2011.
  11. ^ Graham Turner, A comparison of The Limits to Growth with thirty years of reality (PDF), su csiro.au, Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO) Sustainable Ecosystems, 2008 (archiviato dall'url originale il 28/11/2010).
  12. ^ Anthony D. Barnosky, Elizabeth A. Hadly, Jordi Bascompte et. al., Approaching a state shift in Earth's biosphere, su Nature (486), 07/06/2012, DOI:10.1038/nature11018. URL consultato il 17/05/2018.
  13. ^ Worl Wide Fund for Nature, [assets.panda.org/downloads/living_planet_report_2008.pdf Living Planet Report 2008] (PDF). URL consultato il 17/05/2018.
  14. ^ P. R. Ehrlich e J. P. Holden, Human Population and the global environment, collana American Scientist, vol. 62, 1974, pp. 282-292.
  15. ^ Adams e Jeanrenaud, 2008, p. 45.
  16. ^ UNEP Grid Arendal, A selection of global-scale reports, su grida.no.
  17. ^ Global Footprint Network, Living Planet Report, su footprintnetwork.org. URL consultato il 17/05/2018 (archiviato dall'url originale il 27/03/2009).
  18. ^ Nicholas Georgescu-Roegen, The Entropy Law and the Economic Process, Cambridge, Massachusetts, Harvard University Press, 1971, ISBN 0674257804 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2016).
  19. ^ Herman Daly, Economics, Ecology, Ethics. Essays Towards a Steady-State Economy (PDF), San Francisco, W.H. Freeman and Company, 1980, ISBN 0716711788.
  20. ^ Mark McElroy, Social Footprints (PDF), su rug.nl, University of Groningen, ISBN 978-0-615-24274-3. URL consultato il 17/05/2018.
  21. ^ Martin Thomas e Mark McElroy, The MultiCapital Scorecard, Chelsea Green Publishing, ISBN 9781603586900.
  22. ^ Mark McElroy, Renee Jorna e Jo van Engelen, Sustaiability Quotients and the Social Footprint, collana Corporate Social Responsibility and Environmental Management, 15 (4), DOI:10.1002/csr.164.
  23. ^ Mark McElroy e Jo van Engelen, Corporate Sustainability Management, Earthscan, 2012, ISBN 978-1-84407-911-7.