Utente:Fabio Casson/Sandbox

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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia.

Mito e leggenda

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La leggenda sulle origini di Chioggia si collega a quella di Enea, mitico eroe troiano fuggito alla distruzione di Troia che navigò per il Mediterraneo per poi stanziarsi nel Latium e fondare Roma . Con Enea partirono anche Antenore, Aquilio e Clodio che, a metà del viaggio, si separarono dal loro concittadino per dirigersi verso la laguna veneta fondando rispettivamente Padova, Aquileia e Clodia.[1]

Si richiama a questo mito il simbolo della città, un leone rampante rosso su campo argento, scelto da Clodio stesso in ricordo della sua città natale, ed il nome della città stessa.

Altre ipotesi portano la nascita della città intorno al 2000 a.C. dai Pelasgi, popolo di navigatori originario della Tessaglia, che avrebbero colonizzato numerose città nelle coste Adriatiche. Il nome Chioggia quindi deriverebbe da Cluza, "costruita artificialmente", da spiegare con la natura insulare-lagunare della città che senza modificazioni umane sarebbe stata sommersa dalle acque ad ogni alta marea. Altri nomi presenti nella città sono di indubbia origine preellenica, come Lusenzo, laguna che si trova fra Chioggia e Sottomarina, Bebe, antica torre che serviva da avamposto al confine fra territorio Veneziano e Padovano, Perotolo ed Evrone.[2][3]

Secondo questa teoria i primi insediamenti della città di Chioggia sono da localizzarsi verso l'attuale foce del Brenta-Bacchiglione (l'attuale zona di Brondolo), nelle isoletta di Vicus a levante della Fossa Clodia, canale che corrisponde ora alla Laguna del Lusenzo, e nell'Evrone, che corrisponde a porto di Chioggia.[4]

Certo è che la città fosse già presente in età romana ne è prova la struttura tipica del reticolato geometrico che contraddistingue Chioggia, formata da un "Cardo", l'attuale Corso del Popolo, e da un "Decumanus".

Come per tutte le città venete, Chioggia faceva parte della "decima regio", che comprendeva anche l'Istria.[5]

Le prime fonti storiche ci provengono da Plinio il Vecchio che in "Naturalis Historia", descrive la zona lagunare veneta come "la terra dei fiumi" dicendo inoltre che:

«"... risalendo dal Delta Padano, dopo Adria, porto etrusco che aveva dato il nome al mare Adriatico, si incontrano le foci originate dalla sovrabbondanza di acque dette "Fosse Filistine" nelle quali si riversano l'Adige che scende dalle Alpi tridentine ed il Togisono (Bacchiglione) che scende dalle campagne di Padova. Parte di queste acque alimenta anche il porto di Brondolo, come i due Meduaci, Minor e Major (i due rami del Brenta) ed il Bacino di Chioggia (Fossa Clodia-Canal Lombardo) alimentano il Porto Evrone. A queste acque si mescolano anche quelle del Po

[6]

Attraverso scavi archeologici si è dedotto, che in origine, questo territorio era uno scalo commerciale, con la sua posizione strategica per il commercio navale, essendo vicina alle foci dei fiumi, a diversi canali navigabili, alla laguna e al mare. Da qui passava infatti quella via di navigazione interna che attraverso lagune e canali artificiali portava le imbarcazioni da Ravenna ad Altino in un viaggio sicuro dalle mareggiate. [7]


Nonostante ai giorni nostri non vi siano più saline in funzione, Chioggia, in origine, era importante soprattutto per le sue saline, centro di produzione del "Sal Clugiae" considerato uno dei più pregiati da Cassiodoro e Plinio stesso. Questa risorsa, era considerata un bene dello Stato, che porterà la confederazione veneziana a combattere numerose volte contro Padovani, Ferraresi, Romagnoli e Bolognesi.[8] [9]

Il sale prodotto infatti era indispensabile per i commerci e il suo pregio permetteva agli abitanti di poter acquistare qualsiasi altra merce difficile da reperire nelle terre lagunari.

Nelle acque di Chioggia vi erano fino a 72 recinti acquei, detti anche "fondamenti di salina", che andavano dal porto della città alle rive adiacenti ai domini Padovani, che impegnavano gran parte della popolazione che riuscivano a produrre circa 216 volte il bisogno dell'intera popolazione per un anno.[8]

Età medievale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Repubblica di Venezia.

Dopo il declino dell'Impero romano d'Occidente, le popolazioni dell'entroterra veneto trovarono rifugio nelle isole della laguna, fra cui Chioggia. [10]

La zona lagunare, in questo periodo, faceva parte dell'Esarcato di Ravenna quindi sotto l'influenza dell'Impero romano d'Oriente. [11] ?

Le più grandi entità istituzionali della laguna che erano Grado, Bibione, Caorle, Eraclea, Equilio, Torcello, Murano, Rialto, Malamocco, Poveglia, Chioggia Maggiore e Chioggia Minore (Sottomarina), venivano governate indipendentemente da tribuni, ma nel 697, per fronteggiare le invasioni da parte dei Longobardi, si riunirono per eleggere un capo militare chiamato Doge, da quest'evento si attribuisce la nascita della Repubblica di Venezia.[12]

All'inizio del IX secolo, durante Invasione franca della Venezia, l'esercito di Pipino tentò di sottomettere la confederazione lagunare, attaccando varie cittadine fra cui Chioggia, che venne rasa al suolo nel 810. In questa occasione venne deciso di spostare la sede dogale da Malamocco al più sicuro Rialto. [13]

La città subì un'altra distruzione durante le Invasioni ungare nel 902. La popolazione clodiense nulla poté contro gli Ungari, che vennero bloccati dall'esercito veneziano guidato dal doge Pietro Tribuno ad Albiola, attuale San Pietro in Volta. [14]

Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Chioggia.

Chioggia faceva allora parte della diocesi di Malamocco, antica capitale della Repubblica, ma una serie di eventi naturali quali l'abbassamento del suolo, burrasche eccezionali e l'erosione del mare, cancellarono lentamente la città che si spopolò e finì sommersa. Essendo diventata Chioggia la città più importante della diocesi, nel 1110 si decise di spostare la sede vescovile proprio nella città del sale, portando anche le reliquie dei santi martiri Felice e Fortunato, ancora oggi patroni della città.[15]

Importante evento fu l'arrivo a Chioggia dell'imperatore Federico Barbarossa nel 1177, che firmò qui il "trattato Clodiano", preliminare alla Pace di Venezia che sancì un breve periodo di pace fra Sacro Romano Impero e Comuni italiani. [16]

Negli anni a seguire per Chioggia ci fu un periodo di prosperità, intervallato da qualche piccolo scontro con i rivali Padovani e Trevigiani , come quello nominato "guerra del castello d'amore" avvenuto nel 1215. Esso nasce per una scaramuccia avvenuta durante una festa paesana a Treviso che si sviluppò in uno scontro armato alla Torre delle Bebe, dove il comandante Marco Cauco (chiamato anche Marco Caco) assieme ad un plotone di clodiensi, riuscì a difendere la posizione. [17]

Fondamentale, il contributo dei chioggiotti nel sedare la Congiura del Tiepolo, architettata da alcuni nobili veneziani, con l'aiuto di alcuni mercenari padovani, la quale aveva l'obbiettivo di ribaltare il governo della Serenissima e assassinare il doge Pietro Gradenigo. I fatti si volgono nel giugno 1310; il doge avvisato dell'imminente agguato, chiede aiuto ai podestà di alcune città vicine, fra cui quello di Chioggia. Quest'ultimo venne inviato, assieme alla sua milizia di clodiensi, ad intercettare e arrestare la colonna patavina che sopraggiungeva in città. Questa azione, assieme alla tempestività del doge, riuscì a sedare la congiura. [18]

Una pagina importante della storia della città avvenne durante la cosiddetta guerra di Chioggia (rievocata nel Palio della Marciliana), cioè l'ultimo scontro tra Repubblica di Genova e Serenissima Repubblica di Venezia. Il conflitto, che nasce per il controllo del commercio con l'oriente, vede la citta conquistata da truppe genovesi e padovane nel 1379 per poi essere ripresa dei veneziani nel 1380. L'evento lascia un'importante cicatrice nella cittadina, i più evidenti furono, la completa distruzione di Clodia Minor e Pellestrina, la soppressione della produzione del sale e il divieto di edificare al di fuori delle mura cittadine costringendo l'intera popolazione sopravvissuta a vivere all'interno dell'attuale centro storico. Dopo questo cruento conflitto, un particolare interessante, riguarda la migrazione del cognome genovese Doria nella città, ancora oggi presente.

Dal punto di vista politico ed amministrativo la città, era governata su modello di Venezia, da un maggior e minor consiglio, rappresentanti delle famiglie Chioggiotte, e dal podestà. Esso era un messo della città di Venezia rappresentante della Repubblica, che segnò l'inizio della supremazia di Venezia sulle politiche interne della città. [19]

  1. ^ Chi fondò davvero Chioggia?, su Chioggia News 24, 9 gennaio 2016. URL consultato il 10 aprile 2023 (archiviato il 10 aprile 2023).
  2. ^ M. Marcozzi, Chioggia, pp 7-9.
  3. ^ Ravagnan(2016), p. 20.
  4. ^ L. Padoan, cap V pp 15-17
  5. ^ M. Marcozzi, pp 15-28.
  6. ^ Ravagnan(2016), p. 23.
  7. ^ Marangon(2019), p. 14.
  8. ^ a b L. Padovan, cap XXIII.
  9. ^ Ravagnan(2016), p. 23.
  10. ^ Ravagnan(2016), p. 24.
  11. ^ Razza(1972), p. 232.
  12. ^ Ravagnan(2016), p. 24.
  13. ^ Razza(1972), p. 77.
  14. ^ Razza(1972), p. 81.
  15. ^ S. Perini, Alle origini della diocesi di Chioggia, Fondazione Santi Felice e Fortunato, 2010.
  16. ^ Razza(1972), p. 106.
  17. ^ Razza(1972), p. 108.
  18. ^ Razza(1972), p. 130.
  19. ^ Razza(1972), p. 110.