Coordinate: 48°12′20″N 16°22′11″E

Utente:Cyllenius/Cripta imperiale

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La cripta dei Cappuccini

La Cripta Imperiale di Vienna è stata dal 1633 il principale luogo di sepoltura della dinastia asburgica, tra imperatori del Sacro Romano Impero, imperatori d'Austria, e loro discendenti.

La cripta imperiale (in tedesco: Kaisergruft ma di solito chiamata Kapuzinergruft, "Cripta dei Cappuccini") si trova sotto la chiesa (S. Maria degli Angeli) dei cappuccini e il monastero fondato nel 1617 e dedicato nel 1632. Si trova nella piazza Neuer Markt, vicino al palazzo imperiale della Hofburg.

I corpi di 142 aristocratici, più alcune urne contenenti i cuori o le ceneri di altre quattro persone, sono depositate qui (al 2005). Essi includono 12 imperatori e 18 imperatrici. La più recente sepoltura risale al 12 gennaio 2008, quando vi è stato tumulato l'Arciduca Carlo Ludovico, figlio dell'ultimo Imperatore Carlo I. In essa fu sepolta, nel 1989, l'ultima Imperatrice Zita di Borbone-Parma, morta all'età di 97 anni. Oltre un quarto delle persone qui sepolte morì al momento della nascita o prima di compiere i 5 anni di età.

Delle altre famiglie ci sono 32 spose, più altri quattro, di cui sono stati trovati i resti ivi deposti. Tutti gli altri presenti nella Cripta Imperiale presentano solo il titolo Asburgico di Arciduca o Arciduchessa.

I 103 sarcofagi metallici visibili e le 5 urne che contengono altrettanti cuori variano da uno stile semplice ad un esuberante rococò. La Cripta Imperiale è uno dei monumenti di Vienna più visitati dai turisti.

Attualmente, alcune decine di frati Cappuccini continuano il loro tradizionale ruolo di custodi e guardiani della cripta insieme al loro lavoro pastorale.

Tomba di Francesco Giuseppe I, fiancheggiata da quelle della moglie Elisabetta e del figlio Rodolfo.

L'imperatrice Anna del Tirolo 1, moglie dell'Imperatore Mattia 2 concepì l'idea di un chiostro cappuccino e di una cripta sepolcrale per lei e per suo marito, da costruire nelle vicinanze del castello di Hofburg a Vienna.

Si procurò i fondi per la costruzione, che iniziò il 10 novembre 1617, e così come fece in fretta a recuperare i fondi, così se ne andò l'anno successivo. Il suo sposo la seguì l'anno dopo.

La prima pietra venne posata l'8 settembre 1622 alla presenza dell'Imperatore Ferdinando II x578 e dopo un rallentamento causato dalle vicende della Guerra dei trent'anni la chiesa fu dedicata il 25 luglio 1632 e durante la Pasqua dell'anno successivo, il semplice sarcofago contenente i resti dell'Imperatore Mattia 2 e dell'Imperatrice Anna 1 furono trasferiti con una grande cerimonia in quella che attualmente viene chiamato Sepolcro dei Fondatori.

L'Imperatore Leopoldo I 37 allargò la cripta nel 1657 nell'area sotto la navata della chiesa e suo figlio l'Imperatore Giuseppe I 35 lo estese ulteriormente verso ovest nel 1710, ma in modo maldestro, iniziando la cappella che suo fratello, l'Imperatore Carlo VI 40 continuò a ovest nel 1720 per estenderlo sotto il presbiterio e il coro dell'abside. Per la prima volta, un architetto molto conosciuto Johann Lucas von Hildebrandt, viene coinvolto nell'allargamento della cripta.

Nel 1754, sua figlia l'Imperatrice Maria Teresa 56 si muove ulteriormente verso ovest, superando completamente la soprastante chiesa e finendo nel giardino del monastero con la costruzione della cupola che permetteva l'ingresso della luce naturale. La cripta e l'imponente cupola sono lavoro dell'architetto Jean Jadot de Ville-Issey.

Durante il regno di suo nipote Francesco II 57 l'architetto Johann Aman si diresse verso nord per le sue aggiunte nel 1824.

Il monastero circostante la chiesa si ridusse in cattivo stato dopo 200 anni di costante utilizzo, così durante il regno dell'Imperatore Ferdinando I 62 nel 1840 il monastero (ma non la chiesa) fu demolito e ricostruito. Come parte del progetto, l'architetto Johann Höhne costruì il Sepolcro di Ferdinando e il Sepolcro Toscano come base della nuova struttura.

Durante le celebrazioni del giubileo per i suoi 60 anni sul trono nel 1908, l'Imperatore Francesco Giuseppe I 142 chiamò l'architetto Cajo Perisic per costruire un mausoleo e una cappella ad oriente delle tombe di Francesco II 57 e di Ferdinando I 62. Allo stesso tempo, le nuove aggiunte per gli ospiti furono creati su tutti i lati della chiesa.

Dopo il 1960 è ovvio che, con il deterioramento delle condizioni delle tombe (causato dal cambio di temperatura e di umidità dell'ambiente), si renda necessario un controllo costante per conservarli per le future generazioni. I Nuovi Sepolcri, a nord di quelli Toscani, di Ferdinando e di Francesco Giuseppe, furono costruiti dall'architetto Karl Schwanzer, con porte metalliche dello scultore Rudolf Hoflehner. Aggiunse circa il 20% allo spazio della cripta, e fu usato per una generale riorganizzazione delle tombe.

La piccola cappella originale fu conservata, insieme alle tombe dei due fondatori, a quelle di una decina di bambini e fu chiamata la Cappella degli Angeli. Questi furono spostati verso alcune nuove nicche aperte nel muro contrastante il Sepolcro di Leopoldo.

Le sopracitate tombe furono spostate nella Nuova Cappella e riunite in settori, come Vescovi, discendenti diretti dell'imperatore regnante, e la famiglia dell'Arciduca Carlo 122 vincitore di Apern.

Trentasette altre tombe di membri secondari della famiglia regnante, furono murate dentro quattro pilastri creati nella Cappella di Ferdinando.

Così più della metà delle tombe furono spostate dai sepolcri originali verso posti più ordinati come parte della grande riorganizzazione.

Nel 2003 un altro progetto rese la cripta accessibile alle persone con handicap, aprendo porte precedentemente inutilizzate in modo da non rendere il percorso del visitatore durante il ritorno più lungo del necessario. L'intera cripta viene fornita con un sistema di aria condizionata per prevenire il deterioramento delle tombe.

La cerimonia di sepoltura degli imperatori

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Nel corso del ventennio di regno di Ferdinando III (1608-1657) si affermò a Vienna un nuovo concetto della figura dell'Imperatore della dinastia d'Asburgo, incentrato sulla "sacralità" del ruolo e della figura stessa dell’uomo che quel ruolo veniva chiamato a ricoprire. Tale concetto discendeva dalla convinzione che gli Asburgo fossero non soltanto i difensori della fede cattolica, ma anche la guida delle Nazioni che quella fede professavano.

Queste convinzioni portarono, tra l’altro, ad una revisione di tutte le manifestazioni cui tradizionalmente la chiesa cattolica dà luogo in occasione delle proprie celebrazioni liturgiche. Manifestazioni, come ad esempio quelle che avevano luogo in occasione dei riti della Settimana Santa, del santo Natale o del Corpus Domini, che assunsero un aspetto molto più enfatico, ampolloso e magniloquente, abbandonando quel tono tradizionalmente più sobrio che i cugini Asburgo, sovrani di Spagna, continuavano invece a mantenere nelle loro cerimonie.

Anche la cerimonia della sepoltura dell’Imperatore ebbe a subire, quindi, una variazione, incentrata sul concetto che persino la maestà imperiale, per quanto grande e potente possa essere, si annulla completamente all’atto del trapasso dalla vita terrena alla vita ultraterrena, rimettendosi alla misericordia divina con la stessa umiltà di qualunque altro essere vivente.

Il nuovo cerimoniale, molto rigido nella propria struttura e rigorosamente eseguito, si è tramandato in modo pressoché uguale per oltre due secoli fino alla morte dell'imperatore Francesco Giuseppe nel 1916. Esso fu messo in atto per la prima volta proprio in occasione della sepoltura di Ferdinando III che fu il primo imperatore ad essere sepolto nella Kapuzinergruft.

Il corpo dell'imperatore defunto, vestito in abiti di stile spagnolo, il capo coperto dal cappello e le spalle dal mantello, spada al fianco e un crocefisso tra le mani, veniva esposto al pubblico, la sera precedente la sepoltura, nella Rittersaal del palazzo imperiale della Hofburg, tutto drappeggiato di nastri di colore nero. La salma, circondata da una guardia d'onore formata da otto familiari e cinta da candelabri d'argento con ceri sempre accesi, era fatta oggetto di incessanti preghiere di suffragio per la sua anima, da parte dei monaci agostiniani, la cui chiesa era custode dei cuori dei membri della dinastia.

Nel giorno della sepoltura, le campane di tutte le chiese della città intonavano, incessantemente, rintocchi funebri a sottolineare la partecipazione della chiesa e del popolo all’ultimo atto del sovrano.

Aveva luogo, quindi, il corteo funebre che si apriva con le insegne della casa d'Asburgo, seguite dai membri della famiglia dell'imperatore e dai rappresentanti di tutti gli ordini religiosi. Venivano, poi, i funzionari della pubblica amministrazione e i rappresentanti dei territori che costituivano il granducato austriaco. Ciascuno di essi recava in mano un cero acceso. Di seguito trovavano posto i cavalieri del Toson d'oro, rigorosamente in abiti protocollari, quindi i musicisti imperiali e il coro.

Sorretta da ventiquattro nobili della Chiave d'oro avanzava la bara, sulla quale erano posti la corona imperiale, il globo, lo scettro e il collare di cavaliere del Toson d'oro. Un po’ più in basso, adagiate su due cuscini, vi erano le corone di Ungheria e di Boemia.

Il feretro era seguito dai dignitari di corte e dal corpo diplomatico accreditato a Vienna, dopo di che veniva la famiglia imperiale tutta, con a capo il nuovo imperatore. Chiudevano il corteo la guardia personale e la guarnigione della città con armi rovesciate e tamburi. Molta attenzione veniva posta ai tamburi, che, ricoperti di panno per attutirne il suono, scandivano un battito lento e costante all’unisono con i rintocchi delle campane.

Particolarmente suggestiva e significativa era la cerimonia d’ingresso nella cripta per l'atto finale della sepoltura. Dopo aver recitato le ultime orazioni nella piccola Kapuzinerkirche alla presenza soltanto dei più illustri esponenti del seguito, la bara, senza alcun seguito e preceduta soltanto dal ciambellano di corte, discendeva l'angusta scala che conduce alla cripta. Tutte le porte presenti lungo il percorso, all’avanzare del corteo, venivano man mano chiuse e sbarrate alle spalle del feretro, fino a che si giungeva alla porta d’ingresso della cripta che doveva essere rigorosamente chiusa e innanzi alla quale si osservava il più assoluto silenzio.

Il ciambellano, con molta decisione, bussava quindi alla porta dietro la quale si trovava il priore dei cappuccini il quale chiedeva in latino: "Chi è?". Il ciambellano, con voce ferma e imperiosa, rispondeva a sua volta: "Sua Maestà Imperiale!". Al che il priore replicava: "Non lo conosco". Dopo una breve pausa il ciambellano bussava nuovamente, questa volta lievemente. Il priore chiedeva per la seconda volta: "Chi è?". Risposta: "Un povero e miserabile peccatore". Al che il priore apriva la porta e consentiva alle spoglie mortali dell’imperatore di accedere alla sua ultima dimora.[1]

Le tombe indipendenti sono generalmente una variazione di una cassa con copertura piatta, oppure una vasca con i lati inclinati e un coperchio convesso con candele decorate. Gli ornamento spaziano da quelli semplici a quelli più elaborati.

Fino al settecento, il materiale più comune per un sarcofago era simile al bronzo, una lega di stagno, ricoperta di Gommalacca. Le splendide tombe del periodo barocco e rococò sono fatte di vero bronzo, un materiale più nobile e quindi più costoso. Riformando l'Imperatore Giuseppe II 42 semplificò i costumi per la sepoltura delle persone, e introducendo l'uso nella Cripta Imperiale del rame, più leggero ed economico, dove fu usato nell'800. Alla fine del 1800 fu adottato un misto di ottone e bronzo, conosciuto come rame argento-bronzeo. Altri materiali furono usati solo raramente, eccetto le placche d'argento e d'oro per le decorazioni.

Solo un sarcofago, quello dell'Imperatore Francesco Giuseppe 142 è fatto di pietra al posto del metallo.

Varie tecniche metallurgiche furono usate: fusione piena per i sarcofagi; fusione cava per le sculture decorative; intaglio, incisione, e rilievo lavorato per la decorazione superficiale. Le parti per le casse e i coperchi sono lavorate insieme, gli ornamenti e le figure decorative sono avvitate sopra.

Lo scultore responsabile di molte tombe elaborate è Balthasar Ferdinand Moll.

Per garantire la stabilità delle enormi tombe esposte, esse hanno maniglie in ferro e rivestimenti di legno all'interno. Questo evita sia lo sprofondamento sia l'inarcamento delle pareti laterali sotto il peso del coperchio. (Il coperchio della tomba doppia dell'Imperatrice Maria Teresa d'Asburgo 56 e di suo marito 55, pesa approssimativamente 1700 kg - 3,800 lb!).

All'interno della cassa viene posta una bara ricoperta di seta (nera con bordi dorati per i regnanti, rossa con bordi argentati per gli altri). La bara ha solitamente due serrature, la chiave di una è custodita del Guardiano Cappuccino della cripta, l'altra si trova nel Tesoro del Palazzo Hofburg di Vienna.

All'interno della bara, il corpo di solito presenta gli organi rimossi come procedura necessaria del processo di imbalsamazione per l'esposizione prima del funerale. Per circa un terzo dei corpi, il cuore fu posto in un'urna dorata in un posto separato (generalmente l'Herzgruft (la Cappella dei Cuori) nella Chiesa degli Agostiniani), e alcuni intestini e altri organi sono stati messi in urne di rame e depositate nella Cripta Ducale nelle catacombe della cattedrale di Vienna, la chiesa di Santo Stefano.

Conservazione delle tombe

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Durante i secoli, l'umidità costante, le variazioni di temperatura, e il viavai dei turisti hanno influito pesantemente sullo stato dei sarcofagi. Il deterioramento ha provocato crepe, buchi e rotture nei materiali. Gli strati superficiali si sono consumati, le basi si sono rotte, le finiture decorative sono state rotte o rubate dai visitatori, le strutture metalliche hanno assorbito troppa umidità e si sono gonfiate, e le pesanti coperture hanno portato alcune pareti a piegarsi o a cedere.

Il primo importante sforzo per il restauro fu intrapreso nel 1852, ma ulteriori lavori si resero necessari nel 1956 quando l'Gesellschaft zur Rettung der Kapuzinergruft (Associazione per Salvare la Cripta dei Cappuccini) rese di pubblico dominio il problema, raccolse fondi, curò e sistemò le tombe.

Fu necessario prima trovare nuovi spazi e deumidificare la cripta. Dopo il completamento della Nuova Cappella nel 1960 e il trasferimento di 26 tombe dalla sovraffollata Cappella Toscana, il lavoro di deumidificazione poté avere inizio. Inoltre, un laboratorio fu creato nell'ala sud della Cappella Toscana dove artigiani molto esperti possono lavorare su tombe prelevate temporaneamente da altre zone per il restauro.

Nel 2003 il rinnovamento delle attrezzature del piano terra per i visitatori portarono alla creazione di una nuova entrata e permisero l'accesso alla cripta per le persone con handicap. Il percorso per i turisti fu inoltre modificato in modo da permettere ai visitatori di vedere le tombe nella loro sequenza storica entrando da un lato ed uscendo dall'altro, invece di entrare ed uscire da un unico punto situato in mezzo al tragitto. Cosa più importante, l'intera cripta è dotata da un sistema di aria condizionata in modo da poter controllare il grado di umidità.

Il lavoro di riparazione e di conservazione delle opere artistiche avviene in stretta collaborazione con i monaci, con l'Associazione, l'Ufficio Austriaco per i Monumenti e il Fondo per la Conservazione della Vecchia Vienna.

  1. ^ cfr. Carl Eduard Vehse, Franz Demmler, Memoirs of the Court Aristocracy and Diplomacy of Austria, Kessinger Publishing, Whitefish, Montana, U.S.A., 2004, ISBN 1-4179-1937-X, ISBN 1-4179-1938-8