Utente:ElCaco/Sandbox2

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Cella della Visione

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La prima testimonianza di una chiesa dedicata a San Giovanni risale al 1191, quando Gherardo da Camposampiero ne usufruì del beneficio ecclesiastico.

Aveva tuttavia origini più antiche, probabilmente precedenti alla costruzione del castello di Camposampiero.

RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI

Ipotesi relative allo stato della struttura originaria sono supportate dai ritrovamenti archeologici emersi durante i lavori di ricostruzione della chiesa (1906-1909) e di restauro della Cella della Visione (1994-1995) *FOTO*.

A circa 1,70 metri di profondità sono stati ritrovati i resti di due edifici: una chiesetta ed una struttura contigua, per la quale è possibile ipotizzare funzione di deposito o di romitorio.

La chiesetta, della quale sono state ritrovate parte delle fondazioni, oggi localizzate sotto il pavimento della navata destra, misura 10,25 per 5,60 metri.

Il romitorio, parallelo ed attiguo alla chiesetta, si trova al disotto dell'attuale Cella della Visione. Parte del pavimento ritrovato è oggi visibile tramite delle vetrate poste sul piano di calpestio al piano terra della Cella, assieme ad altri livelli di pavimentazioni più recenti.

Nonostante il diverso materiale da costruzione ritrovato possa essere attribuibile a epoche precedenti al 1100 secolo, è possibile ipotizzare che questi siano in realtà materiali recuperati da una precedente struttura.

La costruzione, vista la stabilità delle sue fondamenta, non è probabilmente da attribuirsi ai Francescani(all'epoca del loro arrivo ancora legati al dogma dell'instabilità dei luoghi) giunti a Camposampiero agli inizi del 200, ma ad una costruzione più antica, probabilmente risalente ai primi trent'anni del 1200, costruita riutilizzando appunto materiale di strutture precedenti.

SOGGIORNO DEL SANTO

Ipotesi sull'utilizzo della chiesetta, si possono speculare attorno agli anni che precedono la visita di Sant'Antonio.

A quel tempo si ritiene che la struttura fosse ancora costituita appunto dalla chiesetta e dal contiguo romitorio o deposito.

Vista la presenza stabile nel territorio, è possibile ipotizzare che la chiesetta fosse più o meno stabilmente occupata da un presbitero Benedettino.

Secondo alcuni studiosi, i Francescani, di cui all'epoca Antonio era ministro della provincia lombarda, giunsero a Camposampiero tra il 1227 ed il 1229, precedendo di quattro anni l'arrivo del Santo.

Gli studi ipotizzano che proprio gli ambienti del romitorio vennero donati da Tiso VI ai Francescani, con il consenso dei Benedettini, storicamente in ottimi rapporti.

Pochi anni dopo, il Santo soggiornò a Camposampiero, dal 19 maggio 1231 (circa) al 13 giugno dello stesso anno, data della sua morte.

Secondo la tradizione, durante il soggiorno, Sant'Antonio dimorava nel romitorio ed era solito predicare presso un vicino albero di noce, luogo nel quale in seguito fu eretto l'omonimo santuario.

Sempre secondo la tradizione, durante il breve soggiorno, in questi due luoghi avvennero rispettivamente il miracolo della visione ed il prodigio del frumento calpestato, facendo dell'area uno dei principali luoghi legati alla venerazione del Santo.

XIII-XIV

A causa della quasi totale assenza di documenti, poco si sa della storia del santuario negli anni che vanno dalla morte del Santo ai primi anni del quattrocento.

Gli studiosi ipotizzano che la presenza dei Francescani permanga presso la chiesa ed il romitorio.

Questi, nel corso del secolo andranno a riadattare progressivamente le strutture, in contemporanea al processo di sedentarizzazione dell'Ordine.

Si ipotizza che a partire dalla metà del 1200 il nucleo originario si sia evoluto, diventano un piccolo complesso conventuale costituito da:

  • la chiesa, ampliata (28 metri di lunghezza e 12 metri di larghezza)
  • una corte con chiostro, attigua sul Sud della chiesa
  • le residenze dei franti disposte sui quattro lati della corte

Gli studiosi ipotizzano che il processo sia passato per l'inglobarsi delle vecchie strutture della chiesa e del romitorio nei nuovi edifici, piuttosto che procedere ad una demolizione e ricostruzione.

Si ritiene inoltre che l'intera edificazione sia durata circa 1 secolo, probabilmente per mezzo di interventi in successione.

Documenti, riportano che sulla facciata della chiesa fosse iscritto l'anno 1325.

Su questa base, gli studiosi ritengono probabile che la presenza Francescana permanga fino alla prima metà del 1300.

XII-XIII

Della proposta progettuale, presentata nel 1766, sono oggi conservate piante, tavole, sezioni e prospetti delle decorazioni.

Anche in questo caso emerge chiara la volontà di conservare la struttura della Cella della Visione e delle tombe ospitate nella chiesa.

L'anno successivo (1767), a causa della soppressioni degli ordini religiosi imposta dalla Serenissima, il progetto verrà accantonato e definitivamente abbandonato.

Nel 1861 venne restaurata la Cella della Visione che risultava ancora integra, modificata solo dalle opere di sistemazione della chiesa nel quattrocento, procedendo al consolidamento della copertura e decorazione delle partite con stucchi.

XIX-XX

La soluzione progettuale definitiva venne approvata il 7 ottobre 1906 ed i lavori completati verso la metà del 1909, portando alla definizione dell'edificio, ormai prossimo alla sua configurazione odierna.


Nel periodo 1993-1995 si procederà al restauro della Cella della Visione e al rinnovo degli ambienti del convento, sempre affidati l'arch.Dotti.

Nel contesto dei lavori svolti sulla pavimentazione della chiesa e della Cella della Visione, verrà effettuata un'attenta analisi archeologica per permetterà di individuare a circa 1,70 metri di profondità i resti di due edifici: una chiesetta ed una struttura contigua, possibilmente ciò che resta della originale Chiesa di San Giovanni e della Cella della Visione.

I lavori hanno permesso di individuare inoltre almeno 3 livelli di pavimentazioni sotto il piano di calpestio e un complesso sistema di intersezioni murarie, specie la piano terra della Cella, segno delle relazioni nei secoli della struttura della Cella con la chiesa ed in convento.

Entrambi questi ritrovamenti sono oggi visibili al piano terra della Cella, tramite pavimento vetrato, e sulle pareti, appositamente non intonacate.



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Nel 1861 gli ambienti vennero ricoperti di stucchi decorativi, probabilmente per adeguarli al gusto dell'epoca.

Il 19 luglio 1923 veline deliberato il restauro della Cella, incaricando dell'opera l'ingegner Landini di Padova.

Il progettista si propose di riportare gli ambienti allo stato originario. I lavori si concentrarono quasi unicamente al primo piano della Cella, luogo della Visione secondo la tradizione popolare.

Gli interventi strutturati principali furono: recupero delle pareti superiori in mattoni, posa di un nuovo solaio in cemento armato e recupero della pavimentazione in cotto al primo piano e posa di un controsoffitto intonacato.

Il piano terra, le cui pareti erano mal ridotte, con mattoni sconnessi ed affumicati, venne giudicato poco significativo e semplicemente intonacato.


L'intervento ha portato alla luce 3 livelli di pavimentazioni al di sotto dell'attuale piano di calpestio, sovrapposte in periodi storici successivi.

Suore (Clarisse?)

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Nello nel 1922 si decide di avviare nelle adiacenze del convento, un collegio, concentrando quindi l'attività dei Minori Conventuali sulla formazione dei giovani.

I frati da tempo avevano espresso l'esigenze di avere il sostegno di una comunità religiosa femminile che potesse prendersi cura della casa, della cucina e di altre necessità quotidiane.

Il 17 agosto del 1926 avvenne un nuovo importante evento che segnò la vita religiosa del paese: l'insediarsi il delle suore francescane missionarie di Assisi.

Lu suore si stabilirono inizialmente in una parte del convento (VD pag 271 Pio Dotti ).

Nello stesso anno (1963) venne affidata la progettazione di un nuovo monastero nei pressi del Santuario del Noce, dedicato ad ospitare le suore. La struttura verrà inaugurato nel 1967. (VD Pio Dotti anni 60)

Nel 1990 le Suore Francescane di Assisi lasciano Camposampiero. VD pag 69 Santuari Antoniani Guida storico artistica

Dal 2018 la presenza di una comunità di suore francescane missionarie di Assisi, suopporta le attività della casa di spiritualità.https://www.casadispiritualita.it/chi-siamo/la-nostra-comunita-presso-santuari-antoniani/suore-francescane-missionarie-assisi/

Nella proposta delle varie iniziative della Casa di spiritualità si sono affiancate ai frati le Suore Francescane Elisabettiane che quindi ora, insieme alle Clarisse del Monastero del Noce, arricchiscono ulteriormente con la loro presenza di consacrate questo luogo benedetto dalla presenza del Santo.https://www.santuariantoniani.org/it/realta-legate-ai-santuari/il-convento-dei-frati

Monastero "S. Antonio e B. Elena" delle Clarisse

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Info generali:

VD pag 275 Pio Dotti

Vd pag 69-71 Santuari Antoniani Guida storico artistica

https://www.clarissedelnoce.it/index.php/il-monastero/storia

https://www.santuariantoniani.org/it/realta-legate-ai-santuari/il-monastero-delle-clarisse