Utente:Erika Pace/Palmenti Pietragalla (Pietragalla)

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I Palmenti di Pietragalla (dal latino paumentum, l'atto del battere o del pigiare), un insediamento produttivo rurale, significativo per estensione e per la caratterizzazione formale dell'ambito su cui l'insediamento è sorto.Costituiti da un raggruppamento di grotte scavate nella roccia al cui interno sono stati ricavati,sia per la vasca per la pigiatura delle uve che il pozzo per la fermentazione del mosto.

Caratteristiche

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L'area ha un'estensione di circa due ettari e si trova nelle immediate vicinanze dell'abitato di Pietragalla.E' possibile sostenere, data la natura arenaria e quarzosa della roccia e i suoi parametri di resistività,che l'elemento naturale costituiva un contenitore adatto alla conservazione temporanea del prodotto derivante dalla spremitura delle uve (mosto) per tutto il periodo della sua fermentazione.La stabilità del quarzo,non permette soluzioni o reazioni chimiche con il prodotto tali da modificarne le caratteristiche organolettiche.In Basilicata, si ha notizia di palmenti scavati nella roccia a cielo aperto e posti vicini alle vigne; con i Palmenti di Pietragalla, si intende sia il locale interrato o con una spessa coltre di terreno vegetale, ed il sistema vasche, per la pigiatura delle uve e la fermentazione del mosto, direttamente scavate nella roccia. Come tante altre costruzioni arcaiche rurali, non vengono meno alla costruzione con l'utilizzo dei materiali presenti entro i limiti ristretti dell'ambiente circostante. Il materiale scavato, ridotto a blocchi lapidei regolari, veniva impiegato sia per la costruzione delle volte dei palmenti che per la realizzazione della facciata , dove veniva ricavato l'accesso unico. Il palmento è costituito solitamente da un piccolo spazio di ingresso, da una prima vasca a dimensioni alquanto contenute, per la pigiatura e da un vascone più ampio e profondo, per la fermentazione del mosto, adiacente alla prima vasca. Al livello del fondo della vasca, si accede mediante una stretta e ripida scaletta, anch'essa scavata nella roccia, per spillare il vino e trasportarlo nelle cantine in genere ricavate al piano inferiore dei fabbricati nel vicino centro abitato.


La zona d'uso del palmento è di pochi metri quadrati; ci si muove con molta difficoltà,e non esistono spigoli vivi. Le pareti sono di forma concava e il minimo di aereazione e di illuminazione nell'ambiente è ricavato dall'uscio,tenuto aperto nel periodo delle operazioni atte al processo di vinificazione, e da un piccolo sopraluce. Il palmento più diffuso è quello costituito dall'insieme di due vasche: una per la pigiatura e l'altra per la fermentazione delle uve (monopalmento).Non mancano, altresì, esempi di bipalmenti e tripalmenti costituite da due o tre coppie di vasche. La invariabilità della temperatura nelle diverse stagioni è una delle peculiarità dei palmenti. La facciata, è realizzata in conci di pietra più dura, alquanti regolari e in raccordo, nelle sommità con le linee curve del terreno derivanti dall'ispessimento delle volte con humus. L'uscio spesso è protetto con porticine in legno o in ferro, che si ritiene siano stati applicati in epoca piuttosto recente. Le costruzioni sono state utilizzate fino a tutti gli anni '60 assicurando la vinificazione della quasi totalità delle uve prodotte nel territorio di Pietragalla

  • Giuseppe De Vita, I PALMENTI DI PIETRAGALLA:UN PARTICOLARE SISTEMA DI GROTTE ADIBITE ALLA TRASFORMAZIONE DELLE UVE, Potenza, 1990.