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La battaglia di Montaperti
AutoreDuccio Balestracci
1ª ed. originale2017
Generesaggio
Sottogenerestorico
Lingua originaleitaliano

La battaglia di Montaperti è un libro scritto da Duccio Balestracci che tratta le vicende accadute nella seconda metà del 1200 durante il conflitto tra Siena e Firenze a Montaperti, facendo chiarezza sull'origine e sull'incertezza delle fonti.

Storia editoriale

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È stato pubblicato nel 2017 dalla Casa editrice Giuseppe Laterza & figli e la creazione del libro è stata assistita da Maura Martellucci ed è stato riletto da Victor Rivera Magos.

Punto di partenza della trattazione è la scarsità di informazioni sia da parte senese che da parte fiorentina riguardo alla battaglia di Montaperti. Balestracci fa notare che le fonti principali da cui è possibile ricavare informazioni appartengono a due autori successivi alla battaglia, Giovanni Villani da parte fiorentina e un anonimo autore trecentesco da parte senese. L'opera di quest'ultimo viene ripresa negli anni successivi, con l'aggiunta di dettagli e commenti, in primo luogo da Paolo di Tommaso Montauri e più tardi da Antonio di Martino di Antonio. Viene spesso puntualizzato che le informazioni riguardo alla battaglia da parte fiorentina sono molto ristrette, probabilmente per non ricordare un evento così tragico.

L’autore analizza gli avvenimenti precedenti, le cause, lo svolgimento e le conseguenze della battaglia evidenziando l’incertezza e la scarsità delle fonti a disposizione, confrontando le informazioni che si hanno sia da parte fiorentina che da quella senese. Per studiare in modo più approfondito l'evento e per dare una visione più generale e oggettiva, l'analisi si basa su una grande quantità di informazioni su cui l'autore si è documentato, con lo scopo di dimostrare che in alcuni casi le fonti sono contrastanti. Un esempio di questo è possibile trovarlo nel terzo capitolo del libro, in cui Balestracci descrive uno scontro tra fiorentini e senesi: l’Anonimo sostiene che Firenze ebbe una violenta sconfitta, invece Giovanni Villani scrive che Firenze vinse e i prigionieri senesi furono mandati a Firenze. Un altro esempio all'interno del terzo capitolo riguarda l'avvenimento del 30 giugno 1235, in cui vi è la pace tra Firenze e Siena. Anche qui abbiamo informazioni differenti: l’Anonimo sostiene che Firenze chieda la pace perché Siena era troppo forte; Giovanni Villani, invece, scrive che Firenze voleva attaccare Siena e quest’ultima chiese la pace perché troppo debole.

In tutto il libro Balestracci è molto attento a dare una descrizione oggettiva. Infatti, descrive in maniera imparziale la vastità e il prezzo che è stato pagato con vite umane e beni economici[1] ed evidenzia come questo non sia stato uno scontro soltanto tra le due città toscane di Siena e Firenze, ma che si inserisca in un panorama più esteso, con protagonisti il papa, l'impero, il Regno di Sicilia e la politica di Manfredi di Sicilia. [2] L'importanza di questo punto nell'opera di Balestracci è confermata durante la presentazione del libro, in cui chiede agli ascoltatori di leggere il testo secondo una visione diversa e di riflettere su come questa battaglia non sia stata importante solo per la vittoria di Siena su Firenze, ma anche perché a detta dell'autore quel giorno è cambiato il destino dell'Italia e dell'Europa. [3]

Il libro è inoltre un modo per chiarire la divisione tra guelfi e ghibellini. [4] L’autore sostiene che la divisione tra guelfi schierati dalla parte della Chiesa e ghibellini dalla parte dell’Impero sia una semplificazione. Vengono inoltre analizzati i diversi tipi di guelfismo e ghibellinismo negli anni, le cui variazioni vengono collegate proprio all'avvenimento della battaglia di Montaperti. La nascita della due fazioni si ha dopo la morte di Enrico IV. Inoltre, l'autore sostiene che la divisione sia assai diversa se si considera l’interno delle città, poiché era più che altro basata su contrapposizioni personali che erano poco collegate all’Impero e alla Chiesa, come mostra l’esempio di Dante Alighieri, sostenitore dell’Impero ma non ghibellino. L'autore sostiene addirittura che a Siena fino al '200 l'appellativo “ghibellino” indicasse soltanto i contrappositori dei guelfi fiorentini.

Il saggio è scritto in maniera semplice e scorrevole; a volte si possono riscontrare ripetizioni che sono però necessarie per una migliore comprensione per la grande quantità di nomi di personaggi storici, luoghi e avvenimenti.[5] Infatti nel libro l'autore scrive "Ho preferito peccare di brutto stile di scrittura ed espormi alla critica di ripetitività, ma spero, in questo modo, di essere venuto incontro al lettore sollevandolo, in una storia che non è sempre scorrevole né facilmente seguibile, dalla fatica supplementare di andare a ricercare attraverso le pagine del libro il dato o la data o il nome o l'episodio che gli servono per aver più chiaro ciò che sta leggendo". [6]

Il libro termina con una domanda: "Ci fu Montaperti?". Duccio Balestracci mette insieme tutte le informazioni riguardo la battaglia, dimostrando che a volte queste risultano discordanti, per dare un filo logico ai dati che è possibile conoscere fino ad oggi. Tuttavia, di fatto la battaglia è avvenuta, anche se in alcuni scritti più recenti non viene neppure nominata, soprattutto per quanto riguarda il versante fiorentino. La Cronica del cronista fiorentino quattrocentesco Benedetto Dei ne è un esempio, poiché in essa l'autore scrive soltanto che ci fu una battaglia tra fiorentini guelfi e fiorentini ghibellini nei pressi di Siena e che fu vinta dai fiorentini guelfi.

Collegamenti esterni

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Categoria:Saggi del 2017 Categoria:Saggi storici Categoria:Saggi storici sul Medioevo Categoria:Saggi in italiano